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Perché il Pd è saltato

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2013 02:05
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24/04/2013 23:31
 
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Per me le carceri sono una priorità.
Mi dispiace leggere queste parole da chi ha votato più a sinistra del pd (almeno considero Grillo ed Ingroia più a sinistra).
Una volta la sinistra si preoccupava degli ultimi e di dove andavano a finire (appunto in carcere); oggi è diventata giustizialista.
Peccato.

Legge elettorale che fa cosa? Improvvisamente ci dà un governo? Il paese è spaccato in 3 tronconi qualsiasi legge elettorale inventano non cambia la sostanza. Nessuno governerà, salvo accettare l'idea che un partito con il 35% possa prendere la maggioranza sia alla camera che al senato.
Prima ci si incatenava contro la legge truffa oggi vogliamo la governabilità a tutti i costi.

Mi dite cosa è successo di così grave in questi 6 mesi? Cosa è andato peggio negli ultimi 6 mesi rispetto a quando avevamo un governo?
Per me se potessimo continuare senza governo, sarebbe fantastico. Da dove nasce tutta questa esigenza di essere governati? L'hanno fatto finora sempre male se non malissimo. Ora abbiamo Letta, nipote dell'altro Letta, che fa un governo con la stessa gente che ha governato per 20 anni e che ha appoggiato Monti. I suoi ministri saranno sempre presi a sorte tra questi simpatici individui... insomma ma non sarebbe meglio avere altri 6 mesi di non governo?
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25/04/2013 02:16
 
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Guardate che se non si risolve una volta e per sempre il problema delle carceri, a breve si riparlerà di un nuovo indulto/amnistia svuota carceri...

con buona pace della certezza della pena!

Il problema, che la si voglia vedere dal punto di vista del rispetto della persona chiusa in cella o dalla diversa prospettiva pratica della sicurezza pubblica, esiste ed è grave.

La strada è, secondo me, già spianata per un nuovo indulto/amnistia...legge che considero null'altro che la certificazione del fallimento dello stato e della sua incapacità a gestire i problemi.
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25/04/2013 11:29
 
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Re:



il problema carceri è strettamente legato al problema funzionamento della giustizia.

Va garantita la certezza della pena, nonchè processi più celeri, evitando il rischio prescrizione.
Così facendo ridurremmo le presenze carcerarie dovute alla custodia cautelare e eviteremmo il riproporsi ciclico di indulto/amnistia.

Non credo proprio che i nostri governanti attuali abbiano intenzione di risolverlo.

Preferiscono che tutto resti così com'è.

Piuttosto faranno la legge sulle intercettazioni, credo sia l'unico provvedimento approvabile da questi signori.


Martin Niemoller :
Quando i nazisti vennero per i comunisti, | Io restai in silenzio; | Non ero comunista. || Quando rinchiusero i socialdemocratici, | Rimasi in silenzio; | Non ero un socialdemocratico. || Quando vennero per i sindacalisti, | Io non feci sentire la mia voce; | Non ero un sindacalista. || Quando vennero per gli ebrei, | Rimasi in silenzio; | Non ero un ebreo. || Quando vennero per me,
Non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.



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25/04/2013 11:32
 
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Re:
giusperito, 4/24/2013 11:31 PM:



Per me se potessimo continuare senza governo, sarebbe fantastico. Da dove nasce tutta questa esigenza di essere governati? L'hanno fatto finora sempre male se non malissimo. Ora abbiamo Letta, nipote dell'altro Letta, che fa un governo con la stessa gente che ha governato per 20 anni e che ha appoggiato Monti. I suoi ministri saranno sempre presi a sorte tra questi simpatici individui... insomma ma non sarebbe meglio avere altri 6 mesi di non governo?





abbiamo il governo Monti in prorogatio [SM=x43806]





Martin Niemoller :
Quando i nazisti vennero per i comunisti, | Io restai in silenzio; | Non ero comunista. || Quando rinchiusero i socialdemocratici, | Rimasi in silenzio; | Non ero un socialdemocratico. || Quando vennero per i sindacalisti, | Io non feci sentire la mia voce; | Non ero un sindacalista. || Quando vennero per gli ebrei, | Rimasi in silenzio; | Non ero un ebreo. || Quando vennero per me,
Non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.



