Il vostro caro numero chiuso

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iudicium
00domenica 21 settembre 2014 22:10
Re:
Giuseppe.appioclaudio, 21/09/2014 11:56:

Per fortuna un lavoro l'ho trovato, ma da ex studente del Dipartimento di Giurisprudenza, trovo questa cosa delle barriere poste all'accesso di una professione una follia corporativa tipicamente italiota.
Comunque sta drasticamente aumentando il numero di barbieri. Proporrei il numero chiuso per le scuole professionali.

Meglio riderci su...Anche se i barbieri di questo paese sottosviluppato potrebbero prendermi sul serio...




Purtroppo in Italia si utilizzano le barriere per creare rendite di posizione. Questo è il male principale del nostro Paese. Se non si temesse la concorrenza delle nuove leve, dovrebbe bastare il titolo di studio a farti esercitare la professione, poi sarà il libero mercato a selezionare e non le caste. Ma se così fosse, come farebbero gli illustri professionisti a portare avanti i loro studi? I tirocinanti fanno comodo, vengono sfruttati gratis dai dominus, avere un certo numero di giovani gratis che fanno pratiche fa comodo. Per non parlare di tutto l'indotto che gira intorno. Non mi meraviglierei se anche ai corsi professionali per barbieri e mestieri
vari venissero proposti il numero chiuso (altro che provocazione).
(pollastro)
00domenica 21 settembre 2014 22:45
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Vado in ordine. E' verissimo: dovrebbe esserci una collaborazione di orientamento tra istituti superiori ed università già dalle scuole, al di là della giornata di marketing esibizionistico. Finora lo si è fatto poco e male, ma (se devo giudicare dalla mia esperienza: mi invitano spesso nelle scuole) grazie a dirigenti scolastici dinamici, a professori intelligenti e a studenti che usano Internet questo lo si fa oggi più e meglio di prima (anche se ancora troppo poco): vedo convenzioni con università anche straniere attive già dal terzo liceo (intendo la terza classe superiore; il "mio" terzo liceo oggi si chiama quinto, insomma è l'ultima classe), per stages estivi, o programmi di scambio (la figlia di un collega, a diciassette anni, sta facendo un semestre scolastico in North Carolina, che ovviamente le varrà poi anche in Italia e ragazzi di lì sono qui: c'è un programma ministeriale apposito, il fatto è che troppo spesso queste cose non si sanno per approfittarne utilmente).
Purtroppo invece è anche vero che non tanti studenti sanno auto-valutarsi e spesso sono influenzati da famiglie, ragazzi più grandi, eccetera, che li portano fuori strada.
Ci sono poi anche altri fattori: conosco un giovane poeta contemporaneo bravo, pluripremiato e ben recensito, marito di una ricercatrice mia amica. Di suo avrebbe fatto Lettere, ma per ragioni familiari è farmacista (come il padre). Intendiamoci, anche io vorrei essere infelice, ma con una farmacia; sta di fatto che non è molto contento (poi, magari, la scontentezza giova alla composizione dii bei versi, vai a sapere [SM=g2725401]).
E' verissimo che nella pubblica amministrazione occorre avere protezione politica, ma è anche vero che a certi livelli al politico non serve legarsi a un funzionario solo protetto, ma imbecille: gli farebbe danno. Per cui diciamo che la combinazione più logica è: funzionario giovane e ambizioso che viene notato da politico giovane e ambizioso, si aiutano reciprocamente e invecchiano aiutandosi. Persone di vertice protette nell'amministrazione ne conosco tante, ma vertici completamente imbecilli no. Non dico che questo sistema non sia opaco, ma solo che la mia descrizione è più realistica.
Ho visto succedere lo stesso anche nella magistratura, nel notariato, all'università: conosco persone certamente protette da giovani, ma anche "figli di" che quel concorso non l'hanno superato o, all'università, ricercatori a cinquant'anni col cognome famoso, il che significa spinta iniziale, ma poi o il padre è uscito dal sistema, o comunque non ha potuto più sostenere il pargolo mediocre.
Per onestà, conosco anche qualche "figlio" o "figlia" di padre celebre assai più bravo/brava del genitore (studi all'estero, capacità personali evidenti oltre le spinte, eccetera)
iudicium
00domenica 21 settembre 2014 23:53
Re:
(pollastro), 21/09/2014 22:45:

Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Vado in ordine. E' verissimo: dovrebbe esserci una collaborazione di orientamento tra istituti superiori ed università già dalle scuole, al di là della giornata di marketing esibizionistico. Finora lo si è fatto poco e male, ma (se devo giudicare dalla mia esperienza: mi invitano spesso nelle scuole) grazie a dirigenti scolastici dinamici, a professori intelligenti e a studenti che usano Internet questo lo si fa oggi più e meglio di prima (anche se ancora troppo poco): vedo convenzioni con università anche straniere attive già dal terzo liceo (intendo la terza classe superiore; il "mio" terzo liceo oggi si chiama quinto, insomma è l'ultima classe), per stages estivi, o programmi di scambio (la figlia di un collega, a diciassette anni, sta facendo un semestre scolastico in North Carolina, che ovviamente le varrà poi anche in Italia e ragazzi di lì sono qui: c'è un programma ministeriale apposito, il fatto è che troppo spesso queste cose non si sanno per approfittarne utilmente).
Purtroppo invece è anche vero che non tanti studenti sanno auto-valutarsi e spesso sono influenzati da famiglie, ragazzi più grandi, eccetera, che li portano fuori strada.
Ci sono poi anche altri fattori: conosco un giovane poeta contemporaneo bravo, pluripremiato e ben recensito, marito di una ricercatrice mia amica. Di suo avrebbe fatto Lettere, ma per ragioni familiari è farmacista (come il padre). Intendiamoci, anche io vorrei essere infelice, ma con una farmacia; sta di fatto che non è molto contento (poi, magari, la scontentezza giova alla composizione dii bei versi, vai a sapere [SM=g2725401]).
E' verissimo che nella pubblica amministrazione occorre avere protezione politica, ma è anche vero che a certi livelli al politico non serve legarsi a un funzionario solo protetto, ma imbecille: gli farebbe danno. Per cui diciamo che la combinazione più logica è: funzionario giovane e ambizioso che viene notato da politico giovane e ambizioso, si aiutano reciprocamente e invecchiano aiutandosi. Persone di vertice protette nell'amministrazione ne conosco tante, ma vertici completamente imbecilli no. Non dico che questo sistema non sia opaco, ma solo che la mia descrizione è più realistica.
Ho visto succedere lo stesso anche nella magistratura, nel notariato, all'università: conosco persone certamente protette da giovani, ma anche "figli di" che quel concorso non l'hanno superato o, all'università, ricercatori a cinquant'anni col cognome famoso, il che significa spinta iniziale, ma poi o il padre è uscito dal sistema, o comunque non ha potuto più sostenere il pargolo mediocre.
Per onestà, conosco anche qualche "figlio" o "figlia" di padre celebre assai più bravo/brava del genitore (studi all'estero, capacità personali evidenti oltre le spinte, eccetera)



