1- S-BOTTO DI CAPODANNO ANTI-GIULIETTO PER IL BANANA: "DOPO FINI ECCONE UN ALTRO..." -
2- IL CAI-NANO ULTIMAMENTE SU TREMONTI NON SI TIENE PROPRIO. ANZI. CON ALMENO UNA DECINA TRA DEPUTATI, SENATORI E COLLABORATORI VARI E' STATO PIUTTOSTO CHIARO. DA UN ELOQUENTE "MI VUOLE FAR FUORI" A UN CONVINTO "MIRA AD ARRIVARE A PALAZZO CHIGI" -
3- L’ANOMALA SMENTITA VIA ANSA, IMPLORATA DA BONAIUTI ALL’ORA DI CENA, DELLA TELEFONATA SCAZZO COL SUO MINISTRO PIÙ IMPORTANTE, NON FA CHE DARE CORPO ALLE VOCI CHE VOGLIONO IL CAVALIERE INFOJATO SEMPRE PIÙ CERTO DEL TRADIMENTO DI GIULIETTO -
4- SILVIO ORMAI VEDE CONGIURATI OVUNQUE E NON NASCONDE IL MALESSERE NEI CONFRONTI DI MARONI E CALDEROLI, CERTO ORMAI DI UN ASSE “CARROCCIO-TESORO” -
DAGOREPORT
E vabbé, povero Cavaliere, gli anni passano ma le beghe son sempre le stesse... Ultima in ordine di tempo un discreto scazzo con Giulietto Tremendino: uno non ha alcuna intenzione di andare a votare e l'altro invece non vede l'ora. Il perché, secondo le statue di Palazzo Chigi, è piuttosto ovvio: Tremendino guarderebbe già al dopo Silvio e se le urne anticipate portassero (come è probabile) a una impasse al Senato, il rigoroso paladino dei conti negli anni bui della crisi potrebbe sacrificarsi a sedere sulla poltrona da premier.
BERLUSCONI TREMONTI La notizia ieri mattina la davano con sfumature diverse ma sostanza pressoché identica il "Corriere della Sera" e "Il Giornale": i due se ne dicono di tutti i colori, Giulietto minaccia persino di lasciare il PdL e Zio Silvio ce lo manda papale papale.
Tutto vero, tanto che la smentita di Palazzo Chigi non è propriamente tempestiva.
Se un'apertura delle pagine interne del primo giornale italiano e un pezzo addirittura in prima pagina sul giornale di famiglia lo smentisci a ora di cena (Ansa delle 19.21) è chiaro che c'è qualcosa che non va.
SILVIO BERLUSCONI ROBERTO CALDEROLI GIULIO TREMONTI UMBERTO BOSSI Oppure significa che Tremendino ha brigato tutto il giorno per ottenere la suddetta smentita - d'altra parte se la faceva lui sarebbe stata un'ammissione di colpa - e alla fine Banana ha mollato un via libera pur di non dover continuare a passare la giornata al telefono con il tintone Paolino Bonaiuti che come sempre predicava prudenza. E che sa bene cosa vada dicendo in giro il Cavaliere da un mesetto a questa parte. Per capirci: se non smentiamo 'sta roba chissà che esce nei prossimi giorni...
E già, perché Zio Silvio ultimamente su Tremonti non si tiene proprio. Anzi. Con almeno una decina tra deputati, senatori e collaboratori vari sarebbe stato piuttosto chiaro. Da un eloquente "mi vuole far fuori" a un convinto "mira ad arrivare a Palazzo Chigi". Con tanto di paragone per nulla lusinghiero: "Dopo Fini eccone un altro..."
I NUOVI TIMORI DI BERLUSCONI SULL'ASSE «CARROCCIO-ECONOMIA»
Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"
berlusconi e tremonti Si è liberato di Fini, ma non dei suoi incubi. Anche al netto di Fli, del gruppo di Futuro e libertà, che fa riferimento all'ex leader di An, resta dentro la maggioranza l'odore della congiura. Berlusconi ne è convinto e non ne fa mistero. La maggioranza è composta oggi da Pdl e Lega e il Cavaliere intravede tentazioni poco commendevoli, persino di sostituirlo a Palazzo Chigi, in esponenti di entrambi i partiti.
La lite con Tremonti è stata smentita ieri da Palazzo Chigi, ad un'ora insolita, poco prima di cena. Dice un comunicato del governo che il rapporto fra il premier e il suo ministro è costruttivo e improntato anche in questi giorni alla massima collaborazione: si sono sentiti più volte «per affrontare questioni concrete di lavoro».
Bossi & Calderoli Resta il fatto che le parole dei giorni scorsi hanno lasciato un'eco. Parole di sfogo, del premier, consegnate ad alcuni ministri. Nella Lega c'è chi si è montato la testa, ritiene il capo del governo, commentando così la frenesia elettorale degli uomini del Senatur. E sia nella Lega che nel Pdl, aggiunge, c'è chi accarezza scenari di breve periodo, post-elettorali, che possono includere un cambio di guida a Palazzo Chigi. Ai suoi occhi nient'altro che una bestemmia politica, ovviamente.
Negli ambienti del Pdl il malessere del presidente del Consiglio viene dettagliato includendo fra i destinatari Roberto Calderoli e Roberto Maroni, mentre negli ambienti leghisti, così come fra i deputati più vicini a Tremonti, le presunte frizioni interne suscitano solo un sorriso, vengono derubricate a gelosie sotterranee nel Pdl, a presunti malevoli personaggi che sono interessati a mettere zizzania.
maroni rob calderoli fabr cicchitto Di certo Roberto Calderoli in queste ore non fa mistero, e in questo sembra far eco al ministro dell'Economia, del rischio crescente di una precaria situazione parlamentare. In molte commissioni, compresa la Bilancio, alla Camera, esiste un equilibrio delicato, appeso a qualche voto. Non è solo e tanto la questione del federalismo, dicono in privato i ministri leghisti, compreso quello alla Semplificazione, quanto quello di un minimo garantito per l'azione legislativa.
«Non ci sono i numeri per approvare nemmeno il mille-proroghe» , è considerazione che si ascolta in via Bellerio come al piano nobile del ministero dell'Economia. È dunque una sfiducia complessiva nelle reali capacità del Cavaliere di raddrizzare la situazione quella che anima una fetta cospicua di maggioranza. Solo che al premier tanto scetticismo, per di più mentre lui lavora al passaggio di altri deputati fra le fila di chi sostiene il governo (ad Arcore si dice, e si spera, che siano almeno dieci i nuovi ingressi), fa solo saltare i nervi.
PAOLO BONAIUTI Oltre a irrobustire quella corposa dose di sfiducia verso alcuni presunti, sino a prova contraria, alleati. Agli occhi del Cavaliere infatti la denuncia del rischio di uno sfibramento progressivo del governo nasconde solo la volontà di andare a votare, magari (da parte di alcuni) scommettendo su un risultato poco brillante al Senato. Un gioco di sospetti incrociati che vive ormai da alcuni mesi, in modo sotterraneo, e che negli ultimi giorni sta prendendo corpo.
Ieri Berlusconi e Bossi si sono parlati al telefono. Hanno probabilmente conversato anche di tutto questo, certamente al leader della Lega il premier ha chiesto fiducia e pazienza, soprattutto di evitare esternazioni che sembrano indebolire piuttosto che sostenere l'operazione di allargamento della maggioranza che in prima persona sta conducendo in questi giorni.
Fonti: Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera" e Dagospia 3/1/2011
[Modificato da Etrusco 04/01/2011 20:57]
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.