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Tutto Berlusconi: vs Tremonti, vs Vaticano, caso Ruby, varie ed eventuali

Ultimo Aggiornamento: 01/03/2011 23:41
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04/01/2011 20:56
 
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1- S-BOTTO DI CAPODANNO ANTI-GIULIETTO PER IL BANANA: "DOPO FINI  ECCONE UN ALTRO..."  -

2- IL CAI-NANO ULTIMAMENTE SU TREMONTI NON SI TIENE PROPRIO. ANZI. CON  ALMENO UNA DECINA TRA DEPUTATI, SENATORI E COLLABORATORI VARI E'  STATO PIUTTOSTO CHIARO. DA UN ELOQUENTE "MI VUOLE FAR FUORI" A UN  CONVINTO "MIRA AD ARRIVARE A PALAZZO CHIGI" -

3- L’ANOMALA SMENTITA VIA ANSA, IMPLORATA DA BONAIUTI ALL’ORA DI CENA,  DELLA TELEFONATA SCAZZO COL SUO MINISTRO PIÙ IMPORTANTE, NON FA CHE  DARE CORPO ALLE VOCI CHE VOGLIONO IL CAVALIERE INFOJATO SEMPRE PIÙ CERTO  DEL TRADIMENTO DI GIULIETTO -

4- SILVIO ORMAI VEDE CONGIURATI OVUNQUE E NON NASCONDE IL MALESSERE  NEI CONFRONTI DI MARONI E CALDEROLI, CERTO ORMAI DI UN ASSE  “CARROCCIO-TESORO” -                   

                               
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DAGOREPORT
E vabbé, povero Cavaliere, gli  anni passano ma le beghe son sempre le stesse... Ultima in ordine di  tempo un discreto scazzo con Giulietto Tremendino: uno non ha alcuna  intenzione di andare a votare e l'altro invece non vede l'ora. Il  perché, secondo le statue di Palazzo Chigi, è piuttosto ovvio:  Tremendino guarderebbe già al dopo Silvio e se le urne anticipate  portassero (come è probabile) a una impasse al Senato, il rigoroso  paladino dei conti negli anni bui della crisi potrebbe sacrificarsi a  sedere sulla poltrona da premier. [SM=x44451]

BERLUSCONI TREMONTI

La notizia ieri mattina la davano con sfumature diverse ma sostanza  pressoché identica il "Corriere della Sera" e "Il Giornale": i due se ne  dicono di tutti i colori, Giulietto minaccia persino di lasciare il PdL  e Zio Silvio ce lo manda papale papale.

Tutto vero, tanto che la smentita di Palazzo Chigi non è propriamente  tempestiva.

Se un'apertura delle pagine interne del primo giornale  italiano e un pezzo addirittura in prima pagina sul giornale di famiglia  lo smentisci a ora di cena (Ansa delle 19.21) è chiaro che c'è qualcosa  che non va.

SILVIO BERLUSCONI ROBERTO CALDEROLI GIULIO TREMONTI UMBERTO BOSSI

Oppure significa che Tremendino ha brigato tutto il giorno per  ottenere la suddetta smentita - d'altra parte se la faceva lui sarebbe  stata un'ammissione di colpa - e alla fine Banana ha mollato un via  libera pur di non dover continuare a passare la giornata al telefono con  il tintone Paolino Bonaiuti che come sempre predicava prudenza. E che  sa bene cosa vada dicendo in giro il Cavaliere da un mesetto a questa  parte. Per capirci: se non smentiamo 'sta roba chissà che esce nei  prossimi giorni...

E già, perché Zio Silvio ultimamente su Tremonti non si tiene  proprio. Anzi. Con almeno una decina tra deputati, senatori e  collaboratori vari sarebbe stato piuttosto chiaro. Da un eloquente "mi  vuole far fuori" a un convinto "mira ad arrivare a Palazzo Chigi". Con  tanto di paragone per nulla lusinghiero: "Dopo Fini eccone un altro..."

