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Napoli, da Bassolino a Lettieri: la sinistra sostiene il candidato del Pdl

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2011 03:11
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27/04/2011 15:35
 
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Re:
Giubo, 4/27/2011 3:10 PM:

Morcone




Posso chiederti sulla base di quali elementi poggia la tua comparazione con Bassolino?

Dall'articolo riportato supra mi pare che si dica la stessa cosa di Lettieri.

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27/04/2011 20:20
 
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la sinistra ha fallito a Napoli,di brutto.Tant'è
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27/04/2011 20:23
 
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Re:
Giubo, 4/27/2011 8:20 PM:

la sinistra ha fallito a Napoli,di brutto.Tant'è




Si però ti faccio notare che questo cristiano è stato presentato al posto di un primo candidato, che evidentemetne rappresentava la continuità che tu giustamente stigmatizzi.

Ti faccio anche notare che non ha mai lavorato a Napoli, cosa che ritengo davvero positiva.

Lettieri, Cosentino, Bassolino e co., invece, non si sono mai mossi da Napoli...

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27/04/2011 20:54
 
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I tormenti dei democrat e la massima (disattesa) di Mao Tse Tung
di SALVATORE PRISCO
(Corriere del Mezzogiorno - Campania e Napoli, sabato 23 maggio 2011)

Immaginare che si possano tenere elezioni primarie in un sistema politico ad assetto non bipartitico è il segno irrimediabile di una confusione analitica e di un provincialismo culturale che riguardano tutto il Partito democratico, nazionale e locale. Dopo di che, a Firenze, a Milano, a Torino, esse sono almeno servite all’uso per cui erano state concepite, a Napoli no. Dopo averle fatte, in genere negli USA i partiti si ricompattano sulla personalità che le ha vinte - Hillary Clinton è oggi il segretario di Stato, cioè il ministro degli esteri del Presidente Barack Obama - a Napoli no. Qui c’è voluto il Carneade Morcone (detto con rispetto: persona perbene, però illustre sconosciuto e catapultato all’ultimo momento) a risolvere il problema di cavare dal cappello un candidato a sindaco, ma la vicenda ha prodotto veleni che continuano ad inquinare l’ambiente del centrosinistra peggio che i rifiuti, i cui cumuli e il cui olezzo persistono in città ed è quanto dire.
Biagio de Giovanni annuncia così sul Riformista che voterà scheda bianca, mentre un gruppo di ex supporters di Umberto Ranieri, nonché di intellettuali e professionisti delusi dal recente passato, sottoscrive addirittura un pubblico appello per dichiarare che passerà armi e bagagli con Lettieri. Il segretario dei Democratici Enzo Amendola - diciamolo pure: questo cognome, una volta, era portato meglio, nella sinistra napoletana - recita un rituale mea culpa per il pasticcio combinato e (non potendo prendersela col primo, il cui peso culturale è inattaccabile) parte a testa bassa contro i secondi, tacciati di trasformismo. Ha buon gioco Antonio Napoli a ricordargli che il trasformismo è dei politici, gli elettori semplicemente scelgono tra più offerte sul campo. Sta di fatto, peraltro, che anche Napoli - inteso come cognome - non è esente da sospetti, essendo socio di affari di quel Claudio Velardi che, già assessore alla Regione nell’ultima stagione di Bassolino, dopo avere brillantemente organizzato la campagna elettorale della Polverini nel Lazio, ripete l’operazione al servizio dell’ex presidente degli industriali locali, a sua volta uomo non certo nuovo nell’ambiente politico partenopeo, in cui si era distinto per prossimità proprio al Governatore.
Per ricordare dunque Mao, «grande è il disordine sotto il cielo». Non si può tuttavia applicare a noi la seconda parte della massima cinese, che recitava «la situazione è perciò eccellente». Lontano da prospettive di ballottaggio l’unico aspirante che ad avviso di chi scrive avrebbe potuto costituire una soluzione dignitosa al rebus di chi guiderà per i prossimi anni l’amministrazione partenopea, cioè il terzopolista rettore di Salerno Raimondo Pasquino, la partita finale a sinistra rischiamo che se la giochi Luigi De Magistris. Nulla di illogico o di mai visto prima: da queste parti abbiamo sempre avuto bisogno del Masaniello di turno.
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28/04/2011 09:30
 
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Re:
(pollastro), 4/27/2011 8:54 PM:

I tormenti dei democrat e la massima (disattesa) di Mao Tse Tung
di SALVATORE PRISCO
(Corriere del Mezzogiorno - Campania e Napoli, sabato 23 maggio 2011)

