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Il gioco stanco delle retromarce (G.Sartori, la politica degli "annunci")

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2011 10:45
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29/06/2011 01:06
 
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Re: Re: Re: Re:
JuanManuelFangio, 28/06/2011 23.58:



Ineccepibile. Peccato che la propensione al consumo delle fasce meno abbienti è maggiore rispetto a quella degli strati più ricchi della popolazione. Se vuoi rilanciare la domanda globale, che è la somma di consumi più investimenti, e riduci le imposte ai più ricchi, ottieni un effetto espansivo minore rispetto a ciò che otterresti con una riduzione dell'imposizione ai più poveri. In ogni caso, se l'effetto principale di una tassazione eccessiva per redditi elevati (che è innegabile ed è una vergogna) è l'evasione fiscale, problemi sui consumi non se ne pongono. Il ricco vessato ed evasore utilizzerà i redditi black, come li chiami tu, per acquistare la sua bella SLK (mi piace più l'alfa spider, peccato manchi l'hard top) e forse anche un bel tablet, per cui i consumi resterebbero salvi o addirittura sarebbero incrementati. Del resto, i dati relativi alla vendita in Italia di aiuto di lusso non corrispondono ai redditi effettivamente dichiarati: ci sono troppe "tedesche" in giro rispetto al P.I.L. ufficiale. Pur volendo anche ammettere che una bella riduzione reaganiana delle imposte rilanci in maniera consistente i consumi, il passaggio successivo, ossia che da ciò possa scaturire un miglioramento delle condizioni per tutta la popolazione, anche meno abbiente, proprio non è dimostrato. Difatti, l'aumento del potere d'acquisto delle fasce con redditi elevati farà aumentare i consumi di una determinata classe di beni (non per caso hai proposto l'esempio di una SLK), che possiamo definire di lusso. I consumi, attraverso la domanda, hanno anche la funzione di indirizzare l'offerta verso la produzione di determinati tipi di beni. Un paese con forte domanda di beni di lusso, si specializzerà nella produzione di tali tipi di beni, i quali non sono propriamente adatti a costituire un tessuto produttivo solido e competitivo. Inoltre, cosa non da poco, il consumo di beni costosi fa aumentare anche l'inflazione.
Durante la presidenza Clinton furono aumentate le imposte ai più ricchi e ridotte ai più poveri; l'economia cresceva a ritmi sostenuti e l'inflazione era stabile. I dati dell'era Bush, quando vi fu il taglio delle imposte per le classi agiate, sono noti a tutti, almeno spero.
Comunque, nonostante io sia fatto di coccio, provo a rispondere lo stesso, sia a te sia a Giusperito. Non sono contrario ad una riduzione delle imposte in Italia, il problema è dove trovare i soldi. Servono misure urgenti per la crescita, e sicuramente dare un po' di respiro alle imprese va in questa direzione, ma con l'Europa che ci chiede una manovra di rientro di quarantamila miliardi, la strada è percorribile? Secondo me la cosa andava fatta prima. Una manovra contenitiva della spesa da sola non può bastare se ad essa non segue la crescita; sarebbe solo un modo per rimandare i problemi anche perché spesso il grosso di queste manovre si risolve in un florilegio di una tantum. Oggi, invece, c'è bisogno di azioni che generino un trend. Di sicuro non vorrei essere il prossimo presidente del consiglio post B.

P.S. gli studi economici sono fatti anche di "pipponi". Pure un investimento è un "pippone". Del resto, il compianto Samuelson lo sapeva bene quando ammoniva che: "investire è un po' come aspettare che la vernice asciughi o l'erba cresca. Se volete delle emozioni, prendete 800$ e andate a Las Vegas". Voglio emozionarmi: punto tutto sul nero, in Italia vince sempre.





Io non me la ricordo proprio così la storia. Mi ricordo che nel 1980 quando Ron arrivò alla casa bianca i poveri negli stati uniti erano 23 milioni, nel 1989 erano scesi a dodici.
Le spiegazioni possono essere solo due: o negli usa ci furono epurazioni di massa sui poveri in stile staliniano, oppure gli effetti espansivi dei tagli fiscali voluti da ron non furono così limitati.
Per non dire a proposito di inflazione che sempre nel 1980 galoppava alla grande pur essendoci un periodo di stagnazione economica, se non ricordo male la chiamavano stagflazione ed alla fine del decennio era domata grazie a quel tipaccio tosto e giusto di Paul Volcker.
Ma non è detto che la ricetta funzioni sempre, l'avessimo almeno provata potremmo essere sicuri che da noi non è giusta.
Clinton sui tagli fiscali di reagan e bush, riconfermati dopo la mitica vittoria del gop alle elezioni di midterm del 1994, ci campò di rendita per sei anni. Ricodo solo che i tagli fiscali voluti da Bush jr sono stati confermati da Obama.

Comunque sono d'accordo sul fatto che la manovra andava fatta prima e che con i 43 miliardi ci facciamo l'antipasto. Se davvero volessimo essere seri dovremmo fare una manovra che tagli del 10% la spesa pubblica, seguendo il metodo Osbourne adottato dal governo cameron.
Ovviamente bisognerebbe invertire il teorema tremonti che taglia gli investimenti di lungo periodo per lasciare libero sfogo alla spesa corrente che con tutti i governi negli ultimi 10 anni è cresciuta del 2% di media. Mettendo un freno alla spesa corrente si potrebbero salvaguardare gli investimenti di lungo periodo che sono gli unici che possono produrre una crescita non effimera.
Ma la cosa la vedo dura, già mi immagino le solite litanie al tg3 sui poliziotti che non hanno la benzina, i bambini a scuola che non hanno la carta igenica e via di questo passo.

Per trovare i soldi, io ripeto la mia proposta di far pagare la patrimoniale allo stato, basterebbe vendere il 30% del patrimonio immobiliare dello stato(e non cominciamo con la litania dello spauracchio delle cartolarizzazioni per cortesia) per dare un colpo al debito.
Che so, si potrebbe cominciare dall'aci, automobile club italia, un ente pubblico incaricato di assistere l'automobilista italico che ha in gestione un patrimonio del valore di più di un miliardo di euro.
Patrimonio che viene gestito in una maniera indecente ed è oggetto di speculazioni politiche. Pisicchio che sta in quel di Milano immagino che sappia quali guerre di religione ci sono state intorno all'aci di milano un po' di tempo fa, ne parlavano tutti.

Ecco si potrebbe cominciare da qui. E al posto della riforma fiscale introdurre sul breve periodo un programma di liberalizzazioni che sono a costo zero e che potrebbero produrre dei risparmi per tutti i cittadini alleviando il peso intollerabile delle rendite di posizione. Ma anche qui siamo nel mondo delle favole.
Ormai anche Bersani il liberalizzatore è prigioniero della demagogia.
Il risultato politico del referendum sul fronte dell'opposizione è che la sinistra riformista è morta.

Quindi gli italiani si preparino alle solite lacrime e sangue sperando che bastino a superare la tempesta che si sta per abbattere su di noi.



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