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La manovra

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2011 09:53
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05/12/2011 12:02
 
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Arriva la manovra da 24 miliardi di euro. Dopo un consiglio dei ministri di oltre tre ore il governo Monti licenzia il testo. Tra i principali capitoli ci sono la previdenza, il bilancio pubblico, lo sviluppo. Mancano invece gli interventi sul mercato del lavoro, che saranno adottati dall’esecutivo in un secondo momento. Tante le novità, non tutte inattese: dall’aumento dell’Iva a partire dal prossimo anno al ritorno della tassazione sugli immobili di proprietà. Tramonta, invece, l’ipotesi di un ritocco all’aliquota Irpef del 43 per cento. L’obiettivo principale - come ribadito da Mario Monti durante le consultazioni della giornata con i rappresentanti di enti locali e parti sociali - resta quello del raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2013.

“Il governo ha ricevuto un mandato di corta durata e severo impegno: aiutare l’Italia a uscire da una crisi gravissima”. Monti introduce così, prima della conferenza stampa, la presentazione del decreto. Poi rassicura gli italiani: “Insieme ce la faremo”.

Al primo punto il capo del governo sottolinea il taglio ai costi della politica. Si parte dagli enti locali. L’organizzazione delle province sarà profondamente modificata: i membri dei consigli saranno ridotti a dieci, cancellate le giunte. Il premier annuncia che rinuncerà al suo compenso da premier. Ma saranno rivisti al ribasso anche gli stipendi di ministri e sottosegretari. Riduzioni in vista anche per le autorità indipendenti, che vedranno diminuire il numero dei propri componenti da 50 a 28.

Gli interventi più discussi sono quelli relativi al comparto previdenziale. Come racconta il ministro Elsa Fornero in conferenza stampa, l’esecutivo ha previsto la definitiva sostituzione del metodo retributivo con quello contributivo. La manovra approvata dal governo introduce un’età minima per l’ottenimento della pensione: 62 anni per le donne, 66 per gli uomini. Da qui al 2018, un processo di adeguamento porterà a 66 anni il requisito anagrafico minimo per tutti. Sono previsti incentivi per chi vuole rimanere al lavoro, almeno fino ai 70 anni. Si potrà andare in pensione a prescindere dall’età solo dopo aver accumulato 42 anni di contributi (per gli uomini) o 41 (per le donne). Pianto di commozione del ministro Fornero, al momento di presentare l’ultimo “sacrificio” chiesto agli italiani: il totale congelamento di tutte le pensioni rispetto all’inflazione, escluse quelle fino a 960 euro.

Salta, invece, l’ipotesi di un incremento temporaneo (fino al 2014) dell’aliquota Irpef del 43 per cento. Un aumento che avrebbe interessato i redditi superiori ai 75 mila euro. Non c’è una vera e propria patrimoniale. Ma alcune norme dettate dalla ricerca di “equità”, su cui il premier Monti insiste molto presentando il decreto. Il primo intervento prevede l’estensione dell’imposta di bollo già prevista sui conti correnti anche per titoli e altri prodotti finanziari. Il secondo è un intervento una tantum dell’1,5 per cento sui capitali fatti rientrare in Italia con lo scudo fiscale. Viene introdotto, infine, un super bollo per le auto di lusso riservato ai titolari di autovetture di potenza superiore ai 170 chilowatt e per i proprietari di aerei privati e barche sopra i dieci metri.

Cresce l’Iva. Si tratta di un aumento pari al 2 per cento per le aliquote del 10 e del 21 per cento, a partire dal secondo semestre 2012. Con un ulteriore ritocco di altri 0,5 punti a partire dal giugno 2014. Intervento, quello dell'Iva, al momento solo teorico. Servirà per coprire i risparmi di spesa già iscritti in bilancio e sarà attuato solo se necessario.

Come ampiamente anticipato dalle indiscrezioni degli ultimi giorni torna la tassazione sugli immobili di proprietà. Il ritorno dell’Ici (già ribattezzata Imu dal decreto sul federalismo municipale) - assieme alle rivalutazioni catastali - porterà nelle casse dello Stato una cifra tra i 10 e i 12 miliardi di euro. Così le cifre: l'aliquota ordinaria sarà fissata allo 0,76 per cento, mentre sarà ridotta allo 0,4 per cento per l'abitazione principale.

