border="0"

       
CHI SIAMO
            
PROBLEMI D'ACCESSO?
            
SALVASTUDENTI
            
MATRICOLE
     
GALLERIA
      
INFO UTILI UNIVERSITà
        
FACEBOOK
 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Proposta PDL: Modifica 1°comma art. 1 della Costituzione

Ultimo Aggiornamento: 03/05/2011 00:37
Email Scheda Utente
Post: 4.001
Post: 3.990
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
02/05/2011 22:33
 
Quota

Re: Re: Re:
Facciamo al contrario. Metto in discussione tutta la mia convinzione (certo non può avere le basi scientifiche oggettive che nessuno al mondo ha) e ti faccio delle domande così puoi spiegarmi senza che io fantastichi. L'unica cosa che ti chiedo è di rispondere direttamente alle mie domande.


JuanManuelFangio, 02/05/2011 21.08:




La miscellanea di teorie che stai facendo è a dir poco fantastica.
Ridurre l’aliquota dal 43% al 35% porterebbe i consumi ad aumentare a seguito di un evento che in economia si chiama shock, il quale è per definizione un fenomeno temporaneo. La riduzione delle imposte da te descritta genera un aumento del reddito temporaneo incapace di avere effetti sul consumo permanente.


In pratica, quindi, un'aliquota vale un'altra o il 43% è l'aliquota perfetta?
Esemplificando se dal mio reddito (100k) sottraggo (43k) o ne sottraggo (35k), non cambia nulla? Gli 8k che annualmente mi ritrovo in più che fine fanno?



Gli effetti sui consumi di detta riduzione, infatti, non sono diversi, almeno in termini di teoria economica, da quelli provocati da un incremento di spesa pubblica.


Cioè qualsiasi incremento della spesa pubblica equivale ad un altro?
In pratica se i politici si triplicano lo stipendio, se la spesa pubblica viene concentrata in appalti non portati a termine e cose simili, è la stessa cosa di una riduzione delle tasse?
In ogni caso, fosse anche la stessa cosa, cosa sarebbe preferibile? e anzi cosa sarebbe giusto?


Tant’è che esiste il moltiplicatore della spesa pubblica e il moltiplicatore delle imposte. Ora, i monetaristi rompono definitivamente il rapporto tra incrementi temporanei del reddito e consumo, rifiutando l’idea di qualsiasi moltiplicatore.


Dov'è che non sono chiaro o sbaglio se dico che non parlo di incremento temporaneo, ma di abbassamento definitivo dell'aliquota da, per esempio, 43 a 35?


Esso, infatti, si calcola utilizzando come variabile la propensione marginale al consumo che ti ricordo misura gli incrementi di reddito, ossia variazioni crescenti di una variabile per sua natura temporanea (a meno che non credi che il moltiplicatore sia una specie di fissione nucleare dei consumi). Qui la tua incoerenza è evidente. Prima accetti e difendi la teoria monetarista, che – ripeto – rifiuta il moltiplicatore perché basato sulla teoria keynesiana del consumo considerata eccessivamente semplicistica, e poi fai una comparazione tra i due moltiplicatori. Mi sa che è meglio che cambi i tuoi numi tutelari in materia, sennò rischi una confusione che non fa onore alla tua intelligenza. Ti consiglio Lucas e Feldstein piuttosto che Friedman per trovare conferma alle tue idee da supply sider così cool and fashion. Ti avverto che non è il metodo più corretto di usare la scienza economica. La cosa più sbagliata che si possa fare in economia è approcciarsi ad un argomento con il solo fine di trovare conferme alle proprie opinioni di partenza.


Credo sia vizio piuttosto comune, visto l'ahimé che hai messo poco più giù


Comunque, non c’è nessuna evidenza empirica, neppure riscontrata da studi econometrici seri, che il moltiplicatore delle imposte sia più efficace di quello della spesa pubblica, così come non esiste nessuna evidenza – ahimè – che dimostri il contrario.

Il link che ti ho messo non serve a niente?



Il modello sarebbe influenzato da troppe variabili per cui è impossibile pervenire a una risposta definitiva sull’argomento. Le tue incrollabili certezze faresti meglio a metterle da parte. Che poi, se vogliamo dirla tutta, in valore assoluto il moltiplicatore della spesa pubblica 1/1-c è maggiore del moltiplicatore delle imposte c/1-c. La cosa è reperibile su qualsiasi manualetto di macroeconomia.

Citare la spesa sanitaria campana in una discussione sull’efficacia della spesa pubblica è come parlare di nucleare utilizzando come base del discorso il disastro di Cernobyl. Se la mia è malafede la tua non so come definirla.


Posso portare come esempio l'Italia oppure nemmeno in questo caso va bene?


La verità è che lo stato è un soggetto economico come imprese e famiglie. La sua particolarità risiede nel fatto che esso produce dei beni molto particolari, i quali non possono essere reperiti da imprese e famiglie rivolgendosi ad altri soggetti. A causa di tale caratteristica peculiare, occorre che lo stato sia quanto più efficiente possibile proprio perché in alcuni casi funge da monopolista naturale. Una discussione economica seria non può prescindere da tale assunto. Pensare allo stato come un inutile orpello non è un discorso solamente sbagliato, è semplicemente utopico.


Non ho mai detto che sia un orpello, ma che a parte le funzioni necessarie il resto sia un'appropriazione indebita.




Le altre questioni, però, le hai tralasciate.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:16. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com