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25/04/2013 12:15
 
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Leggere in un forum di giuristi che le carceri non sono un problema primario mi fa davvero male. Se vogliamo far passare in secondo piano il profilo umanitario (che per me è il presupposto imprescindibile), un sistema carcerario estensivo e desocializzante livella verso il basso il capitale umano e sottrae risorse pubbliche, soprattutto attraverso le reiterate condanne che l'Italia riceve. La soluzione non è l'indulto o l'amnistia, ma una decisa depenalizzazione. Sarà banale, ma il diritto penale va ricondotto a razionalità. E bisogna iniziare dalla materia degli stupefacenti, che rappresenta un grande serbatoio dei detenuti attuali. Secondariamente, bisogna intervenire sui reati lesivi del patrimonio: hanno pene troppo alte e per le forme meno gravi andrebbero previste soluzioni riparatorie/civilistiche o di diversion processuale più spinta. Sulla custodia cautelare credo sia difficile scrivere requisiti più restrittivi di quelli attuali, il problema è l'interpretazione troppo lata che ricevono nella prassi. Il punto di intervento è quello. Infine, prescrizione: e anche qui diritto ed economia si intrecciano indissolubilmente. Io non sono pienamente d'accordo sull'arresto completo della prescrizione dopo il rinvio a giudizio, perchè oltre alla necessità di celebrare il processo c'è anche il diritto dell'individuo di non essere sottoposto ad un processo eterno. La prescrizione non deve perdere la sua funzione di pungolo. Opterei, come se non erro suggeriva il progetto Riccio, per una prescrizione sostanziale che si arresta con l'inizio del processo e una prescrizione processuale che si avvia con il rinvio a giudizio.
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25/04/2013 12:39
 
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Re: Re:
angel in the sky, 25/04/2013 11:29:




il problema carceri è strettamente legato al problema funzionamento della giustizia.

Va garantita la certezza della pena, nonchè processi più celeri, evitando il rischio prescrizione.
Così facendo ridurremmo le presenze carcerarie dovute alla custodia cautelare e eviteremmo il riproporsi ciclico di indulto/amnistia.

Non credo proprio che i nostri governanti attuali abbiano intenzione di risolverlo.

Preferiscono che tutto resti così com'è.

Piuttosto faranno la legge sulle intercettazioni, credo sia l'unico provvedimento approvabile da questi signori.






Concordo. E' questa una buona soluzione.
(rispondendo a Giusperito: i carcerati sono ultimi perchè si sono posti loro in questa condizione e perciò devono pagare).
Le priorità vanno bel al di là delle condizioni dei "poveri" carcerati.
Io la penso così, ed essere di sinistra (oddio, parlare oggi di sinistra e di destra mi sembra buffonesco) non vuol dire necessariamente battersi per i delinquenti.
Detto ciò, non vedo perchè preoccuparsi dei "poveri" carcerati e non degli ospedali (soprattutto qui al sud) dove le condizioni sono assolutamente insostenibili.
Non ci credete?
Venitevi a fare un giretto al pronto soccorso di Giugliano: l'anno scorso, purtroppo, trascorsi parecchie ore in compagnia di un anziano colpito da una TIA, comodamente appoggiato per terra, su un asciugamano.
Nessuno dice di torturarli, o maltrattarli, i carcerati, per carità. Ma, se permettete, io focalizzerei la mia attenzione sulle strutture ospedaliere, sui malati che non hanno colpe dei loro malanni, sul sovraffollamento degli ospedali e non su quello delle carceri.
E mi prese proprio male quando Napolitano fece quel predicozzo sulle carceri.
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25/04/2013 13:14
 
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Invito ad una riflessione.