Spetta al ministro Corrado Passera la presentazione degli interventi per la crescita e lo sviluppo. Almeno quattro le principali norme: la defiscalizzazione del costo del lavoro sul computo Irap; la riorganizzazione dell’Ice per supportare le aziende che operano all’estero, il rafforzamento del fondo di garanzia per assicurare 20 miliardi di credito alle piccole e medie imprese; l’introduzione di un meccanismo di favore fiscale alla raccolta di capitale in rischio, per favorire la patrimonializzazione delle imprese.

Rivisti anche i limiti ai pagamenti in contanti. Il viceministro dell'Economia Grilli conferma che la soglia scenderà fino a mille euro. Una norma che servirà a favorire la tracciabilità dei pagamenti e ridurre il fenomeno dell’evasione fiscale.

Tagli agli enti locali per quasi 5 miliardi. L’intervento, di cui si è occupato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, è così articolato: i Comuni vedranno ridurre gli stanziamenti di 1,4 miliardi di euro. Cinquecento milioni in meno per le Province. Quasi tre miliardi in meno alle Regioni. A parziale compensazione dovrebbero essere destinati agli enti locali circa 600 milioni di euro per finanziare il trasporto pubblico locale.

E ancora: via libera alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli a pagamento, che potranno essere venduti anche nelle parafarmacie. Ma altre liberalizzazioni interesseranno i trasporti e gli orari dei servizi commerciali.



Leggi il resto: www.linkiesta.it/salta-l-aumento-dell-irpef#ixzz1feonBxf0
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05/12/2011 12:15
 
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In quest'articolo manca l'aumento delle accise sui carburanti dal 1 gennaio 2012, eppure io stamattina l'ho letto su rainews24. [SM=g2725335]
[Modificato da |Lyuba| 05/12/2011 12:18]
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05/12/2011 12:37
 
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Mamma mia, una serie di MAZZATE clamorose. [SM=g2725318]

Sui tagli ai veri sprechi c'è poco...
gira e rigira si chiede sempre agli italiani di pagare i debiti fatti dai politici.

Una manovra poco coraggiosa da questo punto di vista.
Monti non si è voluto mettere apertamente contro la politica ed i suoi sprechi.
05/12/2011 14:32
 
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Re:
nando85, 05/12/2011 12.37:


Mamma mia, una serie di MAZZATE clamorose. [SM=g2725318]

Sui tagli ai veri sprechi c'è poco...
gira e rigira si chiede sempre agli italiani di pagare i debiti fatti dai politici.

Una manovra poco coraggiosa da questo punto di vista.
Monti non si è voluto mettere apertamente contro la politica ed i suoi sprechi.




Non ho ancora il testo del decreto ma se leggo bene qui e li da varie fonti mi dembra di capire.

La patrimoniale è per piccoli patrimoni.
non c'è una vera ed incisiva sferzata all'evasione(l'assenza di una seria patrimoniale per non provocare la fuoriuscita di capitali difficilmente può essere intesa come lotta all'evasione).
Si è operato un puro e semplice rastrellamento per fare cassa e per pagare il debito pubblico a breve termine(per lo più verso banche, ma guarda un po')
mancano serie misure per la crescita, con un paese già ben avviato alla recessione.
Spero di sbagliarmi.
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05/12/2011 15:20
 
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Io capisco che i grandi numeri si facciano solo sulla "massa", e che non se ne possano fare tagliando, ad esempio, di netto le auto blu.

Eppure mi aspettavo lo stesso una serie di misure "di esempio", che rendessero almeno più digeribili le mazzate che ci stanno danno.

E' una questione di moralità, che Ilona Staller e tutti i parlamentari di tutte le passate legislature non percepiscano 3000 euro al mese senza aver fatto un cazzo, mentre a me la pensione viene spostata in avanti a 42 anni di contributi.

