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L'orrore di Marina

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2011 20:51
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23/01/2011 12:48
 
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"Mi fa letteralmente orrore che una persona come Roberto Saviano, che ha sempre dichiarato di voler dedicare ogni sua energia alla battaglia per il rispetto della libertà, della dignità delle persone e della legalità, sia arrivata a calpestare e a rinnegare tutto quello per cui ha sempre proclamato di battersi". Marina Berlusconi ha commentato così le affermazioni dello scrittore, che ha infatti dedicato ai pm di Milano la sua laurea honoris causa.(tgcom)

"Marina Berlusconi dovrebbe provare orrore per i festini di suo padre, chiamato papi dalle escort, e per come si comporta con le donne trattate come oggetti e non rispettate nella loro dignità. Ci sorprende che proprio una donna non si vergogni di dire ciò che dice la figlia del premier. L'utilizzatore finale dovrebbe andare a nascondersi e la figlia dovrebbe ringraziare chi, come Saviano, vive sotto scorta perché lotta contro la criminalità organizzata". Con una nota del portavoce Leoluca Orlando, Italia dei Valori esprime solidarietà a Robertto Saviano e "lo incoraggia ad andare avanti".(virgilio)

«Il vero "orrore" è isolare i magistrati». Roberto Saviano risponde direttamente e usando le sue stesse parole, all' attacco ricevuto dal presidente di Mondadori e figlia del Premier Marina Berlusconi, per la laurea in Giurisprudenza honoris causa conferitagli dall'Università di Genova e da lui dedicata ai Procuratori milanesi che indagano sul caso Ruby e sul Premier.

«Forse Marina Berlusconi - replica Saviano con un articolo pubblicato su un quotidiano - non conosce la storia della lotta alle mafie, perchè difendere magistrati che da anni espongono loro stessi nel contrasto all'imprenditoria criminale del narcotraffico non vuole dire affatto rinnegare i prinicipi per cui mi sono sempre battuto, come lei ha detto».

Piuttosto, contrattacca Saviano, «mi avrebbe fatto piacere ascoltare nelle parole di un editore l'espressione "orrore" non verso di me per una laurea dedicata ai magistrati» ma «spesa per tutti queli episodi di corruzione e criminalità che da anni avvengono in questo paese: dalla strage di Castelvolturno sino alla conquista dela 'ndrine di molti affari in Lombardia. Ma verso questi episodi è stato invece scelto il silenzio».

«Orrore mi fa chi sta colpevolmente e consciamente cercando di isolare coloro che in questi anni hanno contrastato più di altri le mafie», denuncia ancora lo scrittore ricordando curriculum e impegno dei Pm milanesi del caso Ruby Ilda Boccasini, Pietro Forno e Antonio Sangermano. «Accusarli, isolarli, delegittimarli, minacciare punizioni, signfica inevitabilmente indebolire la forza della magistratura in Italia. Vuole dire togliere terreno al diritto, favorire le mafie. Ecco perchè - ribatte Saviano a Marina Berlusconi- ho dedicato a loro la mia laurea honoris causa»(La Stampa)
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23/01/2011 14:26
 
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Il vero "orrore" è isolare i magistrati

di ROBERTO SAVIANO

Ho ricevuto la laurea honoris causa in Giurisprudenza, mi è stata conferita dall'Università di Genova; è stata una giornata per me indimenticabile. Credevo fosse fondamentale impostare la lezione, che viene chiesta ad ogni laureato, partendo proprio dall'importanza che il racconto della realtà ha nell'affermazione del diritto.

Soprattutto quando il racconto descrive i poteri criminali. Senza racconto non esiste diritto. Proprio per questo ho voluto dedicare la laurea honoris causa ai magistrati Boccassini, Forno e Sangermano del pool di Milano. Marina Berlusconi dichiara che le fa orrore che parlando di diritto si difenda un magistrato. Così facendo avrei rinnegato ciò per cui ho sempre proclamato di battermi. Così dice, ma forse Marina Berlusconi non conosce la storia della lotta alle mafie, perché difendere magistrati che da anni espongono loro stessi nel contrasto all'imprenditoria criminale del narcotraffico non vuol dire affatto rinnegare. Non c'è contraddizione nel dedicare una laurea in Giurisprudenza a chi attraverso il diritto cerca di trovare spiegazioni a ciò che sta accadendo nel nostro Paese. Mi avrebbe fatto piacere ascoltare nelle parole di un editore l'espressione "orrore" non verso di me, per una dedica di una laurea in Legge fatta ai magistrati. Mi avrebbe fatto piacere che la parola "orrore" fosse stata spesa per tutti quegli episodi di corruzione e di criminalità che da anni avvengono in questo paese, dalla strage di Castelvolturno sino alla conquista della 'ndrine di molti affari in Lombardia. Ma verso questi episodi è stato scelto invece il silenzio.

