sospetti,amarezze e veleni!
«Schifezze», le chiama lui. «Non essendo riusciti a battermi con il voto, provano ad attaccarmi con il fango».
Andrea Cozzolino si difende così. Il sorriso impenetrabile di chi non molla la presa e sa che il peggio comincia ora. Quarantasei anni, già rampante enfant-prodige della corte dei bassoliniani, potente assessore regionale alle Attività produttive prima di diventare europarlamentare con record di preferenze, Cozzolino è da ieri il contestatissimo candidato sindaco di Napoli, decretato dalle affollate primarie del centrosinistra.
«La vera battaglia è conquistare Palazzo San Giacomo, ce la possiamo fare», cerca di svicolare Cozzolino.
Non lo spaventano le bordate e l´annuncio di ricorso che arrivano dallo sconfitto Umberto Ranieri, già pupillo del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che fino a metà spoglio sembrava lanciatissimo verso la vittoria. Né si scompone per le accuse gravi di Nicola Oddati (anch´egli del Pd) e dell´ex magistrato Libero Mancuso, candidato di Sel.
Cozzolino si ferma invece sull´allarme lanciato da Walter Veltroni, condito da sarcasmo. «Pure i cinesi erano in coda. Se c´è una sola ombra, meglio intervenire subito», chiede l´ex segretario del Pd, ripartito dal Lingotto.
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Mentre il leader Pierluigi Bersani si complimenta con i dirigenti campani, infatti, Veltroni annota in un talkshow televisivo:
«In un video, ho visto che a Napoli c´erano molti cinesi che votavano. O erano dei cinesi democratici, o c´era qualcosa che non va. Se c´è anche una sola ombra, bisogna intervenire». Cozzolino fa spallucce, apparentemente. «
Basta con gli scontri di una stagione passata», fa sapere il candidato sindaco. Ma dietro il successo dell´europarlamentare c´è il sospetto dell´inatteso colpo di coda bassoliniano. La leadership dell´ex sindaco e poi governatore Antonio Bassolino venne pubblicamente censurata e messa all´indice, proprio nel 2008, dall´allora leader Veltroni nella terribile primavera dei rifiuti napoletani.
E ora i giochi si riaprono. Ma Cozzolino giura di essersi lanciato nell´agone delle primarie contro il parere di Bassolino. Il quale, con Bersani, aveva invano cercato una «figura terza e autorevole», un papa straniero per Napoli, da Lucia Annunziata al magistrato Raffaele Cantone. Per questo, il vincitore rivendica: «È la mia seconda vita. Chiedo di essere giudicato per quello che propongo. Se Bassolino mi ha aiutato nelle primarie? Chiedetelo a lui».
Un conflitto perenne. Eppure lo scontro di oggi si fonda su anomalie e dubbi concreti. Il voto bulgaro in alcune sezioni, come a via Janfolla a Miano, periferia nord, dove Cozzolino ha incassato ben 1067 voti su meno di 2mila elettori delle primarie; un seggio in cui, ciascun elettore avrebbe impiegato 31 secondi per entrare, votare ed uscire. Ancora: nell´area orientale della città, a Barra, un consigliere di municipalità del centrodestra e simpatizzanti del Pdl si infilano alle urne: Altri che escono e ricevono 10 euro o 5 euro. E poi il boom a Scampia o Marianella, in cui il Pd è ormai debolissimo. Così nel comitato di Ranieri girano battute al vetriolo. «Tommi Tommi di "rione Siberia" ha battuto il giurista Casavola». Oppure. «Il botto lo ha fatto Michél, quello di Miano». Tradotto: i capibastone dei rioni ad alta percentuale di illegalità, vicini a Cozzolino, l´hanno avuta vinta sull´appello degli intellettuali per Ranieri. Tommi? Michel? Sigle suggestive. Esistono, però. Incarnano i profili delle periferie.
Tommi Tommi è Tommaso Iavarone, ex ragazzo del Pci, poi finito in carcere per droga e infine assunto in una società partecipata della Regione proprio quando brilla la stella dell´ex assessore Cozzolino. Oggi quel Tommi conferma il maxi consenso per Cozzolino e attacca: «Ma perché quando Scampia e Secondigliano votavano in massa per il deputato Ranieri erano voti puliti e adesso puzzano? Spiegatemi». Così anche Michel, al secolo Michele Di Prisco, figlio di un ex notabile della Dc del luogo. «Anche Ranieri ci aveva chiesto il voto, ma ci ha deluso».
Cozzolino è vicino a realizzare il suo sogno. Scalpitò per fare il vicesindaco nella seconda consiliatura di Rosa Russo Iervolino, ma la signora dell´ex Dc, solitamente conciliante, gli disse no e si impuntò. Con un´argomentazione non rigettabile: la moglie di Cozzolino, bionda trentenne, appartiene ad una famiglia di costruttori nota in città, finita in controversie giudiziarie. «Se ho una causa con loro o un parere da chiedere, cosa faccio, chiedo al mio vicesindaco di astenersi?». Cozzolino ingoiò il rospo, ma non l´ha mai dimenticato. E ora la rivincita sembra vicina.