Re: Re: Re: Re:
iudicium, 11/10/2014 14:29:
Ho scritto che definirli animali è un'offesa agli animali, in quanto ero d'accordo con te su questo, ma riferito a questo episodio di violenza, generalizzare sostenendo che è nella natura dell'uomo la malvagità, innanzitutto è come se si volesse giustificare una tale azione, ed equivale a dire che sia io che tu possiamo fare un gesto del genere, vista la nostra natura. Su questo mi dissocio, ed proprio in nome della "ragione" che rifiuto in assoluto quello che dibatti; un uomo dotato di un minimo di ragione non farebbe mai un gesto di tanta efferatezza.
Non sono d'accordo, invece è vero che sia io che tu
possiamo fare un gesto del genere. Scegliamo di non farlo, per una questione di sensibilità morale e di empatia verso il destinatario del gesto.
E' una scelta libera, consapevole, come tale non scontata.
Gli animali non sono "cattivi", perché non hanno l'intelletto necessario a concepire la cattiveria. Il gatto gioca col topo per puro diletto, senza esser capace di provare empatia verso la vittima del suo gioco. Non può riflettere sul dolore che quell'essere sta provando, né immaginarsi al suo posto per mettere in discussione il suo gesto: ci gioca come giocherebbe con una pallina di cotone, esattamente allo stesso modo.
L'uomo, invece, ha una capacità razionale così sviluppata, da consentirgli di capire il male, e quindi di sceglierlo.
E ciascuno di noi può sceglierlo.
Alcuni lo scelgono, per il semplice fatto che son cresciuti in condizioni di tale degrado umano, da non aver sviluppato sensibilità ed empatia, che sono cmq forme di intelligenza ulteriori.
Quei ragazzi hanno giocato col 14enne esattamente con la stessa lucida bestialità con cui le iene infieriscono su un animale ferito, o con cui le formiche spezzettano in branco l'insetto che è caduto nella morsa di una di loro.
Gli animali fanno tanto male, ma lo fanno senza cattiveria, per puro istinto, senza alcuna capacità di empatia e di poter scegliere alternativamente.
L'uomo sceglie. Può scegliere. Tutti noi possiamo. Questa è l'unica differenza: l'uomo è l'unico essere in grado di scegliere il male fine a se stesso,
semplicemente diretto a fare del male.
Nel farlo, acquisisce un comportamento animale, poiché - mancando di empatia - questi esseri che chiamiamo uomini scelgono i male con la stessa inconsapevole ferocia con cui agisce un gatto col topo, un branco di iene o di formiche con la preda...
La differenza tra gli uni e gli altri, è solo la colpevolezza. Essa nasce dalla rimproverabilità dell'atto. L'uomo è rimproverabile, proprio perché ha scelto. Per il resto, non ci sono differenze tra un uomo malvagio ed un animale.