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L'ultimo atto di Hugo Chàvez

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2013 11:56
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09/03/2013 14:12
 
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Re:


La lingua batte dove il dente duole epreferisco specificare prima che mi si accusi di anti-americanismo


Ho capito, metti avanti le mani.



Il venezuela partiva da una situazione deleteria rispetto al resto del continente?


Scusa, ma i dati del PIL sono ponderati e relativi al singolo (100 = index base)paese. Brutta cosa l'economic illiteracy. Significa che nel grafico e' riportata la crescita del Venezuela negli ultimi 20 anni rispetto al valore di partenza Venezuelano, cioe' uno 0.8 qualcosa annuo.
Tanto piu' che i paesi che partono svantaggiati per forza di cose dovrebbero crescere di piu' di quelli sviluppati, questo e' lapalissiano.



Che Dio ci scampi da un nuovo Lula che,per inciso, non mi risulta essere un grande liberale,ma anzi compagno di merende del defunto Chàvez.


Il punto e' che persino Lula ha fatto meglio di Chavez, e Lula non ha la fortuna di essere seduto su una miniera d'oro e di avere 1/7 degli abitanti da sfamare.



E' un termine coniato al momento,ma non eri scevro da preconcetti?
C'è una bella differenza tra la pacifica convinzione che esistano anche altri modelli e la loro santificazione.
Questo forse non hai ben compreso,ma tant'è e tanto per capirci ben venga il libero mercato se miticato da interventi che ne paralizzino la degenerazione.


Eh appunto, coniato al momento, ho detto tutto. Al prossimo colloquio o esame mettiti a coniare al momento, poi vedi. [SM=g2725401]
E continui a confondere liberismo con libero mercato.




Per fare un paragone bisogna scegliere un metro di riferimento e tenere presente la situazione di partenza con quella finale.


Gia' fatto no? PIL e crescita in punti percentuali rispetto alla stessa grandezza 14 anni fa. Poi paragona il tasso di crescita tra i vari paesi, non ho capito, e' da 80 anni che si fanno cosi' le statistiche, mo' vuoi vedere che Connor c'ha ragione e tutti gli altri son stronzi?
Ripeti assieme a me, tasso di crescita = X-Y/Y cioe' deltaX diviso Y (il valore iniziale). Si paragonano i tassi, magia.


Non credo ci sia altro da aggiungere


Mi hai tolto le parole di bocca, sto perdendo tempo, resta delle tue idee, tanto a me non cambia niente.

[Modificato da ObbligazioneNaturale 09/03/2013 14:17]
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09/03/2013 15:24
 
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Ho capito, metti avanti le mani.



Evito fraintendimenti con chi ama sguazzarci dentro


Scusa, ma i dati del PIL sono ponderati e relativi al singolo (100 = index base)paese. Brutta cosa l'economic illiteracy. Significa che nel grafico e' riportata la crescita del Venezuela negli ultimi 20 anni rispetto al valore di partenza Venezuelano, cioe' uno 0.8 qualcosa annuo.
Tanto piu' che i paesi che partono svantaggiati per forza di cose dovrebbero crescere di piu' di quelli sviluppati, questo e' lapalissiano.



Fonti fmi/eiu/ocde vogliono una variazione del pil venezuelano oscillante tra il + 2,8 al + 3% per gli anni dal 2011 al 2013
La scheda global finance mostra dati più altalenanti,ma non certo insignificanti




Il punto e' che persino Lula ha fatto meglio di Chavez, e Lula non ha la fortuna di essere seduto su una miniera d'oro e di avere 1/7 degli abitanti da sfamare.


Il brasile ha il potenziale ed i mezzi per divenire una potenza emergente,il venezuela ha solo il petrolio a salvarla da mediocri possibilità di crescita




Eh appunto, coniato al momento, ho detto tutto. Al prossimo colloquio o esame mettiti a coniare al momento, poi vedi.
E continui a confondere liberismo con libero mercato.


Non ho parlato di liberismo e non mi pare che stia sostenendo un esame.ma probabilmente è un mio limite non impararli a pappardella gli esami e nn essere acritico. Chissà a colloquio [SM=g2725402]


Gia' fatto no? PIL e crescita in punti percentuali rispetto alla stessa grandezza 14 anni fa. Poi paragona il tasso di crescita tra i vari paesi, non ho capito, e' da 80 anni che si fanno cosi' le statistiche, mo' vuoi vedere che Connor c'ha ragione e tutti gli altri son stronzi?
Ripeti assieme a me, tasso di crescita = X-Y/Y cioe' deltaX diviso Y (il valore iniziale). Si paragonano i tassi, magia.



Connor dice una cosa e qualcuno capisce altro.