Orrore mi fa chi sta colpevolmente e coscientemente cercando di delegittimare e isolare coloro che in questi anni hanno contrastato più di ogni altro le mafie. Ilda Boccassini, coordinatrice della Dda di Milano, ha chiuso le inchieste più importanti di sempre sulle mafie al Nord. Pietro Forno è un pm che ha affrontato la difficile inchiesta sulla P2 ed ha permesso un salto di qualità nelle indagini sugli abusi sessuali, abusi su minori. Antonio Sangermano, il più giovane, ha un'esperienza passata da magistrato a Messina, recentemente ha coordinato un'inchiesta, una delle prime in Italia, sulle "smart drugs", le nuove droghe. Accusarli, isolari, delegittimarli, minacciare punizioni significa inevitabilmente indebolire la forza della magistratura in Italia, vuol dire togliere terreno al diritto. Favorire le mafie. Ecco perché ho dedicato a loro la lezione di cui, qui di seguito, potete leggere un ampio stralcio.

* * *

È difficilissimo in questa fase storica italiana parlare al grande pubblico di come la parola possa contrastare un potere fatto di grandi capitali, di eversione, di forza militare, di grandi investimenti internazionali. Ogni volta che mi trovo a parlare nelle università piuttosto che in tv, c'è sempre dell'incredulità: come è possibile che lobby così potenti possano avere paura della parola?

In realtà forse la dinamica è un po' più complessa. Non è la parola in sé, scritta, pronunciata, dichiarata, ripresa, quella che fa paura. È la parola ascoltata, sono le persone che ascoltano e che fanno di quella parola le proprie parole. È questo che incute timore alle organizzazioni criminali. Paura che non riguarda semplicemente la repressione, loro la mettono in conto, come mettono in conto il carcere. Ma quasi mai mettono in conto l'attenzione nazionale e internazionale. Che poi significa semplicemente una cosa: significa dire che queste storie non riguardano solo gli addetti ai lavori, i politici locali, i magistrati, i cronisti, ma riguardano anche noi. Quelle storie sono le nostre storie, quel problema è il nostro problema, e va risolto perché è come risolvere la nostra stessa esistenza.

Raccontare è parte necessaria e fondamentale del diritto. Non raccontare è come mettere in discussione il diritto. Può sembrare un pensiero astratto ma quando si entra in conflitto con le organizzazioni, il loro potere, il loro modo di fare, allora si inizia a capire. E si capisce perché, non solo in Italia, c'è chi investe energie e interviene non sul racconto delle cose, ma su chi le racconta. Come se il narratore fosse responsabile dei fatti che sta narrando. Si invita per esempio a non raccontare l'emergenza rifiuti a Napoli per non delegittimare la città: quindi non sono i rifiuti che delegittimano la città ma chi li racconta. Se un problema non lo racconti, e soprattutto se non lo racconti in televisione, quel problema non esiste. È una sorta di teoria dell'immateriale, ma in realtà fa capire quanto sia fondamentale la necessità di raccontare.

Non è una particolarità italiana, dicevo. In Messico per esempio negli ultimi sei mesi sono stati ammazzati 59 giornalisti: ragazzi che avevano aperto dei blog, che avevano fondato delle radio, giornalisti delle testate più importanti. Caduti per mano del narcotraffico, che è oggi il più potente del mondo e che ha deciso di impedire la comunicazione di quello che sta succedendo in Messico con una scelta totalitaria, nell'eliminazione sistematica di chiunque tenti non solo di raccontare. Qualsiasi persona che inizi a raccontare diventa immediatamente un nemico, un pericolo perché accende la luce, anche piccola, ma che può interessare.
Ricordo una persona che ho molto stimato, e avevo conosciuto quando decise di esprimermi solidarietà nei momenti più difficili della mia vita: Christian Poveda. Aveva deciso di andare in Salvador a raccontare la Mara Salvatrucha, potentissime bande di strada che controllano lo spaccio della coca. Poveda li riprende con il loro consenso e ne fa un documentario dal titolo La vida loca, meravigliosamente tragico, forte perché anche lì c'è quel principio: queste storie diventano le storie di tutti. Ebbene Poveda con questo documentario comincia ad accendere luci ovunque, anche sui rapporti tra le Maras e la politica. Iniziano ad arrivare i giornalisti. E il 20 settembre del 2009 sparano in testa a Christian, che muore in totale silenzio, sia in Italia che in Europa, lasciando in qualche modo una sorta di ormai fisiologica accettazione: hai scritto di queste cose, o meglio hai ripreso questo cose, non puoi che essere condannato.