Immaginare che si possano tenere elezioni primarie in un sistema politico ad assetto non bipartitico è il segno irrimediabile di una confusione analitica e di un provincialismo culturale che riguardano tutto il Partito democratico, nazionale e locale. Dopo di che, a Firenze, a Milano, a Torino, esse sono almeno servite all’uso per cui erano state concepite, a Napoli no. Dopo averle fatte, in genere negli USA i partiti si ricompattano sulla personalità che le ha vinte - Hillary Clinton è oggi il segretario di Stato, cioè il ministro degli esteri del Presidente Barack Obama - a Napoli no. Qui c’è voluto il Carneade Morcone (detto con rispetto: persona perbene, però illustre sconosciuto e catapultato all’ultimo momento) a risolvere il problema di cavare dal cappello un candidato a sindaco, ma la vicenda ha prodotto veleni che continuano ad inquinare l’ambiente del centrosinistra peggio che i rifiuti, i cui cumuli e il cui olezzo persistono in città ed è quanto dire.
Biagio de Giovanni annuncia così sul Riformista che voterà scheda bianca, mentre un gruppo di ex supporters di Umberto Ranieri, nonché di intellettuali e professionisti delusi dal recente passato, sottoscrive addirittura un pubblico appello per dichiarare che passerà armi e bagagli con Lettieri. Il segretario dei Democratici Enzo Amendola - diciamolo pure: questo cognome, una volta, era portato meglio, nella sinistra napoletana - recita un rituale mea culpa per il pasticcio combinato e (non potendo prendersela col primo, il cui peso culturale è inattaccabile) parte a testa bassa contro i secondi, tacciati di trasformismo. Ha buon gioco Antonio Napoli a ricordargli che il trasformismo è dei politici, gli elettori semplicemente scelgono tra più offerte sul campo. Sta di fatto, peraltro, che anche Napoli - inteso come cognome - non è esente da sospetti, essendo socio di affari di quel Claudio Velardi che, già assessore alla Regione nell’ultima stagione di Bassolino, dopo avere brillantemente organizzato la campagna elettorale della Polverini nel Lazio, ripete l’operazione al servizio dell’ex presidente degli industriali locali, a sua volta uomo non certo nuovo nell’ambiente politico partenopeo, in cui si era distinto per prossimità proprio al Governatore.
Per ricordare dunque Mao, «grande è il disordine sotto il cielo». Non si può tuttavia applicare a noi la seconda parte della massima cinese, che recitava «la situazione è perciò eccellente». Lontano da prospettive di ballottaggio l’unico aspirante che ad avviso di chi scrive avrebbe potuto costituire una soluzione dignitosa al rebus di chi guiderà per i prossimi anni l’amministrazione partenopea, cioè il terzopolista rettore di Salerno Raimondo Pasquino, la partita finale a sinistra rischiamo che se la giochi Luigi De Magistris. Nulla di illogico o di mai visto prima: da queste parti abbiamo sempre avuto bisogno del Masaniello di turno.



11/05/2011 10:35
 
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un quadro nero dei candidati.
scontro finale tra i 4 big
Forum a "Repubblica". I candidati: "Votate me, gli altri rappresentano il vecchio"
di CONCHITA SANNINO

Crisi rifiuti e liste inquinate scontro finale tra i 4 big

Gianni Lettieri, sul tarlo Cosentino e le liste inquinate, alla fine sbotta: "Comunque non mi interessa, Cosentino si difende da solo, sono autonomo. Sul resto: se non riesce il prefetto a fare i controlli preventivi sulle liste, come posso farli io?". Morcone rilancia le provocazioni: "Se mi vota Bassolino perché dovrei vergognarmi?", intanto si rimangia il no al termovalorizzatore a Napoli e lancia Libero Mancuso come suo assessore. Luigi de Magistris condanna tutti gli altri come "il vecchio consociativismo". Raimondo Pasquino ammette che sui rifiuti "Regione e Provincia non hanno fatto nulla" e, mentre flirta con Morcone, martella Lettieri: "Perché non avete commissariato il Comune?", definendo quella della Iervolino "l'amministrazione che ha espresso il nulla". Cento minuti per quattro agguerriti sfidanti a confronto nella redazione di Repubblica. Uno di essi sarà il successore di Rosa Russo Iervolino. Seduti di fronte a taccuini e telecamere di napoli. repubblica. it, i candidati de Magistris (Idv e Federazione Sinistra), Lettieri (Pdl, repubblicani, Forza del Sud), Morcone (Pd, Sel e Verdi) e Pasquino (Udc, Fli e Api) si misurano su rifiuti, camorra, sviluppo, cultura. Lettieri chiuderà con una battuta sdrammatizzante: "Certo, se va de Magistris al Comune, arresta tutti quanti".

