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Proposta PDL: Modifica 1°comma art. 1 della Costituzione

Ultimo Aggiornamento: 03/05/2011 00:37
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21/04/2011 01:05
 
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Re:
giusperito, 21/04/2011 00.51:

In pratica riducendo le tasse otteniamo due risultati diretti:
1) le persone si ritrovano più denaro nelle loro tasche. Sicuramente una parte sarebbe destinato al consumo, generando sia una maggiore soddisfazione (essendo educato alla scuola neolib, collego consumo e felicità, consapevole che un francofortista potrebbe spararmi sul posto) sia una maggiore dinamicità del mercato (sarebbe d'accordo anche i keynesiani)
2) si ridurrebbe drasticamente la quantità di denaro da destinare alle spese pubbliche, che non vanno identificate in toto con i servizi pubblici.
Ora il primo risultato è sicuramente auspicabile, laddove sto ragionando sulla base della convinzione che quel denaro sarebbe meglio speso da chi lo produce che dallo Stato. Si tratta di un punto di vista non condivisibile da parte di chi parla di redistribuzione, ma possiamo ragionare prescindendo da questa valutazione che non riguarda il nostro ragionamento.
Il secondo punto è l'oggetto della questione e credo la base della tua domanda. Mi sembra di aver capito che la domanda sia pressappoco: in che modo ridurre le tasse renderebbe migliore la nostra democrazia?
Prima di rispondere direttamente a questa domanda, preciso che la democrazia (parola che grazie a quel pazzo falco neolib di trixam ho imparato ad amare poco, preferendole demarchia) non dipende solo dalla classe politica, ma in generale possiamo dire che dipenda in buona parte dalle scelte della classe politica.
Se noi riduciamo le tasse, i politici hanno una quantità di denaro inferiore per finanziare la spesa pubblica. A quel punto il politico deve operare delle scelte su come usare le risorse scarse che ha a disposizione. Potrà scegliere tra ridurre i servizi pubblici o le spese inutili. Sia nel primo che nel secondo caso perderà dei consensi. Tuttavia la riduzione dei servizi pubblici gli produrrà un danno elettorale decisamente superiore, ma realisticamente proverà ad azzardare riducendo i servizi. Una scelta del genere inevitabilmente produrrà un diffuso malcontento e una maggiore attenzione alla spesa pubblica che costringerà lui o i suoi avversari ad elaborare dei progetti alternativi destinati al contenimento delle spese inutili. E' ovvio che, però, la popolazione dovrebbe rifiutare qualsiasi aumento delle tasse. Inoltre la spesa inutile solitamente è destinata a posizioni clientelari che sono in re ipsa una distorsione della democrazia e della libertà di scelta.
Fermo il pippone, ma prima voglia porre l'attenzione su alcuni punti che non sviluppo per non appesantire il discorso.
1) lo Stato in sé, come entità autonoma, non esiste. Le scelte statali sono un coacervo di decisioni politiche e burocratiche. Tali scelte sono prodotte dagli uomini. I politici, come tutti gli uomini, hanno interesse a massimizzare le loro utilità. Non essendo più tollerabile illudersi che non sia così e che esista qualche pio tutore dell'interesse di tutti, è necessario trasformare il criterio su cui avviene la massimizzazione delle utilità. (inoltre il pio anche se esistesse, e non esiste, dovrebbe ricoprire tutti i ruoli e dovrebbe essere onnisciente).
2) gli uomini sono mossi da egoismo che, però, non è una cosa cattiva. La morale cristiana ci ha insegnato che è un male, ma è il naturale sistema di sopravvivenza (sul punto con te sfondo una porta aperta se cito Nietzsche). Attenzione non nel banale senso della legge del più forte, ma della capacità di tutelare la nostra vita badando al nostro interesse. L'egoismo ci permette di proteggerci dalla morte e dal dolore. Ogni nostro atto è improntato ad egoismo. Accendere il pc, scegliere il negozio più economico, prendere l'auto il sabato sera sono scelte egoistiche a cui non rinunciamo. Siamo cattivi? No, semplicemente tuteliamo la nostra vita e la nostra felicità. Solo attraverso questa tutela e questo vivere competitivo aumentiamo il nostro livello di benessere. Se siamo consapevoli dell'egoismo di fondo del nostro agire, riconosciamo l'egoismo nell'altro. In questa "lotta di tutti contro tutti" riconosciamo la necessità di eliminare gli aspetti cruenti dell'egoismo, puntando alla solidarietà e alla partecipazione. In questo modo integriamo alle scelte per noi, le scelte valide per il gruppo (una sorta di equilibrio di Nash).
Quanto detto mi serve per esprimere l'idea che gli uomini sono dominati dalle dinamiche economiche che gli permettono di realizzare la propria sopravvivenza attraverso lo scambio che è necessario in una società moderna dove ognuno compensa l'altro. La lotta per la riduzione delle tasse è, quindi, l'unico incentivo valido per spingere gli uomini a controllare la gestione delle cosa pubblica.


Non ti conosco, se mai dovessi candidarti per qualche elezioni avvisami. Il mio voto è assicurato!
Complimenti [SM=x43625]

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