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Guerra in Libia

Ultimo Aggiornamento: 01/05/2011 11:36
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21/03/2011 13:44
 
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Ci sono e ancora tutt'ora milioni di guerre in Africa.in Darfur...ma nn vengfono mai prese in cosiderazione e ,sapete perKè??Perchè in Libia c'è l'amato petrolio che fa gola a tutti..quindi per interesse si fa eccome la guerra ...invece quando si tratta di aiutare popolazioni che la guerra ce l'hanno sempre avuta nn si fa nnt!!! i soldi e il potere sono la rovina dell'uomo ......ma sapete ke vi dico...ki cavolo se ne frega del petrolio...io per nn vedere distrutta la mi apatria resteri con la candela e la bicicletta a vita suvvià!!
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Re:
costantino90, 21/03/2011 13.44:

Ci sono e ancora tutt'ora milioni di guerre in Africa.in Darfur...ma nn vengfono mai prese in cosiderazione e ,sapete perKè??Perchè in Libia c'è l'amato petrolio che fa gola a tutti..quindi per interesse si fa eccome la guerra ...invece quando si tratta di aiutare popolazioni che la guerra ce l'hanno sempre avuta nn si fa nnt!!! i soldi e il potere sono la rovina dell'uomo ......ma sapete ke vi dico...ki cavolo se ne frega del petrolio...io per nn vedere distrutta la mi apatria resteri con la candela e la bicicletta a vita suvvià!!




Potresti iniziare a spegnere il pc per contribuire ad evitare di far crescere il bisogno energetico italiano.
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Re: Re:
giusperito, 21/03/2011 14.38:




Potresti iniziare a spegnere il pc per contribuire ad evitare di far crescere il bisogno energetico italiano.




Questo ed altro per la vita delle persone!!!! [SM=x43600]
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21/03/2011 15:16
 
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Tra l'altro anche il "nome" dell'operazione ha un significato equivoco e, secondo me, vagamente autoiettatorio. "Odissea all'alba" potrebbe trasformarsi in una Odissea che duri molto più del previsto: un'odissea, appunto!






Nolite conformari huic saeculo sed reformamini in novitate sensus vestri.
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Re:
maximilian1983, 21/03/2011 15.16:

Tra l'altro anche il "nome" dell'operazione ha un significato equivoco e, secondo me, vagamente autoiettatorio. "Odissea all'alba" potrebbe trasformarsi in una Odissea che duri molto più del previsto: un'odissea, appunto!




no intendono dire che usano il cavallo di troia
berlusca [SM=x43675] [SM=x43675]

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21/03/2011 20:40
 
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Ecco che si comincia... "Napoli in trincea, blindati uffici pubblici, ambasciate, basi e consolati".
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21/03/2011 20:52
 
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Re:
|Lyuba|, 21/03/2011 20.40:

Ecco che si comincia... "Napoli in trincea, blindati uffici pubblici, ambasciate, basi e consolati".




[SM=x43607] Questa guerra lasto vivendo con molta ansia..ho la sensazione che non sarà tanto breve..
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Re:
maximilian1983, 21/03/2011 15.16:

Tra l'altro anche il "nome" dell'operazione ha un significato equivoco e, secondo me, vagamente autoiettatorio. "Odissea all'alba" potrebbe trasformarsi in una Odissea che duri molto più del previsto: un'odissea, appunto!




E' quello che temo pure io....stanotte l'ho anche sognata la guerra! Sta storia mi mette l'angoscia addosso!
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22/03/2011 11:06
 
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è morto il figlio di gheddafi
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22/03/2011 11:42
 
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Re:
filomena17, 22/03/2011 11.06:

è morto il figlio di gheddafi




La guerra in Libia porta con sé la notizia della morte di Khamis Gheddafi, figlio del dittatore libico. Il sito dell’opposizione “Al Manara” annuncia che il figlio del Raìs sarebbe rimasto ucciso a Tripoli, a causa delle ferite riportate qualche giorno addietro. La morte di Khamis, comunque, non sarebbe da attribuire ai bombardamenti della Nato ma ad uno scontro a fuoco con un pilota dell’aviazione libica passato dalla parte dei ribelli. Il pilota disertore, infatti, avrebbe sparato al figlio di Gheddafi nei pressi della caserma di Bab Al-Aziziya, nel centro della capitale libica.

La notizia non è stata ancora confermata dalle fonti giornalistiche presenti, in questo momento, all’interno del Paese arabo, ma starebbe facendo il giro della città. Khamis Gheddafi era il sesto figlio del colonnello e comandava alcune brigate del regime impegnate a combattere contro gli insorti.

