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L'ultimo atto di Hugo Chàvez

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2013 11:56
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06/03/2013 09:40
 
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Onore a Chàvez,
un uomo che ha amato la sua patria e ,a modo suo, l'ha protetta e riformata.
Pur non essendo un marxista latinos non posso che omaggiare chi ha lottato per un venezuela migliore.







Il presidente del Venezuela Hugo Chávez, operato nei mesi scorsi per un cancro a Cuba, è morto a Caracas alle 16.25 ora locale, le 22.55 in Italia. Aveva 58 anni. Lo ha annunciato in tv il vice presidente e suo delfino designato, Nicolás Maduro: «È un momento di profondo dolore», ha detto interrompendosi fra i singhiozzi. Maduro ha poi invitato il popolo a radunarsi in Plaza Bolívar e in Avenida Loyola, davanti all'Hospital Militar dove il presidente è morto.

ESERCITO NELLE STRADE - Le forze armate «bolivariane» del Venezuela sono state dispiegate in tutto il Paese per far rispettare la Costituzione. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Diego Molero. La figlia Maria Gabriela ha espresso il suo cordoglio, e il suo invito a lottare ancora, in un tweet: «Hasta siempre, papito mío!» (guarda).

ELEZIONI ENTRO 30 GIORNI - Il Paese tornerà al voto entro 30 giorni, e i poteri presidenziali ad interim saranno assunti dal vicepresidente Maduro: lo ha annunciato il ministro degli Esteri Elias Jaua. Le ultime lezioni si erano svolte nell'ottobre scorso, quando Chávez aveva ottenuto il suo quarto mandato.

FUNERALI VENERDI' - Jaua ha annunciato anche che i funerali di Chávez si svolgeranno venerdì 8 marzo. Il ministro degli Esteri ha precisato che il Venezuela rispetterà sette giorni di lutto dopo la morte del presidente. Le scuole rimarranno chiuse tre giorni.

IL PERSONAGGIO - Hugo Rafael Chávez Frias era nato a Sabaneta, nelle pianure del centro del Paese, il 28 luglio del 1954. Dopo un fallito colpo di Stato nel 1992, salì al potere nel 1999 e vi sarebbe rimasto fino al 2019 dopo aver conquistato, in ottobre il quarto mandato. I suoi pilastri sono stati il petrolio, di cui il Venezuela è ricco, il militarismo, l'antiamericanismo e quel che resta del sogno marxista

IL PEGGIORAMENTO - Le condizioni di salute del leader venezuelano si erano aggravate in mattinata: già tracheostomizzato nelle scorse settimane, era peggiorato a causa di una nuova, grave infezione. Il ministro dell'Informazione Ernesto Villegas aveva anticipato in qualche modo il decesso di Chávez parlando di condizioni «molto delicate», e di una recente «chemioterapia il cui impatto è molto forte». Nonostante ciò, «il comandante presidente continua ad essere aggrappato a Cristo e alla vita», ha aggiunto il ministro, ricordando che stava comunque seguendo le indicazioni ordinate dall'équipe medica dell'Hospital Militar di Caracas.


Venezuela, è morto Hugo Chávez
Forze armate schierate in tutto il Paese
Il presidente era stato operato di cancro nei mesi scorsi. L'annuncio dal vicepresidente Maduro. Le lacrime della folla

Il presidente del Venezuela Hugo Chávez, operato nei mesi scorsi per un cancro a Cuba, è morto a Caracas alle 16.25 ora locale, le 22.55 in Italia. Aveva 58 anni. Lo ha annunciato in tv il vice presidente e suo delfino designato, Nicolás Maduro: «È un momento di profondo dolore», ha detto interrompendosi fra i singhiozzi. Maduro ha poi invitato il popolo a radunarsi in Plaza Bolívar e in Avenida Loyola, davanti all'Hospital Militar dove il presidente è morto.

L'annuncio del vicepresidente Nicolás Maduro
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ESERCITO NELLE STRADE - Le forze armate «bolivariane» del Venezuela sono state dispiegate in tutto il Paese per far rispettare la Costituzione. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Diego Molero. La figlia Maria Gabriela ha espresso il suo cordoglio, e il suo invito a lottare ancora, in un tweet: «Hasta siempre, papito mío!» (guarda).

ELEZIONI ENTRO 30 GIORNI - Il Paese tornerà al voto entro 30 giorni, e i poteri presidenziali ad interim saranno assunti dal vicepresidente Maduro: lo ha annunciato il ministro degli Esteri Elias Jaua. Le ultime lezioni si erano svolte nell'ottobre scorso, quando Chávez aveva ottenuto il suo quarto mandato.

Chavez: il ritratto
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FUNERALI VENERDI' - Jaua ha annunciato anche che i funerali di Chávez si svolgeranno venerdì 8 marzo. Il ministro degli Esteri ha precisato che il Venezuela rispetterà sette giorni di lutto dopo la morte del presidente. Le scuole rimarranno chiuse tre giorni.