Mi hai tolto le parole di bocca, sto perdendo tempo, resta delle tue idee, tanto a me non cambia niente.



siamo in due allora



[Modificato da connormaclaud 09/03/2013 15:24]
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09/03/2013 16:43
 
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Re:


Evito fraintendimenti con chi ama sguazzarci dentro


Ma no, e' che volevi fare polemica e ti ho beccato. [SM=g2725401]



Fonti fmi/eiu/ocde vogliono una variazione del pil venezuelano oscillante tra il + 2,8 al + 3% per gli anni dal 2011 al 2013
La scheda global finance mostra dati più altalenanti,ma non certo insignificanti


Sigh, e ridaje. Prima di consultare i dati sarebbe opportuno disporre degli strumenti per leggerli.
Il tasso di crescita medio annuo si calcola sottraendo 1 dall'indice a base mobile medio, proprio per evitare che la varianza ci tragga in inganno (tanto piu' che dal 2004 in poi il prezzo del petrolio e' stato ballerino) si utilizzano serie storiche decennali.


Il brasile ha il potenziale ed i mezzi per divenire una potenza emergente,il venezuela ha solo il petrolio a salvarla da mediocri possibilità di crescita


Si vabbe', ciao.


Non ho parlato di liberismo e non mi pare che stia sostenendo un esame.ma probabilmente è un mio limite non impararli a pappardella gli esami e nn essere acritico. Chissà a colloquio [SM=g2725402]


No, e' che se si vuole parlare di certi argomenti con cognizione bisogna possederne le nozioni di base. Io non mi metto ad operare a cuore aperto senza conoscere la differenza tra adrenalina e lidocaina.



Connor dice una cosa e qualcuno capisce altro.


Ma no, e' che connor non ha le idee ben chiare.



siamo in due allora


Gia'. Inutile continuare.


[SM=x43799]

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09/03/2013 17:38
 
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Si certo,good luck [SM=x43799]
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09/03/2013 21:24
 
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Non condivido le tue idee, ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa esprimere...la tua stronzata...Mi raccomando però, la prossima volta, meno presunzione, sennò rischia di risultare pesante e di non galleggiare nemmeno. [SM=g2725401]
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09/03/2013 22:49
 
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pardon?
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10/03/2013 09:55
 
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condivido
La prima cosa da evitare, quando si giudica un personaggio come Hugo Chávez, è cadere nella tentazione del panegirico, così caro a certa parte della sinistra, che ne ha fatto un eroe, o del disprezzo sistematico, così frequente in tanti altri.

Chávez non è stato nè un eroe nè un demonio, e la sua prolungata tappa politica alla guida del Venezuela va giudicata con molto realismo, tenendo in debito conto le sue notevoli contraddizioni. Che in realtà contraddizioni non sono, ma conseguenze della sua personalità e concezione della politica. Chávez è stato, con Lula, il politico più influente sulla scena latinoamericana dell’ultimo decennio. Ha guidato con carisma e autorità il Venezuela dal 1999 a ieri, senza temere rivali e confronti. Giudicato un autocrate, in realtà ha sempre vinto o stravinto elezioni e referendum, perdendone uno solo, quello sulla riforma costituzionale nel 2007, che però vincerà due anni più tardi. La sua diplomazia del petrolio e la concezione dell’integrazione seguendo il modello bolivariano, plasmatisi nell’ALBA e nel Petrocaribe, hanno modificato in profondità la geopolitica e gli equilibri latinoamericani nell’ultimo decennio: di fatto, l’operato in parallelo di Chávez e di Lula, pur di diversa indole, ha reso l’America latina “emergente” molto più indipendente da Washington di quanto non sia mai stata prima d’ora. E questo, per una regione in passato spesso eterodiretta, è un gran passo in avanti.
Nel 1999 fu giudicato da più parti un pericolo per la democrazia, a causa del suo passato golpista. Dissentivo allora, in netta minoranza, e mi si perdonino in quest’articolo le autocitazioni, ma ho seguito la traiettoria di Chávez sin da allora e non posso esimermi dal rimandare a alcune mie valutazioni espresse nel corso degli anni. All’argomento della supposta ademocraticità di Chávez per il suo trascorso golpista, ribattevo che gli elettori l’avevano eletto a grandissima maggioranza, e il problema del Venezuela non era quello d’aver eletto un ex-ufficiale golpista, ma quello di doversi rifugiare in un personaggio eterodosso a causa del fallimento assoluto del sistema dei partiti tradizionali, del tutto incapaci di gestire a beneficio della maggioranza della popolazione la manna petrolifera. Un paese dalle immense risorse come il Venezuela che dopo decenni di vacche grasse vedeva ancora tre quarti della sua popolazione in miseria non poteva non considerarsi un caso – scuola di fallimento in materia sia di politica economica che di funzionamento democratico
Nel corso degli anni, Chávez ha poi vinto un referendum e un’elezione dopo l’altra: nella mia esperienza d’osservazione elettorale in Venezuela nel 2006 mi potei personalmente rendere conto della regolarità delle elezioni venezuelane, nonostante le costanti accuse di brogli informatici da parte dell’opposizione, infondate alla luce di analisi rigorose: di fatto, il sistema elettorale venezuelano è tecnicamente molto avanzato, anche se una debolezza del voto elettronico ricade nella necessità che esista piena fiducia nell’indipendenza delle istituzioni che lo amministrano. Cosa che non esisteva in Venezuela, così come è indubbio che le istituzioni di governo e la televisione pubblica siano sempre state schierate a spada tratta con Chávez in tutti gli appuntamenti elettorali, in una totale assenza di fair play. Questi difetti, gravi, non inficiano però i risultati legittimi delle varie elezioni che Chávez ha via via vinto, con maggioranze sempre abbastanza chiare. Anche l’ultima, quella dell’ottobre 2012, cui non avrebbe però dovuto partecipare dato il suo stato di salute.