Sono io a non esprimermi bene! Quello che intendo dire è che il sistema delle aziende pubbliche o private a capitale pubblico permette legalmente di scegliere politicamente le posizioni apicali.
Ora tra due esperti, uno appoggiato dalla politica e un altro indipendente (sarà anche bravo, ma altrettanto bravo è l'altro), chi sarà indicato per ricoprire quell'incarico? Lo stesso discorso per la scelta dei due membri della Consulta. Perché non si riesce a sceglierlo? (Potenzialmente anche il prof. Prisco ha tutte le qualità per essere nominato e non è una provocazione) Chi non è "politicamente impregnato" ho usato proprio il termine impregnato e non impegnato, non entra proprio in tale giro.
Parto dal presupposto che sono tutti capaci e tutti altrettanto bravi, quindi alla fine non basta essere solo bravi e solo eccellenti.
Con l'esperienza, con l'impegno, anche il peggiore degli avvocati può diventare il principe del foro. E' vero il prof. ha visto gente che sono stati inseriti nel mondo accademico ma poi sono rimasti assistenti, evidentemente sono stati scavalcati da chi aveva + influenza (è la dura legge della raccomandazione che la fa da padrone in ambienti del genere).
(pollastro)
00lunedì 22 settembre 2014 08:17
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Sono anche io che non mi spiego bene, Iudicium, tranquillo. Nella valutazione di "bravura" di una persona c'è anche la disponibilità a impegnarsi/ impregnarsi o no in politica, cioè non serve essere bravi e null'altro, se si ha l'ambizione di fare certe esperienze (intendo il servizio tecnico alle istituzioni ad alto livello).
A contrario: ringrazio per l'apprezzamento, ma a me non interessa stare alla Corte, perché se ci fossi non potrei avere le mani libere, cioè apprezzare o criticare sue sentenze, in saggi o articoli giornalistici. Pertanto non mi sono mai messo su questa strada; ma, se mi fosse interessato farlo, avrei dovuto pensare per tempo a costruire (all'interno del mio capitale di bravura), anche la dote di coltivare relazioni politiche opportunamente finalizzate. Questo non mi scandalizza in chi lo fa, beninteso, è una scelta essere tecnici con le "mani libere" o essere tecnici impegnati come "civil servants". Nessuna delle due categorie è migliore o peggiore e censurabile (poi all'interno di ciascuna,com'è ovvio, ci sono i più e i mano bravi), è solo - ripeto - questione di diversa sensibilità.
Insomma: io ho come tutti una mia sensibilità politica, ma sto due passi indietro. Mi è stato a suo tempo offerto di farla (come candidato o come tecnico, ho rifiutato, per mantenere un giudizio distaccato). Altri ritengono di accettare impegni. Bene, auguri a loro. Non sono rimproverabile io, non lo sono loro. Sarebbe come rimproverarmi perché sono vegetariano: embé?
iudicium
00lunedì 22 settembre 2014 12:33
Re:
(pollastro), 22/09/2014 08:17:

Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Sono anche io che non mi spiego bene, Iudicium, tranquillo. Nella valutazione di "bravura" di una persona c'è anche la disponibilità a impegnarsi/ impregnarsi o no in politica, cioè non serve essere bravi e null'altro, se si ha l'ambizione di fare certe esperienze (intendo il servizio tecnico alle istituzioni ad alto livello).
A contrario: ringrazio per l'apprezzamento, ma a me non interessa stare alla Corte, perché se ci fossi non potrei avere le mani libere, cioè apprezzare o criticare sue sentenze, in saggi o articoli giornalistici. Pertanto non mi sono mai messo su questa strada; ma, se mi fosse interessato farlo, avrei dovuto pensare per tempo a costruire (all'interno del mio capitale di bravura), anche la dote di coltivare relazioni politiche opportunamente finalizzate. Questo non mi scandalizza in chi lo fa, beninteso, è una scelta essere tecnici con le "mani libere" o essere tecnici impegnati come "civil servants". Nessuna delle due categorie è migliore o peggiore e censurabile (poi all'interno di ciascuna,com'è ovvio, ci sono i più e i mano bravi), è solo - ripeto - questione di diversa sensibilità.
Insomma: io ho come tutti una mia sensibilità politica, ma sto due passi indietro. Mi è stato a suo tempo offerto di farla (come candidato o come tecnico, ho rifiutato, per mantenere un giudizio distaccato). Altri ritengono di accettare impegni. Bene, auguri a loro. Non sono rimproverabile io, non lo sono loro. Sarebbe come rimproverarmi perché sono vegetariano: embé?




E' tutto vero, ma non è giusto! La politica dovrebbe occuparsi solo di politica non dovrebbe controllare e occuparsi di chi deve ricoprire determinate cariche e determinati ruoli. Bisognerebbe svincolare i ruoli dirigenziali dalla fede politica. La politica la intendo come servizio disinteressato al Paese e non come servizio al proprio orticello.
(pollastro)
00lunedì 22 settembre 2014 16:41
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Come no? In un altro mondo, in un'altra vita [SM=g2725339]
iudicium
00lunedì 22 settembre 2014 19:56
Re:
(pollastro), 22/09/2014 16:41:

Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Come no? In un altro mondo, in un'altra vita [SM=g2725339]




Lo so benissimo che è un'utopia, ma un giovane può permettersi anche di ammalarsi di utopia, ha tutto il tempo per guarire!
trixam
00lunedì 22 settembre 2014 20:05
Morale della favola
Il barbiere o il contadino sono mestieri bellissimi a patto che li facciano gli altri.





(pollastro)
00lunedì 22 settembre 2014 20:21
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Io coltivo il mio orto urbano. E sono serio quando dico che l'agricoltura (in altre dimensioni, ovvio: a me serve per essere sicuro di quello che mangio e per regalare qualcosa ad amici) "tira". Trixam, sei attento all'economia e lo sai
giusperito
00lunedì 22 settembre 2014 20:46
Il numero chiuso a giurisprudenza servirebbe solo a riequilibrare gli scompensi creati dalla distorsione del numero chiuso delle altre facoltà.. Tuttavia credo sia più facile imporre per legge al sale di non sciogliersi nell'acqua.
Oggi l'istanza dei laureandi\laureati in legge è sentita alla luce delle immense distorsioni provocate da gente che non entra a medicina e si laurea con il massimo dei voti in giurisprudenza... Come sia possibile avvertire il desiderio di essere o medico o giurista ancora non me lo spiego, ma è limite mio che convintamente volevo imparare l'arte di cavillare.
Detto ciò, il problema dell'università è l'account... quella cosa lì che non si traduce in italiano..
La soluzione sarebbe spiegare alle persone che la laurea non serve a niente davvero.. che se non sai fare nulla, non servi a niente..
Nel momento in cui il sistema non riuscirà più a reggere figli a casa fino ai 40 anni, ci renderemo conto che senza specializzazione non si pappa e che aspettare 40 anni per capire davanti a chi devono essere chiesti i colloqui dopo una sentenza di primo grado è un po' tardi.. posto che comunque l'avvocato medio è privo di tali competenze.
Personalmente mi auguro che il discorso del prof. sul merito sia vero, ma non perché io sia meritevole, ma perché almeno posso soffrire le ore di viaggio ed i mancati guadagni come mia imbecillitas in senso pufendorfiano o meno..
Altro piccolo elemento: il cliente medio non capisce la differenza tra una pera ed un'istanza, come può capire il merito? nel penale il cliente medio non riesce nemmeno a firmare ed il giudice ha già deciso la pena prima ancora di sentirti parlare (al punto che potremmo risolvere l'arretrato giudiziario semplicemente eliminando l'ipocrisia.. ormai indovino l'entità delle pene con una frequenza elevatissima), che c'entra il merito?
Dovremmo insegnare ai ragazzi come si "acchiappa il cliente" e come ci si deve "atteggiare".. ormai anche la professione è marketing, anzi marchetting...

