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Proposta PDL: Modifica 1°comma art. 1 della Costituzione

Ultimo Aggiornamento: 03/05/2011 00:37
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02/05/2011 21:08
 
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Re: Re:
giusperito, 23/04/2011 14.21:








La miscellanea di teorie che stai facendo è a dir poco fantastica.
Ridurre l’aliquota dal 43% al 35% porterebbe i consumi ad aumentare a seguito di un evento che in economia si chiama shock, il quale è per definizione un fenomeno temporaneo. La riduzione delle imposte da te descritta genera un aumento del reddito temporaneo incapace di avere effetti sul consumo permanente.
Gli effetti sui consumi di detta riduzione, infatti, non sono diversi, almeno in termini di teoria economica, da quelli provocati da un incremento di spesa pubblica. Tant’è che esiste il moltiplicatore della spesa pubblica e il moltiplicatore delle imposte. Ora, i monetaristi rompono definitivamente il rapporto tra incrementi temporanei del reddito e consumo, rifiutando l’idea di qualsiasi moltiplicatore. Esso, infatti, si calcola utilizzando come variabile la propensione marginale al consumo che ti ricordo misura gli incrementi di reddito, ossia variazioni crescenti di una variabile per sua natura temporanea (a meno che non credi che il moltiplicatore sia una specie di fissione nucleare dei consumi). Qui la tua incoerenza è evidente. Prima accetti e difendi la teoria monetarista, che – ripeto – rifiuta il moltiplicatore perché basato sulla teoria keynesiana del consumo considerata eccessivamente semplicistica, e poi fai una comparazione tra i due moltiplicatori. Mi sa che è meglio che cambi i tuoi numi tutelari in materia, sennò rischi una confusione che non fa onore alla tua intelligenza. Ti consiglio Lucas e Feldstein piuttosto che Friedman per trovare conferma alle tue idee da supply sider così cool and fashion. Ti avverto che non è il metodo più corretto di usare la scienza economica. La cosa più sbagliata che si possa fare in economia è approcciarsi ad un argomento con il solo fine di trovare conferme alle proprie opinioni di partenza.
Comunque, non c’è nessuna evidenza empirica, neppure riscontrata da studi econometrici seri, che il moltiplicatore delle imposte sia più efficace di quello della spesa pubblica, così come non esiste nessuna evidenza – ahimè – che dimostri il contrario. Il modello sarebbe influenzato da troppe variabili per cui è impossibile pervenire a una risposta definitiva sull’argomento. Le tue incrollabili certezze faresti meglio a metterle da parte. Che poi, se vogliamo dirla tutta, in valore assoluto il moltiplicatore della spesa pubblica 1/1-c è maggiore del moltiplicatore delle imposte c/1-c. La cosa è reperibile su qualsiasi manualetto di macroeconomia.

Citare la spesa sanitaria campana in una discussione sull’efficacia della spesa pubblica è come parlare di nucleare utilizzando come base del discorso il disastro di Cernobyl. Se la mia è malafede la tua non so come definirla.
La verità è che lo stato è un soggetto economico come imprese e famiglie. La sua particolarità risiede nel fatto che esso produce dei beni molto particolari, i quali non possono essere reperiti da imprese e famiglie rivolgendosi ad altri soggetti. A causa di tale caratteristica peculiare, occorre che lo stato sia quanto più efficiente possibile proprio perché in alcuni casi funge da monopolista naturale. Una discussione economica seria non può prescindere da tale assunto. Pensare allo stato come un inutile orpello non è un discorso solamente sbagliato, è semplicemente utopico.



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02/05/2011 22:33
 
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Re: Re: Re:
Facciamo al contrario. Metto in discussione tutta la mia convinzione (certo non può avere le basi scientifiche oggettive che nessuno al mondo ha) e ti faccio delle domande così puoi spiegarmi senza che io fantastichi. L'unica cosa che ti chiedo è di rispondere direttamente alle mie domande.