Se l’accusa di ex-golpista non lo squalificava (di fatto, un golpe Chávez l’ha pure subito, in una mossa sbagliata che avrebbe indebolito l’opposizione per anni), il timore di molti era che Chávez non fosse in fondo un democratico e che al potere svelasse tentazioni autoritarie. Allora gli lasciavo il beneficio del dubbio.

È contrastante: se da una parte Chávez ha sempre vinto legittimamente le sue elezioni, dall’altra è vero che ha dimostrato un’anima autoritaria incompatibile con una piena democrazia. Vistosi anche facilitato nel compito da un’opposizione che sbagliava una mossa dopo l’altra, rifiutando d’accettare la possibilità che un meticcio incolto come lui potesse gestire il “loro paese”: questo negare legittimità a Chávez è stato l’errore storico dell’opposizione venezuelana che, nata anch’essa dalla decomposizione dei partiti tradizionali nel 98 – 99 ha brancolato per anni nel buio, ritrovando una sua coerenza d’azione solo in occasione dell’ultimo processo elettorale, nel quale è stata rappresentato dal giovane Henrique Capriles, che un giorno sarà presidente del Venezuela. Se non tra trenta giorni, in una prossima occasione.

Una volta al potere sull’onda di un mandato popolare travolgente, il chavismo non occupò le istituzioni statali, ma le svuotò, affiancandole con meccanismi alternativi (le “misiones”) che usavano fondi pubblici abbondanti a causa dei generosi corsi del petrolio in parallelo allo stato e senza trasparenza. Tali missioni hanno contribuito a migliorare la situazione sociale nel corso dei quattordici anni scorsi, intraprendendo un’azione che i governi precedenti avrebbero dovuto fare loro ben prima. E che trascurarono completamente, creando una “Venezuela Saudita” circondata da un oceano di povertà. Due mondi paralleli in una società altamente classista, che con Chávez diventerà molto polarizzata. Chávez, istrionico e bulimico, occuperà ogni parcella del potere e della comunicazione, centrando tutto su se stesso e circondandosi di militari fedeli per tutte le cariche pubbliche importanti. Emarginando sempre di più un’opposizione che già si sparava da sola, ma portando l’eccesso fino alla persecuzione, in mille modi, dei cittadini che non lo votavano (identificati mediante la pubblicazione delle liste dei firmatari per il referendum revocatorio del 2004, che avevano richiesto la sua destituzione): una pratica deprecabile che ha fratturato la società venezuelana. Il suo Venezuela, paese dove si svolgevano elezioni regolari un po’ squilibrate e si faceva per la prima volta una politica sociale, è divenuto non una dittatura ma un paese diviso, nel quale se non eri chavista certificato dovevi affrontare mille difficoltà per avere un passaporto, un permesso, per gestire un’azienda. E infatti in migliaia se ne sono andati, un esodo che il chavismo favoriva (que se vayan…).

Il colmo dello svuotamento dell’essenza democratica lo si raggiunse con le elezioni locali del 2008, nelle quali s’affermarono molti sindaci dell’opposizione, cui però alla luce del risultato si tolsero per legge tutte le attribuzioni, trasferite ai governatori nominati dal governo. E nelle elezioni politiche del 2010, nelle quali a una ripartizione praticamente uguale di voti tra partito di governo e opposizione corrispose una maggioranza assoluta nettissima a favore del chavismo a causa delle modificazioni ad hoc delle circoscrizioni apportate prima del voto mediante decreto legge.

Da questo quadro possiamo evincere quindi che Chávez non era un dittatore, ma aveva una concezione certamente particolare della democrazia: la sua non era una democrazia liberale all’occidentale, ma una democrazia popolare, d’ispirazione bolivariana ma che in realtà guardava al socialismo reale.