Spesso la morte non è neanche la cosa peggiore. Chi prende questa posizione, chi usa la parola per raccontare, per trasformare, paga un prezzo altissimo, nella delegittimazione, nell'isolamento e in quello che devono pagare i loro cari. La poetessa russa Anna Achmatova vive il periodo della rivoluzione bolscevica, il regime la considera una dissidente, una sorta di scarto della società del passato da modificare. Il suo ex marito che è un grandissimo poeta, viene fucilato, bisognava indebolirla in tutti i modi. Lei era già diventata una poetessa di fama soprattutto in Francia, quindi era difficile toccarla senza dare un'immagine repressiva della Russia sovietica. La prima cosa che fanno è cercare di spezzarle la schiena poetica: le arrestano il figlio. Lei è disposta a scambiare la vita del figlio con la sua. Non serve a molto, lui resta in carcere e lei racconta una scena bellissima: ogni mattina migliaia di donne si mettevano in fila davanti alle carceri sovietiche portando dei pacchi, spesso vuoti, soltanto per vedere l'espressione del secondino. Se il secondino accettava il pacco significava che la persona, marito, figlio, fratello, padre, era viva. Se non lo accettavano era stata fucilata. Quando lei si presenta il secondino la riconosce: "Ma lei è Anna Achmatova". Lei fa cenno di sì, e la persona che sta dietro: "Ma lei è una poetessa, quindi può raccontare tutto questo". Lì c'è una poetessa, piccola magra, devastata dai suoi drammi, che diventa all'improvviso la speranza. I versi diventano la speranza: può raccontare, può far esistere, cioè può trasformare.

Mi sono sempre chiesto come si fa a vivere così, come hanno fatto queste persone a sopportare decenni di delegittimazione, per aver scritto poesie o anche solo delle canzoni. Come è successo a Miriam Makeba, a cui il governo bianco sudafricano ha inflitto trent'anni di esilio per il disco "Pata pata", una canzone che racconta di una ragazza che vuole solo danzare, divertirsi, che vuole essere felice. Ma questo fa paura, voler vivere meglio fa paura, Miriam Makeba fa paura. E più canta nei teatri di tutto il mondo, più l'Africa intera si riconosce in quella canzone, che non parla di indipendenza, di lotta ai bianchi, ma di voglia di vivere e felicità. Fin quando non arriva il governo Mandela che la richiama in Sudafrica. È anche questa l'incredibile potenza della parola. Per questo sono convinto che il racconto sia parte del diritto, non può esistere il diritto senza racconto. Ma oggi, e non è solo la mia opinione, in Italia chi racconta ha paura. Certo, siamo in una democrazia, non abbiamo a che fare con un regime, con le carceri. Non siamo in Cina. Ma non si può negare che chiunque oggi decida di prendere in Italia una posizione critica contro il potere, contro il governo, rischia la delegittimazione, rischia di essere travolto dalla macchina del fango. Quando accende il computer per iniziare a scrivere sa già cosa gli può succedere. La formula è scientifica e collaudata: "Se tu racconti quello che dai magistrati è considerato un mio crimine, io racconto il tuo privato. Tutti hanno scheletri nell'armadio, quindi meglio che abbassiate lo sguardo e molliate la presa".

