border="0"

È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
       
CHI SIAMO
            
PROBLEMI D'ACCESSO?
            
SALVASTUDENTI
            
MATRICOLE
     
GALLERIA
      
INFO UTILI UNIVERSITà
        
FACEBOOK
 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

riforma della giustizia

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2011 18:06
Email Scheda Utente
Post: 3.394
Post: 3.390
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
11/03/2011 10:49
 
Quota

Sono iniziate le manovre per una Grande Riforma e sulla giustizia di colpo tutto è in movimento. E’ scattata cioè l’accelerazione che Berlusconi in persona aveva annunciato al Parlamento. Il ministro Angelino Alfano ieri mattina è salito al Quirinale ad illustrare i principi della riforma a un silenzioso e attento Capo dello Stato. Il superconsulente Niccolò Ghedini, da parte sua, ha cominciato a sondare i partiti della maggioranza. Ed ecco che cosa prevede la Grande Riforma: innanzitutto la separazione delle carriere, poi la responsabilità civile dei giudici, una differente articolazione del Consiglio superiore della magistratura e infine una modifica importante per la Corte costituzionale (a cui sarà imposto di decidere con maggioranze qualificate dei 2/3 dei membri e non più a maggioranza semplice).

Quattro capitoli dagli effetti rivoluzionari per l’ordinamento. Il premier vuole a tutti i costi che se ne cominci a parlare già nel prossimo consiglio dei ministri, venerdì della prossima settimana. E immediatamente s’è sentita la voce di Umberto Bossi: «Quando sarà il momento ci giocheremo le nostre carte». Anche i leghisti, insomma, e non solo i finiani (i quali fanno sapere: «Anche noi vogliamo la riforma, ma prima ci vuole un serio ragionamento su testi che non abbiamo ancora visto»), hanno le loro idee e si attendono un confronto vero. «Più che una riforma è un’azione punitiva per la magistratura», grida invece Donatella Ferranti, Pd.

Il Pdl ha insomma rotto gli indugi e messo a punto la sua piattaforma. Al primo punto, la separazione delle carriere. A scanso di equivoci ci sarà una esplicita menzione al problema della indipendenza già nella Costituzione. «Giudici e pubblici ministeri - sarà scritto - sono autonomi e indipendenti da ogni altro potere». Un passaggio che nelle intenzioni del Pdl dovrebbe sminare il campo dalla prima delle polemiche messe nel conto, ovvero la questione se portare o no il corpo dei pubblici ministeri sotto il controllo dell’Esecutivo. «Eventualità che noi abbiamo già scartato», fanno sapere fonti Pdl. E’ ancora in ballo, invece, e rimessa alla trattativa tra i partiti, la possibilità di eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale. Secondo una bozza di riforma, il pm eserciterebbe infatti l’azione penale secondo priorità stabilite dalla legge ordinaria, cioè priorità decise dal Parlamento. Anche la polizia giudiziaria resterebbe alle dipendenze del pm, ma «nelle forme stabilite dalla legge». Un’evidente attenuazione ai poteri del pm.

Un altro capitolo della Costituzione sarà modificato con un passaggio dedicato alla responsabilità civile dei giudici. «Giudici e pm - verrà scritto - sono responsabili degli atti compiuti nell’esercizio delle loro funzioni». E sempre in Costituzione dovrebbe essere inserito il principio che una sentenza di assoluzione non è appellabile dal magistrato. Il Consiglio superiore della magistratura dovrebbe restare unico e quindi a presiederlo sarà sempre il Capo dello Stato, ma sdoppiato al suo interno tra una branca dedicata alla carriera giudicante e un’altra a quella inquirente. Dovrebbe cambiare nella sua composizione, replicando le forme della Corte costituzionale (un terzo eletto dal Parlamento, un terzo scelto dal Presidente della Repubblica, un terzo eletto dalla magistratura). La sezione disciplinare sarà a sua volta sdoppiata e resa «avulsa» dal resto del Consiglio, ribattezzata Corte di disciplina: probabilmente i suoi membri non dovranno partecipare ad altra attività che questa. Quasi sicura un ritocco alla voce «pareri al ministro»: la maggioranza non vuole che ce ne siano di impatto «politico» e d’iniziativa del Consiglio, ma solo dietro esplicito invito del ministro Guardasigilli.

