| | | | Post: 804 Post: 804 | Utente Senior | | OFFLINE | |
|
20/11/2011 13:33 | |
Leggo solo ora questo post. In un momento in cui i concorsi sono sostanzialmente "chiusi" (o pochissomi), restringere l'accesso all'avvocatura vuole dire cimmettere un errore. Da persona che fa l'avvocato, però, dico che: a)agli albi sono oggi iscritti troppi che non fanno davvero la professione, b) gli esami attuali non danno garanzia di superamento nemmeno a chi svolge realmente la pratica, c) troppi (proprio per la mancanza attuale di sbarramenti seri) si accostano alla professione, ma sono ignoranti e/o scorretti e quindi il mercato è inflazionato e perde di qualità. La soluzione, a mio avviso, sarebbe quella di introdurre sì sbarramenti di accesso, ma solo dopo una seria riforma delle facoltà di giurisprudenza, che le rendesse teorico-pratiche e non solo teoriche (prove scritte in aula di atti come necessarie per superare gli esami, stages effettivamente sostenuti - con controlli reali - prima degli esami di procedura, ecc...) e controllare l'aggiornamento professionale effettivo (sistema dei crediti) non come oggi, ma con esami sul profitto effettivamente tratto dalla frequenza delle occasioni di accredito |
|
|