Chávez ha raccolto il testimone di leader dell’alternativa al modello capitalista e liberale in America Latina da Fidel Castro: Caracas è divenuta la nuova protettrice economica del modello dell’Avana dopo la ritirata sovietica e il difficilissimo decennio cubano degli anni novanta. Le sovvenzioni petrolifere di Chávez hanno tenuto in piedi il castrismo e, mediante l’ALBA, un processo d’integrazione che nel nome e nello spirito si contrapponeva all’ALCA, progetto statunitense fallito d’integrazione dei mercati americani lanciato negli anni novanta, ha foraggiato con generosità i paesi che l’hanno seguito in quest’avventura alternativa: Bolivia, Ecuador, Nicaragua, alcune isole caraibiche. Il meccanismo è la fornitura di petrolio a prezzo politico, mediante crediti a costo bassissimo da restituire solo venticinque anni dopo. Sulle basi di queste generose condizioni Morales, Correa, Ortega hanno potuto vincere elezioni e governare con larghezza di mezzi: i Castro hanno potuto sopravvivere. La diplomazia petrolifera dell’ALBA ha anche alimentato una nuova dinamica nelle relazioni inter-americane: la nascita di nuovi processi d’integrazione, come UNASUR o CELAC, ha spiazzato l’Organizzazione degli Stati Americani e portato a una nuova America Latina, soprattutto una nuova America del Sud, più indipendente da Washington anche a causa dei buoni risultati economici che hanno tenuto fuori l’America latina dalla crisi globale. Le alleanze eterodosse di Chávez (Iran, Bielorussia, Zimbabwe) hanno invece avuto poco significato pratico e molto contenuto di provocazione nei confronti degli Usa, con cui il chavismo non ha mai avuto buoni rapporti, ma che sono sempre rimasti il primo cliente del petrolio venezuelano.


Il fallimento economico e la fine del chavismo

Se Chávez ha saputo costruirsi, grazie all’attenzione rivolta alle classi sociali meno abbienti, un solido consenso popolare in casa, il suo più notevole fallimento è stato economico. Dopo quattordici anni di potere assoluto, molti dei quali vissuti con prezzi alti del petrolio (che rappresenta tre quarti del commercio estero del paese), l’economia venezuelana, in mano a ex-militari incompetenti e funzionari del chavismo di stretta obbedienza politica e scarse conoscenze economiche, non si è diversificata, non è progredita, anzi si è contratta su stessa. Il paese rimane malmesso dal punto di vista infrastrutturale, anche se i generosi crediti venezuelani hanno finanziato infrastrutture altrove. L’economia è in coma, il tasso di cambio artificiosamente introdotto qualche anno fa lontanissimo dalla realtà, il funzionamento dell’economia asfissiato da mille colli di bottiglia, gli imprenditori in fuga, gli investimenti esteri anche, spaventati da continue espropriazioni e decisioni arbitrarie. In una parola, se il Venezuela quattordici anni fa era un caso perfetto di cattiva gestione dell’economia e della “maledizione delle risorse”, quattordici anni dopo non è cambiato niente. Chávez avrà comunque lasciato un’impronta fortissima sul Venezuela e sull’America Latina: accanto ai suoi limiti politici e alla sua negazione in economia, causate da una visione populista e da socialismo reale del funzionamento della società, vanno però ricordati la sua decisa attenzione alla dimensione sociale, la sua straordinaria capacità di creare consenso politico, la sua indubbia spregiudicatezza nel definire e perseguire scenari internazionali alternativi.

Come detto all’inizio, Chávez non va preso come un modello positivo o negativo, ma per quello che è stato: un personaggio politico d’indubbio peso, carisma ed efficacia, che ha perseguito con straordinaria energia i suoi obiettivi, non lesinando nè errori nè eccessi. Ma con una passione che lo rende unico. Tra pochi giorni, il suo erede Maduro, che è di un’altra pasta, affronterà Capriles con dalla sua i favori del pronostico. Se il chavismo senza Chávez, scenario che il nostro già prefigurò e preparò presentandosi a delle elezioni cui sapeva non sarebbe sopravvissuto sembra per il momento favorito, è però inimmaginabile che possa perpetrarsi per decenni come sognava Chávez. Pur autoritario, il chavismo non è divenuto totalitario, e rimangono gli spazi per un’affermazione dell’opposizione in un futuro prossimo venturo. Se non nel 2013, alla prossima occasione.

Stefano Gatto

www.lospaziodellapolitica.com/2013/03/hugo-chavez-un-b...
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17/03/2013 13:05
 
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50 verità su Hugo Chavez e la Rivoluzione bolivariana

1. Mai nella storia dell'America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chavez ne ha vinte quindici, l'ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti.

2. Tutte le organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea all'Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l'Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.

3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelano era il "migliore del mondo".

4. L'accesso universale all'istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.

5. Nel dicembre 2005, l'UNESCO ha dichiarato che l'analfabetismo era stato sradicato in Venezuela.

6. Il numero di bambini che frequentano la scuola è passato da 6 milioni nel 1998 a 13 milioni nel 2011 e il tasso di scolarizzazione nella scuola primaria è ora del 93,2%.

