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Primarie napoli-repubblica

Ultimo Aggiornamento: 13/02/2011 01:31
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27/01/2011 00:40
 
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In italia certi argomenti diventano sempre un po'surreali.
Le primarie sono state inventate in Usa per cercare di selezionare meglio la classe dirigente e spesso hanno funzionato più che bene.
Senza le primarie Obama non sarebbe mai diventato presidente.
Stessa cosa dicasi per altri presidenti del passato da Clinton a Kennedy. Solo che negli Usa le primarie intese come voto tra candidati sono l'ultimo passo di una procedura molto complicata che dura più di un anno e mezzo. Tanto per dirne una, prima di andare a votare devi registrati come democratico o repubblicano, non è che puoi andare da un seggio ad un altro a fare il bello e cattivo tempo.

In Italia le abbiamo introdotte nel 2005 su volere di Prodi per una ragione completamente differente. Prodi era il leader del csx ma non era leader di un partito, una strana singolarità della nostra democrazia tra le tante altre. Così Prodi, memore di quello che era avvenuto durante la sua prima esperienza di governo, volle una legittimazione forte e popolare. Così da strumento di selezione della classe dirigente, le primarie divennero uno strumento di ratifica delle decisioni della classe dirigente. In questo ha ragione maximilian, c'è molto di berlusconiano. Il leader che si appella direttamente al popolo contro i suoi stessi alleati di cui non si fida.
A livello locale invece le cose sono state diverse. Le varie faide tra le sezioni locali che prima rimanevano nel segreto delle stanze del partito, invece sono uscite fuori.
In questo io non ci vedo nulla di male, anzi mi sembra che tutto sommato sia aumentata la trasparenza. Certo le varie fazioni fanno i maneggi che nel caso di napoli sono forse più che spregiudicati, ma non è che siccome perde il candidato ufficiale del partito allora le primarie non funzionano e sono uno strumento inutile.
Non c'è dubbio che spesso l'elettorato del Pd usi questo strumento per esprimere la rabbia contro la classe dirigente del proprio partito, che magari ha eletto alle primarie precedenti, come è avvenuto a Milano o l'anno scorso a Firenze, ma in un paese che ha una legge elettorale con le liste bloccate e i parlamentari nominati, mi sembra comprensibile.
Ecco se le primarie fossero fatte bene, sarebbero un modo per scardinare il porcellum, ma per farle bene bisogna adottare tutta la lunga e complessa procedura che fanno negli usa, o qualcosa di simile.

Sulla politica interna di napoli non saprei pronunciarmi non essendo napoletano e non vivendola quotidianamente.
La mia idea è che in fondo la situazione di napoli sia un po' simbolo di tante altre situazioni del sud. Le classi dirigenti meridionali sono in gran parte espressione di una borghesia intellettuale che ha una visione del mondo piuttosto ristretta che porta regolarmente all'immobilismo. Questa borghesia si divide in due settori: i cinici e gli idealisti. Con il sistema dei partiti della prima repubblica, queste due categorie riuscivano tutto sommato a coesistere. Solo così si può spiegare ad esempio che Pier Santi Mattarella e Salvo Lima stessero nello stesso partito. Con la crisi dei partiti post 92 la situazione è cambiata. Sui giornali si è sempre studiata la crisi rispetto al nord e all'assetto nazionale con berlusconi, lasciando a margine il sud. Nel sud i cinici generalmente si sono alleati con gli affaristi di tutte le risme, mentre gli idealisti hanno avuto il loro sbocco naturale nell'elitarismo. Bassolino e il bassolinismo hanno rappresentato un compromesso storico tra queste due tendenze, un tentativo di far continuare la prima repubblica a livello locale con una sovrastruttura diversa. Noi ci dimentichiamo che poco più di dieci anni fa Bassolino era il sindaco del rinascimento napoletano(o era il risorgimento? non mi ricordo), era uno dei più autorevoli candidati alla leadership del centrosinistra, se ne andava in giro a fare conferenze, gli intellettuali lo adoravano e gli davano quella patina di rispettabilità di cui un politico di centrosinistra non può fare a meno. Chiaro che il suo era un sistema destinato a crollare, una ridotta che si opponeva ai cambiamenti della storia che avvengono a livello nazionale ancora avvolti nell'ignoto. Come sempre però eliminato un regime, si pone la solita domanda: che fare?
Mentre nelle regioni del nord un modello di governance locale si è affermato o si afferma, magari grazie all'opera dei terribili sindaci leghisti che sono probabilmente i politici meglio preparati che ci siano in Italia, nel sud non sappiamo che pesci pigliare.
Il problema è sempre lo stesso: le nostre classi dirigenti, e con essi la società civile, sono incapaci di pensare a prospettive di sviluppo che vadano al di là della spesa pubblica.
Per questo figure come de luca a salerno o emiliano a Bari, raccolgono tanto consenso, anche se sono amministratori assolutamente insufficienti, soprattutto de luca, che è il sindaco della mia amata salerno.
Sopperiscono con la loro personalità ad una mancanza di politica.
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