Khamis aveva il grado di capitano dell’esercito ed era il responsabile del reclutamento e dell’addestramento dei soldati mercenari africani. Nel frattempo, a proposito di vittime cadute nelle operazioni di guerra in Libia, fonti del Consiglio di transizione di Bengasi parlano di ottomila morti tra i ribelli.

Dal punto di vista diplomatico, continua anche il giro delle capitali del segretario generale dell’Onu Ban-Ki-Moon, che ha dichiarato come “il forte impegno della Lega Araba ha permesso l’adozione della risoluzione delle Nazioni Unite contro la Libia”. Nelle dichiarazioni, il segretario ha ringraziato l’operato di Amr Moussa, responsabile della Lega. Nel proseguimento delle operazioni militari, la Francia smentisce la notizia di vittime civili nei raid.



“Come folgore dal cielo!”
canta il motto della gloria
“come nembo di tempesta!”
precediamo la vittoria

Paracadutista tu
che scendi da lassù
sopra l’inferno,
tu conquisti ciò che vuoi
a fianco degli eroi
che sono eterni,
quando scendi giù dal ciel
avvolto nel tuo vel
la vittoria ti sorride già,
ma se ti tronca la mitraglia
dalla battaglia
in ciel ritornerai lassù

FOLGORE!!! [Avanti è la vita]

8° Battaglione Genio Guastatori Paracadutisti "Folgore"
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Re:
filomena17, 22/03/2011 11.06:

è morto il figlio di gheddafi




ma è vera sta cosa o è soltanto una voce?

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Libia: coalizione in crisi, la Norvegia lascia

Parigi s’impunta sul comando della Nato, per la Libia. La coalizione apre lo stato di crisi e la prima defezione è quella della Norvegia. Nel momento in cui gli USA si dicono pronti a passare le consegne, la Francia recita la parte del gallo nel pollaio e pretende di comandare tutti i membri dell’Alleanza atlantica. La querelle conseguente provoca i primi danni, con la dichiarazione della Norvegia, per bocca del suo Primo Ministro, Grete Faremo: “Finché non sarà chiarita la questione del comando, annunciamo la sospensione della partecipazione all’operazione Odyssey Dawn con i nostri sei caccia F-16 dispiegati nel Mediterraneo“.

Un problema già sollevato dall’Italia, a Bruxelles, nel momento in cui si è reclamato il passaggio rapido del comando delle operazioni militari sotto l’ombrello della Nato. Del resto, a questo proposito, il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini era stato chiaro, durante la riunione dei responsabili della politica estera della UE: “Senza Nato, no alle basi”.

Per tutta la giornata, però, Parigi ha tenuto una posizione inamovibile. Il ministro degli Esteri, Alain Juppé, aveva dichiarato: “Siamo in un’operazione voluta dalle Nazioni Unite, portata avanti da una coalizione ad hoc e alla quale la Nato potrebbe eventualmente portare il suo sostegno”. Nessuna parola, dunque, per un coordinamento, pronunciata dalla Francia.

Anzi, il governo transalpino evidenzia che “le operazioni sotto bandiera Nato non sarebbero le benvenute dai Paesi arabi”. Berlusconi dice che “i nostri aerei non spareranno”. A sostegno della posizione italiana, inoltre, si schierano nazioni come il Lussemburgo, Belgio, Danimarca, Romania, Norvegia e Turchia. Quest’ultima, col Premier Erdogan, si dice “irritata” per la posizione assunta dalla Francia.



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22/03/2011 11:51
 
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Libia: bombe su Tripoli. Sulla Nato ora e' scontro
Precipita caccia Usa, i ribelli salvano il pilota. Tornado italiani decollati dalla base di Trapani

TRIPOLI - Altri tre gli attacchi notturni su Tripoli, dopo quello di domenica sera che ha centrato il bunker di Muammar Gheddafi. Missili e bombe anche su Sabah e Sirte. Il colonnello schiera i suoi 'scudi umani' e martella Misurata, che secondo fonti governative è tornata sotto il controllo dei lealisti.

Esplode intanto la polemica sul comando delle operazioni: l'Italia, come Gran Bretagna e Belgio, chiede che il comando passi alla Nato, affermando che potrebbe decidere altrimenti di riprendere il controllo delle basi; contrari Usa e Francia.

Secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini, una decisione dei 28 alleati potrebbe arrivare tra oggi e domani. ''Sono addolorato per Gheddafi: quello che accade mi colpisce personalmente'', commenta il premier Silvio Berlusconi. L'Aereonautica precisa che le missioni dei Tornado italiani sono state di 'accecamento' dei radar libici. Decollati questa mattina dall'aeroporto militare di Trapani Birgi tre tornado. Nella base e' di stanza il 37/o stormo dell'Aeronautica militare

MISURATA BOMBARDATA, ALMENO 40 MORTI - Sono almeno 40 le persone uccise nel cannoneggiamento da parte dei carri armati di Gheddafi sulla citta' ribelle libica di Misurata. Lo dice un testimone residente. Il bombardamento, secondo un testimone, ha provocato fra l'altro la morte di quattro bambini.