7. La Missione Robinson II fu lanciata al fine di far raggiungere a tutta la popolazione il livello universitario. Pertanto, il tasso di iscrizione alla scuola secondaria è aumentato dal 53,6% nel 2000 al 73,3% nel 2011.

8. Le missioni Ribas e Sucre hanno permesso a centinaia di miglia di giovani adulti di intraprendere gli studi universitari. Così, il numero di studenti è passato da 895.000 nel 2000 a 2,3 milioni nel 2011, con la creazione di nuove università.

9. Nell'ambito della salute, il Servizio Sanitario Nazionale pubblico è stato creato per garantire l'accesso all'assistenza sanitaria gratuita a tutti i venezuelani. Tra il 2005 e il 2012, sono stati creati in Venezuela 7.873 centri medici.

10. Il numero di medici ogni 100.000 abitanti è aumentato da 20 nel 1999 a 80 nel 2010, con un incremento del 400%.

11. La Missione Barrio Adentro ha permesso di effettuare 534 milioni di visite mediche. Circa 17 milioni di persone poterono essere curate, mentre nel 1998, meno di 3 milioni di persone avevano regolare accesso alle cure. 1.700.000 di vite sono state salvate tra il 2003 e il 2011

12. Il tasso di mortalità infantile è sceso dal 19,1 per mille del 1999 al 10 per mille nel 2012, che significa una riduzione del 49%.

13. L'aspettativa di vita è aumentata da 72,2 anni nel 1999 a 74,3 anni nel 2011.

14. Grazie all'Operazione Miracolo lanciata nel 2004, 1,5 milioni di venezuelani affetti da cataratta e altre malattie dell'occhio, hanno riacquistato la vista.

15. Dal 1999 al 2011, il tasso di povertà è passato dal 42,8% al 26,5% e il tasso di povertà estrema dal 16,6% al 7%.

16. Nella classifica dell'Indice di Sviluppo Umano del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela è passato dall'ottantatreesimo posto nell'anno 2000 (0,656) al settantatreesimo posto nel 2011 (0,735), ed è entrato nella categoria delle nazioni con un indice di sviluppo umano elevato.

17. Il coefficiente GINI, che permette di calcolare la disuguaglianza in un paese, è passato dallo 0,46 nel 1999 allo 0,39 nel 2011.

18. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela mostra il coefficiente GINI più basso dell'America Latina, essendo il paese della regione dove c'è meno disuguaglianza.

19. Il tasso di denutrizione infantile si è ridotto del 40% dal 1999.

20. Nel 1999, l'82% della popolazione aveva accesso all'acqua potabile. Ora è il 95%.

21. Durante la presidenza di Chávez, la spesa sociale è aumentata del 60,6%.

22. Prima del 1999, solo 387.000 anziani ricevevano una pensione. Ora sono 2,1 milioni.

23. Dal 1999 si sono costruiti 700.000 alloggi in Venezuela.

24. Dal 1999, il governo ha consegnato più di un milione di ettari di terra ai popoli aborigeni del paese.

25. La riforma agraria ha permesso a decine di migliaia di agricoltori di essere padroni della propria terra. In totale, si sono distribuiti più di tre milioni di ettari.

26. Nel 1999, il Venezuela produceva il 51% degli alimenti che consumava. Nel 2012 la produzione è del 71%, mentre il consumo di alimenti è aumentato dell'81% dal 1999. Se il consumo del 2012 fosse simile a quello del 1999, il Venezuela produrrebbe il 140% degli alimenti consumati a livello nazionale.

27. Dal 1999, le calorie consumate dai venezuelani sono aumentate del 50% grazie alla Misión Alimentación, che ha creato una catena di distribuzione di 22.000 magazzini alimentari (MERCAL, Casas de Alimentación, Red PDVAL), in cui i prodotti sono sovvenzionati fino al 30%. Il consumo di carne è aumentato del 75% dal 1999.

28. Cinque milioni di bambini ricevono adesso alimentazione gratuita attraverso il Programa de Alimentación Escolar. Erano 250.000 nel 1999.

29. Il tasso di denutrizione è passato dal 21% nel 1998 a meno del 3% nel 2012.

30. Secondo la FAO, il Venezuela è il paese dell'America Latina e dei Caraibi che più ha avanzato nella lotta per eliminare la fame.

31. La nazionalizzazione dell'ente petrolifero PDVSA nel 2003 ha permesso al Venezuela di recuperare la sua sovranità energetica.

32. La nazionalizzazione del settore dell'elettricità e di quello delle telecomunicazioni (CANTV e Electricidad de Caracas) ha permesso di porre fine a situazioni di monopolio e di universalizzare l'accesso a questi servizi.

33. Dal 1999 sono state create più di 50.000 cooperative in tutti i settori dell'economia.

34. Il tasso di disoccupazione è passato dal 15,2% nel 1998 al 6,4% nel 2012, con la creazione di oltre 4 milioni di posti di lavoro.