IL PERSONAGGIO - Hugo Rafael Chávez Frias era nato a Sabaneta, nelle pianure del centro del Paese, il 28 luglio del 1954. Dopo un fallito colpo di Stato nel 1992, salì al potere nel 1999 e vi sarebbe rimasto fino al 2019 dopo aver conquistato, in ottobre il quarto mandato. I suoi pilastri sono stati il petrolio, di cui il Venezuela è ricco, il militarismo, l'antiamericanismo e quel che resta del sogno marxista.

Hugo Chávez, quattordici anni al potere Hugo Chávez, quattordici anni al potere Hugo Chávez, quattordici anni al potere Hugo Chávez, quattordici anni al potere Hugo Chávez, quattordici anni al potere Hugo Chávez, quattordici anni al potere

IL PEGGIORAMENTO - Le condizioni di salute del leader venezuelano si erano aggravate in mattinata: già tracheostomizzato nelle scorse settimane, era peggiorato a causa di una nuova, grave infezione. Il ministro dell'Informazione Ernesto Villegas aveva anticipato in qualche modo il decesso di Chávez parlando di condizioni «molto delicate», e di una recente «chemioterapia il cui impatto è molto forte». Nonostante ciò, «il comandante presidente continua ad essere aggrappato a Cristo e alla vita», ha aggiunto il ministro, ricordando che stava comunque seguendo le indicazioni ordinate dall'équipe medica dell'Hospital Militar di Caracas.

L'OPPOSIZIONE - Henrique Capriles, governatore dello stato della Miranda, e leader dell'opposizione antichavista, si è espresso tramite un tweet: «In questi momenti difficili dobbiamo dimostrare il nostro profondo amore e rispetto al Venezuela. Unità nella famiglia venezuelana!».

«FASE TERMINALE» - Da settimane si susseguivano le voci sulla salute di Chávez. Nei giorni scorsi, il quotidiano spagnolo Abc ha scritto che il rabdomiosarcoma di cui soffriva - il governo ha parlato finora di male «alla zona pelvica» - era ormai in fase di metastasi, occupando un terzo di un polmone. Quella dell'11 dicembre all'Avana era stata la quarta operazione in un anno e mezzo.

IL PIANO AMERICANO - Proprio martedì il vicepresidente venezuelano Nicolas Maduro aveva denunciato l'esistenza di un «piano per destabilizzare» il Venezuela dietro la malattia del leader, sperando che «una commissione speciale di scienziati possa confermare questa tesi», e stabilendo paragoni con il caso del leader palestinese Yasser Arafat.


www.corriere.it/esteri/13_marzo_05/venezuela-morto-chavez_9ec8332a-85e0-11e2-b184-b7baa60c47...


Il ritratto

Non sono servite le veglie, le preghiere, i tweet angosciati della figlia prediletta, Maria Gabriela. Non è servito un ermetismo attorno alla malattia che ha ricordato i tempi del socialismo reale, e non quello da lui inventato, e battezzato come il più adatto al XXI secolo. Hugo Rafael Chávez Frias è appena morto a Caracas a 58 anni, ucciso da un tumore implacabile che lo ha colto un paio di anni fa, nel pieno della sua parabola politica. Era presidente del Venezuela dall'inizio del 1999, e si preparava a governare fino al 2019, avendo vinto le elezioni per la quarta volta appena lo scorso ottobre.

Un regno, dunque, più che una presidenza. E ha voluto lui che finisse così, sovrano al potere fino all'ultimo sospiro. Persino dopo la nuova e disperata operazione a Cuba, sedato e attaccato al respiratore, Chávez non ha ceduto un grammo di potere. Avrebbe dovuto giurare sulla Costituzione lo scorso 10 gennaio, non ha potuto e la Corte Suprema del Venezuela, controllata dai suoi, si è dovuta inventare un escamotage legale per mantenerlo al potere e non dichiararlo inabilitato, com'era ovvio che fosse da tempo. Un onore dovuto a colui che è stato via via definito l'ultimo dei caudillos del continente, uno pseudo-dittatore, ma anche un padre della patria e il più grande paladino dei poveri.

Inventore di uno strano regime autoritario, fondato su tre pilastri: il petrolio, del quale il Venezuela è ricchissimo e gli ha garantito spesa sociale e quindi consenso; il militarismo, che lo ha visto arrivare alla carica di colonnello dei parà prima di darsi alla politica; e quel che resta del sogno marxista, con lo sguardo rivolto all'ultimo bastione, l'isola di Cuba, sul'altra sponda del Mar dei Caraibi. Il quarto e decisivo fattore sono state però le elezioni, che gli hanno dato piena legittimità democratica. Chávez le ha vinte tutte dal 1998 ad oggi, sia pur forzando al massimo il principio della divisione dei poteri, che in Venezuela da tempo esiste solo sulla carta.

Chávez in politica nasce con il piede sbagliato, quello del militare golpista. Ci prova nel 1992 ad abbattere il governo di Carlos Andres Perez, gli va male ma al momento di arrendersi ha un colpo di genio: chiede di andare in tv a spiegare perché l'ha fatto. Quel giovane ufficiale di 38 anni, macho e con lo sguardo da indio, che già sa guardare da professionista nella telecamera, si accomoda in galera ma prima fa sapere ai venezuelani che è un “per adesso”, perché prima o poi ci riproverà a cambiare un sistema marcio e corrotto. La gente se lo ricorda e sei anni dopo, libero e già nelle piazze per comizi, l'uomo dal basco rosso non è uno sconosciuto. Stravince nel 1998, promettendo di riscrivere la Costituzione. E ci riesce.