Qual è il punto debole degli altri e il suo punto di forza?
Luigi de Magistris (d'ora in poi D) - Loro sono la continuità. È stato Cosentino, considerato referente politico del potente clan dei casalesi, a portare Lettieri da Berlusconi. Siamo nel sistema che governa la Regione in modo scellerato. Morcone rappresenta la continuità della fase peggiore del centrosinistra, vedi le ultime foto con Bassolino, e la Iervolino che chiude in condizioni disastrose, dalle buche ai trasporti, dal welfare al lavoro. E poi c'è Pasquino che ha come sponsor Ciriaco De Mita, tra i principali autori del dramma politico economico e morale di oggi. Il mio punto forte? Essere l'unica alternativa, avere una storia credibile.
Gianni Lettieri (L) - De Magistris fa il giustizialista ma l'unico che contestava la Iervolino ero io. Cosentino ha chiesto di essere processato con rito immediato, d'altro canto furono arrestati anche 4 assessori della Iervolino, poi assolti. E Cosentino si difende da solo, non mi interessa, sono autonomo, discutiamo al di là degli schieramenti. Pasquino ha come sponsor De Mita che ha governato prima e governa oggi. Morcone è la vera continuità. Sono io il volto della società civile.
Mario Morcone (M) - Su de Magistris pesa la sua storia personale, quello che ha fatto, facendo male alle persone...
D - Ricordo a Morcone che ho applicato il principio che la legge è uguale per tutti, e non ho mai fatto male a nessuno.
M - Quanto a Lettieri, incarna l'idea di una continuità e il suo trasversalismo lo certifica. Su Pasquino, grande rispetto, però poca energia e progetto debole. Esattamente il contrario per me: la mia credibilità deriva dalle cose che ho fatto come prefetto.
Raimondo Pasquino (P) - Lettieri è la continuità di questo Comune, che ha espresso il nulla. Basti il fatto che è andato con lui l'amministratore che ha fatto per 10 anni l'assessore allo sport, con esiti catastrofici. Morcone, persona stimabilissima, non è il frutto di una vera scelta politica, ma una soluzione al crac delle primarie. De Magistris risente dell'animo di pm, c'è il riflesso di un sospetto ovunque. Io candidato da De Mita? Falso. Ho accettato l'incarico offertomi da Casini, Fini e Rutelli per spirito di servizio".

Le liste, soprattutto Pdl, sono inquinate da indagati per camorra o condannati per vari reati. Come se ne esce?
L - Quarto è un comune a sé. Ma comunque per le nostre liste ero stato dal prefetto due settimane fa, gli volevo dare l'elenco per un controllo a monte, ha risposto che era impossibile. Ma se ci vogliono settimane per la prefettura come fa un candidato a sapere? Si deve modificare la legge a livello nazionale, in modo da eliminare i furbi".

Lettieri, ma Lepore ammonisce: sono i partiti a dover vigilare.
L - Il Pdl ha il maggior numero di candidati. Al Pd era successo a Castellammare di avere gli inquinati, non è per fare sterile polemica. Su 10mila candidati diventa difficile. Cerchiamo un modo per disinnescare i disonesti, avevo proposto un nuovo regolamento comunale.
M - Basta con 'sta storia. A livello comunale non si può fare niente. A Lettieri dico rispettosamente: si poteva evitare questo tentativo di imbarcare chiunque pur di avere voti.
L - Ma le scelte non le ho fatte io.
D - La verità è che i voti inquinati arrivano e i destinatari se li prendono. Alcuni nomi erano noti, Achille De Simone, Marco Nonno: rispettivamente rinviato a giudizio o sotto processo, poi c'è il nazifascista, la figlia di Stolder. Sono inquietanti i reati. E, senza essere lombrosiano, sono inquietanti alcune facce. Lettieri non poteva controllarli lui tutti, ma è chiaro che non c'è stata alcuna volontà di recidere il legame tra camorra e politica".
P - Come Terzo Polo abbiamo proposto un protocollo di legalità, ma l'ho firmato solo io. C'è una sensazione di permeabilità di aree politiche che si prestano a raccogliere un consenso che passa attraverso certi personaggi. Ecco perché abbiamo detto a Lettieri che era sbagliato mettere in lista un simpatizzante del nazismo, tenerlo in lista è una legittimazione.
L - Pasquino continua ad avvelenare il clima. L'unico che non mi ha dato la solidarietà incondizionata dopo l'aggressione, come invece ha fatto Morcone.
P - Ma ti ho fatto fare un applauso pubblico...
L - Io ho letto il comunicato, era diverso. Comunque la violenza va condannata e basta. Io l'ho detto al questore: non tollererò più nulla da qualunque parte venga.