35. Il salario minimo è passato da 100 bolívares (16 dollari) nel 1998 a 247,52 bolívares (330 dollari) nel 2012, ovvero un aumento di oltre il 2.000%. Si tratta del salario minimo più alto dell'America Latina.

36. Nel 1999, il 65% della popolazione attiva percepiva il salario minimo. Nel 2012 solo il 21,1% dei lavoratori si trovano a questo livello salariale.

37. Gli adulti che non hanno mai lavorato dispongono di un reddito di protezione equivalente al 60% del salario minimo.

38. Le donne sole, così come le persone portatrici di handicap, ricevono un aiuto equivalente all'80% del salario minimo.

39. L'orario di lavoro è stato ridotto a 6 ore al giorno e a 36 ore settimanali, senza diminuzione salariale.

40. Il debito pubblico è passato dal 45% del PIL nel 1998 al 20% nel 2011. Il Venezuela si è ritirato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, rimborsando con anticipo tutti i suoi debiti.

41. Nel 2012 il tasso di crescita del Venezuela è stato del 5,5%, uno dei più elevati del mondo.

42. Il PIL pro capite è passato da 4.100 dollari nel 1999 a 10.810 dollari nel 2011.

43. Secondo il rapporto annuale World Happiness del 2012, il Venezuela è il secondo paese più felice dell'America Latina, dietro il Costa Rica, e il diciannovesimo a livello mondiale, davanti a Germania o Spagna.

44. Il Venezuela offre un appoggio diretto al continente americano più importante di quello fornito dagli Stati Uniti. Nel 2.700 Chávez ha destinato più di 8.800 milioni di dollari a donazioni, finanziamenti e aiuti energetici, a fronte dei soli 3.000 milioni dell'amministrazione Bush.

45. Per la prima volta nella sua storia, il Venezuela dispone dei suoi satelliti (Bolívar e Miranda) ed ha ora la sovranità nel campo della tecnologia spaziale. Internet e le telecomunicazioni coprono tutto il territorio.

46. La creazione di Petrocaribe nel 2005 permette a 18 paesi dell'America Latina e dei Caraibi, ovvero 90 milioni di persone, di acquistare petrolio sovvenzionato fra il 40% e il 60%, e di assicurarsi il proprio fabbisogno energetico.

47. Il Venezuela porta aiuto anche alle comunità svantaggiate degli Stati Uniti, fornendo loro combustibile a tariffe agevolate.

48. La creazione della Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA) nel 2004 fra Cuba e Venezuela ha posto le basi di un'alleanza di integrazione basata sulla cooperazione e la reciprocità, che raggruppa 8 paesi membri, e che pone l'essere umano al centro del progetto di società, con l'obiettivo di lottare contro la povertà e l'esclusione sociale.

49. Hugo Chávez è stato l'artefice della creazione nel 2011 della Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), che raggruppa per la prima volta le 33 nazioni della regione, che così si emancipano dalla tutela di Stati Uniti e Canada.

50. Hugo Chávez ha svolto un ruolo chiave nel processo di pace in Colombia. Secondo il presidente Juan Manuel Santos, «se stiamo avanzando in un progetto solido di pace, con progressi chiari e concreti, progressi mai raggiunti prima con le FARC, è anche grazie alla dedizione e all'impegno di Chávez e del governo del Venezuela».


Questi sono fatti.
Se questa è dittatura auspico una dittatura del genere anche in Italia.
Tutto il resto sono solo chiacchiere senza senso.
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Re:
George.Stobbart, 17/03/2013 13:05:

50 verità su Hugo Chavez e la Rivoluzione bolivariana

1. Mai nella storia dell'America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chavez ne ha vinte quindici, l'ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti.

2. Tutte le organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea all'Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l'Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.

3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelano era il "migliore del mondo".

4. L'accesso universale all'istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.

5. Nel dicembre 2005, l'UNESCO ha dichiarato che l'analfabetismo era stato sradicato in Venezuela.

6. Il numero di bambini che frequentano la scuola è passato da 6 milioni nel 1998 a 13 milioni nel 2011 e il tasso di scolarizzazione nella scuola primaria è ora del 93,2%.

7. La Missione Robinson II fu lanciata al fine di far raggiungere a tutta la popolazione il livello universitario. Pertanto, il tasso di iscrizione alla scuola secondaria è aumentato dal 53,6% nel 2000 al 73,3% nel 2011.

8. Le missioni Ribas e Sucre hanno permesso a centinaia di miglia di giovani adulti di intraprendere gli studi universitari. Così, il numero di studenti è passato da 895.000 nel 2000 a 2,3 milioni nel 2011, con la creazione di nuove università.

9. Nell'ambito della salute, il Servizio Sanitario Nazionale pubblico è stato creato per garantire l'accesso all'assistenza sanitaria gratuita a tutti i venezuelani. Tra il 2005 e il 2012, sono stati creati in Venezuela 7.873 centri medici.