Queste misure sono necessarie, ma la patrimoniale manca ed è una grave pecca di questo governo. Il quale, evidentemente, è ostaggio dei politici che gli toglierebbero la spina, se facesse davvero gli interventi con la tanto sbandierata EQUITA'.
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05/12/2011 15:24
 
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Manca la patrimoniale per colpire i grandi redditi, manca un serio taglio alla politica. Andavano aboliti i privilegi (auto blu, vitalizi regalati, privi di qualsivoglia sistema contributivo per tutti i parlamentari parassiti che hanno già una legislatura alle spalle), bisogna colpire i capitali in mano ai soggetti parassiti (politica - clero) e non quelli in mano agli imprenditori.
Se non si pensa a rilanciare l'economia e farla ripartire, ma si fa solo cassa, rischiamo di esser solvibili solo a breve termine.

L'Iva non andava toccata, si rischia la recessione.
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05/12/2011 15:37
 
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hanno dato la stangata su iva ici e pensioni hanno ridotto al minimo indispensBILE i tagli alla provincia etc. hanno limitato al minimo i danni per i politici.
NN fanno altro che mettere le tasse e aumentare l'Iva l'unica cosa che dovevano fare era ridurre lo stipendio ai poplitici .
La solita storia hanno rotto!!!
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05/12/2011 15:38
 
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hanno deciso di garantire la crescita all'Italia imponendo tasse ed aumentando l'Iva .
Questa nn è crescita dal momento che aumentando l'Iva diminuiranno i consumi meno consumi meno acquisti = meno reddito alle imprese= meno occupazione.
Alla fine tutto ciò si riprecuoterà solo su noi giovani
[Modificato da ioete78 05/12/2011 15:41]
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05/12/2011 20:27
 
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Si allenta la tensione sui Btp mentre Piazza Affari saluta con un rialzo di quasi il 3% +2,9%) r la miglior performance europea, il varo il decreto «Salva-Italia». Una manovra sulla quale sono puntati i riflettori internazionali in una settimana cruciale per il destino della moneta unica.

BANCHE IN GRAN RECUPERO - Rimbalzano le banche beneficiando, oltre che della discesa dei rendimenti dei titoli di Stato (il decennale è tornato al 6%), della garanzia pubblica per le emissioni obbligazionarie introdotta tra le misure approvate domenica dal governo. Un «salvagente» per stabilizzare il sistema del credito e allontanare lo spettro del credit crunch. Hanno chiuso in volata Banco Popolare (+12%) e Mps (+11%). Per la banca senese si tratta di un'importante schiarita dopo molte giornate nere e una serie di ribassi che hanno portato al 60% circa la perdita da inizio dell'anno. Bene Unicredit (+5,6%) e Intesa Sanpaolo (+4%).



(Photomasi)
SALE LA FIDUCIA, SCENDE LO SPREAD - Il più efficace indicatore di fiducia resta il famigerato «spread». Il differenziale di rendimento, e dunque di rischio, tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi, i Btp e i Bund, che nelle ultime settimane aveva sfiorato il livello stellare dei 600 punti si drasticamente ridimensionato a sotto la soglia tecnica e psicologica di 380 punti, a quota 379. Il rendimento dei titoli di Stato decennali si è a sua volta ridimensionato al 6%.

Paola Pica
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05/12/2011 20:40
 
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on è facile dare un giudizio su questa quarta manovra finanziaria del 2011, la prima del nuovo governo, ma già questo è un fatto positivo, se si pensa alla indiscutibile inadeguatezza di metodo e di contenuti che aveva oggettiva ente caratterizzato le recenti manovre estive.

Forse, alla fine, il giudizio è che siamo di fronte alla prima vera manovra finanziaria del 2011, dopo alcuni provvedimenti che, seppur presentati anch’essi come tali, apparivano più che altro delle mere accozzaglie di misure frutto di una antitesi permanente all’interno della compagine governativa e della sua maggioranza, anziché frutto della sintesi di un lavoro di squadra con una visione di insieme. Qui la visione di insieme c’è; può non piacere, ma c’è. Se giochiamo a distruggere le singole misure, possiamo criticarle dalla prima all’ultima e con ottime ragioni.

Gli interventi sulle pensioni sono al tempo stesso durissimi, nella parte in cui escludono le indicizzazioni al costo della vita, e assai meno equi inter-generazionalmente di quel che vorrebbero apparire, nella parte in cui fanno comunque salvo tutto ciò che è sino ad oggi maturato, senza distinguere i casi in cui un ragionevole ed accettabile diritto acquisito sconfina in un arbitrario e inaccettabile privilegio acquisito.

