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ll pubblico disservizio: il tg1 e il neoliberismo argentino

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2013 20:02
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20/03/2013 19:12
 
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Mercoledì sera, 13 marzo*, 20.15 circa. Su Raiuno scorrono le immagini del nuovo Pontefice, e come da rito partono i primi servizi biografici su Jorge Mario Bergoglio. La vita, le opere, ed uno sguardo alla sua terra natale. Il giornalista del TG1 ci racconta della grave situazione economica in cui versa l’Argentina “a causa delle politiche neoliberiste”. Per un attimo credo di aver capito male. Ma subito mi ricordo che si tratta di Raiuno e prendo atto, come già accaduto in passato, che il canone è solo una delle tante tasse volte a foraggiare l’ignoranza e l’incompetenza di Stato. Non scopriamo di certo ora la mancanza di preparazione di certi giornalisti, o presunti tali. Tuttavia, questo caso è ancora più grave, perché siamo di fronte ad una vera e propria umiliazione della professione ed una totale noncuranza nel fornire all’opinione pubblica notizie prive di ogni fondamento. Ormai le logiche del populismo e della demagogia spiccia hanno contagiato ogni ganglio del nostro nevrotico Paese. Già gli Italiani devono fare i conti con un’informazione piegata, direttamente o indirettamente, agli interessi particolari di partiti e politici; ma sembra che tale tendenza si sia aggravata nell’era dei social network, dove prende sempre più piede anche un’informazione fai da te, dalle fonti spesso dubbie o inesistenti. Ancora più grave è se anche nei telegiornali nazionali si sceglie di abbracciare questa filosofia professionale, affidandosi ai luoghi comuni e alle chiacchiere da bar per fornire notizie.Eppure, lo sforzo da compiere non è così pesante. E’ sufficiente, infatti, cercare nella cronaca degli ultimi mesi per capire in quali condizioni economiche versi l’Argentina, e quali siano le reali cause di questo disastro. Un disastro che ha un nome e cognome ben preciso: Cristina Kirchner. L’Evita Peron del nuovo Millennio, da mesi in preda ad un delirio di onnipotenza ed autoritarismo, ha nascosto con una ragnatela di menzogne il fallimento delle sue politiche economiche, di certo non classificabili come neoliberiste. Il Fondo Monetario Internazionale ha di recente smascherato l’inganno. Infatti, la Casa Rosada ha palesemente truccato i dati relativi all’inflazione, che si attesterebbe, secondo alcuni analisti privati, intorno al 25% nel 2012 e al 30% nel 2013, numeri ben lontani dal 9,8% ufficiale. Suscita molti dubbi di veridicità anche il risultato del PIL che dal 2008 sarebbe cresciuto in media dell’8%. In realtà, tale dato sarebbe sovrastimato del 10%. Non a caso, il Fondo Monetario Internazionale ha chiesto all’Argentina di adeguare gli standard statistici a quelli internazionali, pena l’espulsione dall’organismo. La reazione scomposta e nevrotica – 28 tweet in rapida successione sul proprio profilo Twitter – della Kirchner a questa richiesta è il sintomo più evidente di una credibilità in caduta libera e di un governo allo sbando, che successivamente ha applicato un provvedimento per calmierare i prezzi per due mesi nel settore alimentare. La classica toppa che non servirà, ovviamente, a nulla.La semplice, elementare verità – e si invita la redazione del Tg1 a prendere appunti – è che gli Argentini stanno scontando sulla propria pelle i disastri delle classiche ricette nazionalsocialiste, fatte di ricchezza fasulla creata da fiumi di denaro stampato dalla banca centrale, piogge di sussidi e finanziamenti statali, letali distorsioni al mercato causate da provvedimenti protezionistici e nazionalizzazioni a raffica. Si pensi, ad esempio, al caso della Yacimientos Petroliferos Fiscales, controllata dalla spagnola Repsol, di fatto espropriata, e per la quale la compagnia spagnola ha fatto ricorso alla Corte Internazionale invocando un indennizzo di 10,5 miliardi di dollari. Il tutto, condito dalla retorica nazionalista, rispolverata in occasione dell’anacronistica querelle con il Regno Unito in merito alla sovranità delle isole Falklands. In definitiva, quello di Cristina Kirchner è stato un grande gioco di prestigio che potrebbe realisticamente condurre il Paese ad un nuovo default. Una prospettiva che la popolazione sta prendendo sul serio, come dimostrato dagli scambi sempre più intensi che avvengono sul mercato nero, dove gli Argentini corrono a vendere valuta nazionale in cambio di dollari americani. E’ opportuno ricordare, infatti, che i recenti provvedimenti del governo riguardo il mercato valutario hanno di fatto reso impossibile per i cittadini convertire in modo “ufficiale” i propri risparmi in dollari americani. Che dire: una politica economica e valutaria senz’altro iscrivibile nel libro nero del terribile neoliberismo. Probabilmente il TG1, come da tradizione, ha deciso di adeguarsi al nuovo panorama politico, dominato da cialtroni e saltimbanchi che indicano nella rivoluzione bolivariana della Kirchner la giusta via per far uscire l’Italia dalla crisi. E’ più facile incantare l’opinione pubblica ed ottenere consenso creando il nemico immaginario del neoliberismo, piuttosto che raccontare i fallimenti provocati dalla vuota retorica statalista della redistribuzione. D’altronde, Thomas Jefferson sosteneva: ‘Solo l’errore ha bisogno dello Stato. La verità sta in piedi da sola’.*: errata corrige: trattasi dell’edizione del TG1 del giorno seguente, giovedì sera, 14 marzo.