Chávez ha una buona oratoria e la faccia meticcia dei venezuelani poveri, che mai si era vista ai piani alti della politica; eppure alla prima uscita, più che il voto dei diseredati, attrae soprattutto quello di una borghesia urbana e progressista che non ne può più della corruzione. Non si definisce legato ad alcuna ideologia, e il richiamo al mito di Simon Bolivar, il libertador, l'eroe nazionale, è considerato innocuo e bipartisan. Tutto è intitolato a Bolivar, in Venezuela.

Ma sono sufficienti pochi mesi per capire che l'obiettivo di Chávez non è unire il suo Paese dietro ad una bandiera comune, ma rivoltarne il sistema politico, distruggere il passato e governare in nome del solo popolo, contro l'oligarchia e la borghesia. Lemma principale la divisione tra i suoi (i rivoluzionari, i nuovi, i puliti) e gli altri (presto ribattezzati gli squallidi). Usa la tv come mai nessuno aveva osato: in diretta riesce a parlare fino a cinque o sei ore senza fermarsi, canta, recita poesie, nomina ministri o li caccia in malo modo. E' uno show unico al mondo.
Nei primi quattro anni di potere Chávez non indossa camicie rosse, né si definisce socialista. Dichiara la sua ammirazione per Fidel Castro e attacca gli Stati Uniti, punta sull'integrazione latinoamericana contro l'imperialismo yankee, ma non ne fa una questione ideologica. E' un caudillo classico, più peronista che marxista. Ma solo fino al biennio 2002-2003, quando l'offensiva dei suoi avversari per eliminare l'anomalia Hugo fallirà, finendo per rafforzarlo. Nell'aprile del 2002, viene allontanato dal potere per due giorni in un goffo tentativo di golpe. Nei mesi successivi, dopo che Chávez annuncia di voler prendere il pieno controllo del colosso petrolifero statale Pdvsa, gli scatta contro la serrata dell'economia. Due mesi di paralisi, con sindacati e imprenditori uniti, fanno precipitare il Pil ma non il governo chavista, che resiste e poi reagisce con epurazioni di massa dall'azienda. Con i soldi del petrolio, sul quale ha ormai il controllo completo, Chávez lancia le missioni sociali. Crea un nuovo sistema sanitario per i poveri, e poiché sostiene che i medici venezuelani non vogliono andare a lavorare nelle favelas, ne fa arrivare 30.000 da Cuba, pagandoli a caro prezzo al governo castrista; annuncia la fine dell'analfabetismo; apre un sistema di distribuzione a prezzi calmierati di beni di primo consumo; sovvenziona tutto, dai frigoriferi ai regali di Natale per i bambini.

Chávez resiste ad un'altra spallata nel 2004, un referendum per revocarne il mandato, e radicalizza la sua rivoluzione, attraverso la nazionalizzazione di tutti i settori strategici dell'economia e colpendo con espropri molti proprietari terrieri e imprenditori non allineati. Revoca la concessione ad un network tv ostile, riducendo al minimo la voce dell'opposizione nei mass media. La sua personale guerra con il presidente colombiano Alvaro Uribe porta i due Paesi sull'orlo di una guerra. Gli Stati Uniti, amministrazione Bush figlio, accusano il Venezuela di appoggiare la guerriglia colombiana e il narcotraffico.

Chávez risponde con uno storico discorso all'Onu: “Sento odore di zolfo su questo podio, è appena passato Bush, il demonio!”. Dal re di Spagna Juan Carlos si becca un plateale “Perché non stai zitto?”, durante un vertice, mentre accusa alcuni dei leader presenti di essere servi degli Stati Uniti. L'ammirazione per Cuba diventa un ponte aereo di aiuti e petrolio, che poi si estende ad altri Paesi del continente dove vincono leader amici: Bolivia, Ecuador, Nicaragua. La stessa Argentina dei Kirchner diventa un Paese amico, e viene soccorsa quando non riesce a piazzare bonds sui mercati finanziari. Il brasiliano Lula ne è distante per stile e princìpi, ma lo difenderà sempre. La legittimità di Chávez prosegue attraverso il voto. Viene rieletto nel 2006 e 2012, dopo aver ottenuto - sempre attraverso un referendum vinto - il diritto a presentarsi tutte le volte che vuole.

Diventa un idolo per milioni di venezuelani, ai quali non offre una vita granché migliore ma che la sua retorica fa sentire cittadini e soggetti politici. In economia, il cosiddetto “socialismo del XXI secolo” riduce la povertà, ma crea un sistema paternalistico e assai squilibrato. Gli investimenti esteri fuggono dal Venezuela degli espropri, e il Paese diventa ancora più dipendente dal petrolio. Il controllo sui prezzi fa crollare la produzione agricola, e costringe il governo a importare di tutto. L'inflazione resta sempre a due cifre, il cambio nero arricchisce la finanza, la corruzione esplode. Ma Chávez è fortunato, perché per un decennio il prezzo del barile resterà a livelli che gli permettono di espandere la spesa sociale senza pensare agli equilibri di bilancio.