L’anticipazione dal 2012 dell’Imu, in sostituzione dell’Ici, è concepita in modo tale da determinare prelievi assai significativi anche sulle prime case: basta una casa di abitazione "normale" con una rendita catastale sui 1.500 euro per ritrovarsi a pagare più di 800 euro all’anno. I tagli ai costi della politica appaiono insufficienti rispetto ai sacrifici imposti. E così via.

Tutto verissimo, però è altrettanto vero che questa manovra, vista nel suo complesso, fa buona parte di ciò che era lecito aspettarsi: sul lato delle entrate, si concentra sugli immobili (unici lasciati tranquilli dalle precedenti manovre) e su altri beni, evitando di "molestare" i già tartassati redditi soggetti alla feroce progressività Irpef; sul lato delle uscite, agisce su pensioni e province come era, rispettivamente, inevitabile e doveroso.

Il rigore c’è e, quando c’è il rigore, l’unica possibile chiave di lettura dell’equità risiede nel modo in cui i sacrifici vengono ripartiti (anche alla luce di quelli già in precedenza disposti), piuttosto che nella valutazione dei singoli sacrifici, tanto meno equi quanto maggiore è il rigore che consentono.

I provvedimenti per la crescita, terzo paletto annunciato della manovra, appaiono ancora troppo marginali, pur nella apprezzabilità di misure che rendono deducibile dalle imposte sul reddito l’Irap riferibile al costo del lavoro e che premiano la capitalizzazione delle imprese.

Stiamo comunque parlando di un governo in carica da meno di tre settimane, non da più di tre anni. Rimarchevole anche la diversa qualità della conferenza stampa di presentazione del provvedimento: al netto delle lacrime del Ministro Fornero sulle pensioni, è risultata lampante la differenza che intercorre tra chi è consapevole del ruolo che è chiamato a ricoprire e chi confonde una missione di sacrificio a servizio del Paese con una occasione per gestire potere e fare spettacolo.

Giuste le considerazioni di chi osserva che, a parte l’ennesimo abbassamento della soglia di tracciabilità (utile, ma, da solo, non decisivo), c’è poco in materia di lotta all’evasione fiscale, ma giusta anche l’osservazione di Monti laddove sottolinea che, in una simile congiuntura, la principale misura di lotta all’evasione, in controtendenza rispetto a scelte sempre compiute nel passato, è la mancata introduzione di condoni fiscali.

Senza contare che, su questo fronte, di misure anche eccessive, nell’ultimo biennio ne sono state già assunte più che a sufficienza e tocca ora all’Amministrazione finanziaria fare la sua parte e scovare gli evasori senza cedere alla tentazione di sparare nel mucchio, usando in modo improprio le “armi di massa” che le sono state messe a disposizione.

In conclusione, se questa manovra rappresentasse l’alfa e l’omega delle idee e del coraggio che questo governo tecnico è in grado di mettere in campo, ci sarebbe di che storcere il naso. Dopo meno di tre settimane dal suo insediamento, è però lecito pensare che per fortuna non sia così.



Leggi il resto: www.linkiesta.it/finalmente-una-vera-manovra-anche-se-manca-la-crescita#ixzz1...
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05/12/2011 21:25
 
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Re:
giusperito, 05/12/2011 20.40:

on è facile dare un giudizio su questa quarta manovra finanziaria del 2011, la prima del nuovo governo, ma già questo è un fatto positivo, se si pensa alla indiscutibile inadeguatezza di metodo e di contenuti che aveva oggettiva ente caratterizzato le recenti manovre estive.

Forse, alla fine, il giudizio è che siamo di fronte alla prima vera manovra finanziaria del 2011, dopo alcuni provvedimenti che, seppur presentati anch’essi come tali, apparivano più che altro delle mere accozzaglie di misure frutto di una antitesi permanente all’interno della compagine governativa e della sua maggioranza, anziché frutto della sintesi di un lavoro di squadra con una visione di insieme. Qui la visione di insieme c’è; può non piacere, ma c’è. Se giochiamo a distruggere le singole misure, possiamo criticarle dalla prima all’ultima e con ottime ragioni.