Savigny scriveva:" sarebbe da attendersi che napoli - leggasi italia - più di qualunque altra città vantasse grandi giuristi,scrittori e professori di diritto,particolarmente quando si prenda in considerazione la straordinaria vivacità dello spirito della popolazione... Ma interviene appunto il contrario :fu napoli - italia - in tutti i tempi,in confronto col resto d'italia -leggasi mondo - ,povera di grandi scrittori di diritto,ed anche la sua università non si elevò mai ad una rinomanza molto estesa.


Il buon Winspeare ancor meglio : " lo straordinario interesse dei napoletani per gli studi di diritto si perde nella lotta forense,e ... del gran numero dei loro scrittori ci pervennero appena consultazioni,decisioni,etc..ma nessun lavoro per il progresso della scienza



Oggi come allora l'ossequiosa subordinazione -non voglio pensare sia solo mediocrità- impedisce al diritto d'essere realmente manifestazione della società e,di rimando, contemplare un sistema giudiziale nuovo.

Un peccato che il prof. Prisco abbia deciso di lasciare questa piattaforma, mi sarebbe piaciuto conoscere la sua posizione al riguardo.


Veniamo a noi.
Condivido la ratio dell'intervento di WAN ,ma paradossalmente anche gli spunti successivi degli altri utenti.
I due raffaele hanno ben sottolineato la necessità di razionalità, e aggiungo equità, del sistema giudiziale italiano.
La priorità del potenziale governo è di natura economica e solo così sarà possibile,attraverso la prevenzione, arginare la questione carceri. I primi a beneficiare di questo saranno i "ladri di polli" spinti dalle più elementari necessità.

Rinnego però il buonismo del piffero,molto boldrini style, considerandolo il vero cancro politico e sociale nostrano.

Una riforma razione e non sommaria richiede tempo, il ripudio dell'ipocrisia e tanti bei distinguo,fermo restando il principio di certezza della pena e negazione di qualsivoglia castroneria chiamata indulto.

Ambienti vivibili si,ma non hotel a 5 stelle e il tutto cementato da importanti azioni politiche,interne ed internazionali, per poter poi riformare degnamente il sistema.





[Modificato da connormaclaud 25/04/2013 13:15]
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25/04/2013 14:09
 
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Re: Re: Re:
WeAreNemesis, 4/25/2013 12:39 PM:





Ma, se permettete, io focalizzerei la mia attenzione sulle strutture ospedaliere, sui malati che non hanno colpe dei loro malanni, sul sovraffollamento degli ospedali e non su quello delle carceri.
E mi prese proprio male quando Napolitano fece quel predicozzo sulle carceri.




perfettamente d'accordo.

Chi ha avuto a che fare con ospedali negli ultimi due anni sa che la situazione in Campania è tragica: i ritardi nelle cure sono terribili ed i costi sono aumentati solo per pareggiare un buco nei conti sanitari(e non credo che ci si riuscirà).
Abbiamo reparti con 14 medici e 6 infermieri, dove l'uno non comunica con l'altro e le cartelle cliniche non sono compilate a dovere. Ricostruire la vicenda clinica di un paziente con dati mancanti è sempre più complicato.

Credo che la sanità e il lavoro siano le priorità di un governo serio in Italia.



Martin Niemoller :
Quando i nazisti vennero per i comunisti, | Io restai in silenzio; | Non ero comunista. || Quando rinchiusero i socialdemocratici, | Rimasi in silenzio; | Non ero un socialdemocratico. || Quando vennero per i sindacalisti, | Io non feci sentire la mia voce; | Non ero un sindacalista. || Quando vennero per gli ebrei, | Rimasi in silenzio; | Non ero un ebreo. || Quando vennero per me,
Non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.