Ma per gli intellettuali raccontare è una necessità, comunque la si pensi. E in queste ore il loro compito è quello di dire che non siamo tutti uguali, non facciamo tutti le stesse cose. Certo, tutti abbiamo debolezze e contraddizioni, ma diverso è l'errore dal crimine, diversa è la corruzione dalla debolezza. Mentre si cerca di far passare il concetto che siamo tutti "storti" per coprire le storture di qualcuno. Oggi si parla molto di gossip e il gossip è rischioso, perché lo si usa per nascondere i fatti emersi dalle inchieste e per dimostrare che "fanno tutti schifo". E il compito, ancora una volta, delle persone che ascoltano, che scrivono e che poi parlano, è quello di discernere, di capire, ovunque esse siano, con i figli a tavola, nei bar, comunque la pensino.

C'è una bellissima preghiera di Tommaso Moro: Dio aiutami ad avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, di sopportare le cose che non posso cambiare ma soprattutto dammi l'intelligenza per capire la differenza. Questo è il momento in cui in noi possiamo trovare la forza di cambiare e comprendere finalmente che non dobbiamo credere che tutto quello che accade sia inevitabile e quindi soltanto sopportare.

Infine, dedico questa laurea e questa giornata, che ovviamente non dimenticherò per tutta la vita, a tre magistrati: alla Boccassini, a Forno e a Sangermano, che stanno vivendo, credo, giornate complicate solo per aver fatto il loro mestiere di giustizia.

Fonte: Repubblica

Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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23/01/2011 14:37
 
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Mah...non mi pronuncio. Potrei essere spietata!
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23/01/2011 15:40
 
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Non so se ridere o piangere...davvero...



[SM=x43804]



Che famiglia! [SM=x43607]
23/01/2011 16:18
 
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la dedica alla procura di milano non ha senso per me,la giustizia fa quello che che deve fare,nn necessita' di dediche perche' non e' una martire.Saviano in questo ha ceduto il passo alla fiction.
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23/01/2011 16:20
 
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ma Marina nun s mett nu poc poc scuorn?? [SM=g1617904]




----------------------------------------------------------------------------
...perchè col tempo cambia tutto, lo sai, e cambiamo anche noi...
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23/01/2011 17:15
 
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La giustizia non ha bisogno di difesa, la magistratura sì: è oggetto di continui attacchi da parte dell'attuale maggioranza e Governo.
C'è stato bisogno dell'intervento persino del Capo dello Stato.
Per questo Saviano ha indirizzato la sua dedica ai magistrati milanesi. Un atto che si è sentito di compiere e che può fare orrore solo a Marina B.
[Modificato da nekonika 23/01/2011 17:16]
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23/01/2011 17:34
 
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Re:
nekonika, 23/01/2011 17.15:

La giustizia non ha bisogno di difesa, la magistratura sì: è oggetto di continui attacchi da parte dell'attuale maggioranza e Governo.
C'è stato bisogno dell'intervento persino del Capo dello Stato.
Per questo Saviano ha indirizzato la sua dedica ai magistrati milanesi. Un atto che si è sentito di compiere e che può fare orrore solo a Marina B.




la magistratura ha un potere immenso ed è capace di far cadere persino i governi,perchè avrebbe bisogno di essere difesa? per quello che sostiene continuamente Berlusconi e la sua parte politica? capirai [SM=x43802]
stimo Saviano ma la sua dedica mi pare fuori luogo,visto soprattutto l'attuale clima che si respira nel Paese [SM=x43606]
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24/01/2011 11:33
 
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Re: Re:
democrat4lyf90, 23/01/2011 17.34:




la magistratura ha un potere immenso ed è capace di far cadere persino i governi,perchè avrebbe bisogno di essere difesa? per quello che sostiene continuamente Berlusconi e la sua parte politica? capirai [SM=x43802]
stimo Saviano ma la sua dedica mi pare fuori luogo,visto soprattutto l'attuale clima che si respira nel Paese [SM=x43606]




Però Saviano si riferisce alla lotta contro la malavita organizzata,
è solo nella testa di Marina che è scattato un perverso collegamento:
coda di paglia? [SM=x43819]
Tra l'altro dovrebbe ricordare che fu proprio Ilda, con una sua indagine, a salvare anni fa la vita del suo Papi da un'attentato [SM=x43812]



Per quanto riguarda i mutamenti che si prefigurano ora nello scacchiere dei grandi editori:





1- SULLO SCONTRO SAVIANO-MARINA B., LE CANNONATE DI ALDO BUSI, AUTORE MONDADORI -

2- "NON CAPISCO PERCHÉ MARINA BERLUSCONI SI SIA SCAGLIATA CONTRO SAVIANO (ORMAI TALMENTE SAVIANO E BASTA, UNA MARCA O UN LOGO COME PAVESINI O TOBLERONE)" -