Gli interventi sulle pensioni sono al tempo stesso durissimi, nella parte in cui escludono le indicizzazioni al costo della vita, e assai meno equi inter-generazionalmente di quel che vorrebbero apparire, nella parte in cui fanno comunque salvo tutto ciò che è sino ad oggi maturato, senza distinguere i casi in cui un ragionevole ed accettabile diritto acquisito sconfina in un arbitrario e inaccettabile privilegio acquisito.

L’anticipazione dal 2012 dell’Imu, in sostituzione dell’Ici, è concepita in modo tale da determinare prelievi assai significativi anche sulle prime case: basta una casa di abitazione "normale" con una rendita catastale sui 1.500 euro per ritrovarsi a pagare più di 800 euro all’anno. I tagli ai costi della politica appaiono insufficienti rispetto ai sacrifici imposti. E così via.

Tutto verissimo, però è altrettanto vero che questa manovra, vista nel suo complesso, fa buona parte di ciò che era lecito aspettarsi: sul lato delle entrate, si concentra sugli immobili (unici lasciati tranquilli dalle precedenti manovre) e su altri beni, evitando di "molestare" i già tartassati redditi soggetti alla feroce progressività Irpef; sul lato delle uscite, agisce su pensioni e province come era, rispettivamente, inevitabile e doveroso.

Il rigore c’è e, quando c’è il rigore, l’unica possibile chiave di lettura dell’equità risiede nel modo in cui i sacrifici vengono ripartiti (anche alla luce di quelli già in precedenza disposti), piuttosto che nella valutazione dei singoli sacrifici, tanto meno equi quanto maggiore è il rigore che consentono.

I provvedimenti per la crescita, terzo paletto annunciato della manovra, appaiono ancora troppo marginali, pur nella apprezzabilità di misure che rendono deducibile dalle imposte sul reddito l’Irap riferibile al costo del lavoro e che premiano la capitalizzazione delle imprese.

Stiamo comunque parlando di un governo in carica da meno di tre settimane, non da più di tre anni. Rimarchevole anche la diversa qualità della conferenza stampa di presentazione del provvedimento: al netto delle lacrime del Ministro Fornero sulle pensioni, è risultata lampante la differenza che intercorre tra chi è consapevole del ruolo che è chiamato a ricoprire e chi confonde una missione di sacrificio a servizio del Paese con una occasione per gestire potere e fare spettacolo.

Giuste le considerazioni di chi osserva che, a parte l’ennesimo abbassamento della soglia di tracciabilità (utile, ma, da solo, non decisivo), c’è poco in materia di lotta all’evasione fiscale, ma giusta anche l’osservazione di Monti laddove sottolinea che, in una simile congiuntura, la principale misura di lotta all’evasione, in controtendenza rispetto a scelte sempre compiute nel passato, è la mancata introduzione di condoni fiscali.

Senza contare che, su questo fronte, di misure anche eccessive, nell’ultimo biennio ne sono state già assunte più che a sufficienza e tocca ora all’Amministrazione finanziaria fare la sua parte e scovare gli evasori senza cedere alla tentazione di sparare nel mucchio, usando in modo improprio le “armi di massa” che le sono state messe a disposizione.

In conclusione, se questa manovra rappresentasse l’alfa e l’omega delle idee e del coraggio che questo governo tecnico è in grado di mettere in campo, ci sarebbe di che storcere il naso. Dopo meno di tre settimane dal suo insediamento, è però lecito pensare che per fortuna non sia così.



Leggi il resto: www.linkiesta.it/finalmente-una-vera-manovra-anche-se-manca-la-crescita#ixzz1...




Se anche l'Inkiesta che è un buon sito fa commenti così, c'è davvero da riflettere sullo stato dell'informazione. Praticamente la sintesi è questa: siccome non l'ha scritta tremonti, ma il suo braccio destro, facciamocela piacere.
Oggi i commenti dei giornali erano surreali. Dovrebbero essere dei watchdog, ma siccome hanno sponsorizzato la nascita del governo erano tutte analisi piene di sottili distinguo, digressioni, specificazioni ecc...