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25/04/2013 14:23
 
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Le carceri non sono un problema? Il problema è non conoscere "il problema carceri"!
Ci sono decine di motivi per risolvere tale problema (economico, giudiziale, umano, etc) che leggere certe cose proprio su questo forum mi sorprende.
Non voglio fare classifiche, i problemi ci sono e sono tutti gravi, dalla sanità all' istruzione fino al lavoro, e devono essere risolti tutti per poterci definire "nazione civile".
Anche risolvere il problema carceri ci porterebbe un passo avanti verso questo processo di civilizzazione, ma credo che chi scrive il contrario non abbia mai conosciuto un carcerato (o ex) e non abbia mai ascoltato le loro parole.
Non sono tutti dei mostri, i carcerati. Alcuni di loro hanno condotto una vita esemplare, ma l' errore (o sfortuna) è sempre dietro l' angolo, per tutti.
Non dimentichiamo che il carcere dev' essere rieducativo prima di tutto.

"Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona. Il trattamento é improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordine a nazionalità, razza e condizioni economiche e sociali, a opinioni politiche e a credenze religiose. Negli istituti devono essere mantenuti l' ordine e la disciplina. Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili con le esigenze predette o, nei confronti degli imputati, non indispensabili ai fini giudiziari. I detenuti e gli internati sono chiamati o indicati con il loro nome. Il trattamento degli imputati deve essere rigorosamente informato al principio che essi non sono considerati colpevoli sino alla condanna definitiva. Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi. Il trattamento é attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti."
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25/04/2013 14:40
 
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Re:
George.Stobbart, 25/04/2013 14:23:

Le carceri non sono un problema? Il problema è non conoscere "il problema carceri"!
Ci sono decine di motivi per risolvere tale problema (economico, giudiziale, umano, etc) che leggere certe cose proprio su questo forum mi sorprende.
Non voglio fare classifiche, i problemi ci sono e sono tutti gravi, dalla sanità all' istruzione fino al lavoro, e devono essere risolti tutti per poterci definire "nazione civile".
Anche risolvere il problema carceri ci porterebbe un passo avanti verso questo processo di civilizzazione, ma credo che chi scrive il contrario non abbia mai conosciuto un carcerato (o ex) e non abbia mai ascoltato le loro parole.
Non sono tutti dei mostri, i carcerati. Alcuni di loro hanno condotto una vita esemplare, ma l' errore (o sfortuna) è sempre dietro l' angolo, per tutti.
Non dimentichiamo che il carcere dev' essere rieducativo prima di tutto.

"Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona. Il trattamento é improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordine a nazionalità, razza e condizioni economiche e sociali, a opinioni politiche e a credenze religiose. Negli istituti devono essere mantenuti l' ordine e la disciplina. Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili con le esigenze predette o, nei confronti degli imputati, non indispensabili ai fini giudiziari. I detenuti e gli internati sono chiamati o indicati con il loro nome. Il trattamento degli imputati deve essere rigorosamente informato al principio che essi non sono considerati colpevoli sino alla condanna definitiva. Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi. Il trattamento é attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti."



qui nessuno ha detto che le carceri non sono un problema. Il problema è innanzitutto quello della riforma della giustizia (riforma razionale, ben ponderata che non conduca agli scempi dell'ex Cirielli e che l'attuale governo non è in grado di partorire).
Il trattamento dei carcerati è un problema secondario (almeno per me).
Ritengo che si debbano dapprima considerare le condizioni dei cittadini onesti, che lavorano o sono ingiustamente disoccupati o precari, pagano le tasse e hanno in cambio servizi pubblici da terzo mondo (e nemmeno).
Per me una nazione che si preoccupa di ciò è una nazione "civile".
Che poi, il finalismo rieducativo italiano sia fallimentare da più punti di vista credo sia evidente.
(e che poi io lo ritenga una pagliacciata, in sè considerato, è un'altra storia).
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25/04/2013 15:03
 
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Infatti il sistema punitivo e non rieducativo (stile USA) è un successone.... [SM=x43803]

Ripeto, credo che si abbia una conoscenza quantomeno parziale (se non nulla) del problema carceri (e dei loro "residenti") per affermare certe cose, poi le opinioni sono tutte rispettabili, ma qui non si parla di opinioni, ma di fatti concreti.