3- "IL CONFLITTO D’INTERESSI L’HA CREATO SUO PADRE SCENDENDO IN POLITICA, MICA SAVIANO, ANZI, MICA NOI, CHE PRIMA ANCORA DI ESSERE AUTORI MONDADORI SIAMO DEI SEMPLICI CITTADINI E VOGLIAMO MANTENERE IL DIRITTO DI DIRE LA NOSTRA SUI FATTI DELLA POLITICA E DEL PAESE CHE LE PIACCIA O NO" -

4- "SAVIANO E IO, E CENTO ALTRI, DI EDITORI NE TROVIAMO QUANTI NE VOGLIAMO, MA L’EDITORE MARINA BERLUSCONI SU QUANTI SAVIANO E QUANTI BUSI PUÒ CONTARE SE CI PERDE?" -

il discorso di Saviano mentre riceve la laurea honoris causa Professori dell'università di Genova alla laurea di Saviano
Discorso di Saviano mentre riceve la laurea honoris causa.   -  Professori dell'università di Genova alla laurea di Saviano

Aldo Busi per Dagospia

marina berlusconi

Non capisco perché Marina Berlusconi si sia scagliata contro Saviano (ormai talmente Saviano e basta, una marca o un logo come Pavesini o Toblerone, che nemmeno ricordo più il nome di battesimo) perché a Genova ha dedicato la sua laurea in giurisprudenza honoris causa ai magistrati Ilda Boccassini, Pietro Forno, Antonio Sangermano che indagano sul premier Silvio Berlusconi per concussione e per sfruttamento della prostituzione, minorile e no (pretesto aberrante, quest'ultimo capo d'imputazione: mi ricorda Al Capone, un mafioso pluriomicida, che riuscirono a mettere al fresco - e di fatto a esautorare dal mondo dell crimine - per una faccenduola di tasse evase).

marina berlusconi

La risposta di Saviano alla signora non si è fatta attendere: "le fa orrore che parlando di Diritto si difenda un magistrato". Ora, a nessuno verrebbe in mente di contestare Marina Berlusconi (di fatto l'editore di Saviano) per essere, scontatamente, filo-governativa: perché lei contesta qualcuno che filo-governativo non è? Come si permette?

Ilda Boccassini

Il conflitto d'interessi l'ha creato suo padre scendendo in politica, mica Saviano, anzi, mica noi, che prima ancora di essere autori Mondadori siamo dei semplici cittadini e vogliamo mantenere il diritto di dire la nostra sui fatti della politica e del Paese che le piaccia o no.

Saviano e io, e cento altri, di editori ne troviamo quanti ne vogliamo, ma l'editore Marina Berlusconi su quanti Saviano e quanti Busi può contare se ci perde?

Al Capone

A me pare che ogni dichiarazione di Marina Berlusconi - che dimentica che Silvio Berlusconi prima di essere il padre di cinque figli è il Primo Ministro di sessanta e passa milioni di italiani - svuoti di senso, e di futuro imprenditoriale, la Mondadori, che secondo me dovrebbe poter andare avanti anche una volta che Berlusconi è fuori dalla politica (che ne ha dopato al rialzo tutti gli interessi economici, inutile sottolinearlo) e magari restando nelle mani dello stesso attuale proprietario.

Saviano e la laurea ad honorem

Suggerisco quindi all'imprenditrice Marina Berlusconi di darsi una calmata ideologica da figlia del proprio e solo suo papà facendo come segue: a Segrate, chiami a raccolta tutti i "suoi" autori in un simposio aperto alla stampa e alle televisioni e chieda loro cosa pensano del Primo Ministro e, innanzitutto, quanto sono contenti di avere per referente editoriale un imprenditore della carta stampata che, guarda caso, è anche per l'appunto Primo Ministro.