La malattia lo coglie impreparato nel 2011. Chávez conduce una vita sregolata, non si controlla, vive di eccessi, è un accentratore compulsivo. È costretto ad ammettere di avere un tumore solo quando non può più fermare le indiscrezioni, ma senza mai offrire dettagli. Ha il mito e la paranoia della segretezza, come il suo maestro Fidel Castro, e da lui vola per curarsi quando il parere di molti glielo sconsiglia: ha un tumore molto aggressivo e raro, e andrebbe trattato in ospedali più attrezzati e da medici più esperti. Affronta l'ultima campagna elettorale fingendo di essere completamente guarito, in realtà gonfio di farmaci per tenersi in piedi, e vince di nuovo. Ma la menzogna, la peggiore della sua vita, stavolta non dura nemmeno il tempo di insediarsi per la quarta volta alla presidenza.

Rocco Cotroneo

www.corriere.it/esteri/13_marzo_05/hugo-chavez-il-ritratto-rocco-cotroneo_716604be-85e2-11e2-b184-b7baa60c47...
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06/03/2013 16:19
 
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Prima di Chavez il Venezuela versava in condizioni disastrose. La disparità tra ricchi e poveri era scioccante. Chavez ha dimostrato al mondo che un' altra via c' è.
Non è un discorso filo-marxista o comunista, è una questione di civiltà. Il neoliberismo sfrenato e il consumismo ci hanno portato dove siamo adesso, Chavez ha dettato un' agenda diversa che si è dimostrata vincente.
Il suo popolo lo ama, e lo sta dimostrando in queste ore.
E' sempre stato eletto democraticamente, alla faccia dei suoi detrattori che lo chiamano "dittatore".
E' stato un servo del suo popolo, cosa che in Italia ci sogniamo.
Il risveglio del Sud America è partito anche grazie a lui.
Oggi io sono triste.
Addio Presidente.
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06/03/2013 16:33
 
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Addio presidente Chavez..... come te nessuno mai...
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Re:
George.Stobbart, 06/03/2013 16:19:

Prima di Chavez il Venezuela versava in condizioni disastrose. La disparità tra ricchi e poveri era scioccante. Chavez ha dimostrato al mondo che un' altra via c' è.
Non è un discorso filo-marxista o comunista, è una questione di civiltà. Il neoliberismo sfrenato e il consumismo ci hanno portato dove siamo adesso, Chavez ha dettato un' agenda diversa che si è dimostrata vincente.
Il suo popolo lo ama, e lo sta dimostrando in queste ore.
E' sempre stato eletto democraticamente, alla faccia dei suoi detrattori che lo chiamano "dittatore".
E' stato un servo del suo popolo, cosa che in Italia ci sogniamo.
Il risveglio del Sud America è partito anche grazie a lui.
Oggi io sono triste.
Addio Presidente.




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07/03/2013 02:06
 
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Anche l'elogio funebre del golpista populista. Ah pero', andiamo bene.
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ObbligazioneNaturale, 07/03/2013 02:06:

Anche l'elogio funebre del golpista populista. Ah pero', andiamo bene.




La storia chiama golpe i fallimenti e rivoluzioni quelli riusciti [SM=x43812]
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07/03/2013 10:58
 
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ObbligazioneNaturale, 07/03/2013 02:06:

Anche l'elogio funebre del golpista populista. Ah pero', andiamo bene.




E' vero, tentò un golpe, ma perchè? Te lo sei chiesto?

Dario Fò ha risposto benissimo a quelli che usano la parola "populista" a sproposito.

www.agi.it/politica/notizie/201303061750-pol-rt10283-grillo_lezione_di_dario_fo_m5s_populista_complimen...

"Il dizionario dice che populista e' colui che intende migliorare la posizione del popolo permettendogli di sfuggire alle violenze della classe dominante e allo sfruttamento. Quindi - aggiunge Fo - e' un termine positivo a differenza dell'altro termine, demagogo, che e' colui che con ipocrisia ben calcolata cerca di sfruttare l'ingenuita' di una popolazione per trarne vantaggi indegni".
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ObbligazioneNaturale, 07/03/2013 02:06:

Anche l'elogio funebre del golpista populista. Ah pero', andiamo bene.




In italia qualcuno ha aperto le gabbie e sono usciti tutti(cit).
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08/03/2013 17:41
 
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I neoliberisti non possono non esultare per la morte di una delle loro nemesi!
Dal punto di vista dello sviluppo economico però, mi verrebbe da dire, quale neoliberista può confutare i dati di crescita sociale del governo venezuelano?

Attendo la risposta di qualcuno degli illustri che ha sostenuto Giannino il buffone o qualche lettore della nuova lettiera per gatti "Libero", abituati ad alternarsi tra gli insulti alle politiche di welfare e le critiche all'antropologia napoletana.
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08/03/2013 18:53
 
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...Leon..., 08/03/2013 17:41:

I neoliberisti non possono non esultare per la morte di una delle loro nemesi!
Dal punto di vista dello sviluppo economico però, mi verrebbe da dire, quale neoliberista può confutare i dati di crescita sociale del governo venezuelano?