Quanto alla Corte costituzionale, superata l’idea di ritoccarla nel numero dei membri e nelle modalità di nomina, il Pdl vorrebbe introdurre il principio che le decisioni di costituzionalità vanno prese a maggioranza qualificata; da decidere se a 2/3 o 4/5 dei membri.
Email Scheda Utente
Post: 1.637
Post: 1.637
Utente Veteran
OFFLINE
11/03/2011 12:53
 
Quota

Qualche punto di questa riforma potrebbe essere anche condivisibile, e sottolineo "qualche punto". Tuttavia se la caliamo nel contesto in cui è nata ovviamente il cattivo pensiero viene...
Che poi Berlusconi ogni mese se ne esce con qualcosa di bollato come "urgente" a seconda delle sue vicende personali. Con tutti i problemi che abbiamo in Italia la riforma della giustizia mi pare la cosa meno urgente, soprattutto se non serve ad accorciare i processi nemmeno di un mese.
Email Scheda Utente
Post: 3.396
Post: 3.392
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
11/03/2011 15:00
 
Quota

Questa riforma non è in sé negativa. Molti punti o quasi tutta è condivisibile. L'unico problema che noto non sia stato trattato con l'attenzione che merita è la piccola riforma del cpp. Si tratta di una postilla, quella determinante, che altera il contenuto sostanziale della riforma. Potrebbe essere uno spunto interessante. In ogni caso il vero problema della nostra cara sinistra è che non va a vedere le carte e mette all'angolo B. Purtroppo hanno perso un'altra occasione per dimostrare al Paese che loro sono alternativa.
Il problema giustizia è avvertito dai cittadini e la sinistra non dà l'impressione di averlo capito. Alla fine il pdl si ergerà per l'ennesima volta a difensore dei deboli che sono impelagati nelle beghe giudiziarie e il csx avrà fatto solo sterile opposizione.

Poi voglio dire il livello dell'informazione italiana è così scadente che Caselli sul Fatto ha ritenuto opportuno spiegare che le riparazioni per danno ingiusto sono la stessa cosa della responsabilità civile e che ammontano a cifre già elevate (in verità le cifre, se sono alte, dimostrano proprio che la magistratura lavora male e che, quindi, sarebbe necessaria una riforma). Palamara, ancora senza aver letto la riforma, già parla di sistema punitivo e ci annuncia che la responsabilità civile farà lavorare male i magistrati e diminuire la loro efficienza. Tuttavia anche i medici del pronto soccorso devono rispondere per RC e continuano a lavorare. Eppure fuori all'ospedale san paolo qualche nostro simpatico collega avvocato mandava i suoi praticanti a recuperare clienti dai dimessi dal pronto soccorso.
[Modificato da giusperito 11/03/2011 15:19]
Email Scheda Utente
Post: 26.878
Post: 22.051
Utente Gold
OFFLINE
11/03/2011 18:35
 
Quota

una riforma, in quei 4 punti, che non risolve il problema della giustizia: l'efficienza.

i cittadini aspettavano con ansia e urgenza la separazione delle carriere?

ad ogni modo, la sinistra può dormire sonni tranquilli. E' una riforma costituzionale questa, vero?


...Kusovme
Email Scheda Utente
Post: 3.399
Post: 3.395
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
11/03/2011 20:54
 
Quota

Si il punto è che si tratta di una riforma costituzionale, ma ho paura che possa passare e resistere (forse perché conviene a tutti) lo spostamento dell'azione penale sotto il controllo della pg.