Un tossicodipendente che si trova in carcere è un mostro da punire? Non è una persona da aiutare e "rieducare"? Questa è la società che vogliamo veramente?
[Modificato da George.Stobbart 25/04/2013 15:04]
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25/04/2013 15:14
 
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Re:
George.Stobbart, 25/04/2013 14:23:


Anche risolvere il problema carceri ci porterebbe un passo avanti verso questo processo di civilizzazione,






Non è possibile trovare l'antitodo se non si conosce il veleno.
Il problema carceri va inserito in un contesto generale socio-economico-politico,non con provvedimenti ad capocchiam slegati dalle politiche adottate.
Se continuiamo con discorsi ipocriti, pomposi e incredibilmente vuoti,per non dire idioti, non si arriverà mai a migliorare la situazione dei detenuti.
Il primo passo è quello dei distinguo e di entrare nell'ordine d'idee che un paese piccolo,dove c'è gente alla canna del gas e milioni di nuovi poveri non può più permettersi la letterina delle buone intenzioni,tanto amata nelle scuole e nei discorsi d'insediamento, ma scelte nell'interesse comune.
Se un cieco guida un altro cieco ambedue cadranno nella fossa.


[Modificato da connormaclaud 25/04/2013 15:19]
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Re:
George.Stobbart, 25/04/2013 15:03:

Infatti il sistema punitivo e non rieducativo (stile USA) è un successone.... [SM=x43803]

Ripeto, credo che si abbia una conoscenza quantomeno parziale (se non nulla) del problema carceri (e dei loro "residenti") per affermare certe cose, poi le opinioni sono tutte rispettabili, ma qui non si parla di opinioni, ma di fatti concreti.

Un tossicodipendente che si trova in carcere è un mostro da punire? Non è una persona da aiutare e "rieducare"? Questa è la società che vogliamo veramente?




Non è una persona da rieducare, ma da curare. Perchè la tossicodipendenza è una malattia, anche grave, non solo un disturbo sociale.
Ma un malavitoso, un truffatore sono forse da "rieducare"? Che senso ha la rieducazione qui? Non sono forse loro consapevoli almeno nella "parallela sfera laica" di aver commesso un errore? Di aver violato la legge?.
Io credo di si.
E allora, a questo punto, non è forse secondario preoccuparsi di costoro?
Non sto dicendo che i tossicodipenti, gli alcolisti, i malati d'AIDS etc non devono essere curati.
Il problema sta nelle strutture, è lì che deve intervenire lo Stato.
Ma se permetti, il problema del trattamento del "povero" mafioso, del "povero truffatore", del "povero stupratore", ecco, io non lo vedo.

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Re: Re:
connormaclaud, 25/04/2013 15:14:




Non è possibile trovare l'antitodo se non si conosce il veleno.
Il problema carceri va inserito in un contesto generale socio-economico-politico,non con provvedimenti ad capocchiam slegati dalle politiche adottate.
Se continuiamo con discorsi ipocriti, pomposi e incredibilmente vuoti,per non dire idioti, non si arriverà mai a migliorare la situazione dei detenuti.
Il primo passo è quello dei distinguo e di entrare nell'ordine d'idee che un paese piccolo,dove c'è gente alla canna del gas e milioni di nuovi poveri non più permettersi la letterina delle buone intenzioni,tanto amata nelle scuole e nei discorsi d'insediamento, ma scelte nell'interesse comune.
Se un cieco che guida un altro cieco ambedue cadranno nella fossa.