JuanManuelFangio, 02/05/2011 21.08:




La miscellanea di teorie che stai facendo è a dir poco fantastica.
Ridurre l’aliquota dal 43% al 35% porterebbe i consumi ad aumentare a seguito di un evento che in economia si chiama shock, il quale è per definizione un fenomeno temporaneo. La riduzione delle imposte da te descritta genera un aumento del reddito temporaneo incapace di avere effetti sul consumo permanente.


In pratica, quindi, un'aliquota vale un'altra o il 43% è l'aliquota perfetta?
Esemplificando se dal mio reddito (100k) sottraggo (43k) o ne sottraggo (35k), non cambia nulla? Gli 8k che annualmente mi ritrovo in più che fine fanno?



Gli effetti sui consumi di detta riduzione, infatti, non sono diversi, almeno in termini di teoria economica, da quelli provocati da un incremento di spesa pubblica.


Cioè qualsiasi incremento della spesa pubblica equivale ad un altro?
In pratica se i politici si triplicano lo stipendio, se la spesa pubblica viene concentrata in appalti non portati a termine e cose simili, è la stessa cosa di una riduzione delle tasse?
In ogni caso, fosse anche la stessa cosa, cosa sarebbe preferibile? e anzi cosa sarebbe giusto?


Tant’è che esiste il moltiplicatore della spesa pubblica e il moltiplicatore delle imposte. Ora, i monetaristi rompono definitivamente il rapporto tra incrementi temporanei del reddito e consumo, rifiutando l’idea di qualsiasi moltiplicatore.


Dov'è che non sono chiaro o sbaglio se dico che non parlo di incremento temporaneo, ma di abbassamento definitivo dell'aliquota da, per esempio, 43 a 35?


Esso, infatti, si calcola utilizzando come variabile la propensione marginale al consumo che ti ricordo misura gli incrementi di reddito, ossia variazioni crescenti di una variabile per sua natura temporanea (a meno che non credi che il moltiplicatore sia una specie di fissione nucleare dei consumi). Qui la tua incoerenza è evidente. Prima accetti e difendi la teoria monetarista, che – ripeto – rifiuta il moltiplicatore perché basato sulla teoria keynesiana del consumo considerata eccessivamente semplicistica, e poi fai una comparazione tra i due moltiplicatori. Mi sa che è meglio che cambi i tuoi numi tutelari in materia, sennò rischi una confusione che non fa onore alla tua intelligenza. Ti consiglio Lucas e Feldstein piuttosto che Friedman per trovare conferma alle tue idee da supply sider così cool and fashion. Ti avverto che non è il metodo più corretto di usare la scienza economica. La cosa più sbagliata che si possa fare in economia è approcciarsi ad un argomento con il solo fine di trovare conferme alle proprie opinioni di partenza.


Credo sia vizio piuttosto comune, visto l'ahimé che hai messo poco più giù


Comunque, non c’è nessuna evidenza empirica, neppure riscontrata da studi econometrici seri, che il moltiplicatore delle imposte sia più efficace di quello della spesa pubblica, così come non esiste nessuna evidenza – ahimè – che dimostri il contrario.

Il link che ti ho messo non serve a niente?



Il modello sarebbe influenzato da troppe variabili per cui è impossibile pervenire a una risposta definitiva sull’argomento. Le tue incrollabili certezze faresti meglio a metterle da parte. Che poi, se vogliamo dirla tutta, in valore assoluto il moltiplicatore della spesa pubblica 1/1-c è maggiore del moltiplicatore delle imposte c/1-c. La cosa è reperibile su qualsiasi manualetto di macroeconomia.

Citare la spesa sanitaria campana in una discussione sull’efficacia della spesa pubblica è come parlare di nucleare utilizzando come base del discorso il disastro di Cernobyl. Se la mia è malafede la tua non so come definirla.


Posso portare come esempio l'Italia oppure nemmeno in questo caso va bene?