Laurea ad honorem a Genova per Saviano

E' ora di dare un taglio definitivo al maledetto tormentone indotto dalla malafede altrui: basta col dire che se sei contro il governo da Berlusconi presieduto saresti allo stesso tempo contro l'editore che ti pubblica, cioè un doppiogiochista e uno che sputa nel piatto in cui mangia, una contraddizione vivente, allorché la vera e unica contraddizione vivente è un imprenditore, oltretutto dell'informazione, che è anche Primo Ministro.

gomorra roberto saviano

Ne sentirebbe delle belle, Marina Berlusconi, e tanto per cominciare che da quel piatto mangiano infinitamente di più i Berlusconi che noi tutti messi assieme, e almeno da me una sacrosanta frase fatta: che è lui - per non dire ormai lui e lei: già "scesa in campo"? - a tenere il piede in due scarpe, non io.
Aldo Busi

SANDRO VERONESI


2- MONDADORI, SAVIANO VERSO L´ADDIO MOLTI EDITORI PRONTI AD ACCOGLIERLO - I COLLEGHI DIFENDONO LO SCRITTORE: "È UN SIMBOLO" - DOPO LE CRITICHE DI MARINA BERLUSCONI INEVITABILE LA ROTTURA. VERONESI: "TANTI ALTRI DOVREBBERO LASCIARE SEGRATE"
Maurizio Bono per "la Repubblica"

«A questo punto non capisco proprio cosa aspetti a cambiare editore, visto che al presidente della sua casa editrice le cose che pensa fanno "letteralmente orrore". Da parte mia lo dico da mesi, a lui e a tanti altri scrittori che stimo e ammiro, che si può fare tranquillamente come ho fatto io lasciando Segrate nel ‘92. Ma quelle parole le considero un vero insulto». Sandro Veronesi lo dice a voce alta e convinta, ma nel mondo dei libri sono in tanti, a pensarlo: dopo il nuovo scontro con Marina Berlusconi la rottura tra l´autore del best seller planetario sull´Italia delle mafie e la Mondadori sembra inevitabile. Con conseguenze che potrebbero toccare anche altri.

MARGARET MAZZANTINI

Margaret Mazzantini, autrice di Segrate, riflette: «Saviano non è solo un autore, è un simbolo, e per come conosco da tanti anni la casa editrice, anche un orgoglio per gli editor, il direttore editoriale Franchini, gli altri autori. È chiaro, sempre più a ogni episodio, dallo scontro sulla mafia a quello sui giudici di Milano, che da qualche parte per noi c´è una sofferenza, credo siamo tutti tra lo sconforto e il disagio. Posso trovare naturale che da figlia Marina Berlusconi difenda il padre, ma nel suo ruolo di presidente della casa editrice quelle cose avrebbe fatto meglio a non dirle...».

Elido Fazi

Molti editori, oggi, preferiscono aspettare prima di fare annunci e proposte, ma da mesi le indiscrezioni parlano di un interesse concreto per Saviano di Feltrinelli, Sellerio, del gruppo Longanesi Gems e del gruppo Rizzoli. E l´elenco potenziale non esclude i meno grandi. Lo stesso Veronesi, che partecipa da editore e autore a Fandango, si augura «che Saviano pensi almeno per dieci minuti a noi, poi deciderà da solo. Dopotutto eravamo interessatissimi a Gomorra, che abbiamo letto in diversi prima che decidesse di darlo alla Mondadori».

VITO MANCUSO

Usano l´argomento altri lettori della prima ora del manoscritto di Gomorra: «Mi ricordo l´incontro con Saviano», dice Elido Fazi, che il 17 febbraio inizia la collana di saggistica diretta dall´ultimo transfuga da Segrate in polemica con la proprietà, Vito Mancuso. «Avrei pubblicato Gomorra di corsa, anche se certo non so se avrebbe venduto altrettanto. A maggior ragione vorrei ora Saviano con noi».

Elisabetta Sgarbi

Nel gruppo Rizzoli parla il direttore editoriale di Bompiani Elisabetta Sgarbi: «La reazione del Presidente Marina Berlusconi mi pare segnali una distanza personale netta tra lei e l´uomo e intellettuale Saviano. Che non vuol dire equivalga a una distanza "editoriale". All´autore sta la decisione, a questo punto, se fare della frattura "personale" una frattura "editoriale". Certo che a me interessa lo scrittore Saviano. E il suo agente letterario lo sa bene: se fosse possibile lo porterei alla Bompiani».

Antonio Tabucchi

Da autore ad autore, non dà consigli nel merito Tabucchi: «Lo conosco molto bene, sono un suo lettore affezionato e trovandomi all´estero ne approfitto per mandargli un affettuoso e solidale saluto e un abbraccio. Cosa fare del suo rapporto editoriale è cosa che lo riguarda. Vedrà lui».