Il punto per i cittadini non è la sostanza della proposta, ma come viene raccontata. Se ti dicono che questa riforma è epocale e risolve la lentezza dei processi, tu elettore medio non è che ti vai a studiare l'assetto costituzionale e capisci che non c'entra nulla, ma giudichi positivamente. Il vero fallimento della sinistra sta nell'incapacità di intercettare questi temi. Lasciando da parte il giudizio personale sulla riforma dell'università, penso sia successa la stessa cosa anche lì. Infatti si tratta di un grande spot (per certi versi a me la riforma piace) in cui si raccontava che finiva la baronia e si introduceva il merito. La sinistra è salita sulle torri ed ha criticato tutto senza andare davvero a fare le pulci alla proposta, nemmeno a bluffare alzando la posta. Ha preferito dare l'impressione di difendere il passato e la gente ne ha dato un giudizio negativo. Lo stesso discorso vale per le ipotetiche riforme economiche.
Ora è ovvio che B. perculi gli italiani, ma è anche vero che tra uno che quanto meno dice di voler cambiare le cose che gli italiani desiderano cambino ed un altro che ti dice che non le vuole cambiare, la scelta diventa quasi scontata.
Email Scheda Utente
Post: 37.110
Post: 12.859
Utente Gold
OFFLINE
11/03/2011 20:56
 
Quota

non bisogna essere luminari del diritto processuale per capire che questa riforma non solo non risolve i problemi della giustizia, ma che di fatto è l'attuazione definitiva del piano di Licio Gelli
Email Scheda Utente
Post: 3.401
Post: 3.397
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
11/03/2011 20:59
 
Quota

Giubo ma valutiamo la sostanza o chi l'ha proposta?
Email Scheda Utente
Post: 37.113
Post: 12.862
Utente Gold
OFFLINE
11/03/2011 21:00
 
Quota

la sostanza, gius; sbaglio o tra i punti della riforma c'è anche quello di eliminare in parte l'obbligatorietà dell'azione penale? E'una prospettiva decisamente inquietante a mio giudizio.
Email Scheda Utente
Post: 448
Post: 448
Utente Senior
OFFLINE
11/03/2011 21:02
 
Quota

Lo scopo di questa riforma non è accellerare e rendere più efficiente il sistema giudiziario. La ratio che trapela (anche piuttosto palesemente) dalla lettura del Ddl Cost. è la volonta del Governo di rendere più controllabile la magistratura agendo su vari fronti e scardinandone l'indipendenza.

A tal fine si rendono i membri laici, graditi alle maggioranze parlamentari, la metà dei componenti degli organi di autogoverno della magistratura (art. 6-7), ciò consentirebbe alla maggioranza parlamentare, nominata dai capi-partito della coalizione che ha vinto le elezioni (ricordiamo che a seguito della L. elettorale 270/2005 i parlamentari sono nominati dai capi-partito) di avere una fortissima ingerenza nei procedimenti relativi ad assunzione, assegnazioni, trasferimenti e promozioni dei magistrati (art. 8), con ovvie conseguenze in ordine all'effettiva indipendenza della magistratura (che negli ordinamenti democratici serve da contraltare all'abuso dei poteri da parte dei politici che compongono il potere legislativo e l'esecutivo). Stesso discorso vale per la Corte di Disciplina (art. 9), la politica avrà un peso presumibilente maggiore (in quanto lo stesso presidente di tale Corte, e i due vicepresidenti sono essi stessi eletti tra i membri laici) della stessa magistratura per quanto concerne i procedimenti disciplinari.

L'art. 10 modifica l'attuale art. 106 della Cost. consentendo così la nomina anche elettiva di magistrati onorari (che non hanno cioè vinto il concorso, che è comunque garanzia di maggiore preparazione tecnica per il magistrato) anche per i membri dei collegi (oggi è possibile solo per le funzioni attribuite a giudici singoli, es.: giudice di pace), come già preconizzato in passato da Bossi.