Con tanta pace e buona volontà devo riconoscere a trixam che aveva ragione quando, ormai vari anni fa, mi disse: "e chi ti dice che non possiamo diventare come il Kenya?"
E quindi cari studenti, studiate meno e frequentate più il politico di turno o il presidente dell'associazione "pincopallo libero".. e non fate politica credendoci, perché mentre raccogliete le firme per l'amnistia c'è qualcuno che crea associazioni per i diritti dei detenuti e fa parcelle da 20.000 €.. stay hungry, stay ammanigliato (termine che credo in UK non saprebbero tradurre come noi il loro accountqualcosa)

Piccola nota all'amico Trixam:

In un Paese dove non esiste libero mercato, essere libero mercatisti è una forma di masochismo.
Hanno ragione quelli che difendono le persone offese e chiedono a giudici di fissare le date, quelli che vogliono aumentare la soglia del gratuito patrocinio, quelli che devi pagare la cassa se vuoi essere iscritto all'ordine, quelli che difendiamo a titolo gratuito la vittima di turno, quelli che pagano i criminologi della tv per scavare dentro al cascione, quelli che vogliono il numero chiuso...

eh si, voglio il numero chiuso a giurisprudenza, ma aperta l'avvocatura fino al giorno prima in cui io entrerò.. poi da lì chiuso, chiusissimo. Poi voglio le soglie, gli scaglioni, le incompatibilità, le leggi per cui se hai tanti capelli non puoi fare l'avvocato, ma pure se non hai gusto nel vestire, ma anche se non ti chiami Raffaele.. e poi fuori tutti, ma progressivamente modulato esattamente come servirebbe a me..
eh beh per farlo ha ragione chi faceva politica universitaria, poi politica in tribunale e poi politica in regione.. eh si quelli lì perché se non posso competere allora voglio essere nel sistema.

E mi dirai che sono socialista e ti dirò che non è vero sono più lib di prima, perché lo Stato non ha il diritto di fregarmi il futuro e a questo punto se la mia idea di più libertà per tutti non può realizzarsi che almeno sia più socialismo per me.
Paperino!
00lunedì 22 settembre 2014 21:58
Re:
giusperito, 22/09/2014 20:46:

Il numero chiuso a giurisprudenza servirebbe solo a riequilibrare gli scompensi creati dalla distorsione del numero chiuso delle altre facoltà.. Tuttavia credo sia più facile imporre per legge al sale di non sciogliersi nell'acqua.
Oggi l'istanza dei laureandi\laureati in legge è sentita alla luce delle immense distorsioni provocate da gente che non entra a medicina e si laurea con il massimo dei voti in giurisprudenza... Come sia possibile avvertire il desiderio di essere o medico o giurista ancora non me lo spiego, ma è limite mio che convintamente volevo imparare l'arte di cavillare.
Detto ciò, il problema dell'università è l'account... quella cosa lì che non si traduce in italiano..
La soluzione sarebbe spiegare alle persone che la laurea non serve a niente davvero.. che se non sai fare nulla, non servi a niente..
Nel momento in cui il sistema non riuscirà più a reggere figli a casa fino ai 40 anni, ci renderemo conto che senza specializzazione non si pappa e che aspettare 40 anni per capire davanti a chi devono essere chiesti i colloqui dopo una sentenza di primo grado è un po' tardi.. posto che comunque l'avvocato medio è privo di tali competenze.
Personalmente mi auguro che il discorso del prof. sul merito sia vero, ma non perché io sia meritevole, ma perché almeno posso soffrire le ore di viaggio ed i mancati guadagni come mia imbecillitas in senso pufendorfiano o meno..
Altro piccolo elemento: il cliente medio non capisce la differenza tra una pera ed un'istanza, come può capire il merito? nel penale il cliente medio non riesce nemmeno a firmare ed il giudice ha già deciso la pena prima ancora di sentirti parlare (al punto che potremmo risolvere l'arretrato giudiziario semplicemente eliminando l'ipocrisia.. ormai indovino l'entità delle pene con una frequenza elevatissima), che c'entra il merito?
Dovremmo insegnare ai ragazzi come si "acchiappa il cliente" e come ci si deve "atteggiare".. ormai anche la professione è marketing, anzi marchetting...

Con tanta pace e buona volontà devo riconoscere a trixam che aveva ragione quando, ormai vari anni fa, mi disse: "e chi ti dice che non possiamo diventare come il Kenya?"
E quindi cari studenti, studiate meno e frequentate più il politico di turno o il presidente dell'associazione "pincopallo libero".. e non fate politica credendoci, perché mentre raccogliete le firme per l'amnistia c'è qualcuno che crea associazioni per i diritti dei detenuti e fa parcelle da 20.000 €.. stay hungry, stay ammanigliato (termine che credo in UK non saprebbero tradurre come noi il loro accountqualcosa)

Piccola nota all'amico Trixam:

In un Paese dove non esiste libero mercato, essere libero mercatisti è una forma di masochismo.
Hanno ragione quelli che difendono le persone offese e chiedono a giudici di fissare le date, quelli che vogliono aumentare la soglia del gratuito patrocinio, quelli che devi pagare la cassa se vuoi essere iscritto all'ordine, quelli che difendiamo a titolo gratuito la vittima di turno, quelli che pagano i criminologi della tv per scavare dentro al cascione, quelli che vogliono il numero chiuso...

eh si, voglio il numero chiuso a giurisprudenza, ma aperta l'avvocatura fino al giorno prima in cui io entrerò.. poi da lì chiuso, chiusissimo. Poi voglio le soglie, gli scaglioni, le incompatibilità, le leggi per cui se hai tanti capelli non puoi fare l'avvocato, ma pure se non hai gusto nel vestire, ma anche se non ti chiami Raffaele.. e poi fuori tutti, ma progressivamente modulato esattamente come servirebbe a me..
eh beh per farlo ha ragione chi faceva politica universitaria, poi politica in tribunale e poi politica in regione.. eh si quelli lì perché se non posso competere allora voglio essere nel sistema.