Ora non voglio gettare la croce addosso al governo a cui riconosco giustamente il fatto che è in carica da poco, in una situazione disastrosa, con una pistola puntata alla testa(il vertice europeo del 9 dicembre). Ed è vero che ci sono luci ed ombre.

Ma segnalo un paio di cose che da un governo tecnico che dovrebbe prendere le misure impopolari, lasciano perplessi:
- la prima è che questa manovra a parte il fumo negli occhi non riduce in alcun modo la spesa pubblica. Se nemmeno il governo dei banchieri riesce ad allegerire questo stato baleniera c'è veramente da essere sconfortati;
- sulla crescita non c'è davvero nulla, tranne la deducibilità dell'irap per chi ha ires non negativa che è una pistola ad acqua che ha già fallito con il governo prodi.

Per il resto dei provvedimenti a costo zero non c'è traccia: zero liberalizzazioni(tranne le solite parafarmacie che sono una barzelletta nazionale), zero privatizzazioni, zero sburocratizzazione.

La patrimoniale c'è eccome, e come previsto la pagheranno i soliti noti.

Alla fine avrà un effetto recessivo e non ci permetterà di raggiungere il pareggio di bilancio, per cui a breve ne arriverà un'altra.

Volendo essere cattivi, gli unici che ne escono bene sono le banche che si ritrovano con la garanzia dello stato a non farle fallire.
Ma questa potrebbe essere inteso come complottismo e quindi è come se non l'avessi detto.
05/12/2011 21:50
 
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Re: Re:
trixam, 05/12/2011 21.25:




Se anche l'Inkiesta che è un buon sito fa commenti così, c'è davvero da riflettere sullo stato dell'informazione. Praticamente la sintesi è questa: siccome non l'ha scritta tremonti, ma il suo braccio destro, facciamocela piacere.
Oggi i commenti dei giornali erano surreali. Dovrebbero essere dei watchdog, ma siccome hanno sponsorizzato la nascita del governo erano tutte analisi piene di sottili distinguo, digressioni, specificazioni ecc...

Ora non voglio gettare la croce addosso al governo a cui riconosco giustamente il fatto che è in carica da poco, in una situazione disastrosa, con una pistola puntata alla testa(il vertice europeo del 9 dicembre). Ed è vero che ci sono luci ed ombre.

Ma segnalo un paio di cose che da un governo tecnico che dovrebbe prendere le misure impopolari, lasciano perplessi:
- la prima è che questa manovra a parte il fumo negli occhi non riduce in alcun modo la spesa pubblica. Se nemmeno il governo dei banchieri riesce ad allegerire questo stato baleniera c'è veramente da essere sconfortati;
- sulla crescita non c'è davvero nulla, tranne la deducibilità dell'irap per chi ha ires non negativa che è una pistola ad acqua che ha già fallito con il governo prodi.

Per il resto dei provvedimenti a costo zero non c'è traccia: zero liberalizzazioni(tranne le solite parafarmacie che sono una barzelletta nazionale), zero privatizzazioni, zero sburocratizzazione.

La patrimoniale c'è eccome, e come previsto la pagheranno i soliti noti.

Alla fine avrà un effetto recessivo e non ci permetterà di raggiungere il pareggio di bilancio, per cui a breve ne arriverà un'altra.

Volendo essere cattivi, gli unici che ne escono bene sono le banche che si ritrovano con la garanzia dello stato a non farle fallire.
Ma questa potrebbe essere inteso come complottismo e quindi è come se non l'avessi detto.




per i tagli alla spesa pubblica serve la giusta disposizione della "volonta' politica",cosa che Monti sta trovando a fatica,e soprattutto solo per specifici provvedimenti(quelli piu'impopolari e duri).La manovra deve fare ,comunque, i conti con i partiti.
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05/12/2011 22:09
 
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Tanto alla fine chi paga siamo sempre e solo noi...Gli stipendi dei parlamentari, le auto blu e i loro privilegi restano intatti.
E Monti fa anche la parte: dice che rinuncia allo stipendio di presidente del consiglio...ma non all'indennità di senatore a vita!
Quello che provo è una grande amarezza: Sono una casta inossidabile....
Quando cambieranno le cose?
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06/12/2011 09:30
 
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dal Corriere di questi giorni apprendo che:

un artigiano o un commerciante versa il 20-21% di contributo all'Inps;

un lavoratore dipendente versa il 33%;

un libero professionista iscritto alla cosidetta gestioen separata dell'Inps versa il 27%;

un avvocato o architetto o ingegnere versa alla cassa del proprio ordine presso l'Inps il 12-14%;


Monti avrebbe potuto cominciare cercando di eliminare queste differenze.