L'art. 12 depotenzia enormemente i poteri di indagine e di esecuzione delle attività di polizia giudiziaria del Pm e del Giudice, in quanto mentre oggi questi dispongono direttamente della Polizia Giudiziaria (cd. dipendenza "funzionale", non burocratico-amministrativa) con la riforma il Pm se deve procedere ad un atto che richiede l'ausilio della forza pubblica deve chiedere prima la disponibilità di questa agli ufficiali di polizia secondo modalità disciplinate dalla legge (chissà cosa si inventeranno qui per non consentire ai Pm di avere gli strumenti necessari per lo svolgimento delle indagini).

Con l'art. 14 si consente al legislatore di intervenire con successiva legge ordinaria per impedire alla parte pubblica di proporre appello contro le sentenze di proscioglimento (oggi possibile quando "nuove prove sono sopravvenute o scoperte dopo il giudizio di primo grado ed esse appaiono decisive, cioè idonee, se fossero state scoperte prima a determinare una sentenza di condanna), con evidete deroga del principio di partà processuale tra accusa e difesa a forte vantaggio di quest'ultima (chiamiamolo "eccesso di garantismo").

Per i restanti artt. concernenti la resp. civile dei magistrati essa è già prevista dalla legge 117/88, evidentemente si modificano le norme costituzionali per ampliarne successivamente la portata.

Ora la mia domanda è, in un paese caratterizzato da un sistema giuridico estremamente garantista, in mano alle mafie, con un livello di corruzione superiore a quello della Tunisia di Ben Alì, con i magistrati in Calabria che trovano i Bazooka fuori la porta di casa, è davvero necessaria una riforma della giustizia che limiti ancora di più i poteri della magistratura in nome di un ulteriore garantismo e della privacy???
Email Scheda Utente
Post: 3.402
Post: 3.398
Utente Master
Moderatore
OFFLINE
11/03/2011 21:03
 
Quota

Giubo ma io sto testo di riforma non l'ho letto... purtroppo ho solo sentito delle cose e così mi fa difficoltà parlarne.
Email Scheda Utente
Post: 37.116
Post: 12.865
Utente Gold
OFFLINE
11/03/2011 21:26
 
Quota

beh gius è bene leggerle le cose per capirle...e per quello che ho letto io ho capito che è proprio così,di fatto attua in parte quello che Licio Gelli non è riuscito ad attuare e soprattutto pone la magistratura sotto un vero e proprio controllo politico..ma dove mai si è visto?
Email Scheda Utente
Post: 1.894
Post: 1.894
Utente Veteran
OFFLINE
12/03/2011 00:08
 
Quota

W Licio Gelli

Abbasso Berlusconi
Email Scheda Utente
Post: 26.889
Post: 22.062
Utente Gold
OFFLINE
12/03/2011 11:58
 
Quota

Re:
giusperito, 11/03/2011 20.54:

Si il punto è che si tratta di una riforma costituzionale, ma ho paura che possa passare e resistere (forse perché conviene a tutti) lo spostamento dell'azione penale sotto il controllo della pg.

Il punto per i cittadini non è la sostanza della proposta, ma come viene raccontata. Se ti dicono che questa riforma è epocale e risolve la lentezza dei processi, tu elettore medio non è che ti vai a studiare l'assetto costituzionale e capisci che non c'entra nulla, ma giudichi positivamente. Il vero fallimento della sinistra sta nell'incapacità di intercettare questi temi. Lasciando da parte il giudizio personale sulla riforma dell'università, penso sia successa la stessa cosa anche lì. Infatti si tratta di un grande spot (per certi versi a me la riforma piace) in cui si raccontava che finiva la baronia e si introduceva il merito. La sinistra è salita sulle torri ed ha criticato tutto senza andare davvero a fare le pulci alla proposta, nemmeno a bluffare alzando la posta. Ha preferito dare l'impressione di difendere il passato e la gente ne ha dato un giudizio negativo. Lo stesso discorso vale per le ipotetiche riforme economiche.
Ora è ovvio che B. perculi gli italiani, ma è anche vero che tra uno che quanto meno dice di voler cambiare le cose che gli italiani desiderano cambino ed un altro che ti dice che non le vuole cambiare, la scelta diventa quasi scontata.