Attendo la risposta di qualcuno degli illustri che ha sostenuto Giannino il buffone o qualche lettore della nuova lettiera per gatti "Libero", abituati ad alternarsi tra gli insulti alle politiche di welfare e le critiche all'antropologia napoletana.




Non so cosa sia la crescita sociale. I risultati di Chavez però sono questi.

marketmonetarist.com/2013/03/06/hugo-chavezs-economic-legacy-the-two-graph-...


Un successone.
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09/03/2013 03:40
 
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Vaglielo a spiegare agli anti-CIA che se nel 2002 non ci fosse stato Carmona con i grilli per la testa, Miquilena avrebbe risolto tutto in Parlamento, Chavez gia' resosi conto di aver devastato un paese (che non naviga nell'oro) si sarebbe ritirato ed il Venezuela sarebbe diventato uno Stato veramente democratico.


La riduzione della poverta' fatta con i soldi degli altri, il regalino pubblico, meno male che quando si parla di Napoli sono tutti contro le compravendite elettorali.

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09/03/2013 08:27
 
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Possibile che non si riesca ad andare oltre un ipotetico muro contro muro? Si riesce a discutere senza identificarsi nei buoni o cattivi di turno? [SM=g2725321]


Constatare che il risultato, a dispetto degli strumenti, non è stato poi così negativo per la popolazione locale è ben diverso dall'apprezzare tout court,o minimimamente, la politica di Chàvez.


Per inciso,anti-CIA, ma che vuol dire ? [SM=g2725381]


Piaccia o meno, ha proposto un modello alternativo al nostro e avendo a disposizione un tesoro del tipo fondo petrolifero sovrano ha basato tutta la sua azione su questo.
Se lo fa la norvegia è un grande paese civile se viene riproposto in venezuela è pattumiera,mah.
Necessitava di alcuni accorgimenti?Indubbio,ma non sposta la questione.

I "veramente" democratici e i creditori del nostro modello economico vedono un mostro, io vedo un uomo che con discutibili mezzi (e un'ancor più discutibile politica estera) ha tentato di risollevare le sorti del popolo venezuelano.
Questo fa di lui, pur non essendo un suo simpatizzante,un servitore dello stato.
Alla fine della giostra la riflessione che invito a fare è la seguente:il venezuela versava in condizioni migliori nel pre chàvez?
Il resto è secondario,a dispetto delle degenerazioni che sono nate nel paese.

La mia personalissima interpretazione è che l'isolamento l'abbia portato alle indiscutibili degenerazioni ideologiche.
Più che marxista per vocazione direi per costrizione.






[Modificato da connormaclaud 09/03/2013 09:04]
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09/03/2013 10:08
 
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Re:
Guarda e' proprio difficile non fare il muro contro muro parlando di uno che era una versione peggiore e sudamericana di Berlusconi, dall'esproprio facile (per non parlare delle evidenti violazioni dei diritti umani), egocentrico e per giunta mezzo matto (perche' le riunioni dove lasciava la sedia per far sedere il fantasma di Simón Bolívar non le organizzavo io).


Constatare che il risultato, a dispetto degli strumenti, non è stato poi così negativo per la popolazione locale è ben diverso dall'apprezzare tout court,o minimimamente, la politica di Chàvez.


Ma positivo un corno, dal Venezuela in 13 anni e' emigrato chiunque avesse un titolo di studio, il ceto medio non esiste piu', in compenso e' stato sostituito da un manipolo di burocrati e di riccastri vicini al regime.
Ci sono modi e modi di sconfiggere la poverta', c'e' il sussidio statale pagato espropriando le terre e gli investitori stranieri e c'e' il libero mercato nel quale si compete e si concorre. Il secondo funziona, il primo e' il socialismo reale che non solo crea corruzione ma sul lungo periodo non puo' non fallire.
I risultati te li ha postati trixam, un paese affetto da malattia olandese, con un cambio controllato da un organismo pubblico pieno di burocrati che approfittano dell'inflazione incontrollabile, criminalita' decuplicata in 10 anni, beni di prima necessita' introvabili. Questo e' il Venezuela, a Caracas quasi 4000 omicidi in un anno.


Per inciso,anti-CIA, ma che vuol dire ?


Questo.



Piaccia o meno, ha proposto un modello alternativo al nostro e avendo a disposizione un tesoro del tipo fondo petrolifero sovrano ha basato tutta la sua azione su questo.
Se lo fa la norvegia è un grande paese civile se viene riproposto in venezuela è pattumiera,mah.
Necessitava di alcuni accorgimenti?Indubbio,ma non sposta la questione.


Facciamo cosi', questa discussione l'affrontiamo dopo che hai aperto un manuale di macro o uno di Storia (Crisi russa degli anni 90, Arabia Saudita)
Il petrolio norvegese e' gestito secondo logiche di mercato comunque, non a caso gli introiti vanno in un fondo sovrano che opera sui mercati.


I "veramente" democratici e i creditori del nostro modello economico vedono un mostro, io vedo un uomo che con discutibili mezzi (e un'ancor più discutibile politica estera) ha tentato di risollevare le sorti del popolo venezuelano.
Questo fa di lui, pur non essendo un suo simpatizzante,un servitore dello stato.
Alla fine della giostra la riflessione che invito a fare è la seguente:il venezuela versava in condizioni migliori nel pre chàvez?
Il resto è secondario,a dispetto delle degenerazioni che sono nate nel paese.