Un altro provvedimento che farà un buco nell'acqua sarà quello sulle barche. I proprietari di barche già oggi lasciano nei mesi invernali la barca in porti, anche stranieri, il cui ormeggio costa poco, adesso la lasceranno sempre lì. Tanto in estate basterà loro prendere un volo per Grecia, Croazia o altro, salire sulla barca e andare dove si vuole.Ecco che la tassa non la pagheranno.


Martin Niemoller :
Quando i nazisti vennero per i comunisti, | Io restai in silenzio; | Non ero comunista. || Quando rinchiusero i socialdemocratici, | Rimasi in silenzio; | Non ero un socialdemocratico. || Quando vennero per i sindacalisti, | Io non feci sentire la mia voce; | Non ero un sindacalista. || Quando vennero per gli ebrei, | Rimasi in silenzio; | Non ero un ebreo. || Quando vennero per me,
Non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.



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06/12/2011 11:03
 
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La verità è che mancano molte cose.. ma per ogni cosa ci vuole un certo tempo perché studiare una riforma non è una cosa semplice. Credo che molto potrà essere fatto, ma, come dice Lety, non dimentichiamo che Monti risponde al Parlamento.

Sul discorso del posto barca fatto da Angel, non posso che condividere. Tuttavia è un problema tipico di ogni tassa tranne per quelle che incidono su domande rigide. Sarebbe interessante vedere quante persone riescono ad eludere nel senso indicato da angel. Chi ha barche di medie dimensioni solitamente le ormeggia in Italia (almeno per chi non si trova al confine). Insomma il punto è capire su chi ricadrà questa tassa e come potrebbe incidere sulla nautica da diporto che è uno dei settori trainanti della nostra economia.
Il vero problema è che ogni tassa ha un effetto distorsivo sull'economia e sulla crescita economica. Bisogna capire quali tasse sul lungo periodo hanno fatto bene e quali male.
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06/12/2011 11:55
 
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Re:
giusperito, 06/12/2011 11.03:

La verità è che mancano molte cose.. ma per ogni cosa ci vuole un certo tempo perché studiare una riforma non è una cosa semplice. Credo che molto potrà essere fatto, ma, come dice Lety, non dimentichiamo che Monti risponde al Parlamento.

Sul discorso del posto barca fatto da Angel, non posso che condividere. Tuttavia è un problema tipico di ogni tassa tranne per quelle che incidono su domande rigide. Sarebbe interessante vedere quante persone riescono ad eludere nel senso indicato da angel. Chi ha barche di medie dimensioni solitamente le ormeggia in Italia (almeno per chi non si trova al confine). Insomma il punto è capire su chi ricadrà questa tassa e come potrebbe incidere sulla nautica da diporto che è uno dei settori trainanti della nostra economia.
Il vero problema è che ogni tassa ha un effetto distorsivo sull'economia e sulla crescita economica. Bisogna capire quali tasse sul lungo periodo hanno fatto bene e quali male.




Come regola dovrebbero essere tutti provvedimenti di breve, perché la situazione è contingente. Una breve considerazione. Il fatto che non molti anni dopo la celebre finanziaria Amato ci ritroviamo nuovamente a pagare così tanto, non puó essere legittimo motivo per pensare che la nostra classe politica è formata da un gran numero di incompetenti? Ci hanno detto che sono sacrifici momentanei; l'ho sentita già questa storia. Posso non crederci più?