10. Il numero di medici ogni 100.000 abitanti è aumentato da 20 nel 1999 a 80 nel 2010, con un incremento del 400%.

11. La Missione Barrio Adentro ha permesso di effettuare 534 milioni di visite mediche. Circa 17 milioni di persone poterono essere curate, mentre nel 1998, meno di 3 milioni di persone avevano regolare accesso alle cure. 1.700.000 di vite sono state salvate tra il 2003 e il 2011

12. Il tasso di mortalità infantile è sceso dal 19,1 per mille del 1999 al 10 per mille nel 2012, che significa una riduzione del 49%.

13. L'aspettativa di vita è aumentata da 72,2 anni nel 1999 a 74,3 anni nel 2011.

14. Grazie all'Operazione Miracolo lanciata nel 2004, 1,5 milioni di venezuelani affetti da cataratta e altre malattie dell'occhio, hanno riacquistato la vista.

15. Dal 1999 al 2011, il tasso di povertà è passato dal 42,8% al 26,5% e il tasso di povertà estrema dal 16,6% al 7%.

16. Nella classifica dell'Indice di Sviluppo Umano del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela è passato dall'ottantatreesimo posto nell'anno 2000 (0,656) al settantatreesimo posto nel 2011 (0,735), ed è entrato nella categoria delle nazioni con un indice di sviluppo umano elevato.

17. Il coefficiente GINI, che permette di calcolare la disuguaglianza in un paese, è passato dallo 0,46 nel 1999 allo 0,39 nel 2011.

18. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela mostra il coefficiente GINI più basso dell'America Latina, essendo il paese della regione dove c'è meno disuguaglianza.

19. Il tasso di denutrizione infantile si è ridotto del 40% dal 1999.

20. Nel 1999, l'82% della popolazione aveva accesso all'acqua potabile. Ora è il 95%.

21. Durante la presidenza di Chávez, la spesa sociale è aumentata del 60,6%.

22. Prima del 1999, solo 387.000 anziani ricevevano una pensione. Ora sono 2,1 milioni.

23. Dal 1999 si sono costruiti 700.000 alloggi in Venezuela.

24. Dal 1999, il governo ha consegnato più di un milione di ettari di terra ai popoli aborigeni del paese.

25. La riforma agraria ha permesso a decine di migliaia di agricoltori di essere padroni della propria terra. In totale, si sono distribuiti più di tre milioni di ettari.

26. Nel 1999, il Venezuela produceva il 51% degli alimenti che consumava. Nel 2012 la produzione è del 71%, mentre il consumo di alimenti è aumentato dell'81% dal 1999. Se il consumo del 2012 fosse simile a quello del 1999, il Venezuela produrrebbe il 140% degli alimenti consumati a livello nazionale.

27. Dal 1999, le calorie consumate dai venezuelani sono aumentate del 50% grazie alla Misión Alimentación, che ha creato una catena di distribuzione di 22.000 magazzini alimentari (MERCAL, Casas de Alimentación, Red PDVAL), in cui i prodotti sono sovvenzionati fino al 30%. Il consumo di carne è aumentato del 75% dal 1999.

28. Cinque milioni di bambini ricevono adesso alimentazione gratuita attraverso il Programa de Alimentación Escolar. Erano 250.000 nel 1999.

29. Il tasso di denutrizione è passato dal 21% nel 1998 a meno del 3% nel 2012.

30. Secondo la FAO, il Venezuela è il paese dell'America Latina e dei Caraibi che più ha avanzato nella lotta per eliminare la fame.

31. La nazionalizzazione dell'ente petrolifero PDVSA nel 2003 ha permesso al Venezuela di recuperare la sua sovranità energetica.

32. La nazionalizzazione del settore dell'elettricità e di quello delle telecomunicazioni (CANTV e Electricidad de Caracas) ha permesso di porre fine a situazioni di monopolio e di universalizzare l'accesso a questi servizi.

33. Dal 1999 sono state create più di 50.000 cooperative in tutti i settori dell'economia.

34. Il tasso di disoccupazione è passato dal 15,2% nel 1998 al 6,4% nel 2012, con la creazione di oltre 4 milioni di posti di lavoro.

35. Il salario minimo è passato da 100 bolívares (16 dollari) nel 1998 a 247,52 bolívares (330 dollari) nel 2012, ovvero un aumento di oltre il 2.000%. Si tratta del salario minimo più alto dell'America Latina.

36. Nel 1999, il 65% della popolazione attiva percepiva il salario minimo. Nel 2012 solo il 21,1% dei lavoratori si trovano a questo livello salariale.

37. Gli adulti che non hanno mai lavorato dispongono di un reddito di protezione equivalente al 60% del salario minimo.

38. Le donne sole, così come le persone portatrici di handicap, ricevono un aiuto equivalente all'80% del salario minimo.