Ciascuno dei 4 candidati ha una figura o un passato ingombrante da cui liberarsi. Per Lettieri, il noto leader Pdl. Per Morcone, l'eredità bassoliniana. Per de Magistris, la storia di magistrato aggressivo e radicale. Per Pasquino, l'investitura di De Mita che ormai fa governo e opposizione.
P - "Non c'è un solo mio atto politico mio in cui io sia accompagnato da De Mita. Non rinnego i rapporti, e De Mita ha dato tanto al paese, ma vorrei mi si valutasse per come ho fatto il sindaco a San Giorgio a Cremano. Poi non si dimentichi che chi ha gestito la Sanità in Campania è quello che oggi ha fatto eleggere il figlio e che appoggia Lettieri.

Lei si riferisce ai Montemarano.
P - Certo, il trasversalismo di questa città deve far paura. Chi ha provocato lo sfascio non è De Mita. Perché non dite che Bassolino ha impedito la candidatura di Pasquino, 5 anni fa?

Morcone, lei parallelamente, ha bisogno dei voti di Bassolino.
M - Io ho dato disponibilità a chi intende convergere sul mio programma. E poi non parliamo di persone con malattie infettive o che hanno condanne. Mi vota Bassolino? Non me ne vergogno. Sinceramente, non capisco neanche la storia delle primarie. Cosa c'entro con le primarie, che da 30 anni sto a Roma?

C'entra, Morcone: è dopo lo psicodramma primarie che arriva lei. E oggi sconta il fatto di parlare a un popolo di centrosinistra spaccato e deluso.
M - Io l'ho detto ai bassoliniani, come l'ho detto a Ranieri e a Oddati. Io resto autonomo. Se divento sindaco, governerò con il grado di libertà che garantisco, sennò torno a fare il prefetto.

Lettieri, per sganciarsi da Cosentino, punta sul trasversalismo. E viene attaccato da molti, D'Amato in testa.
L - Sempre a parlare di Cosentino? Io lo devo solo ringraziare perché sto lavorando in completa autonomia. Sul resto: ma perché si imputa il trasversalismo a me e non all'Udc che sta al governo in Regione e in Provincia e poi in questa sfida si accosta al Pd? E se Morcone non si vergogna dei voti dei bassoliniani, perché mi dovrei vergognare che i delusi del Pd votano Lettieri? In quanto a D'Amato, che non perde occasione per attaccarmi, mi chiedo: ha paura che si blocchino i suoi progetti su Napoli est? Se è tutto regolare, nessuno oserà bloccare nulla".

De Magistris, il profilo di pm d'assalto, poi espulso, come si concilia con la figura di sindaco? A questo proposito: quasi due anni fa lei sferrò un durissimo attacco al Capo dello Stato. Scrisse: "Napolitano sta avallando il piano di Gelli realizzato dal piduista Berlusconi". Ne è pentito?
D - Accetto solo la definizione di magistrato anticonformista, alla Calamandrei: sono stati gli altri a togliermi illegalmente le inchieste. Sul Presidente Napolitano, la mia critica è stata rispettosa ma ferma. Ricordiamo il contesto: era un momento delicatissimo, la legge Alfano, manifestamente incostituzionale come la Corte Costituzionale ha stabilito, fu comunque promulgata. Berlusconi provava, come fa oggi, a portare avanti un disegno eversivo. Il mio era un accorato appello al primo custode della Costituzione. Con piacere e soddisfazione noto che, negli ultimi mesi, il Presidente Napolitano ha assunto posizioni molto ferme e molto condivisibili a difesa della Costituzione".

Il primo giorno da sindaco a quale obiettivo lo dedica?
L - Al dramma numero uno, rifiuti. Punto alla modifica della legge nazionale, affinché il sindaco possa partecipare di più alla gestione del ciclo, e punto sul sito di trasferenza, sulla differenziata e sugli indispensabili impianti di compostaggio. Sul termovalorizzatore a Napoli est, devo essere onesto, non si può più tornare indietro, il bando c'è già, se ne parliamo facciamo anche turbativa d'asta.
M - Io il primo giorno vado a trovare prefetto e cardinale. E poi affronto il disastro rifiuti come una leva di riscatto sociale e morale.