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06/12/2011 12:38
 
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in effetti Monti ha le mani legate (come fa notare letizia). fa quel che può, quello che gli consentono di fare. E' cambiata la faccia ma non lo sostanza.
E' stata una cazzata abolire L'ICI (che secondo le stime frutterà allo Stato dai 10 e i 12 miliardi di euro). In linea di principio può essere anche giusto, a condizione però che i conti siano sani. [SM=g2725278]





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06/12/2011 12:55
 
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ROMA - Il presidente della Repubblica ha firmato questa mattina il decreto legge "salva Italia" presentato ieri in Parlamento dal presidente del Consiglio Mario Monti. Non è ancora se sul propvvedimento verrà posta la fiducia. Dopo aver consigliato al premier questa opzione, Silvio Berlusconi sembra invece oggi avanzare la richiesta di alcune modifiche. Il Pdl è il principale supporto del governo e Monti ne deve tener conto, avrebbe spiegato il Cavaliere aprendo i lavori dell'Ufficio di Presidenza del partito. L'ex premier ha anche ribadito che il Pdl non farà mancare il suo sostegno al governo.

Sembra invece decisa a sfilarsi l'Italia dei Valori che pure ha votato la fiducia all'esecutivo. Il movimento di Antonio Di Pietro chiede in cambio cambiamenti radicali nelle misure anti-crisi e in particolare che i tagli vadano a incidere sulle spese militari piuttosto che sulle pensioni. L'Idv ha presentato in particolare alla Camera una mozione per bloccare l'acquisto e la produzione di cacciabombardieri, sommergibili e veicoli blindati. Via anche la mini-naja. In questo modo gli 8,5 milioni di euro risparmiati potrebbe essere destinati all'aiuto delle famiglie con minori in stato di povertà. "Non abbiamo nessuna guerra da fare - spiega il capogruppo Massimo Donadi - rischiamo invece il fallimento".

Il Pd prende però le distanze dalla scelta dell'Idv. "E' una manovra migliorabile ma nel
complesso positiva: quando la febbre cala vuol dire che la medicina funziona", commenta il vicepresidente dei senatori democratici Luigi Zanda. Che poi aggiunge: "sbaglierebbe l'Idv a votare contro, perché andrebbe in una direzione opposta agli interessi dell'Italia". Secondo il senatore del Pd, tra i punti da migliorare ci sono "l'impianto complessivo della lotta all'evasione, il contributo per i patrimoni scudati, che si può alzare, e poi molte risorse potrebbero venire dalle frequenze televisive e dalle dismissioni del patrimonio pubblico".





06/12/2011 13:12
 
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usciremo dalla crisi quando gli italiani,dopo tutti questi sacrifici,non torneranno piu' a votare capre:

Non si votera' la lega perche' si odia pagare le tasse,
non si votera' la destra berlusconiana perche' si vuole ottenere posti di prestigio senza averne le capacita'
non si votera' il pd,se il pd avra' ancora un anima cattolica e un'anima riformista.
e cosi via... quello che deve cambiare e' la mentalita' del cittadino italiano.
Se il cittadino italiano continuera ad essere evasore,pagnottista,se aspettera' ancora di pagare per ottenere un posto di lavoro etc etc , allora NON USCIREMO MAI DALLA CRISI.Se vendera' sempre il suo voto,continuera' a strisciare.
[Modificato da --letizia22-- 06/12/2011 13:19]
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06/12/2011 13:39
 
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Io non capisco una cosa. Quando è nato il governo Monti ci hanno detto che era necessario per prendere le misure impopolari.
Ora mi venite a dire che non può fare nulla per colpa della politica.
Mi state quindi dicendo che ci siamo raccontati una marea di fregnacce?

Il parlamento non ha praticamente voce. La manovra è chiusa, i parlamentari si limiteranno a ratificarla.
Quindi non capisco questo limite dove sta. Mai nessun governo di recente ha avuto carta bianca come questo con lo sponsor autorevolissimo di king Giorgio come lo ha chiamato il NYT sabato.

Se abbiamo cambiato il governo ma poi ci troviamo il braccio destro di tremonti a scrivere la manovra, non è che ci dobbiamo meravigliare se poi le manovre sono come quelle di tremonti. Il problema è che tolto B è venuto fuori il fatto che la classe dirigente italiana di idee non ne ha.

ps stranamente mi trovo d'accordo con Juan. Temo che tra 20 anni, se ci arriveremo, staremo di nuovo a parlare dei sacrifici inevitabili per salvare la patria con un altro governo tecnico.
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