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Re: Re:
connormaclaud, 25/04/2013 15:14:




Non è possibile trovare l'antitodo se non si conosce il veleno.
Il problema carceri va inserito in un contesto generale socio-economico-politico,non con provvedimenti ad capocchiam slegati dalle politiche adottate.
Se continuiamo con discorsi ipocriti, pomposi e incredibilmente vuoti,per non dire idioti, non si arriverà mai a migliorare la situazione dei detenuti.
Il primo passo è quello dei distinguo e di entrare nell'ordine d'idee che un paese piccolo,dove c'è gente alla canna del gas e milioni di nuovi poveri non può più permettersi la letterina delle buone intenzioni,tanto amata nelle scuole e nei discorsi d'insediamento, ma scelte nell'interesse comune.
Se un cieco guida un altro cieco ambedue cadranno nella fossa.






Questo amplia il discorso che facevo io, e sono d' accordo con te.

Non ci soffermiamo su sterili questioni semantiche, aiutare, curare, rieducare, è lo stesso.

Dal sito del Ministero della Giustizia:

La riforma penitenziaria, avviata dalla legge 26 luglio 1975, n. 354 (ordinamento penitenziario), ha voluto dare attuazione ai principi costituzionali in materia di esecuzione delle pene detentive, ed in particolare al dettato dell'art. 27 c.3 della Costituzione: "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione".

All’Amministrazione penitenziaria è assegnato il mandato istituzionale di promuovere interventi "che devono tendere al reinserimento sociale" (art. 1, ordinamento penitenziario) dei detenuti e degli internati e ad avviare "un processo di modificazione delle condizioni e degli atteggiamenti personali, nonché delle relazioni familiari e sociali che sono di ostacolo ad una costruttiva partecipazione sociale" (art. 1, comma 2, regolamento di esecuzione, D.P.R.30 giugno 2000 n. 230). Il complesso di attività, misure ed interventi che concorrono a conseguire l'obiettivo della risocializzazione della persona detenuta prende il nome di trattamento rieducativo.

L'art 15 dell'ordinamento penitenziario individua l'istruzione, il lavoro, la religione, le attività ricreative, culturali e sportive, i contatti con il mondo esterno e i rapporti con la famiglia come elementi del trattamento.

Gli interventi attinenti a queste materie si ritengono cioé fondamentali per favorire nei condannati la crescita di una consapevolezza critica delle condotte antigiuridiche poste in essere nonché una volontà di cambiamento.



Non mi pare che la legge faccia distinzioni tra carcerati.
[Modificato da George.Stobbart 25/04/2013 15:38]
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25/04/2013 15:54
 
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Re:
George.Stobbart, 25/04/2013 14:23:

Le carceri non sono un problema? Il problema è non conoscere "il problema carceri"!
Ci sono decine di motivi per risolvere tale problema (economico, giudiziale, umano, etc) che leggere certe cose proprio su questo forum mi sorprende.
Non voglio fare classifiche, i problemi ci sono e sono tutti gravi, dalla sanità all' istruzione fino al lavoro, e devono essere risolti tutti per poterci definire "nazione civile".
Anche risolvere il problema carceri ci porterebbe un passo avanti verso questo processo di civilizzazione, ma credo che chi scrive il contrario non abbia mai conosciuto un carcerato (o ex) e non abbia mai ascoltato le loro parole.
Non sono tutti dei mostri, i carcerati. Alcuni di loro hanno condotto una vita esemplare, ma l' errore (o sfortuna) è sempre dietro l' angolo, per tutti.
Non dimentichiamo che il carcere dev' essere rieducativo prima di tutto.

"Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona. Il trattamento é improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordine a nazionalità, razza e condizioni economiche e sociali, a opinioni politiche e a credenze religiose. Negli istituti devono essere mantenuti l' ordine e la disciplina. Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili con le esigenze predette o, nei confronti degli imputati, non indispensabili ai fini giudiziari. I detenuti e gli internati sono chiamati o indicati con il loro nome. Il trattamento degli imputati deve essere rigorosamente informato al principio che essi non sono considerati colpevoli sino alla condanna definitiva. Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi. Il trattamento é attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti."