Morcone, lei non era contro il termovalorizzatore a Napoli?
M - Veramente, non ho detto né sì né no. Ma come dice Lettieri ormai il progetto è in stato avanzato.
D - Bisogna avere credibilità per parlare di rifiuti. Chi sono i responsabili politici e morali? Berlusconi, che nel 2008 disse che l'avrebbe risolta e ora torna il 13 e prometterà altri miracoli. E Bassolino che è stato per anni supercommissario ed è sotto inchiesta per la sua gestione. Io investo sulla differenziata da portare al 70 per cento, sì agli impianti di compostaggio, no al termovalorizzatore a Napoli, rimodulare le tasse a seconda dei comportamenti virtuosi dei cittadini. Così rompiamo la filiera delle ecomafie e degli inceneritori. E sbloccheremo i 145 milioni di euro che l'Europa ha sotto chiave: non si fida della classe dirigente campana.
P - Deve passare il concetto che il cittadino che farà la differenziata sarà premiato. Lettieri sbaglia: non è vero che il sindaco non può nulla. Anzi, perché la Regione non commissaria il Comune che non sa fare la differenziata?

Per la Napoli che vuole rinascere, su quale luogo investire?
P - Decisamente sul centro storico, quelle parti di città che si sono degradate e che pure sono tutelate come patrimonio Unesco. Va fatta una variante al Piano regolatore e delle modifiche al regolamento edilizio per rilanciare il centro storico.
D - Due aree strategiche: Bagnoli e Napoli est. Bagnoli è il più grande fallimento, sono riusciti a fare pochissimo, nessuna bonifica. Ma aggiungerei i 30mila immobili del patrimonio comunale da riempire di vita o risanare. Diamoli a comitati, associazioni, facciamo la casa del teatro, la casa del cinema.
M - Il tema strategico è lì: centro storico, Bagnoli e Napoli est. Ma io scelgo 4 luoghi più semplici, del vissuto quotidiano, da risanare nei primi 15 giorni. Area pedonale alla Pignasecca. Restituire piazza Garibaldi alla sua dignità. Liberare Rotonda Diaz da caos, disordine. E vi sembrerà banale, liberare definitivamente l'accesso al Santobono.
L - Il centro storico, in cui però io contemplo anche il rione Sanità, deve diventare la nostra fabbrica del turismo. Lì c'è la nostra Barcellona.
Tra un anno e mezzo Napoli ospita, rifiuti permettendo, il Forum delle Culture, ad oggi una bella vetrina vuota. Avete un'idea sulla Napoli da ridisegnare?
P - La città dell'arte, della musica, della creatività. Mobiliterei la Napoli delle competenze, dell'Ateneo federiciano che è secondo in Italia, delle sue 5 università, città dei saperi.
D - Napoli non ha bisogno di marketing, non è Rimini o Riccione, dobbiamo puntare sul turismo, ma senza dimenticare le fasce deboli. Siamo in una città sempre più diseguale.
L - Vedi al punto 36 del mio programma: Napoli Convention Bureau per trasformare il turismo mordi e fuggi di ora in una industria dell'arte e della cultura. L'evento serve, a dispetto di ciò che pensa de Magistris, dobbiamo lavorare con serietà al Forum.
M - Il Forum è un lievito, ma ripartiamo dall'abc. Mancano i percorsi, gli infopoitn, i cartelli. Il Forum è un'occasione per rilanciare l'essenza stessa di Napoli, come crocevia del Mediterraneo di pace, dopo le rivolte di questi mesi.

Due nomi di assessori che vorreste nella vostra giunta.
D - Sono l'unico che li può fare sin d'ora perché non deve rispondere ai diktat degli apparati. Riccardo Realfonzo e Alberto Lucarelli, due docenti, portatori di un impegno anche etico.
L - Uno dei miei assessori è famoso e ha già detto sì. Fabio Cannavaro. Cosa aggiungere? Un nome importante che avrei voluto tanto ma non può: Alessandro Profumo. Gli ho parlato, era contento all'idea, ma non può impegnarsi per 5 anni.
M - Voglio convincere Libero Mancuso. Poi (sorride), sono sconvolto. Avevo avuto la stessa idea di Lettieri, Profumo.
P - Mentre voi ci pensavate, io l'ho invitato all'Università.
Dite la percentuale di voti al di sotto della quale, dopo il 15 maggio, vi sentireste delusi.
P - 18 per cento
M - 30 per cento
D - Sono più umile: 15 per cento.
L - Tra il 44 e il 45 per cento.
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19/05/2011 03:11
 
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Il fatto che Bassolino abbia appoggiato prima Morcone e poi Lettieri è la dimostrazione che Luigi De Magistris rappresenta la discontinuità con il bassolinismo e il berlusconismo.
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