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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24/01/2011 11:40
 
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Re: Re:
democrat4lyf90, 23/01/2011 17.34:




la magistratura ha un potere immenso ed è capace di far cadere persino i governi,perchè avrebbe bisogno di essere difesa? per quello che sostiene continuamente Berlusconi e la sua parte politica? capirai [SM=x43802]
stimo Saviano ma la sua dedica mi pare fuori luogo,visto soprattutto l'attuale clima che si respira nel Paese [SM=x43606]




A me fa specie chi dice che la magistratura ha il potere di far cadere i governi: in questo modo si sottace il fatto che, se la magistratura indaga e condanna, non lo fa a suo piacimento.
Non lo permette la nostra Costituzione, le nostre leggi penali e di procedura e quelle che regolano l'ordinamento giudiziario.

Se un capo di governo viene indagato, questo avviene sulla base di prove e indizi.
Il processo si svolge secondo garanzie, veramente forti, per l'imputato.
La sentenza dev'essere motivata e fondata.

Che significa che la magistratura fa cadere governi?!

Certo: se il delinquente è il capo di Governo è chiaro che ciò determina una crisi politica. Ma questo non significa che la magistratura ha il potere di far cadere i governi. Ha il potere di punire chi non rispetta la legge piuttosto.

Saviano, da sempre sensibile al rispetto della legge, si è sentito di far sentire la sua vicinanza a chi la legge cerca di farla rispettare anche a dispetto del fango e delle minacce che subisce.
Veramente fuori luogo.

Ma po' come la dedica- a favore dei magistrati- possa essere pericolosa per l'attuale situazione politica mi sfugge. Davvero.
[Modificato da nekonika 24/01/2011 11:42]
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24/01/2011 12:16
 
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Re: Re: Re:
nekonika, 24/01/2011 11.40:




A me fa specie chi dice che la magistratura ha il potere di far cadere i governi: in questo modo si sottace il fatto che, se la magistratura indaga e condanna, non lo fa a suo piacimento.
Non lo permette la nostra Costituzione, le nostre leggi penali e di procedura e quelle che regolano l'ordinamento giudiziario.

Se un capo di governo viene indagato, questo avviene sulla base di prove e indizi.
Il processo si svolge secondo garanzie, veramente forti, per l'imputato.
La sentenza dev'essere motivata e fondata.

Che significa che la magistratura fa cadere governi?!
Certo: se il delinquente è il capo di Governo è chiaro che ciò determina una crisi politica. Ma questo non significa che la magistratura ha il potere di far cadere i governi. Ha il potere di punire chi non rispetta la legge piuttosto.

Saviano, da sempre sensibile al rispetto della legge, si è sentito di far sentire la sua vicinanza a chi la legge cerca di farla rispettare anche a dispetto del fango e delle minacce che subisce.
Veramente fuori luogo.

Ma po' come la dedica- a favore dei magistrati- possa essere pericolosa per l'attuale situazione politica mi sfugge. Davvero.




Il primo governo Berlusconi è caduto in seguito alla notifica di un avviso di garanzia mentre presiedeva il G7 di Napoli.

L'avviso è stato notificato via Corriere della Sera.

All'avviso non è seguita alcuna condanna.

Ecco, questo significa.
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24/01/2011 12:33
 
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Re: Re: Re: Re:
.pisicchio., 24/01/2011 12.16:




Il primo governo Berlusconi è caduto in seguito alla notifica di un avviso di garanzia mentre presiedeva il G7 di Napoli.

L'avviso è stato notificato via Corriere della Sera.

All'avviso non è seguita alcuna condanna.

Ecco, questo significa.




Ed io che credevo c'entrasse la Lega, che sottrasse il suo appoggio al primo governo Berlusconi......che ingenua: era l'avviso di garanzia...
Naturalmente scherzo: fu la Lega a sottrarre il suo appoggio. Le azioni giudiziarie non c'entrarono nulla.
[Modificato da nekonika 24/01/2011 12:37]
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Re: Re: Re: Re: Re:
nekonika, 24/01/2011 12.33:




Ed io che credevo c'entrasse la Lega, che sottrasse il suo appoggio al primo governo Berlusconi......che ingenua: era l'avviso di garanzia...
Naturalmente scherzo: fu la Lega a sottrarre il suo appoggio. Le azioni giudiziarie non c'entrarono nulla.