sarà per qst che faccio parte della minoranza... [SM=x43813]
gli altri saranno soddisfatti, beati loro, come tutti i credenti


...Kusovme
Email Scheda Utente
Post: 3.049
Post: 3.034
Utente Master
OFFLINE
12/03/2011 13:34
 
Quota

Re:
Giubo, 11/03/2011 21.26:

beh gius è bene leggerle le cose per capirle...e per quello che ho letto io ho capito che è proprio così,di fatto attua in parte quello che Licio Gelli non è riuscito ad attuare e soprattutto pone la magistratura sotto un vero e proprio controllo politico..ma dove mai si è visto?


scusami Giubo....in quale articolo del progetto di legge hai letto questa cosa?mi sarà sfuggito



12/03/2011 13:49
 
Quota

Re:
federico.2, 11/03/2011 21.02:

Lo scopo di questa riforma non è accellerare e rendere più efficiente il sistema giudiziario. La ratio che trapela (anche piuttosto palesemente) dalla lettura del Ddl Cost. è la volonta del Governo di rendere più controllabile la magistratura agendo su vari fronti e scardinandone l'indipendenza.

A tal fine si rendono i membri laici, graditi alle maggioranze parlamentari, la metà dei componenti degli organi di autogoverno della magistratura (art. 6-7), ciò consentirebbe alla maggioranza parlamentare, nominata dai capi-partito della coalizione che ha vinto le elezioni (ricordiamo che a seguito della L. elettorale 270/2005 i parlamentari sono nominati dai capi-partito) di avere una fortissima ingerenza nei procedimenti relativi ad assunzione, assegnazioni, trasferimenti e promozioni dei magistrati (art. 8), con ovvie conseguenze in ordine all'effettiva indipendenza della magistratura (che negli ordinamenti democratici serve da contraltare all'abuso dei poteri da parte dei politici che compongono il potere legislativo e l'esecutivo). Stesso discorso vale per la Corte di Disciplina (art. 9), la politica avrà un peso presumibilente maggiore (in quanto lo stesso presidente di tale Corte, e i due vicepresidenti sono essi stessi eletti tra i membri laici) della stessa magistratura per quanto concerne i procedimenti disciplinari.

L'art. 10 modifica l'attuale art. 106 della Cost. consentendo così la nomina anche elettiva di magistrati onorari (che non hanno cioè vinto il concorso, che è comunque garanzia di maggiore preparazione tecnica per il magistrato) anche per i membri dei collegi (oggi è possibile solo per le funzioni attribuite a giudici singoli, es.: giudice di pace), come già preconizzato in passato da Bossi.

L'art. 12 depotenzia enormemente i poteri di indagine e di esecuzione delle attività di polizia giudiziaria del Pm e del Giudice, in quanto mentre oggi questi dispongono direttamente della Polizia Giudiziaria (cd. dipendenza "funzionale", non burocratico-amministrativa) con la riforma il Pm se deve procedere ad un atto che richiede l'ausilio della forza pubblica deve chiedere prima la disponibilità di questa agli ufficiali di polizia secondo modalità disciplinate dalla legge (chissà cosa si inventeranno qui per non consentire ai Pm di avere gli strumenti necessari per lo svolgimento delle indagini).