La mia personalissima interpretazione è che l'isolamento l'abbia portato alle indiscutibili degenerazioni ideologiche.
Più che marxista per vocazione direi per costrizione.


Io vedo una nazione di straccioni.

[Modificato da ObbligazioneNaturale 09/03/2013 10:12]
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Re:
George.Stobbart, 06/03/2013 16:19:

Prima di Chavez il Venezuela versava in condizioni disastrose. La disparità tra ricchi e poveri era scioccante. Chavez ha dimostrato al mondo che un' altra via c' è.
Non è un discorso filo-marxista o comunista, è una questione di civiltà. Il neoliberismo sfrenato e il consumismo ci hanno portato dove siamo adesso, Chavez ha dettato un' agenda diversa che si è dimostrata vincente.
Il suo popolo lo ama, e lo sta dimostrando in queste ore.
E' sempre stato eletto democraticamente, alla faccia dei suoi detrattori che lo chiamano "dittatore".
E' stato un servo del suo popolo, cosa che in Italia ci sogniamo.
Il risveglio del Sud America è partito anche grazie a lui.
Oggi io sono triste.
Addio Presidente.




Premesso che vorrei capire dove vige il neoliberismo di cui tutti tanto parlate (forse negli Stati Uniti, in Italia no di certo...)...


Mi faresti capire dove ci ha portato il neo liberismo?? Dove???
Mio nonno faceva il portalettere, mia nonna la contadina (non proprietaria, proprio bracciante). Io ho avuto la possibilità di studiare negli USA (veramente, non alla Giannino). Questa come la chiami se non crescita sociale???

Ad ogni modo non preoccupatevi. Con l'imperante programma di decrescita felice torneremo tutti al punto di prima e probabilmente mio nipote farà il portalettere.
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Guarda e' proprio difficile non fare il muro contro muro parlando di uno che era una versione peggiore e sudamericana di Berlusconi, dall'esproprio facile (per non parlare delle evidenti violazioni dei diritti umani), egocentrico e per giunta mezzo matto (perche' le riunioni dove lasciava la sedia per far sedere il fantasma di Simón Bolívar non le organizzavo io).



[SM=x43826]



Ma positivo un corno, dal Venezuela in 13 anni e' emigrato chiunque avesse un titolo di studio, il ceto medio non esiste piu', in compenso e' stato sostituito da un manipolo di burocrati e di riccastri vicini al regime.
Ci sono modi e modi di sconfiggere la poverta', c'e' il sussidio statale pagato espropriando le terre e gli investitori stranieri e c'e' il libero mercato nel quale si compete e si concorre. Il secondo funziona, il primo e' il socialismo reale che non solo crea corruzione ma sul lungo periodo non puo' non fallire.
I risultati te li ha postati trixam, un paese affetto da malattia olandese, con un cambio controllato da un organismo pubblico pieno di burocrati che approfittano dell'inflazione incontrollabile, criminalita' decuplicata in 10 anni, beni di prima necessita' introvabili. Questo e' il Venezuela, a Caracas quasi 4000 omicidi in un anno.



Lo stesso Chavez che ha esteso la copertura sanitaria e incrementato notevomente i fondi per l'istruzione?
Malnutrizione e mortalità infatile diminuita, soglia di povertà diminuita e tasso di disoccupazione in calo sono dei traguardi,da qualsiasi prospettiva si guardi.
un link

Le conseguenze del libero mercato le stiamo vivendo sulla nostra pelle e non mi pare che siano tutte rose e fiori.
Con la tendenza alla deglobalization e l'approvazione di oltre 300 misure protezionistiche ,in tutto il mondo,dal 2008 ad oggi direi che i le vecchie "bibbie" e molti testi dovrebbero essere rivisti
Pur non condividendo queste politiche socialiste non trovo assurdo o eretico che esistano modelli alternativi al nostro.


Che botta di c... con le figure retoriche, peccato che il senso di anti-cia mi sia ancora oscuro,ma resterò con l'annoso dubbio






Facciamo cosi', questa discussione l'affrontiamo dopo che hai aperto un manuale di macro o uno di Storia (Crisi russa degli anni 90, Arabia Saudita)
Il petrolio norvegese e' gestito secondo logiche di mercato comunque, non a caso gli introiti vanno in un fondo sovrano che opera sui mercati.



Facciamo così, affrontiamo questa discussione quando comprenderemo che le teorie di mercato sono per l'appunto sistemi teorici e possibili,non dogmi.
Prendendo in esame modelli diversi mi stupirei se le modalità fossero le stesse,ma la ratio dello strumento e delle finalità resta identica.












[Modificato da connormaclaud 09/03/2013 11:09]
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09/03/2013 11:40
 
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L'estensione della copertura sanitaria e' solo sulla carta, infatti di quei 50mila Dottori saranno 2-3 mila veri (i medici venezuelani e' da anni che emigrano negli Stati Uniti), tra l'altro anche la storia dei farmaci a basso costo e' una bella panzana, non fanno che prescrivere le stelle pillole (e l'anno scorso e' scoppiato anche un bello scandalo sui funzionari venezuelani che rivendevano medicinali e cibi scaduti dopo averli fatti rietichettare).
Tanto piu' che si e' fatto curare a Cuba e non in Venezuela.