I NUOVI TIMORI DI BERLUSCONI SULL'ASSE «CARROCCIO-ECONOMIA»
Marco Galluzzo
per il "Corriere della Sera"

berlusconi e tremonti

Si è liberato di Fini, ma non dei suoi incubi. Anche al netto di Fli,  del gruppo di Futuro e libertà, che fa riferimento all'ex leader di An,  resta dentro la maggioranza l'odore della congiura. Berlusconi ne è  convinto e non ne fa mistero. La maggioranza è composta oggi da Pdl e  Lega e il Cavaliere intravede tentazioni poco commendevoli, persino di  sostituirlo a Palazzo Chigi, in esponenti di entrambi i partiti.

La lite con Tremonti è stata smentita ieri da Palazzo Chigi, ad  un'ora insolita, poco prima di cena. Dice un comunicato del governo che  il rapporto fra il premier e il suo ministro è costruttivo e improntato  anche in questi giorni alla massima collaborazione: si sono sentiti più  volte «per affrontare questioni concrete di lavoro».

Bossi & Calderoli

Resta il fatto che le parole dei giorni scorsi hanno lasciato un'eco.  Parole di sfogo, del premier, consegnate ad alcuni ministri. Nella Lega  c'è chi si è montato la testa, ritiene il capo del governo, commentando  così la frenesia elettorale degli uomini del Senatur. E sia nella Lega  che nel Pdl, aggiunge, c'è chi accarezza scenari di breve periodo,  post-elettorali, che possono includere un cambio di guida a Palazzo  Chigi. Ai suoi occhi nient'altro che una bestemmia politica, ovviamente.

Negli ambienti del Pdl il malessere del presidente del Consiglio  viene dettagliato includendo fra i destinatari Roberto Calderoli e  Roberto Maroni, mentre negli ambienti leghisti, così come fra i deputati  più vicini a Tremonti, le presunte frizioni interne suscitano solo un  sorriso, vengono derubricate a gelosie sotterranee nel Pdl, a presunti  malevoli personaggi che sono interessati a mettere zizzania.

maroni rob calderoli fabr cicchitto

Di certo Roberto Calderoli in queste ore non fa mistero, e in questo  sembra far eco al ministro dell'Economia, del rischio crescente di una  precaria situazione parlamentare. In molte commissioni, compresa la  Bilancio, alla Camera, esiste un equilibrio delicato, appeso a qualche  voto. Non è solo e tanto la questione del federalismo, dicono in privato  i ministri leghisti, compreso quello alla Semplificazione, quanto  quello di un minimo garantito per l'azione legislativa.

«Non ci sono i numeri per approvare nemmeno il mille-proroghe» , è  considerazione che si ascolta in via Bellerio come al piano nobile del  ministero dell'Economia. È dunque una sfiducia complessiva nelle reali  capacità del Cavaliere di raddrizzare la situazione quella che anima una  fetta cospicua di maggioranza. Solo che al premier tanto scetticismo,  per di più mentre lui lavora al passaggio di altri deputati fra le fila  di chi sostiene il governo (ad Arcore si dice, e si spera, che siano  almeno dieci i nuovi ingressi), fa solo saltare i nervi.

PAOLO BONAIUTI

Oltre a irrobustire quella corposa dose di sfiducia verso alcuni  presunti, sino a prova contraria, alleati. Agli occhi del Cavaliere  infatti la denuncia del rischio di uno sfibramento progressivo del  governo nasconde solo la volontà di andare a votare, magari (da parte di  alcuni) scommettendo su un risultato poco brillante al Senato. Un gioco  di sospetti incrociati che vive ormai da alcuni mesi, in modo  sotterraneo, e che negli ultimi giorni sta prendendo corpo.

Ieri Berlusconi e Bossi si sono parlati al telefono. Hanno  probabilmente conversato anche di tutto questo, certamente al leader  della Lega il premier ha chiesto fiducia e pazienza, soprattutto di  evitare esternazioni che sembrano indebolire piuttosto che sostenere  l'operazione di allargamento della maggioranza che in prima persona sta  conducendo in questi giorni.

[SM=x44522]

Fonti: Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera" e Dagospia 3/1/2011

[Modificato da Etrusco 04/01/2011 20:57]

Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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