39. L'orario di lavoro è stato ridotto a 6 ore al giorno e a 36 ore settimanali, senza diminuzione salariale.

40. Il debito pubblico è passato dal 45% del PIL nel 1998 al 20% nel 2011. Il Venezuela si è ritirato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, rimborsando con anticipo tutti i suoi debiti.

41. Nel 2012 il tasso di crescita del Venezuela è stato del 5,5%, uno dei più elevati del mondo.

42. Il PIL pro capite è passato da 4.100 dollari nel 1999 a 10.810 dollari nel 2011.

43. Secondo il rapporto annuale World Happiness del 2012, il Venezuela è il secondo paese più felice dell'America Latina, dietro il Costa Rica, e il diciannovesimo a livello mondiale, davanti a Germania o Spagna.

44. Il Venezuela offre un appoggio diretto al continente americano più importante di quello fornito dagli Stati Uniti. Nel 2.700 Chávez ha destinato più di 8.800 milioni di dollari a donazioni, finanziamenti e aiuti energetici, a fronte dei soli 3.000 milioni dell'amministrazione Bush.

45. Per la prima volta nella sua storia, il Venezuela dispone dei suoi satelliti (Bolívar e Miranda) ed ha ora la sovranità nel campo della tecnologia spaziale. Internet e le telecomunicazioni coprono tutto il territorio.

46. La creazione di Petrocaribe nel 2005 permette a 18 paesi dell'America Latina e dei Caraibi, ovvero 90 milioni di persone, di acquistare petrolio sovvenzionato fra il 40% e il 60%, e di assicurarsi il proprio fabbisogno energetico.

47. Il Venezuela porta aiuto anche alle comunità svantaggiate degli Stati Uniti, fornendo loro combustibile a tariffe agevolate.

48. La creazione della Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA) nel 2004 fra Cuba e Venezuela ha posto le basi di un'alleanza di integrazione basata sulla cooperazione e la reciprocità, che raggruppa 8 paesi membri, e che pone l'essere umano al centro del progetto di società, con l'obiettivo di lottare contro la povertà e l'esclusione sociale.

49. Hugo Chávez è stato l'artefice della creazione nel 2011 della Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), che raggruppa per la prima volta le 33 nazioni della regione, che così si emancipano dalla tutela di Stati Uniti e Canada.

50. Hugo Chávez ha svolto un ruolo chiave nel processo di pace in Colombia. Secondo il presidente Juan Manuel Santos, «se stiamo avanzando in un progetto solido di pace, con progressi chiari e concreti, progressi mai raggiunti prima con le FARC, è anche grazie alla dedizione e all'impegno di Chávez e del governo del Venezuela».


Questi sono fatti.
Se questa è dittatura auspico una dittatura del genere anche in Italia.Tutto il resto sono solo chiacchiere senza senso.




Infatti.

A questo punto ti suggerirei di emigrare in Venezuela.

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18/03/2013 20:54
 
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.pisicchio., 18/03/2013 12:42:




Infatti.

A questo punto ti suggerirei di emigrare in Venezuela.





ahahahah! Ci penserò! [SM=x43819] Ho anche degli amici lì. [SM=x43812]
Comunque non mi pare che l' Italia sia questo paradiso nè che abbia attuato delle riforme in grado di offrire un' opportunità di riscatto alle persone in difficoltà. Si può non essere d' accordo con i metodi ma i numeri ed i cambiamenti positivi reali che molti venezuelani hanno sentito sulla loro pelle non si possono discutere, con buona pace delle ideologie.
[Modificato da George.Stobbart 18/03/2013 20:54]
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Re:
George.Stobbart, 18/03/2013 20:54:




ahahahah! Ci penserò! [SM=x43819] Ho anche degli amici lì. [SM=x43812]
Comunque non mi pare che l' Italia sia questo paradiso nè che abbia attuato delle riforme in grado di offrire un' opportunità di riscatto alle persone in difficoltà. Si può non essere d' accordo con i metodi ma i numeri ed i cambiamenti positivi reali che molti venezuelani hanno sentito sulla loro pelle non si possono discutere, con buona pace delle ideologie.




Concordo. Tuttavia l'Italia è è un paese con democrazia ed economia avanzate, seppure in evidente declino.

Il Venezuela no. E' un paese molto povero che, in termini di "crescita sociale", credo possa paragonarsi all'Italia degli anni 50 del secolo scorso.

Se dovessi emigrare (nuovamente) il Venezuela non sarebbe la mia prima scelta.
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20/03/2013 11:56
 
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Re: Re:
.pisicchio., 19/03/2013 13:10:




Concordo. Tuttavia l'Italia è è un paese con democrazia ed economia avanzate, seppure in evidente declino.

Il Venezuela no. E' un paese molto povero che, in termini di "crescita sociale", credo possa paragonarsi all'Italia degli anni 50 del secolo scorso.

Se dovessi emigrare (nuovamente) il Venezuela non sarebbe la mia prima scelta.




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