Thefielder
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20/03/2013 19:13
 
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Questo per quelli che fanno ironia sul leggere i giornali internazionali.
Continuate ad ascoltare i giornalai italiani così continuerete a pensare al miracolo argentino(indicato come modello dal vostro fantastico sindaco), alle favole sull'Islanda che ha ripudiato il debito e alla bontà di Chavez padre del popolo.
D'altronde la tradizione è sempre quella dell'unità dei bei tempi che dedicava paginate al maresciallo stalin padre dei lavoratori.

Sicuro come la morte che quando fallirà il Venezuela Chavista si darà la colpa al liberismo.
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Re:
trixam, 20/03/2013 19:13:

Questo per quelli che fanno ironia sul leggere i giornali internazionali.
Continuate ad ascoltare i giornalai italiani così continuerete a pensare al miracolo argentino(indicato come modello dal vostro fantastico sindaco), alle favole sull'Islanda che ha ripudiato il debito e alla bontà di Chavez padre del popolo.
D'altronde la tradizione è sempre quella dell'unità dei bei tempi che dedicava paginate al maresciallo stalin padre dei lavoratori.

Sicuro come la morte che quando fallirà il Venezuela Chavista si darà la colpa al liberismo.




Posso capire tu in che mondo vivi ma, sopratutto, che mondo desideri?...ti verrà un'ulcera così
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Re: Re:
...Leon..., 20/03/2013 19:14:




Posso capire tu in che mondo vivi ma, sopratutto, che mondo desideri?...ti verrà un'ulcera così




[SM=g2725401]

Comunque è risaputo che il TG1 è un telegiornale comunista... [SM=g2725400]
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20/03/2013 22:19
 
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Beh, io prima di parlare dell'Argentina, penserei a risolvere i nostri problemi. Da noi non c'è la signora Kirchner, ma siamo pur sempre con entrambe le natiche immerse nell'acqua.
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Re:
Giuseppe.appioclaudio, 20/03/2013 22:19:

Beh, io prima di parlare dell'Argentina, penserei a risolvere i nostri problemi. Da noi non c'è la signora Kirchner, ma siamo pur sempre con entrambe le natiche immerse nell'acqua.




E come si potrebbe parlare bene del neoliberismo senza esempi concreti? [SM=g2725401]
Ma noi che siamo "contro" non possiamo capire...siamo rimasti alla falce e martello del secolo scorso... [SM=x43819]
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Re: Re:
George.Stobbart, 20/03/2013 22:35:




E come si potrebbe parlare bene del neoliberismo senza esempi concreti? [SM=g2725401]
Ma noi che siamo "contro" non possiamo capire...siamo rimasti alla falce e martello del secolo scorso... [SM=x43819]



Sai com'è..un anno e mezzo fa, postai alcune elementari considerazioni sulle politiche di austerità. Sostenni, all'epoca, che non contasse tanto il fatto che fossero giuste o ingiuste, quanto, piuttosto, il fatto che fossero inconciliabili con qualsiasi riforma sul beve periodo. Inutile dire che fui preso a sonore spernacchiate.
Dopo oltre un anno, abbiamo la Grecia che brucia, Cipro che sta per saltare e noi con il parlamento balcanizzato. Io comincerei ad interrogarmi sull'arguzia dei nostri raffinati economisti, prima che sulla scandalosa politica economica dei gironi infernali sudamericani [SM=x43805]
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Re: Re: Re:
Giuseppe.appioclaudio, 20/03/2013 22:56:



Sai com'è..un anno e mezzo fa, postai alcune elementari considerazioni sulle politiche di austerità. Sostenni, all'epoca, che non contasse tanto il fatto che fossero giuste o ingiuste, quanto, piuttosto, il fatto che fossero inconciliabili con qualsiasi riforma sul beve periodo. Inutile dire che fui preso a sonore spernacchiate.
Dopo oltre un anno, abbiamo la Grecia che brucia, Cipro che sta per saltare e noi con il parlamento balcanizzato. Io comincerei ad interrogarmi sull'arguzia dei nostri raffinati economisti, prima che sulla scandalosa politica economica dei gironi infernali sudamericani [SM=x43805]




Non scrivere eresie! [SM=g2725401]
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Re: Re:
Embé Trixam, ma il tuo modello di riferimento quale sarebbe? giuro che non voglio fare polemica sterile...non mi piace. Piuttosto solo capire quale sia il tuo referente. Peraltro il discorso sull'Argentina lo condivido, ed aggiungo che neppure a me piaceva Chavez...ma bisognerebbe sentire anche chi in Venezuela c'è vissuto e non da ricco..ne approfitto anche per chiarire che non ho nulla contro le letture internazionali, purché non siano le sole. Non tutti i giornali nazionali sono carta straccia.

Condivido con gli altri l'urgenza di analizzare i nostri problemi, questo però non toglie che lo sguardo debba essere ad ampio spettro.. valutando anche altrove quello che fanno e come si vive. Per esempio quello che sta accadendo attualmente a Cipro è scandaloso!! In Italia abbiamo un precedente col governo Amato, ma in quel caso non si trattava di prestiti forzosi, piuttosto di non riconoscere gli interessi..tuttavia fu deprecabile anche quella manovra.
[Modificato da fridafrida 20/03/2013 23:32]



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Solo il neoliberismo ci salverà!
W gli USA, modello di sviluppo sostenibile, democratico, equo e giusto!
[SM=g2725400]
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Re:
George.Stobbart, 20/03/2013 23:22:

Solo il neoliberismo ci salverà!
W gli USA, modello di sviluppo sostenibile, democratico, equo e giusto!
[SM=g2725400]




Mi auguro non sia così, altrimenti vuol dire che non solo siamo una colonia americana, come da tempo oramai sostengo, ma che ci hanno colonizzato anche il cervello!! e che c.. [SM=x43812]



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Re: Re:
fridafrida, 20/03/2013 23:27:




Mi auguro non sia così, altrimenti vuol dire che non solo siamo una colonia americana, come da tempo oramai sostengo, ma che ci hanno colonizzato anche il cervello!! e che c.. [SM=x43812]




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Per me gli Usa.. poi sarà anche che il mio cervello è una colonia, ma tant'è...
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Re:
giusperito, 20/03/2013 23:46:

Per me gli Usa.. poi sarà anche che il mio cervello è una colonia, ma tant'è...




Siamo anti-americani filo-sovietici...abbi pazienza... [SM=g2725401]
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Re: Re:
George.Stobbart, 21/03/2013 00:00:




Siamo anti-americani filo-sovietici...abbi pazienza... [SM=g2725401]




hahahahaha...George parla per te intanto. Il sogno americano attira anche la sottoscritta. Ma - ahimé- degli USA si può dire tutto ed il contrario di tutto. Peraltro a me l'Italia non dispiace, per cultura, per tradizioni, per storia, per arte..per tante cose..e mi piacerebbe che i miei conterranei avessero il senso della Patria, anziché sognare terre d'oltreoceano...vabbé non America del Sud però..anche se il Brasile fa parte dei paesi BRIC!! e poi vuoi mettere le brasiliane o i brasiliani???!!! [SM=g2725401]



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Io, che sono uno scassaca..., rifiuto di adeguarmi a qualsiasi modello preconfezionato. Trovo noiosa questa mania esterofila di cercare di imitare modelli economici e giuridici che non appartengono alla nostra cultura. Sembra di essere nel XIX secolo, quando gli illuminati dottori delle più svariate discipline umanistiche si lanciavano in orgasmi liberali, sognando un'Italia francese...Dimenticando, tra l'altro, che un' Italia nemmeno esisteva, se non nelle loro fantasie erotico-politiche.
Sarebbe più sensato trovare soluzioni che, compatibilmente con i valori dei popoli coinvolti nella catastrofe economica, consentano di uscire dal baratro in tot anni

In definitiva, qual è l'idea di Stato che dobbiamo inseguire? Qual è il concetto di sviluppo che dobbiamo sostenere? Come pensiamo di conciliare progresso sociale e sostenibilità economica?