E mi dirai che sono socialista e ti dirò che non è vero sono più lib di prima, perché lo Stato non ha il diritto di fregarmi il futuro e a questo punto se la mia idea di più libertà per tutti non può realizzarsi che almeno sia più socialismo per me.



mmmm...non so quanto di questo messaggio sia pura provocazione, quanto reazione a un contesto oggettivamente degenerato e demoralizzante.
Non condivido l'idea che si debbano chiudere le porte alle mie spalle, ma neppure l'idea che il mercato assolutamente "aperto" sia il bene assoluto...e l'esempio di Giusp sulla reale capacità del cliente di valutare "il merito" dell'avvocato è quanto mai centrato...

Trovo degenere un mercato in cui, tra le tante cose, il numero chiuso sia posto a valle di un'intera unica carriera, anziché porlo a monte, quando mille carriere sono ancora potenzialmente possibili.
Il numero chiuso all'Università non è la soluzione migliore, ma resta molto meglio del tipo di numero chiuso attuale, che esiste anche se in tanti "liberisti" non lo vedono, e dove sei selezionato e tenuto "fuori" anche se credi di star dentro ed avere gli stessi "titoli" degli altri, ed a prescindere dal merito.
Dove la selezione si fa per gruppi di appartenenza, per "correnti", per clientele, per giochi politici.

Entro in Tribunale e spesso mi vengono in mente i discorsi del povero Josef K. quando, davanti ai giudici, si difende denunciando la corruzione e il carattere incomprensibile ed irragionevole di tutti quegli apparati, quelle carriere, quelle sentenze...

La conclusione di Giusperito..."son ancora liberale, ma se il sistema non lo è allora voglio diventare socialista anche io...", è amara e rispecchia uno stato d'animo ed una realtà più che attuale.

Giuseppe.appioclaudio
00lunedì 22 settembre 2014 23:22
Quando leggo le gianninane invettive di Giusperito contro lo statalismo italiano, avverto dei forti pruriti di liberismo.

Scherzi a parte, preferirei di gran lunga uno Stato minimo ed ultramercatista a questo Leviatano asfissiante, la cui unica funzione sembra essere quella di proteggere una quantità imbarazzante di feudi professionali...In tutta sincerità, credo che un default, con annesso bagno collettivo di umiltà, ci farebbe bene. Un paese nel quale un terzo della popolazione lavora per pagare le inefficienze prodotte, in oltre trent'anni, da gente che ha conosciuto la crisi solo attraverso la televisione, merita questa fine...Questo è pur sempre il Paese nel quale una città notoriamente inefficiente, come la nostra, vanta un aeroporto privato che negli anni si è affermato, tra gli aeroporti minori, come vero e proprio esempio di efficienza, mentre il Porto, gestito da bizzarri funzionari di Stato, sprofonda, tra ricorsi al TAR e lotte politiche, in un una crisi senza precedenti...

Il numero chiuso, tutto sommato, è solo il segno del degrado socio-economico e culturale che viviamo quotidianamente.
federiciano
00lunedì 22 settembre 2014 23:48
Re:
giusperito, 22/09/2014 20:46:

Il numero chiuso a giurisprudenza servirebbe solo a riequilibrare gli scompensi creati dalla distorsione del numero chiuso delle altre facoltà.. Tuttavia credo sia più facile imporre per legge al sale di non sciogliersi nell'acqua.
Oggi l'istanza dei laureandi\laureati in legge è sentita alla luce delle immense distorsioni provocate da gente che non entra a medicina e si laurea con il massimo dei voti in giurisprudenza... Come sia possibile avvertire il desiderio di essere o medico o giurista ancora non me lo spiego, ma è limite mio che convintamente volevo imparare l'arte di cavillare.
Detto ciò, il problema dell'università è l'account... quella cosa lì che non si traduce in italiano..
La soluzione sarebbe spiegare alle persone che la laurea non serve a niente davvero.. che se non sai fare nulla, non servi a niente..
Nel momento in cui il sistema non riuscirà più a reggere figli a casa fino ai 40 anni, ci renderemo conto che senza specializzazione non si pappa e che aspettare 40 anni per capire davanti a chi devono essere chiesti i colloqui dopo una sentenza di primo grado è un po' tardi.. posto che comunque l'avvocato medio è privo di tali competenze.
Personalmente mi auguro che il discorso del prof. sul merito sia vero, ma non perché io sia meritevole, ma perché almeno posso soffrire le ore di viaggio ed i mancati guadagni come mia imbecillitas in senso pufendorfiano o meno..
Altro piccolo elemento: il cliente medio non capisce la differenza tra una pera ed un'istanza, come può capire il merito? nel penale il cliente medio non riesce nemmeno a firmare ed il giudice ha già deciso la pena prima ancora di sentirti parlare (al punto che potremmo risolvere l'arretrato giudiziario semplicemente eliminando l'ipocrisia.. ormai indovino l'entità delle pene con una frequenza elevatissima), che c'entra il merito?
Dovremmo insegnare ai ragazzi come si "acchiappa il cliente" e come ci si deve "atteggiare".. ormai anche la professione è marketing, anzi marchetting...

Con tanta pace e buona volontà devo riconoscere a trixam che aveva ragione quando, ormai vari anni fa, mi disse: "e chi ti dice che non possiamo diventare come il Kenya?"
E quindi cari studenti, studiate meno e frequentate più il politico di turno o il presidente dell'associazione "pincopallo libero".. e non fate politica credendoci, perché mentre raccogliete le firme per l'amnistia c'è qualcuno che crea associazioni per i diritti dei detenuti e fa parcelle da 20.000 €.. stay hungry, stay ammanigliato (termine che credo in UK non saprebbero tradurre come noi il loro accountqualcosa)

Piccola nota all'amico Trixam:

In un Paese dove non esiste libero mercato, essere libero mercatisti è una forma di masochismo.
Hanno ragione quelli che difendono le persone offese e chiedono a giudici di fissare le date, quelli che vogliono aumentare la soglia del gratuito patrocinio, quelli che devi pagare la cassa se vuoi essere iscritto all'ordine, quelli che difendiamo a titolo gratuito la vittima di turno, quelli che pagano i criminologi della tv per scavare dentro al cascione, quelli che vogliono il numero chiuso...

eh si, voglio il numero chiuso a giurisprudenza, ma aperta l'avvocatura fino al giorno prima in cui io entrerò.. poi da lì chiuso, chiusissimo. Poi voglio le soglie, gli scaglioni, le incompatibilità, le leggi per cui se hai tanti capelli non puoi fare l'avvocato, ma pure se non hai gusto nel vestire, ma anche se non ti chiami Raffaele.. e poi fuori tutti, ma progressivamente modulato esattamente come servirebbe a me..
eh beh per farlo ha ragione chi faceva politica universitaria, poi politica in tribunale e poi politica in regione.. eh si quelli lì perché se non posso competere allora voglio essere nel sistema.

E mi dirai che sono socialista e ti dirò che non è vero sono più lib di prima, perché lo Stato non ha il diritto di fregarmi il futuro e a questo punto se la mia idea di più libertà per tutti non può realizzarsi che almeno sia più socialismo per me.