PRECIPITA CACCIA USA, RIBELLI SALVANO PILOTA - Un cacciabombardiere F-15 statunitense e' precipitato in Libia durante un raid, a quanto pare per un'avaria, e il pilota, eiettatosi dall'abitacolo, e' stato salvato dai ribelli libici. Lo rende noto il quotidiano britannico Daily Talegraph che cita un suo inviato sul posto.
FOTOGRAFO FRANCESE SCOMPARSO NELLA ZONA DI BENGASI - Stephane Lehr, un fotografo francese freelance che lavora per l'agenzia Polaris Images e che si trovava nella regione di Bengasi (est della Libia) non ha piu' dato notizie da domenica pomeriggio. Lo ha annunciato Reporters sans Frontieres secondo la quale Lehr stava raggiungendo Bengasi con un'equipe della tv francese, e secondo un altro collega sul posto era diretto a Ajdabiya a sul della citta' ribelle.

PROSEGUONO MANOVRE MILITARI NELLO SCALO TRAPANI-BIRGI - Sono continuate anche nella notte le manovre nella base militare di Trapani-Birgi. E' atterrato un C-130 J per il trasporto di materiale logistico. Ieri, fino a tarda sera, erano decollati ed atterrati i Tornado e gli F-16.

TRE GIORNALISTI OCCIDENTALI ARRESTATI DA LIBICI - Tre giornalisti occidentali sono stati arrestati dalle forze armate libiche. Lo ha reso noto il loro autista. Si tratta di due reporter dell'agenzia France Presse e un fotografo della Getty Images, fermati il 19 marzo nella zona di Tobruk.


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22/03/2011 15:13
 
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caduto F-15 statunitense. Pilota salvo

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24/03/2011 20:29
 
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Guerra nei cieli...Caccia francese abbatte jet libico.

Intanto c'è l'intesa tra Usa e Europa. Comando missione passa alla Nato entro Martedì

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28/03/2011 17:31
 
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La sindrome dell'assedio
di ILVO DIAMANTI
Che nostalgia quei muri. Lungo i confini: a Est e a Sud. Separavano il bene dal male. Il giusto dall'ingiusto. Ci difendevano dal comunismo e dalla povertà. Il muro di Berlino: da quando è caduto, l'Europa si è allargata.
La Jugoslavia è divenuta ex. Un collage di patrie inquiete. L'Albania: un nostro protettorato. La Romania, la Croazia, il Montenegro. Il mondo dell'Est è entrato, prepotentemente, a casa nostra. Anche noi, con le nostre aziende, peraltro, ci siamo allargati ad Est. Ampie zone un tempo definite "Oltrecortina" si sono trasformate in province e regioni del nostro Nord Est.

Oggi, però, l'assenza di quel muro preoccupa e, anzi, spaventa. Le nostre aziende si stanno ritirando dai Paesi dell'est Europa. Per andare ancora più in là, dove le porta l'interesse. (Il costo del lavoro, i contributi pubblici, i vantaggi fiscali...). Mentre da noi l'immigrazione cresce. Attirata dalle nostre imprese, dal nostro mercato del lavoro. Ma anche dal nostro stile di vita, sicuramente molto migliore del loro.

Decine, centinaia di migliaia di persone hanno attraversato i nostri confini - aperti. Non più come stranieri, abitanti di un mondo lontano e ostile, sotto il comando dell'Impero sovietico, ma da cittadini d'Europa. Questa Patria, un tempo tanto invocata, in Italia (nel passato recente, il Paese più europeista d'Europa). Mentre oggi è guardata con sospetto. Atteggiamento meritato, d'altronde, visto che l'Unione Europea appare un ossimoro. Una somma di interessi nazionali perlopiù in conflitto.

Così sale la nostalgia. Del muro e dei confini. Nostalgia. Del tempo in cui i romeni erano comunisti da liberare. Mentre ora sono diventati Rom di cui liberarsi.
Nostalgia. Del Muro che a Sud ci divideva dall'Altro Mondo. Il Terzo. Dall'Africa, dai Paesi in via di sviluppo. Dall'Islam. Perché il Mediterraneo, in fondo, tale appariva. Un Muro. Contrastava il flusso incessante di migranti, che, quando le condizioni atmosferiche lo permettevano, affrontavano il mare su imbarcazioni di fortuna. E di fortuna ce ne voleva tanta per riuscire ad arrivare, stipati su quelle barche.
Oggi anche quel muro è caduto. Al di là del Mediterraneo, che divide - e unisce - il nostro Sud e il Nord dell'Africa, le rivolte in Tunisia, in Egitto e in Libia hanno spinto migliaia di persone a fuggire. Inseguendo condizioni sicurezza e di vita migliori. Si dirigono verso di noi. Approdano nel posto più vicino. Lampedusa. Che è divenuta una sorta di prigione a cielo aperto. Dove tutti sono prigionieri: gli immigrati in fuga e i residenti. Tutti insieme, lì. Quasi a simboleggiare le macerie del muro che noi vorremmo ricostruire. Un nuovo muro fra noi e gli altri.