La storia della soglia di poverta' e' un'altra favola per gonzi. Ha introdotto il reddito di cittadinanza pagandolo con il ricavato della vendita dei beni espropriati, ci credo che venisse eletto a maggioranza. Allora ti chiedo, piuttosto che regalare soldi alla gente, non sarebbe stato meglio investire e far lavorare il mercato creando posti di lavoro? A maggior ragione, in Venezuela e' difficile anche solo trovare negozi che vendano cibo o che siano aperti (blackout continui della rete elettrica), che ci sia un'inflazione a due cifre ne e' la prova, ma di che stiamo parlando?


Il numero di disoccupati e' diminuito, verissimo, sono stati assunti dallo Stato come lavoratori sociali, il socialismo reale, appunto.


Le conseguenze del libero mercato le stiamo vivendo sulla nostra pelle e non mi pare che siano tutte rose e fiori.
Con la tendenza alla deglobalization e l'approvazione di oltre 300 misure protezionistiche ,in tutto il mondo,dal 2008 ad oggi direi che i le vecchie "bibbie" e molti testi dovrebbero essere rivisti


Non farmi perdere tempo con uscite (quasi minchiate), non solo sono di una malafede insulsa ma non c'entrano un tubo con la discussione. Fatti un giro su una qualsiasi community di venezuelani e poi mi vieni a raccontare cosa ne pensino di chavez quelli che in Venezuela lavorano (non la massa di poveracci che ovviamente l'ha votato per anni per prendersi il sussidio)


Che botta di c... con le figure retoriche, peccato che il senso di anti-cia mi sia ancora oscuro,ma resterò con l'annoso dubbio


L'hai capito benissimo.


Facciamo così, affrontiamo questa discussione quando comprenderemo che le teorie di mercato sono per l'appunto sistemi teorici e possibili,non dogmi.
Prendendo in esame modelli diversi mi stupirei se le modalità fossero le stesse,ma la ratio dello strumento e delle finalità resta identica.


Direi che sono pratica da almeno 200 anni, e' grazie al libero mercato che hai il tuo bel computerino che ti permette di scrivere certe assurdita'.
Non farmi perdere tempo che hai la testa piena di baggianate. Vacci a vivere in Sudamerica e poi ci racconti, io ti mando una cartolina dagli States.

[Modificato da ObbligazioneNaturale 09/03/2013 11:45]
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09/03/2013 11:55
 
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Vedi caro obbligazionenaturale,il tuo problema è che parti dal presupposto che sia un sostenitore della politica socialista,un antiamericano e chissà cos'altro.
Di quanto ho scritto non c'è assolutamente nulla del genere e la cartolina,mandala in canada ;),così magari m'arriva.


Quello che c'è scritto,tanto per ripetermi, è che qualcosa di buono per il popolo venezuelano è stato fatto e,come ho scritto più volte, è questo che conta.
Nessuno nega i problemi del sudamerica,ma questo non significa che il modello socialista calato in quel contesto non possa essere una delle soluzioni "migliori" sul breve termine.
E' facile parlare di modelli che chiedono tempo e una "vaccinazione" dallo sfruttamento,ma meno farlo quando ci sono in gioco milioni di vite umane nell'oggi.
Il nostro modello è solo uno dei tanti possibili,solo per gli ottusi è l'unico possibile ed immaginabile. Ti ricordo poi che il libero mercato trova centinaia di correzioni stataliste nel mondo reale.

Il venezuela prima di Chàvez era migliore? Non c'era corruzione (guardacaso è proprio questo uno dei leitmotiv della sua politica) e criminalità? La gente stava bene? Non esisteva lo sfruttamento del capitale umano indigeno?
Ci sono due risposte:si o no,il resto è fuffa per giocatori di fantasylandia
Commentare il resto lo reputo superfluo
[Modificato da connormaclaud 09/03/2013 11:59]
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09/03/2013 12:14
 
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No, non parto con posizioni preconcette, piu' che altro perche' non ho neanche usato la seconda persona. Che tu sia o meno anti-americano non mi interessa, tant'e' che non ti ho chiamato in causa specificamente, excusatio non petita, accusatio manifesta?




Quello che c'è scritto,tanto per ripetermi, è che qualcosa di buono per il popolo venezuelano è stato fatto e,come ho scritto più volte, è questo che conta.


Si' e lo ripeto per la terza volta, non ha fatto nulla.
I dati si interpretano dal confronto tra un campione sperimentale ed uno di controllo. Il nostro campione di controllo e' il resto dell'America Latina. Il Venezuela e' cresciuto meno del Cile, meno del Peru', meno del Brasile. Quindi se al posto di Chavez (populista) ci fosse stato qualcuno di piu' liberale il paese sarebbe cresciuto di piu', ergo Chavez e' stato un intralcio.