Se gente che non entra a medicina si laurea con il massimo dei voti a giurisprudenza, che abbiamo da biasimarli? Quando ci siamo iscritti noi a giurisprudenza, se ci avessero chiuso le porte, a chi avremmo dato la colpa? Pensi che l'inefficienza del sistema si risolva impedendo l'accesso al dipartimento? Anche ingegneria è a libero accesso ma nessuno vuole il numero chiuso! Giurisprudenza come economia ha sempre avuto il problema del sovraffollamento, la soluzione è stata quella di selezionare durante il percorso, non a caso difficilmente ci si laurea in corso, forse questo non ha scoraggiato abbastanza? Ti sembra normale che alle soglie degli anta ancora non si è ancora concluso il percorso di studio? Eppure i dati statistici lo confermano! La selezione già esiste è inutile negarlo, non è creando il protezionismo che si risolve il problema. Abbiamo bisogno di un sistema universitario + efficiente non + selettivo.
Per il cliente sei bravo se vinci la sua causa sei una "chia...a" se perdi, se ne frega se prima di perdere la sua causa le hai vinte tutte. Ricordo, poco tempo fa, la notizia sul mattino di un avvocato che trovò tappezzata la sua zona con manifesti " come uomo sei una l..., come avvocato sei una chia...a.
trixam
00martedì 23 settembre 2014 00:16
Prof si lo so che alcuni settori agricoli sono in rialzo e attraggono nuovi lavoratori anche qualificati ma tutti quelli che si rallegrano del fenomeno non lavorano in quel settore.
E comunque tra essere professore universitario con l'hobby dell'orto e zappare la terra per vivere c'è quella che Ken Rogoff chiamarebbe una significativa differenza(senza nessun disvalore per il prof universitario of course). Anche Michelle Obama coltiva l'orto nel giardino della casa bianca ma dubito che consigli alle figlie di dedicarsi all'agricoltura.


@ Gius. Siamo al dunque! (cit).
Il socialismo per sé stessi e il libero mercato per gli altri è lo Zeitgeist dell'italianità più genuina, sei pronto per il grande passo da idealista a politico corrotto!

Però tu sai che al socialismo all'acqua di rose io preferisco sempre il comunismo di guerra, roba per gente dura.
Dunque se il problema è stroncare le gambe agli altri io dico che il numero chiuso non serve e rilancio, perché non bloccare del tutto le iscrizioni a giurisprudenza per 3 anni minimo? A partire dall'anno x per tre anni nessuna facoltà in Italia può accettare iscritti continuando a funzionare per gli studenti già in corso. Ci sarebbero grossi vantaggi. Le facoltà potrebbero smaltire i fuoricorso, riorganizzare la didattica, la richiesta di istruzione superiore si riequilibrerebbe e l'offerta di nuovi praticanti calerebbe notevolmente.
Sarebbe anche più equo perché se lo prenderebbero in quel posto sia il povero stronzo figlio del barbiere che così si decide subito a prendere le orme paterne sia il figlio del magistrato che invece dovrebbe faticare molto di più per seguire quelle orme.

federiciano
00martedì 23 settembre 2014 00:21
Re: Morale della favola
trixam, 22/09/2014 20:05:

Il barbiere o il contadino sono mestieri bellissimi a patto che li facciano gli altri.







Snobbi questi mestieri perché forse ignori quanto guadagnano chi li fa! Sicuramente + di un giovane avvocato o di un giovane commercialista. Ho amici che hanno snobbato i mestieri dei padri e dopo essersi laureati, hanno preferito continuare l'attività dei padri. Quanti giovani e meno giovani abbandonano una professione per dedicarsi alla terra! Non c'è nulla di strano, anzi c'è chi ha approfittato degli ettari di terra concessi gratuitamente dal governo, per fare un agriturismo.
trixam
00martedì 23 settembre 2014 00:30
Re: Re: Morale della favola
federiciano, 23/09/2014 00:21:


Snobbi questi mestieri perché forse ignori quanto guadagnano chi li fa! Sicuramente + di un giovane avvocato o di un giovane commercialista. Ho amici che hanno snobbato i mestieri dei padri e dopo essersi laureati, hanno preferito continuare l'attività dei padri. Quanti giovani e meno giovani abbandonano una professione per dedicarsi alla terra! Non c'è nulla di strano, anzi c'è chi ha approfittato degli ettari di terra concessi gratuitamente dal governo, per fare un agriturismo.




Era una battuta. Cmq se sei convinto che ci sia tutto questo potenziale perché non ti lanci in uno di questi settori?
Tutti non vedono l'ora di lanciarsi in un paese dove vige la regola dei due 70: 70% in tasse, 70% del tempo in burocrazia.
Ed alla fine del giro 30.000 euro di debiti con Equitalia non te li toglie nessuno. Run, federiciano, run!
giusperito
00martedì 23 settembre 2014 09:15
Ill buon Papero ha capito il senso del mio intervento. Volevo provocare un po' ...
@ trix : non so se è un complimeno prurito liberista...

Rispondendo seriamente:
l'intero sistema economico italiano è diversamente libero. Non si puo'competere davvero in un'economia socialista. Purtroppo l'avvocato non puo' essere giudicato dal cliente medio ma il merito non si lega a qst valutazioni. In Italia l avvocatura è un lqvoro di prossimita' .. Mica siamo come gli sudi americani.. Qui il sistema è alterato e te ne accorgi tutti i.giorni. Nessun cliente vuole pagare perché tra gratuito patrocinio e difesa d ufficio che per vulgata comune è pagata dallo Stato il cliente medio pensa di poter non pagare. Se il mercato e' costruito così ovvio che competere sia quasi impossibile. La difesa di un contrabbandiere a gp rende di più di un cliente di classe media che potrebbe capire cosa gli "vendi" .. Un sistema che non richiede qualitá e competenza non puo' premiare qst skills. Se chiedo pere perché dovrei accettare il miglior caviale? Qst è il punto. Non competiamo davvero sul terreno del merito, ma su altri terreni.
Detto ciò il vero problema è che le mie parole del precedente post sono provocatoriamente la rappresentZione del pensiro medio dell italiano.. Ergo non si puo' sperare di riformare il sistema e creare un mercato libero.
Possiamo discutefe in qst termini di molti altri settori... Universitá compresa.
Vogliamo forse sostenere che non è un prof. L'avv tizio che organizza un corso di preparazione con centinaia di studenti? Immaginatelo a competere x una cattedra all universitá dove il merito è solo un accidente che.non gusta.. E per carita' di patria dobbiamo omettere i nomi di alcuni che sono lì x doti sconosciute a detta degli stessi studenti..
Ecco che la formazione è un mercato ancora contendibile ma non libero perché l avv di cui sopra sarebbe un dipendente con contratto individuale da centinaia di migliai didollari se il sistema fosse normale..
In un mercato socialista la speranza che abbiamo di riforma lib (nn dico liberista ma almeno soft lib) è pari a zeroo.. E allora il dubbio tra fare difese a grat patr o meno passa di colpo sotto lo slogan questo é il mercato bellezza.. Un mercato non libero che richiede altre skills costringe ad avere uno spiccato senso della realtà..
@ trix: la cosa piu' politica che faro' qst anno sara' la tessera a radicali italiani disinteressandomi completamente al mondo politico liberista o liberale italiano perché in Italia il paladino del liberismo è stato un prof. Con l'orecchino ex militante della sinistra extraparlamentare.. Ergo non siamo seri.. Non esistiamo.. Siamo una rappresentazione.di un paradigma.. Possiamo solo esaltarci leggendo articoli su vonmises.it ibl e xintorni.. E presto ci renderemo conto che ci leggiamo a vicenda che organizziamoconvegni tra di noi e per noi.. Tipo bocciofili ed ecco che ti dico: non vendo le mie convjnzioni al renzi o passera di turno. Posso adattarmi a malincuore ad un mercato non libero ma certo non posso diventare politicamente responsabile di qst.. Non mi sono fatto ancora corrompere cado trix e nn per la mia assoluta irrilevanza ma per rispetto delle mie idee.. Non sono salito sul carro di berlusconi o di renzi.. Sono rimasto a terra.. A sporcarmi le.mani in una lotta individuale che parte dal pagarmi spese di casa e bollette con il sudore della mia fronte mentre intorno molti pontificano su qnt sia ingiusto il sistema a casa di mamma e papa'
federiciano
00martedì 23 settembre 2014 12:33
Re: Re: Re: Morale della favola
trixam, 23/09/2014 00:30:




Era una battuta. Cmq se sei convinto che ci sia tutto questo potenziale perché non ti lanci in uno di questi settori?
Tutti non vedono l'ora di lanciarsi in un paese dove vige la regola dei due 70: 70% in tasse, 70% del tempo in burocrazia.
Ed alla fine del giro 30.000 euro di debiti con Equitalia non te li toglie nessuno. Run, federiciano, run!



Più che una battuta era una provocazione. Non ho bisogno di lanciarmi da nessuna parte, dato che sono laureato da più di tredici anni in economia e da altrettanti anni lavoro. Studio giurisprudenza per passione, comunque ti ringrazio per il consiglio. Visto che ti lamenti tanto di questo Paese, perché non fai le valige e ti lanci anche tu?
trixam
00martedì 23 settembre 2014 20:25
Re:
giusperito, 23/09/2014 09:15:

Ill buon Papero ha capito il senso del mio intervento. Volevo provocare un po' ...
@ trix : non so se è un complimeno prurito liberista...

Rispondendo seriamente:
l'intero sistema economico italiano è diversamente libero. Non si puo'competere davvero in un'economia socialista. Purtroppo l'avvocato non puo' essere giudicato dal cliente medio ma il merito non si lega a qst valutazioni. In Italia l avvocatura è un lqvoro di prossimita' .. Mica siamo come gli sudi americani.. Qui il sistema è alterato e te ne accorgi tutti i.giorni. Nessun cliente vuole pagare perché tra gratuito patrocinio e difesa d ufficio che per vulgata comune è pagata dallo Stato il cliente medio pensa di poter non pagare. Se il mercato e' costruito così ovvio che competere sia quasi impossibile. La difesa di un contrabbandiere a gp rende di più di un cliente di classe media che potrebbe capire cosa gli "vendi" .. Un sistema che non richiede qualitá e competenza non puo' premiare qst skills. Se chiedo pere perché dovrei accettare il miglior caviale? Qst è il punto. Non competiamo davvero sul terreno del merito, ma su altri terreni.
Detto ciò il vero problema è che le mie parole del precedente post sono provocatoriamente la rappresentZione del pensiro medio dell italiano.. Ergo non si puo' sperare di riformare il sistema e creare un mercato libero.
Possiamo discutefe in qst termini di molti altri settori... Universitá compresa.
Vogliamo forse sostenere che non è un prof. L'avv tizio che organizza un corso di preparazione con centinaia di studenti? Immaginatelo a competere x una cattedra all universitá dove il merito è solo un accidente che.non gusta.. E per carita' di patria dobbiamo omettere i nomi di alcuni che sono lì x doti sconosciute a detta degli stessi studenti..
Ecco che la formazione è un mercato ancora contendibile ma non libero perché l avv di cui sopra sarebbe un dipendente con contratto individuale da centinaia di migliai didollari se il sistema fosse normale..
In un mercato socialista la speranza che abbiamo di riforma lib (nn dico liberista ma almeno soft lib) è pari a zeroo.. E allora il dubbio tra fare difese a grat patr o meno passa di colpo sotto lo slogan questo é il mercato bellezza.. Un mercato non libero che richiede altre skills costringe ad avere uno spiccato senso della realtà..
@ trix: la cosa piu' politica che faro' qst anno sara' la tessera a radicali italiani disinteressandomi completamente al mondo politico liberista o liberale italiano perché in Italia il paladino del liberismo è stato un prof. Con l'orecchino ex militante della sinistra extraparlamentare.. Ergo non siamo seri.. Non esistiamo.. Siamo una rappresentazione.di un paradigma.. Possiamo solo esaltarci leggendo articoli su vonmises.it ibl e xintorni.. E presto ci renderemo conto che ci leggiamo a vicenda che organizziamoconvegni tra di noi e per noi.. Tipo bocciofili ed ecco che ti dico: non vendo le mie convjnzioni al renzi o passera di turno. Posso adattarmi a malincuore ad un mercato non libero ma certo non posso diventare politicamente responsabile di qst.. Non mi sono fatto ancora corrompere cado trix e nn per la mia assoluta irrilevanza ma per rispetto delle mie idee.. Non sono salito sul carro di berlusconi o di renzi.. Sono rimasto a terra.. A sporcarmi le.mani in una lotta individuale che parte dal pagarmi spese di casa e bollette con il sudore della mia fronte mentre intorno molti pontificano su qnt sia ingiusto il sistema a casa di mamma e papa'





Ma anch'io scherzavo, si vedo che se non metto le faccine il mio umorismo brit non si capisce.

Poi si ci sono cose che condivido e cose che non mi convincono.
Solo che questionare i singoli punti è inutile perché queste sono quel tipo di discussioni dove ognuno assolutizza la propria esperienza personale ed in base a quella vuole farci sopra una politica generale.

Ps La nostra irrilevanza è un fatto ampiamente accertato. Parafrasando il poeta si è fatto un tentativo imperfetto con l'imperfetta umanità a disposizione. Pietra sopra.

Pps sono contento di apprendere che i radicali esistano ancora.

trixam
00martedì 23 settembre 2014 20:28
Re: Re: Re: Re: Morale della favola
federiciano, 23/09/2014 12:33:



Più che una battuta era una provocazione. Non ho bisogno di lanciarmi da nessuna parte, dato che sono laureato da più di tredici anni in economia e da altrettanti anni lavoro. Studio giurisprudenza per passione, comunque ti ringrazio per il consiglio. Visto che ti lamenti tanto di questo Paese, perché non fai le valige e ti lanci anche tu?