Con l'art. 14 si consente al legislatore di intervenire con successiva legge ordinaria per impedire alla parte pubblica di proporre appello contro le sentenze di proscioglimento (oggi possibile quando "nuove prove sono sopravvenute o scoperte dopo il giudizio di primo grado ed esse appaiono decisive, cioè idonee, se fossero state scoperte prima a determinare una sentenza di condanna), con evidete deroga del principio di partà processuale tra accusa e difesa a forte vantaggio di quest'ultima (chiamiamolo "eccesso di garantismo").

Per i restanti artt. concernenti la resp. civile dei magistrati essa è già prevista dalla legge 117/88, evidentemente si modificano le norme costituzionali per ampliarne successivamente la portata.

Ora la mia domanda è, in un paese caratterizzato da un sistema giuridico estremamente garantista, in mano alle mafie, con un livello di corruzione superiore a quello della Tunisia di Ben Alì, con i magistrati in Calabria che trovano i Bazooka fuori la porta di casa, è davvero necessaria una riforma della giustizia che limiti ancora di più i poteri della magistratura in nome di un ulteriore garantismo e della privacy???




a primo impatto se questi sono i punti non mi sembra tanto condivisibile...
Email Scheda Utente
Post: 771
Post: 768
Utente Senior
OFFLINE
12/03/2011 16:22
 
Quota

Premesso che una riforma della "Giustizia" sia necessaria, bisognerebbe prima intendersi sul significato dell'affermazione.
Posso riformare i procedimenti, penali o civili, o posso riformare l'ordinamento giudiziario. Bisogna prima chiedersi lo scopo di un intervento legislativo.
Se ragioniamo dal punto di vista del cittadino, forse l'aspetto che maggiormente è percepito come importante è la celerità dei processi.
In questo il governo ha tentato per i processi civili la strada della mediazione obbligatoria. Solo il tempo ci dirà se la strada è quella giusta.
Per i procedimenti penali il discorso cambia totalmente. Alle buone intenzioni manifestate nel civile, fa da contrappeso la atavica esigenza del nostro premier di trovare un salvacondotto alle sue vicende giudiziarie, nonché un certo spirito di vendetta nei confronti dell'unico potere dello stato, escluso il quirinale di Giorgio Napolitano, che gli ha provocato qualche fastidio.
I problemi del penale non sono poi così diversi dal civile; la lunghezza dei tempi che nella specie diventa ancor più gravosa visti gli interessi coinvolti. Questa riforma interviene davvero sulla celerità del procedimento? La risposa è negativa. Il motivo si riallaccia alla considerazione fatta in precedenza. Questa è principalmente una riforma sull'ordinamento della magistratura e molto meno del procedimento, che in realtà è il vero nocciolo del problema.
In ogni caso, qualsiasi sarà la strada che si vorrà percorrere per avere tempi più brevi, bisognerà necessariamente accettare il compromesso brevità-meno garanzie. E' indubbio che più la legge prevede contrappesi, limiti alla discrezionalità dei giudici, remissioni nei poteri processuali, più quel procedimento sarà lento e periglioso.
Passando alla riforma, troppe cose non mi convincono.
Innanzitutto la composizione del csm. Rendere metà dei membri appartenenti o espressione del parlamento, riduce fortemente l'autonomia dell'organo. Purtroppo in questo paese la politica è quella che è, per cui mi risulta difficile che un Cuffaro o un Dell'Utri eleggano al csm una persona di specchiata moralità ed assoluto rispetto nei confronti del potere giudiziario.
La separazione delle carriere non mi convince perché credo che paradossalmente riduca le garanzie a favore dell'imputato. Attualmente i PM godono delle stesse garanzie previste per la magistratura giudicante, cosa già positiva, e un PM costretto ad esser tale per tutta la vita secondo me è meno portato alla morigeratezza e più propenso a cercare "visibilità" se non altro per tentare "altre" carriere. Ovvio che questa cosa accade anche oggi, però non credo che la soluzione sia separare le carriere, piuttosto la cosa temo possa diventare addirittura un incentivo al protagonismo dei PM. Ma sulla separazione non ho nessuna pregiudiziale, semplicemente non mi convince.
L'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale mi sconvolge non poco, e non ha nessun valore il discorso secondo cui il PM già sceglie quali procedimenti iniziare e quali no. Innanzitutto l'obbligo dell'azione penale è garanzia dell'art. 3 della Costituzione, capisco che a molti non piaccia, ma il principio d'uguaglianza c'è e va rispettato. In secondo luogo, eliminare tale obbligatorietà significa anche dare al PM la libertà di archiviare un procedimento senza che il GIP possa fare più nulla. Difatti, l'istituto dell'imputazione coatta ha senso solo in relazione al principio dell'obbligatorietà dell'azione penale. Quid iuris quando la parte offesa non condividerà le scelte repressive del PM?
Altra scelta del legislatore è la corte di disciplina. Il potere politico sarà preponderante per i motivi già descritti nell'altro post. Credete sia opportuno, con l'attuale classe politica, limitare il peso dei "togati" quando si dovrà decidere la sorte d'un magistrato? Questo passaggio mi puzza di normalizzazione, che serve tanto al nostro Premier per arrivare al Quirinale.
Il principio dell'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento mi sembra una evidente violazione del principio di parità tra accusa e difesa, ma non era proprio questo l'obiettivo sbandierato della riforma?