Nessuno nega i problemi del sudamerica,ma questo non significa che il modello socialista calato in quel contesto non possa essere una delle soluzioni "migliori" sul breve termine.


Il socialismo ha fallito ovunque, il breve termine e' il berlusconiano tirare a campare?


E' facile parlare di modelli che chiedono tempo e una "vaccinazione" dallo sfruttamento,ma meno farlo quando ci sono in gioco milioni di vite umane nell'oggi.
Il nostro modello è solo uno dei tanti possibili,solo per gli ottusi è l'unico possibile ed immaginabile. Ti ricordo poi che il libero mercato trova centinaia di correzioni stataliste nel mondo reale.


Io credo tu non abbia ben capito cosa s'intende per libero mercato. D'altra parte "vaccinazione dallo sfruttamento" e' una locuzione parente della fumosa "crescita sociale".
Sentiti libero di trovare un modello che funzioni meglio del libero mercato, nel frattempo mi godo quello che c'e'.


Il venezuela prima di Chàvez era migliore? Non c'era corruzione (guardacaso è proprio questo uno dei leitmotiv della sua politica) e criminalità? La gente stava bene? Non esisteva lo sfruttamento del capitale umano indigeno?
Ci sono due risposte:si o no,il resto è fuffa per giocatori di fantasylandia
Commentare il resto lo reputo superfluo


Paragona il Venezuela al Brasile o al Cile, il paragone va fatto con il presente, non con l'altro ieri.




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09/03/2013 12:43
 
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No, non parto con posizioni preconcette, piu' che altro perche' non ho neanche usato la seconda persona. Che tu sia o meno anti-americano non mi interessa, tant'e' che non ti ho chiamato in causa specificamente, excusatio non petita, accusatio manifesta?



La lingua batte dove il dente duole epreferisco specificare prima che mi si accusi di anti-americanismo



Si' e lo ripeto per la terza volta, non ha fatto nulla.
I dati si interpretano dal confronto tra un campione sperimentale ed uno di controllo. Il nostro campione di controllo e' il resto dell'America Latina. Il Venezuela e' cresciuto meno del Cile, meno del Peru', meno del Brasile. Quindi se al posto di Chavez (populista) ci fosse stato qualcuno di piu' liberale il paese sarebbe cresciuto di piu', ergo Chavez e' stato un intralcio.



Il venezuela partiva da una situazione deleteria rispetto al resto del continente?

Che Dio ci scampi da un nuovo Lula che,per inciso, non mi risulta essere un grande liberale,ma anzi compagno di merende del defunto Chàvez.



Io credo tu non abbia ben capito cosa s'intende per libero mercato. D'altra parte "vaccinazione dallo sfruttamento" e' una locuzione parente della fumosa "crescita sociale".
Sentiti libero di trovare un modello che funzioni meglio del libero mercato, nel frattempo mi godo quello che c'e'.



E' un termine coniato al momento,ma non eri scevro da preconcetti?
C'è una bella differenza tra la pacifica convinzione che esistano anche altri modelli e la loro santificazione.
Questo forse non hai ben compreso,ma tant'è e tanto per capirci ben venga il libero mercato se miticato da interventi che ne paralizzino la degenerazione.




Paragona il Venezuela al Brasile o al Cile, il paragone va fatto con il presente, non con l'altro ier



Per fare un paragone bisogna scegliere un metro di riferimento e tenere presente la situazione di partenza con quella finale.



Non credo ci sia altro da aggiungere



[Modificato da connormaclaud 09/03/2013 12:58]
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09/03/2013 13:30
 
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Io sono pienamente d'accordo con connor. Sicuramente Chavez non era uno stinco di santo, nè tantomeno un liberista. E aveva qualche problemino con il concetto di democrazia e pluralismo, come accade nei Paesi che non hanno storie risalenti in tal senso (qualcuno vuole inserirvi anche l'Italia?Non saprei). Ma per vedere se ha fatto del bene - ed è un giudizio molto difficile da dare, stiamo parlando di una delle figure più controverse della storia recente - al Venezuela dobbiamo analizzare il pre-Chavez e il post-Chavez, non certo paragonarlo ad esempio con il Brasile, che è uno dei Paesi più popolosi, ricchi di materie prime (e non certo solo petrolio) e economicamente più in ascesa del Nuovo Continente. E soprattutto dobbiamo stabilire cosa intendiamo per risultato positivo o negativo. Per alcuni un risultato positivo può essere un PIL sostenuto, un debito pubblico basso, l'inflazione minimale, la struttura del Paese tesa alla crescita nonostante gravi diseguaglianze sociali, land grabbing, bassa qualità della vita. Per altri può essere positivo aver sollevato la popolazione dalla miseria, con mezzi più o meno discutibili. Se hai gente che vive nelle baraccopoli è difficile spiegare loro che costruendo ponti e strade, attraendo investimenti privati con la svendita di terre e petrolio nell'arco di un decennio il Paese crescerà floridamente, perchè probabilmente prima del compimento del decennio quella gente sarà morta di fame o fumando la colla. Ovviamente è un'iperbole, ma penso che vada nella direzione evidenziata da Connor, per cui non si possono calare modelli teorici ignorando le priorità del reale. Il punto nodale è sempre trovare un giusto contemperamento
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