La verità è che lo stato è un soggetto economico come imprese e famiglie. La sua particolarità risiede nel fatto che esso produce dei beni molto particolari, i quali non possono essere reperiti da imprese e famiglie rivolgendosi ad altri soggetti. A causa di tale caratteristica peculiare, occorre che lo stato sia quanto più efficiente possibile proprio perché in alcuni casi funge da monopolista naturale. Una discussione economica seria non può prescindere da tale assunto. Pensare allo stato come un inutile orpello non è un discorso solamente sbagliato, è semplicemente utopico.


Non ho mai detto che sia un orpello, ma che a parte le funzioni necessarie il resto sia un'appropriazione indebita.




Le altre questioni, però, le hai tralasciate.
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02/05/2011 22:44
 
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a) possono anche incrementare il risparmio. Ti ricordo che S è funzione di Y o credi ancora che dipenda dal saggio d'interesse?
Comunque non hai risposto al discorso sullo shock, forse perché non hai nulla da dire.

b) Ovvio che una spesa pubblica non equivale ad un'altra. Io preferisco la spesa pubblica, e tu la riduzione delle tasse. Se no che ci appiccichiamo a fare?

c) Si sbagli. Non so più come dirtelo che c'è differenza tra trend e shock momentaneo ma mi sono stancato quindi hai ragione tu: Friedman ha ideato il moltiplicatore delle imposte. E' scritto sul Giusperito-Blanchard

d) Serve e allora per lo stesso ragionamento il teoriema di Okun è il terzo segreto di Fatima

e) In Italia c'è solo spesa pubblica inefficiente?

f) Sapessi le appropriazioni indebite che legittima il mercato, eppure nessuna persona dotata di senno ne auspicherà mai l'abolizione



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02/05/2011 23:14
 
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Re:
JuanManuelFangio, 02/05/2011 22.44:

a) possono anche incrementare il risparmio. Ti ricordo che S è funzione di Y o credi ancora che dipenda dal saggio d'interesse?
Comunque non hai risposto al discorso sullo shock, forse perché non hai nulla da dire.


Ma nel momento in cui dici "anche"significa che mi dai ragione... posso, quindi, incrementare i consumi. E' ovvio che i risparmi crescano. Non dovrebbero crescere anche gli investimenti?


b) Ovvio che una spesa pubblica non equivale ad un'altra. Io preferisco la spesa pubblica, e tu la riduzione delle tasse. Se no che ci appiccichiamo a fare?


Non giocare a fare il furbo. Parlavo di modi di spendere il denaro pubblico e ti ho fatto degli esempi. Tu sei favorevole alla spesa pubblica e ti ho chiesto a qualsiasi tipo di spesa pubblica? Una spesa vale un'altra?


c) Si sbagli. Non so più come dirtelo che c'è differenza tra trend e shock momentaneo ma mi sono stancato quindi hai ragione tu: Friedman ha ideato il moltiplicatore delle imposte. E' scritto sul Giusperito-Blanchard


No, io voglio capire perché ho torto. Parlo di due livelli di consumi. Immagino che se dispongo di X consumerò Y, ma se dispongo di Z consumerò T. Ora certamente non parlo di un aumento costante e continuo dei consumi (come pensi tu). Dico solo che T sarà maggiore di Y. Non sto dicendo che T continuerà a crescere, ma solo che dopo la riduzione delle tasse ci sarà un livello di T maggiore salvo immaginare che la gente metta tutto a risparmio.


d) Serve e allora per lo stesso ragionamento il teoriema di Okun è il terzo segreto di Fatima

Ma ridurre le tasse non incentiva la spesa privata?


e) In Italia c'è solo spesa pubblica inefficiente?


Non ho capito la contestazione. Non tutta la spesa pubblica è inefficace, ma permettimi di dubitare che sia efficiente.



f) Sapessi le appropriazioni indebite che legittima il mercato, eppure nessuna persona dotata di senno ne auspicherà mai l'abolizione


Non so ho sempre pensato che Wall street fosse solo un film carino.