L'Argentina, nel bene o nel male, ha fatto una scelta...Noi, invece, siamo in balia degli eventi.
[Modificato da Giuseppe.appioclaudio 21/03/2013 00:22]
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21/03/2013 00:27
 
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Re: Re: Re:
fridafrida, 21/03/2013 00:18:




hahahahaha...George parla per te intanto. Il sogno americano attira anche la sottoscritta. Ma - ahimé- degli USA si può dire tutto ed il contrario di tutto. Peraltro a me l'Italia non dispiace, per cultura, per tradizioni, per storia, per arte..per tante cose..e mi piacerebbe che i miei conterranei avessero il senso della Patria, anziché sognare terre d'oltreoceano...vabbé non America del Sud però..anche se il Brasile fa parte dei paesi BRIC!! e poi vuoi mettere le brasiliane o i brasiliani???!!! [SM=g2725401]




Ma davvero vogliamo fare certi paragoni Italia-USA? Dai...non c' è storia, in tutti i sensi.
Purtroppo uno dei problemi italiani è che troppi italiani non considerano un ENORME privilegio essere nati qui.
Preferisco i cubani e le cubane! [SM=g2725401]
Hasta la victoria siempre! (Che Guevara era argentino, tornando in topic... [SM=x43819] )
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21/03/2013 00:31
 
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Re:
"rifiuto di adeguarmi a qualsiasi modello preconfezionato. Trovo noiosa questa mania esterofila di cercare di imitare modelli economici e giuridici che non appartengono alla nostra cultura. Sarebbe più sensato trovare soluzioni che, compatibilmente con i valori dei popoli coinvolti nella catastrofe economica, consentano di uscire dal baratro in tot anni "

[SM=x43799]

[Modificato da fridafrida 21/03/2013 00:32]



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Io penso che se iniziassimo ad attuare veramente la Costituzione italiana vivremmo in uno Stato civile.
Se dovessi partecipare al giochino "quale Italia vuoi" sicuramente opterei per un sistema improntato sul welfare state scandinavo.
La stampa italiana sicuramente non brillerà, ma io sono del parere che nessuna informazione sia totalmente scevra da influenze e da poteri più o meno forti, men che meno la stampa estera. Non è importante quale giornale si legge, ma come si legge. Il fondamentalismo non ha mai arrecato nessun vantaggio all'essere umano.
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21/03/2013 14:46
 
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Non mi è chiaro quale sia l'enorme vantaggio di essere nati in Italia (rispetto a qualsiasi altro Paese del mondo occidentale.. tolta la Grecia e qualche altro Stato).
Poi non è questione di copiare modelli, ma semplicemente di preferire un modello ad un altro.
Ogni sistema ha i suoi difetti ed ha le sue specificità. Tuttavia il modello italiano dello Stato assistenziale è sbagliato in re ipsa.
Non dimentichiamo che la crisi del debito italiano non è dovuto al salvataggio di banche (tipo Irlanda o Cipro), ma è un fatto proprio nostro.
Poi possiamo dare la colpa alla Germania di qualsiasi cosa, ma il debito lo hanno fatto i nostri politici ed è insostenibile ai livelli di crescita italiani degli ultimi 20 anni.
Inoltre consideriamo che dopo l'entrata nell'euro abbiamo risparmiato 500 mld di interessi che, tuttavia, sono stati utilizzati solo per altra spesa.
Ora possiamo stare a parlare di modelli, di scandinavia o di states, ma si tratta di falsi problemi.
Qua non si deve nemmeno scegliere se essere liberisti o meno, ma proprio di avere un Paese normale.
A me andrebbe anche bene un sistema scandinavo, perché ad oggi paghiamo più tasse che in Svezia ed i servizi non sono paragonabili.
In ogni caso la domanda è se un Paese possa sprecare risorse come fa l'Italia.

@Raffaele:
le costituzioni non esistono. Sono un gioco di società. Se ci mettiamo ne scriviamo una bellissima.. Non si esporta la democrazia figuriamoci se si calano dall'alto le costituzioni.
In ogni caso che quella italiana sia una bellissima Costituzione è un'opinione, è una cosa che ci diciamo da soli. Inoltre può essere bella quanto si vuole, ma poi bisogna vedere se all'atto pratico è utile, applicabile, voluta, etc...
La nostra Costituzione ha dei problemi, ma la vera questione è che tutto ciò che conta in un Paese non sta mai scritto in una Costituzione.
Un esempio su tutti:
ogni giorno sentiamo parlare di un sistema elettorale diverso (mentre si parla di legge elettorali si discute di presidenzialismo e semipresidenzialismo, come se fosse la stessa cosa della legge elettorale). Tuttavia nessuno si domanda se è compatibile con la nostra Costituzione.
Il maggioritario è compatibile con la nostra Costituzione?
Per me no.
Di conseguenza il punto è un altro e non viene mai toccato da chi ama fare politologia (non mi riferisco a nessuno dei presenti): checks and balances
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