[/POSTQU
George per la prima volta sono d'accordo...... [SM=x43799]


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25/04/2013 18:27
 
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Re: Re: Re:
George.Stobbart, 25/04/2013 15:37:




Questo amplia il discorso che facevo io, e sono d' accordo con te.

Non ci soffermiamo su sterili questioni semantiche, aiutare, curare, rieducare, è lo stesso.

Dal sito del Ministero della Giustizia:

La riforma penitenziaria, avviata dalla legge 26 luglio 1975, n. 354 (ordinamento penitenziario), ha voluto dare attuazione ai principi costituzionali in materia di esecuzione delle pene detentive, ed in particolare al dettato dell'art. 27 c.3 della Costituzione: "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione".

All’Amministrazione penitenziaria è assegnato il mandato istituzionale di promuovere interventi "che devono tendere al reinserimento sociale" (art. 1, ordinamento penitenziario) dei detenuti e degli internati e ad avviare "un processo di modificazione delle condizioni e degli atteggiamenti personali, nonché delle relazioni familiari e sociali che sono di ostacolo ad una costruttiva partecipazione sociale" (art. 1, comma 2, regolamento di esecuzione, D.P.R.30 giugno 2000 n. 230). Il complesso di attività, misure ed interventi che concorrono a conseguire l'obiettivo della risocializzazione della persona detenuta prende il nome di trattamento rieducativo.

L'art 15 dell'ordinamento penitenziario individua l'istruzione, il lavoro, la religione, le attività ricreative, culturali e sportive, i contatti con il mondo esterno e i rapporti con la famiglia come elementi del trattamento.

Gli interventi attinenti a queste materie si ritengono cioé fondamentali per favorire nei condannati la crescita di una consapevolezza critica delle condotte antigiuridiche poste in essere nonché una volontà di cambiamento.



Non mi pare che la legge faccia distinzioni tra carcerati.




Vedi George,sono tante belle parole messe insieme,ma vuote e a conferma di questo c'è il "problema carceri" a ricordarcelo,come se non bastasse la stupidità del dogma giuridico.
L'art.15 dell'ord. pen. pone in essere questioni interessanti,ma lasciate a pascolare nel prato dei minipony perchè non inquadrato in interventi generali.

La legge non fa distinzioni... ed è qui che casca l'asino [SM=x43799]
L'uguaglianza non è appiattimento e la bella ègalitè non è tra automi, la degenerazione di questo concetto di uguaglianza al ribasso è una strumentalizzazione e falso storico.
Le distinzioni sono naturali è il trattamento a dover essere uguale per gli uguali e diverso per i diversi.

I contatti con il mondo esterno,per un mafioso,sono distruttivi così come per un terrorista o un pedofilo.
Un ladro o un truffatore non può essere trattato alla stregua di uno stupratore o di un omicida o uno spacciatore.
Ogni singola categoria deve e può ambire ad un trattamento diverso e la stessa rieducazione passa da questo passaggio obbligato di differenziazione.


Non me ne vogliate,ma il complesso-dogma del giurista è abbastanza imbarazzante in un forum del genere [SM=g9242]
Quando si comprenderà che i codici non sono un testo sacro,sarà un grande giorno.
[Modificato da connormaclaud 25/04/2013 18:27]
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George per la prima volta sono d'accordo...... [SM=x43799]




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Re: Re: Re: Re:
connormaclaud, 25/04/2013 18:27:




Vedi George,sono tante belle parole messe insieme,ma vuote e a conferma di questo c'è il "problema carceri" a ricordarcelo,come se non bastasse la stupidità del dogma giuridico.
L'art.15 dell'ord. pen. pone in essere questioni interessanti,ma lasciate a pascolare nel prato dei minipony perchè non inquadrato in interventi generali.