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Re:
giusperito, 20/04/2011 23.08:

Trix, ma mo' ti metti pure tu... che c'entra la costituzione con i principi.
Un pezzo di carta con tanti buoni propositi fatti il primo dell'anno. Poi inizia l'anno e i soliti vizi si ripresentano. Se proprio ti ricordi del pezzo di carta, inizi ad interpretarlo, a derogarlo e a trovare alibi.
Credo che lo slogan "il fascismo è libertà" valga più di mille argomentazioni.

Non è attraverso i principi consacrati in vecchie e polverose carte che cambierà qualcosa.
L'unica speranza di cambiamento è intercettare il sano egoismo degli individui per usarlo al fine di ridurre le tasse e, così, mettere la pallina sul piano inclinato.




Lo so che ci hai scritto la tesi di laurea.
Il fatto è che dietro le argomentazioni che non ho dubbio saranno state ottime, c'è il fatto che tu sei uno scettico di fondo.

Io invece credo che sono più stoico, credo che i principi contino, eccome se contano.
Tanto per dire, il primo emendamento della costituzione americana non è mica un feticcio o un pezzo di carta con cui pulirsi il c.
Vive perchè fa parte della coscienza morale del popolo. E quando i cittadini vanno in tribunale per far valere i loro diritti a quello si rifanno.

Ecco, secondo me le costituzioni, posso essere di due tipi. Una è come quella italiana che è un documento legale di cui non ci frega nulla, tranne quando può essere utile alla nostra lotta politica. L'altro tipo è come quella americana o francese, un documento legale e morale che esprime i valori comuni della repubblica.

Se la nostra costituzione è diventata un fantasma è perché essa non ha saputo esprimere valori morali e civili condivisi. Non ha saputo essere repubblicana.
Questo perché fu un compromesso tra le forze socialcomuniste e cattoliche che erano state estranee al risorgimento e alla vita dell'Italia unita che avevano sempre guardato con sospetto e diffidenza.
Perciò se bisogna cambiarla, come io credo, bisogna proprio cominciare dall'inizio, dai principi che contano gius, contano eccome. La storia la fanno le idee e le opinioni(hayek, Open Society) altrimenti finiano a fare i vattimo di strada.
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03/05/2011 00:37
 
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Re: Re:
trixam, 02/05/2011 23.49:




Lo so che ci hai scritto la tesi di laurea.
Il fatto è che dietro le argomentazioni che non ho dubbio saranno state ottime, c'è il fatto che tu sei uno scettico di fondo.

Io invece credo che sono più stoico, credo che i principi contino, eccome se contano.
Tanto per dire, il primo emendamento della costituzione americana non è mica un feticcio o un pezzo di carta con cui pulirsi il c.
Vive perchè fa parte della coscienza morale del popolo. E quando i cittadini vanno in tribunale per far valere i loro diritti a quello si rifanno.

Ecco, secondo me le costituzioni, posso essere di due tipi. Una è come quella italiana che è un documento legale di cui non ci frega nulla, tranne quando può essere utile alla nostra lotta politica. L'altro tipo è come quella americana o francese, un documento legale e morale che esprime i valori comuni della repubblica.

Se la nostra costituzione è diventata un fantasma è perché essa non ha saputo esprimere valori morali e civili condivisi. Non ha saputo essere repubblicana.
Questo perché fu un compromesso tra le forze socialcomuniste e cattoliche che erano state estranee al risorgimento e alla vita dell'Italia unita che avevano sempre guardato con sospetto e diffidenza.
Perciò se bisogna cambiarla, come io credo, bisogna proprio cominciare dall'inizio, dai principi che contano gius, contano eccome. La storia la fanno le idee e le opinioni(hayek, Open Society) altrimenti finiano a fare i vattimo di strada.




e come la mettiamo con i 10 comandamenti? [SM=x2244087]

scommetto che siamo tutti peccatori [SM=x43668]


...Kusovme
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