Oltre cinquemila immigrati, cinquemila persone in fuga. Lampedusa, per loro, è una via d'accesso, un passaggio. Per andare altrove. In Italia, in Europa. Ma noi li tratteniamo lì. In condizioni disumane. In ostaggio, insieme agli abitanti di Lampedusa. Noi e, insieme, gli europei. Solidali a parole. Europei a parole, ma tutti attenti all'interesse nazionale. E al consenso. Visto che l'immigrazione è una questione di consenso - e dissenso - politico, oltre che sociale. Fra le più importanti. Non solo in Italia. In Francia, ad esempio, dove Marine Le Pen e il Front National, anche per questo motivo, appaiono in grande crescita elettorale, secondo i sondaggi.
D'altronde, nella UE non si è mai riusciti a stabilire una legislazione e delle politiche comuni, in materia di immigrazione. Ci mancherebbe: ciascuno agisce per proprio conto, quando si tratta di affrontare temi politicamente sensibili.

Così, cinquemila immigrati, nella rappresentazione mediatica e nella propaganda politica, diventano l'avanguardia di una "invasione". E vengono bloccati laggiù, a Lampedusa. In condizioni miserevoli. Esibiti dalle tivù di tutto il mondo. E, soprattutto, da quelle europee e anzitutto italiane. Così va in onda, in diretta, lo spettacolo dell'insicurezza e della paura. Punteggiato da scene di povertà e disperazione. Animato da parole - e proposte - ciniche e spietate. Due ministri offrono agli esuli 2.000 euro a ciascuno, in cambio del ritorno in Patria. In mezzo al dramma da cui sono fuggiti. Da cui, presumibilmente, fuggirebbero di nuovo, appena possibile.

Un altro ministro, invece, sostiene che li si debba semplicemente ri-cacciare. Ritenendo - o meglio: illudendosi - che, in questo modo, oltre alla pietà, si ri-caccerebbe in mare anche il problema. Si affogherebbe anche il nostro sentimento di vulnerabilità. Noi, che ci sentiamo assediati da ogni parte. Anche a Nord, dalla Francia. Il suo protagonismo in Libia, in patria, incontra il consenso della maggioranza dei cittadini (oltre i due terzi, secondo l'Ifop). Mentre (soprattutto, ma non solo) in Italia ha sollevato risentimento e sospetti.
Il capo del governo e i leader della maggioranza, in pubblico e ancor più in privato, accusano la Francia di agire per rubarci il petrolio. Per ridimensionare il nostro ruolo nel Mediterraneo. (Ma a quel ruolo, per la verità, abbiamo rinunciato già da tempo). I francesi complottano contro di noi, denunciano le prime pagine dei giornali di destra. (Anche se in Francia l'unico argomento italiano che faccia notizia, durante questa crisi, è - e resta - Berlusconi. Ma non certo per motivi politici e geopolitici).

Noi, italiani, ci sentiamo orfani dei muri, che marcavano i confini e le distanze. E ci difendevano. Da Est e da Sud. Abbiamo nostalgia dell'Urss e di Gheddafi (il quale, peraltro, è ancora lì, asserragliato nel suo bunker). Ora che il mondo si è aperto e incombe su di noi, le politiche - e le parole - del governo cercano di ricostruire gli stessi muri. E altri ne erigono, a Nord. Per garantire la nostra sicurezza. Per difendere il benessere che abbiamo conquistato. D'altronde, gli esuli in fuga dal Nord Africa, diretti verso le nostre coste, sono giovani, spesso giovanissimi. Ci fanno scoprire vecchi. Vulnerabili. Poco tolleranti.
Lampedusa riflette e alimenta la nostra sindrome dell'assedio. L'Italia, tutta intera, vi si specchia. Si sente accerchiata. E diventa una grande Lampedusa.
xxx Meglio essere vittima che complice.xxx
http://www.studibiblici.it/conferenze.html

Schiavo di nessuno,Servo di tutti.
http://www.studibiblici.it/videoomelieindiretta.html
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30/03/2011 00:21
 
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Francia "Pronti ad armare i ribelli"

Usa "Gheddafi deve andarsene"
L'Italia spinge per l'esilio del raìs.

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