La legge non fa distinzioni... ed è qui che casca l'asino [SM=x43799]
L'uguaglianza non è appiattimento e la bella ègalitè non è tra automi, la degenerazione di questo concetto di uguaglianza al ribasso è una strumentalizzazione e falso storico.
Le distinzioni sono naturali è il trattamento a dover essere uguale per gli uguali e diverso per i diversi.

I contatti con il mondo esterno,per un mafioso,sono distruttivi così come per un terrorista o un pedofilo.
Un ladro o un truffatore non può essere trattato alla stregua di uno stupratore o di un omicida o uno spacciatore.
Ogni singola categoria deve e può ambire ad un trattamento diverso e la stessa rieducazione passa da questo passaggio obbligato di differenziazione.


Non me ne vogliate,ma il complesso-dogma del giurista è abbastanza imbarazzante in un forum del genere [SM=g9242]
Quando si comprenderà che i codici non sono un testo sacro,sarà un grande giorno.




Vabè, lasciamo stare il fatto che ognuno abbia le sue opinioni.

Il punto è:

che fare?

affrontiamo il problema?

cerchiamo una soluzione o ce ne freghiamo altamente ed attendiamo che lo spirito santo agisca per noi?


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Re: Re: Re: Re:
connormaclaud, 25/04/2013 18:27:




Vedi George,sono tante belle parole messe insieme,ma vuote e a conferma di questo c'è il "problema carceri" a ricordarcelo,come se non bastasse la stupidità del dogma giuridico.
L'art.15 dell'ord. pen. pone in essere questioni interessanti,ma lasciate a pascolare nel prato dei minipony perchè non inquadrato in interventi generali.

La legge non fa distinzioni... ed è qui che casca l'asino [SM=x43799]
L'uguaglianza non è appiattimento e la bella ègalitè non è tra automi, la degenerazione di questo concetto di uguaglianza al ribasso è una strumentalizzazione e falso storico.
Le distinzioni sono naturali è il trattamento a dover essere uguale per gli uguali e diverso per i diversi.

I contatti con il mondo esterno,per un mafioso,sono distruttivi così come per un terrorista o un pedofilo.
Un ladro o un truffatore non può essere trattato alla stregua di uno stupratore o di un omicida o uno spacciatore.
Ogni singola categoria deve e può ambire ad un trattamento diverso e la stessa rieducazione passa da questo passaggio obbligato di differenziazione.


Non me ne vogliate,ma il complesso-dogma del giurista è abbastanza imbarazzante in un forum del genere [SM=g9242]
Quando si comprenderà che i codici non sono un testo sacro,sarà un grande giorno.




Aspetta connor, quello che dici tu è ovvio, mica sono in disaccordo, ma sentire discorsi generici (e non specifici, come poi sono stati fatti) del tipo "i carcerati se la sono voluta loro, se la sono cercata", come a dire che sono persone di serie Z e non hanno diritto a campare decentemente perchè meritano quello che hanno, appunto senza fare dovute distinzioni, è un discorso inconcepibile, quindi non il fatto di trattare diversamente i vari detenuti. Ovvio che un tossicodipendente dev' essere trattato diversamente da un mafioso, ma è proprio quello che dice la legge!
Ti cito, "Ogni singola categoria deve e può ambire ad un trattamento diverso e la stessa rieducazione passa da questo passaggio obbligato di differenziazione."
Trattamento diverso non vuol dire "rieducare" chi ha rubato un "pacco di pasta" e "torturare" il detenuto con crimini gravi, eh!
E non facciamo facile demagogia dicendo che ci sono problemi da affrontare prima, perchè, come dicevo prima, tutti i problemi devono essere affrontati, prima o dopo, non importa, e il problema carceri è uno dei più gravi.
Come faceva notare qualcuno prima, anche se non si vuole affrontare il problema dal punto di vista etico e morale, lo si deve affrontare dal punto di vista giudiziale. Troppo facile amnistiare perchè si è incapaci di affrontare questo problema.
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