È veramente fastidioso notare come le norme in materia di decreto-legge siano sistematicamente violate: nello specifico, un testo approvato dal Consiglio dei Ministri subisca ampie e svariate mutazioni dopo il voto del Consiglio dei Ministri e prima di ottenere l’agognata firma del Presidente della Repubblica. Ma non si potrebbe!
Andiamo al caso concreto.Come avevo già detto in un precedente post, la liberalizzazione della vendita dei farmaci di “fascia C” era presente tout court nel primo testo del decreto legge, ma poi era magicamente intervenuto il limite di popolazione: la vendita è liberalizzata, ma solo nei comuni con più di 15mila abitanti. Chissà poi perché 15mila e non – putacaso – 9.746.
Adesso scopro, mio malgrado, che il testo sottoposto al Presidente della Repubblica reca una clausoletta in più, non banale e non casuale: la liberalizzazione è possibile solo nei comuni sopra ai 15mila abitanti che siano “in possesso dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi fissati con decreto del Ministro della salute, previa intesa con la conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regione e le Province autonome di Trento e di Bolzano, adottato entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto”.
Fantastico questo Paese: non finirà mai di stupirmi!
Pensate: hanno inventato il Consiglio dei Ministeri virtuale, che approva le modifiche ai testi già approvati, mediante, viene da pensare, convocazione e delibera telematica! Perché, badate bene, senza l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministeri, la nuova norma è ragionevolmente incostituzionale.
Nel merito, poi, la norma è geniale: quali sono questi mitici requisiti “strutturali, tecnologici ed organizzativi”? Non è dato saperlo, né comprenderlo minimamente. E se il decreto del Ministro della Salute non viene adottato? Nulla, non succede alcunché, resta tutto com’è. E chi s’è visto s’è visto.
Sapete quanti posti di lavoro aveva generato il Decreto Bersani, che ha permesso la nascita delle parafarmacie? Più di 7.000 (stimando per difetto), così: con un semplice tratto di penna. Abolendo la pianta organica se ne produrrebbero a decine e decine di migliaia, così: con un tratto di penna.
Intanto adesso, per sicurezza, resta tutto fermo, in dolce attesa del decreto del Ministero della Salute, giusto per scongiurare il rischio che qualcuno colga al balzo l’occasione per mettersi a lavorare.
Complimenti, complimenti vivissimi: veramente un bel modo di “fare crescita”!