Già fatto, grazie. Con discreto successo. Il paese ve lo potete tenere come vi pare.
iudicium
00martedì 23 settembre 2014 20:44
Re: Re: Re: Re: Re: Morale della favola
trixam, 23/09/2014 20:28:




Già fatto, grazie. Con discreto successo. Il paese ve lo potete tenere come vi pare.




Stai tranquillo, può dirlo forte, mica sputiamo nel piatto dove mangiamo! Siamo orgogliosi del nostro Paese, anche con tutti i difetti che ha.
Giuseppe.appioclaudio
00martedì 23 settembre 2014 22:52
Il problema è che voi sognate una rivoluzione mercatista in un Paese che non ha mai avuto nemmeno un robusto liberalismo. Un po'come voler introdurre il Cristianesimo in Cina. L'Italia, piaccia o no, questa è...ed è così (ad ogni livello) poichè resta un Paese per metà comunale ed impostato sulla logica del "piccolo ma bello" e per l'altra metà transitato forzatamente dal latifondo allo Stato di diritto, saltando tutte le tappe intermedie...Praticamente un'impalcatura giuridica, economica e culturale che aborrisce, per sua stessa natura, merito e competizione.
giusperito
00martedì 23 settembre 2014 23:15
Un consigliere comunale a Milano ed uno a Roma.. la misura dell'esistenza radicale.. a Napoli si muovono bene per farne uscire un altro.

Comunque proprio oggi parlavo con un'amica che ero convinto fosse di sinistra sinistra e, invece, mi ha rivelato di aver votato Fare... in quel momento ho pensato: ma allora anche a sinistra hanno un cuore (rectius anche a sinistra sono sadici schiavisti al soldo di goldmanbildbergbce)
connormaclaud
00mercoledì 24 settembre 2014 09:37
Mi sorprende che un popolo d'esterofili non guardi al resto del mondo per confrontare il numero di studenti e tecnici delle professioni legali e relazionarlo con il suo rapporto per abitanti.
Il numero chiuso non rappresenta la soluzione migliore al problema eppure è la misura meno traumatizzante per il sistema e di certo la più immediata.
Le opzioni alternative però non mancano ed è possibile lavorare sul corso magistrale (e generico),spacchettandolo in un biennio comune ed un triennio ad indirizzo - già realtà alla LUISS- per differenziare i percorsi e le rispettive prospettive.
Altro aspetto essenziale è quello di dare dignità agli altri corsi di laurea,facendo parte giurisprudenza del quadrilatero delle facoltà che contano (medicina,ingegneria,economia,giurisprudenza) in questo paese: è inevitabile che tanti ripieghino sulla nostra facoltà quando altre porte si chiudono.
Fino a quando, più a torto che a ragione, all'infuori dei magnifici quattro tutto il resto sarà scienze delle merendine - nel 2013 Lettere offre maggiori opportunità occupazionali di Giurisprudenza!- ci si straccerà le vesti invano.
Altra possibilità,ma qui siamo nell'iperuranio, è una forte cura dimagrante dei rapporti giuridici ed un tripudio di degiuridizzazione, in un paese di liti e processi al di là di ogni più fervida immaginazione e alla base di un business dell'irrazionale, meglio andare al cuore del problema.

Se non agendo su uno di questi tre punti, non vedo praticabili soluzioni alternative.
connormaclaud
00mercoledì 24 settembre 2014 15:09
errata corrigere: per relazionarlo
federiciano
00mercoledì 24 settembre 2014 15:10
Re:
connormaclaud, 24/09/2014 09:37:

Mi sorprende che un popolo d'esterofili non guardi al resto del mondo per confrontare il numero di studenti e tecnici delle professioni legali e relazionarlo con il suo rapporto per abitanti.
Il numero chiuso non rappresenta la soluzione migliore al problema eppure è la misura meno traumatizzante per il sistema e di certo la più immediata.
Le opzioni alternative però non mancano ed è possibile lavorare sul corso magistrale (e generico),spacchettandolo in un biennio comune ed un triennio ad indirizzo - già realtà alla LUISS- per differenziare i percorsi e le rispettive prospettive.
Altro aspetto essenziale è quello di dare dignità agli altri corsi di laurea,facendo parte giurisprudenza del quadrilatero delle facoltà che contano (medicina,ingegneria,economia,giurisprudenza) in questo paese: è inevitabile che tanti ripieghino sulla nostra facoltà quando altre porte si chiudono.
Fino a quando, più a torto che a ragione, all'infuori dei magnifici quattro tutto il resto sarà scienze delle merendine - nel 2013 Lettere offre maggiori opportunità occupazionali di Giurisprudenza!- ci si straccerà le vesti invano.
Altra possibilità,ma qui siamo nell'iperuranio, è una forte cura dimagrante dei rapporti giuridici ed un tripudio di degiuridizzazione, in un paese di liti e processi al di là di ogni più fervida immaginazione e alla base di un business dell'irrazionale, meglio andare al cuore del problema.

Se non agendo su uno di questi tre punti, non vedo praticabili soluzioni alternative.



Non vedi (non vuoi vedere) alternative perché non sei obiettivo, come non lo siamo tutti noi che già siamo laureati o studenti!
La stessa cosa è accaduto per l'iscrizione all'ordine dei commercialisti, inizialmente bastava la laurea e poi l'esame di abilitazione che lo superavano il 98%. In seguito si è visto che c'erano troppi commercialisti, si sono inventati tre anni di praticantato (per una laurea di 4 anni) e lo superavano circa il 50%. Questo per dirti dove decide chi è interessato a che ci siano meno concorrenti, è normale che si vuole tagliare le gambe e si fa di tutto per scoraggiare l'accesso. In un Paese serio, la selezione va fatta, ma non da chi ha conflitto d'interessi. Se si iscrivono a giurisprudenza per ripiego è problema di chi si iscrive, del resto giurisprudenza ha sempre avuto il sovraffollamento anche quando non c'era il numero chiuso in nessuna università. Cerchiamo altre soluzioni + oneste e che non creino danno a nessuno.
connormaclaud
00mercoledì 24 settembre 2014 16:01
Non per contraddirti,ma ti assicuro che il mio intervento è tra i più disinteressanti che puoi trovare sull'argomento.
Quale interesse nel proporre lauree ad indirizzo,semplificando e migliorando la formazione dei potenziali immatricolati- e concorrenti- e quale vantaggio nella diminuzione della mole di cause - ergo lavoro- per gli addetti ai lavori?
Di certo il numero chiuso allevia di poco o nulla il malessere di centinaia di migliaia di dottori in giurisprudenza ed il mercato, anche chiudendo i rubinetti, non riuscirebbe a smaltire più della metà dei virgulti aspiranti-qualcosa.
La questione del ripiego non è un problema degli altri,ma una questione seria che va affrontata e che serve ai futuri studenti per non impantanarsi nella palude dell'ipocrisia che invece è toccata a noi e a chi ci ha preceduto.
Magari qualcuno avesse trattato la questione in tempi non sospetti, forse oggi migliaia di studenti "scazzati" seguirebbero un corso di laurea affine ai propri interessi, il livello qualitativo delle nostre università sarebbe migliore e si raccoglierebbero maggiori soddisfazioni universitarie e lavorative.
federiciano
00mercoledì 24 settembre 2014 22:57
Re:
connormaclaud, 24/09/2014 16:01:

Non per contraddirti,ma ti assicuro che il mio intervento è tra i più disinteressanti che puoi trovare sull'argomento.
Quale interesse nel proporre lauree ad indirizzo,semplificando e migliorando la formazione dei potenziali immatricolati- e concorrenti- e quale vantaggio nella diminuzione della mole di cause - ergo lavoro- per gli addetti ai lavori?
Di certo il numero chiuso allevia di poco o nulla il malessere di centinaia di migliaia di dottori in giurisprudenza ed il mercato, anche chiudendo i rubinetti, non riuscirebbe a smaltire più della metà dei virgulti aspiranti-qualcosa.
La questione del ripiego non è un problema degli altri,ma una questione seria che va affrontata e che serve ai futuri studenti per non impantanarsi nella palude dell'ipocrisia che invece è toccata a noi e a chi ci ha preceduto.
Magari qualcuno avesse trattato la questione in tempi non sospetti, forse oggi migliaia di studenti "scazzati" seguirebbero un corso di laurea affine ai propri interessi, il livello qualitativo delle nostre università sarebbe migliore e si raccoglierebbero maggiori soddisfazioni universitarie e lavorative.




Premetto che sono laureato in economia, abilitato dottore commercialista, abilitato all'insegnamento classe di concorso A017, e ho un lavoro + che sicuro. Quindi potrei dire: ma si! barrichiamo tutto, mettiamo i test d'ingresso a tutte le facoltà, facciamo fare anche 5 anni di pratica, usiamo i + rigidi sistemi di selezione! Credi che la mia laurea o la tua laurea acquisti + valore? La questione del ripiego, poi, è un falso problema. Le facoltà a numero chiuso sono facoltà scientifiche: medicina, architettura. Se non passo il test ad architettura per ripiego mi iscrivo ad ingegneria che è a libero accesso, non a giurisprudenza. Se non supero il test a medicina, mi iscrivo a biologia non a giurisprudenza.
Comunque anche a medicina, che sono stati i primi ad applicare il test, stanno valutando l'opportunità di un metodo diverso per selezionare. Si stanno ponendo il problema, perché sono stati molto rigidi nel programmare gli ingressi che tra qualche anno sorge il problema inverso a tal punto che se non provvederanno in tempo dovranno importare medici. Il libero accesso è una forma di democrazia, discorso a parte è la sostenibilità strutturale.
iudicium
00mercoledì 24 settembre 2014 23:47
Re:
connormaclaud, 24/09/2014 16:01:

Non per contraddirti,ma ti assicuro che il mio intervento è tra i più disinteressanti che puoi trovare sull'argomento.
Quale interesse nel proporre lauree ad indirizzo,semplificando e migliorando la formazione dei potenziali immatricolati- e concorrenti- e quale vantaggio nella diminuzione della mole di cause - ergo lavoro- per gli addetti ai lavori?
Di certo il numero chiuso allevia di poco o nulla il malessere di centinaia di migliaia di dottori in giurisprudenza ed il mercato, anche chiudendo i rubinetti, non riuscirebbe a smaltire più della metà dei virgulti aspiranti-qualcosa.
La questione del ripiego non è un problema degli altri,ma una questione seria che va affrontata e che serve ai futuri studenti per non impantanarsi nella palude dell'ipocrisia che invece è toccata a noi e a chi ci ha preceduto.
Magari qualcuno avesse trattato la questione in tempi non sospetti, forse oggi migliaia di studenti "scazzati" seguirebbero un corso di laurea affine ai propri interessi, il livello qualitativo delle nostre università sarebbe migliore e si raccoglierebbero maggiori soddisfazioni universitarie e lavorative.



L'intervento come fa ad essere disinteressato se siamo già dentro?
L'interesse è di creare il protezionismo per togliere la concorrenza potenziale! Non giriamo intorno al problema! Fa comodo a me, fa comodo a tutti noi! Vogliamo risolverlo impedendo il libero accesso? Se l'avessero risolto anni fa, molto probabilmente ne io, ne tu saremmo iscritti a questo forum! Oppure sei così certo che l'avresti superato da non porti proprio il problema? Il livello qualitativo delle nostre università sarebbe migliore? Non penso proprio! Perché pensi che il livello qualitativo di medicina sia migliore, avendo selezionato col test d'ingresso? Dubito molto!
Il test d'ingresso lo dovrebbero fare a molti professori che insegnano nelle Università, se veramente si vuole innalzare il livello qualitativo! Lasciamo stare gli studenti, l'unica colpa che hanno è di essere nati in un'epoca sbagliata.
connormaclaud
00giovedì 25 settembre 2014 08:24
Re: Re:
iudicium, 24/09/2014 23:47:



L'intervento come fa ad essere disinteressato se siamo già dentro?
L'interesse è di creare il protezionismo per togliere la concorrenza potenziale! Non giriamo intorno al problema! Fa comodo a me, fa comodo a tutti noi! Vogliamo risolverlo impedendo il libero accesso? Se l'avessero risolto anni fa, molto probabilmente ne io, ne tu saremmo iscritti a questo forum! Oppure sei così certo che l'avresti superato da non porti proprio il problema? Il livello qualitativo delle nostre università sarebbe migliore? Non penso proprio! Perché pensi che il livello qualitativo di medicina sia migliore, avendo selezionato col test d'ingresso? Dubito molto!
Il test d'ingresso lo dovrebbero fare a molti professori che insegnano nelle Università, se veramente si vuole innalzare il livello qualitativo! Lasciamo stare gli studenti, l'unica colpa che hanno è di essere nati in un'epoca sbagliata.




Dentro ci sono tante tipologie di studenti, chi ha ambizioni diverse dalle carriere forensi e si trova qui per la mandragata delle equipollenze, chi ha ambizioni giornalistiche,chi è stato "trombato" al numero chiuso e chi non potendo fare altro ha ripiegato sulla nostra facoltà ritenendo, erroneamente, che questo pezzo di carta fosse spendibile.
Non siamo ipocriti, non tutti come il buon Gius volevano imparare l'arte del cavillare, non confondiamo giustizia sociale e democrazia con altro...Se ci fosse stato il numero chiuso e non lo avessi superato? Poco male, quasi certamente non avrei neanche tentato non volendo dare la priorità al suddetto percorso universitario rispetto ad altre ambizioni e sono certo che migliaia d'immatricolati, senza convinzione e ambizione, avrebbero desistito dall'intraprendere lo studio in questa facoltà se le regole fossero state più rigide ed il percorso più pressante (come a medicina).
Tutto questo a vantaggio dei motivati, della formazione e della qualità.
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