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riforma della giustizia

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2011 18:06
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12/03/2011 17:15
 
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JuanManuelFangio, 12/03/2011 16.22:

Premesso che una riforma della "Giustizia" sia necessaria, bisognerebbe prima intendersi sul significato dell'affermazione.
Posso riformare i procedimenti, penali o civili, o posso riformare l'ordinamento giudiziario. Bisogna prima chiedersi lo scopo di un intervento legislativo.
Se ragioniamo dal punto di vista del cittadino, forse l'aspetto che maggiormente è percepito come importante è la celerità dei processi.
In questo il governo ha tentato per i processi civili la strada della mediazione obbligatoria. Solo il tempo ci dirà se la strada è quella giusta.
Per i procedimenti penali il discorso cambia totalmente. Alle buone intenzioni manifestate nel civile, fa da contrappeso la atavica esigenza del nostro premier di trovare un salvacondotto alle sue vicende giudiziarie, nonché un certo spirito di vendetta nei confronti dell'unico potere dello stato, escluso il quirinale di Giorgio Napolitano, che gli ha provocato qualche fastidio.
I problemi del penale non sono poi così diversi dal civile; la lunghezza dei tempi che nella specie diventa ancor più gravosa visti gli interessi coinvolti. Questa riforma interviene davvero sulla celerità del procedimento? La risposa è negativa. Il motivo si riallaccia alla considerazione fatta in precedenza. Questa è principalmente una riforma sull'ordinamento della magistratura e molto meno del procedimento, che in realtà è il vero nocciolo del problema.
In ogni caso, qualsiasi sarà la strada che si vorrà percorrere per avere tempi più brevi, bisognerà necessariamente accettare il compromesso brevità-meno garanzie. E' indubbio che più la legge prevede contrappesi, limiti alla discrezionalità dei giudici, remissioni nei poteri processuali, più quel procedimento sarà lento e periglioso.
Passando alla riforma, troppe cose non mi convincono.
Innanzitutto la composizione del csm. Rendere metà dei membri appartenenti o espressione del parlamento, riduce fortemente l'autonomia dell'organo. Purtroppo in questo paese la politica è quella che è, per cui mi risulta difficile che un Cuffaro o un Dell'Utri eleggano al csm una persona di specchiata moralità ed assoluto rispetto nei confronti del potere giudiziario.
La separazione delle carriere non mi convince perché credo che paradossalmente riduca le garanzie a favore dell'imputato. Attualmente i PM godono delle stesse garanzie previste per la magistratura giudicante, cosa già positiva, e un PM costretto ad esser tale per tutta la vita secondo me è meno portato alla morigeratezza e più propenso a cercare "visibilità" se non altro per tentare "altre" carriere. Ovvio che questa cosa accade anche oggi, però non credo che la soluzione sia separare le carriere, piuttosto la cosa temo possa diventare addirittura un incentivo al protagonismo dei PM. Ma sulla separazione non ho nessuna pregiudiziale, semplicemente non mi convince.
L'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale mi sconvolge non poco, e non ha nessun valore il discorso secondo cui il PM già sceglie quali procedimenti iniziare e quali no. Innanzitutto l'obbligo dell'azione penale è garanzia dell'art. 3 della Costituzione, capisco che a molti non piaccia, ma il principio d'uguaglianza c'è e va rispettato. In secondo luogo, eliminare tale obbligatorietà significa anche dare al PM la libertà di archiviare un procedimento senza che il GIP possa fare più nulla. Difatti, l'istituto dell'imputazione coatta ha senso solo in relazione al principio dell'obbligatorietà dell'azione penale. Quid iuris quando la parte offesa non condividerà le scelte repressive del PM?
Altra scelta del legislatore è la corte di disciplina. Il potere politico sarà preponderante per i motivi già descritti nell'altro post. Credete sia opportuno, con l'attuale classe politica, limitare il peso dei "togati" quando si dovrà decidere la sorte d'un magistrato? Questo passaggio mi puzza di normalizzazione, che serve tanto al nostro Premier per arrivare al Quirinale.
Il principio dell'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento mi sembra una evidente violazione del principio di parità tra accusa e difesa, ma non era proprio questo l'obiettivo sbandierato della riforma?


sulla separazione delle carriere condivido il pensiero di questa lettera scritta dall'unione delle camere penali........anche se ovviamente si deve vedere l'iter parlamentare a cosa porta!



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