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01/12/2010 15:51 | |
Gervaise85, 01/12/2010 15.29:
Premetto che non l'ho visto per intero.
Sono rimasta sorpresa da Massimo Ranieri, che sapevo già essere bravo, ma la sua recitazione tradisce uno studio veramente scrupoloso e approfondito del personaggio e del testo tutto.
La Melato è BRAVA BRAVA BRAVA. Come poche, ormai.
Filumena Marturano è stata scritta PER Titina. Eduardo la scrisse pensando unicamente a lei come interprete. Persino Regina Bianchi non riuscì ad esserne all'altezza.
Insomma, fra le varie interpretazioni, quella di Titina è certamente quella suprema.
Detto questo, e messa da parte la mitologia, dico che la cosa più difficile del teatro Eduardiano è riprodurlo senza scimmiottarlo.
In questo, la versione di ieri sera è stata davvero buona. Gi attori sono riusciti, nei limiti del possibile, a lasciarsi alle spalle i giganti predecessori, e si sono appropriati dei personaggi.
Ho visto (stralci di) buon teatro.
E di ottima televisione. Una volta tanto.
Riguardo alla questione della lingua:
non mi sconvolge l'interpretazione in italiano. Alcune sottigliezze, certe inflessioni di quella splendinda lingua che è il napoletano possono essere comprese solo da chi è cresciuto parlandolo e ascoltandolo. Se anche fosse stato reso in napoletano, quel testo non avrebbe reso comunque tutta la sua complessità a chi il napoletano non lo conosce, e non ne conosce i toni, le inflessioni, la mimica. Dobbiamo rassegnarci a questa meravigliosa solitudine: ci sono cose che possiamo capire solo noi.
E ci sono cose che poteva far capire solo Eduardo. Eduardo, che anche senza parlare riusciva a dipingere complessi stati d'animo. Eduardo, che quegli stati d'animo li aveva costruiti con le sue mani. Eduardo era Eduardo.
E come qualsiasi grande autore dobbiamo rassegnarci anche al fatto che venga interpretato, rivisitato, tradotto, storpiato, tagliato, interpolato...
Non è un male: vuol dire che la sua opera è viva.
E che è vivo il teatro.
che il teatro sia vivo perche' vada in onda su rai uno la trovo un'argomentazione molto ottimista,ed anche un po'offensiva per il teatro stesso. |
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