Email Scheda Utente
Post: 37.121
Post: 12.866
Utente Gold
OFFLINE
12/03/2011 16:26
 
Quota

Juan Manuel mi associo, e riguardo l'ultimo punto relativo all'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento mi permetto di ricordare che sul punto già si è espressa la Corte Costituzionale, dichiarando illegittima la Pecorella proprio perchè lesiva del principio della parità delle parti..purtroppo il Parlamento reagisce allo stesso modo in cui reagì una decina d'anni fa alla pronuncia di incostituzionalità dell'art. 513, inserendo la norma illegittima nella Costituzione.
Email Scheda Utente
Post: 37.123
Post: 12.868
Utente Gold
OFFLINE
12/03/2011 16:30
 
Quota

Re: Re:
aurora984, 12/03/2011 13.34:


scusami Giubo....in quale articolo del progetto di legge hai letto questa cosa?mi sarà sfuggito







relativamente all'obbligatorietà dell'azione penale, appunto: ti pare poco che la magistratura debba essere vincolata in questo?

[Modificato da Giubo 12/03/2011 16:31]
Email Scheda Utente
Post: 3.054
Post: 3.039
Utente Master
OFFLINE
12/03/2011 17:08
 
Quota

Re: Re: Re:
Giubo, 12/03/2011 16.30:




relativamente all'obbligatorietà dell'azione penale, appunto: ti pare poco che la magistratura debba essere vincolata in questo?



si in effetti questa cosa dell'azione penale obbligatoria esercitata secondo criteri ci legge,ha spiazzato anche me....non sono penalista,quindi posso fare giusto qualche considerazione alla luce di quello che ho imparato all'università e basta.
Leggendola per sommi capi non mi sembra così un disastro,certo sicuramente ci sono un po' di cose da rivedere proprio per garantire l'indipendenza dei giudici,ma non la boccio con un no secco,questo intendevo!Alla fine è un disegno di legge costituzionale ne deve fare di strada....
Email Scheda Utente
Post: 3.055
Post: 3.040
Utente Master
OFFLINE
12/03/2011 17:15
 
Quota

Re:
JuanManuelFangio, 12/03/2011 16.22:

Premesso che una riforma della "Giustizia" sia necessaria, bisognerebbe prima intendersi sul significato dell'affermazione.
Posso riformare i procedimenti, penali o civili, o posso riformare l'ordinamento giudiziario. Bisogna prima chiedersi lo scopo di un intervento legislativo.
Se ragioniamo dal punto di vista del cittadino, forse l'aspetto che maggiormente è percepito come importante è la celerità dei processi.
In questo il governo ha tentato per i processi civili la strada della mediazione obbligatoria. Solo il tempo ci dirà se la strada è quella giusta.
Per i procedimenti penali il discorso cambia totalmente. Alle buone intenzioni manifestate nel civile, fa da contrappeso la atavica esigenza del nostro premier di trovare un salvacondotto alle sue vicende giudiziarie, nonché un certo spirito di vendetta nei confronti dell'unico potere dello stato, escluso il quirinale di Giorgio Napolitano, che gli ha provocato qualche fastidio.
I problemi del penale non sono poi così diversi dal civile; la lunghezza dei tempi che nella specie diventa ancor più gravosa visti gli interessi coinvolti. Questa riforma interviene davvero sulla celerità del procedimento? La risposa è negativa. Il motivo si riallaccia alla considerazione fatta in precedenza. Questa è principalmente una riforma sull'ordinamento della magistratura e molto meno del procedimento, che in realtà è il vero nocciolo del problema.
In ogni caso, qualsiasi sarà la strada che si vorrà percorrere per avere tempi più brevi, bisognerà necessariamente accettare il compromesso brevità-meno garanzie. E' indubbio che più la legge prevede contrappesi, limiti alla discrezionalità dei giudici, remissioni nei poteri processuali, più quel procedimento sarà lento e periglioso.
Passando alla riforma, troppe cose non mi convincono.
Innanzitutto la composizione del csm. Rendere metà dei membri appartenenti o espressione del parlamento, riduce fortemente l'autonomia dell'organo. Purtroppo in questo paese la politica è quella che è, per cui mi risulta difficile che un Cuffaro o un Dell'Utri eleggano al csm una persona di specchiata moralità ed assoluto rispetto nei confronti del potere giudiziario.
La separazione delle carriere non mi convince perché credo che paradossalmente riduca le garanzie a favore dell'imputato. Attualmente i PM godono delle stesse garanzie previste per la magistratura giudicante, cosa già positiva, e un PM costretto ad esser tale per tutta la vita secondo me è meno portato alla morigeratezza e più propenso a cercare "visibilità" se non altro per tentare "altre" carriere. Ovvio che questa cosa accade anche oggi, però non credo che la soluzione sia separare le carriere, piuttosto la cosa temo possa diventare addirittura un incentivo al protagonismo dei PM. Ma sulla separazione non ho nessuna pregiudiziale, semplicemente non mi convince.
L'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale mi sconvolge non poco, e non ha nessun valore il discorso secondo cui il PM già sceglie quali procedimenti iniziare e quali no. Innanzitutto l'obbligo dell'azione penale è garanzia dell'art. 3 della Costituzione, capisco che a molti non piaccia, ma il principio d'uguaglianza c'è e va rispettato. In secondo luogo, eliminare tale obbligatorietà significa anche dare al PM la libertà di archiviare un procedimento senza che il GIP possa fare più nulla. Difatti, l'istituto dell'imputazione coatta ha senso solo in relazione al principio dell'obbligatorietà dell'azione penale. Quid iuris quando la parte offesa non condividerà le scelte repressive del PM?
Altra scelta del legislatore è la corte di disciplina. Il potere politico sarà preponderante per i motivi già descritti nell'altro post. Credete sia opportuno, con l'attuale classe politica, limitare il peso dei "togati" quando si dovrà decidere la sorte d'un magistrato? Questo passaggio mi puzza di normalizzazione, che serve tanto al nostro Premier per arrivare al Quirinale.
Il principio dell'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento mi sembra una evidente violazione del principio di parità tra accusa e difesa, ma non era proprio questo l'obiettivo sbandierato della riforma?


sulla separazione delle carriere condivido il pensiero di questa lettera scritta dall'unione delle camere penali........anche se ovviamente si deve vedere l'iter parlamentare a cosa porta!



Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:19. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com