Sisi...vabbè..prendiamoci pure in giro.

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24/01/2011 12:47
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
.pisicchio., 24/01/2011 12.41:




Sisi...vabbè..prendiamoci pure in giro.





No, no pisicchio prenditi in giro tu.
Quella della caduta del primo governo B. per l'avviso di garanzia è la bufala più grossa e facile da confutare che i berlusconiani portano avanti dal 94 ad oggi: persino Maroni, interrogato dai giudici di Brescia per verificare se ci fosse veramente stato l'attentato all'organo cost., disse che il governo cadde per il venir meno della fiducia della Lega.

Oltre a tutto il resto: a me sembra veramente stupido pensare che un avviso a comparire possa determinare la caduta di Berlusconi.
Quello stesso che oggi, nonostante processi in sospeso e nuovi processi a suo carico,nonostante la crisi profonda del governo da dicembre a questa parte, è ancora arzillo e vispo a capo del Governo....
[Modificato da nekonika 24/01/2011 12:52]
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nekonika, 24/01/2011 12.47:




No, no pisicchio prenditi in giro tu.
Quella della caduta del primo governo B. per l'avviso di garanzia è la bufala più grossa e facile da confutare che i berlusconiani portano avanti dal 94 ad oggi: persino Maroni, interrogato dai giudici di Brescia per verificare se ci fosse veramente stato l'attentato all'organo cost., disse che il governo cadde per il venir meno della fiducia della Lega.

Oltre a tutto il resto: a me sembra veramente stupido pensare che un avviso a comparire possa determinare la caduta di Berlusconi.
Quello stesso che oggi, nonostante processi in sospeso e nuovi processi a suo carico,nonostante la crisi profonda del governo da dicembre a questa parte, è ancora arzillo e vispo a capo del Governo....






Vabbene.

Diciamo che Bossi era troppo felice per l'avviso di garanzia del 94' e allora ha deciso di far mancare l'appoggio al suo alleato e dedicarsi a Luisa Corna e al Viagra.

Sei contenta così?

Anche sulla crisi insorgenda hai pienamente ragione. Sono i vari Bersani, Rutelli, Vendola e co. che, con una forte azione politica nonchè un mirabile programma alternativo stanno determinando la caduta del Governo.

Non la pubblicazione delle intercettazioni...ma quando mai... la caduta del governo sarà tutta merito dell'opposizione politica...mica della magistratura!



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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
.pisicchio., 24/01/2011 13.00:






Vabbene.

Diciamo che Bossi era troppo felice per l'avviso di garanzia del 94' e allora ha deciso di far mancare l'appoggio al suo alleato e dedicarsi a Luisa Corna e al Viagra.

Sei contenta così?

Anche sulla crisi insorgenda hai pienamente ragione. Sono i vari Bersani, Rutelli, Vendola e co. che, con una forte azione politica nonchè un mirabile programma alternativo stanno determinando la caduta del Governo.

Non la pubblicazione delle intercettazioni...ma quando mai... la caduta del governo sarà tutta merito dell'opposizione politica...mica della magistratura!







Diciamo che Bossi voleva la secessione e non la poteva avere ergo, se Bossi non ottiene quello che vuole, toglie il proprio appoggio al governo- altro che avviso di garanzia....-.
Lo sta minacciando anche ultimamente: o si continua col federalismo o si va alle elezioni- Berlusconi è nelle mani di Bossi.

Per quanto riguarda l'opposizione: si è riuscito ad impedire il processo breve, hanno denunciato la legge sul legittimo impedimento da quando fu approvata- infatti era un poco incostituzionale...-, stanno denunciando l'immobilismo politico di questo governo, hanno avanzato proposte per far fronte alla crisi del lavoro e delle imprese- persino la Marcegaglia sta dicendo che questo governo non sta facendo niente per le imprese italiane-, ha denunciato la gestione del terremoto dell'Aquila, ecc....

In ultimo sta spingendo perchè B. permetta di essere processato per quest'ultimo scandalo: concussione e prostituzione minorile.
Perchè la faccenda è politica.
Ed il processo un atto dovuto, non politico.
[Modificato da nekonika 24/01/2011 13:12]
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una domanda molto semplice a chi si è sconvolto così tanto:

" ma da quanto in qua, una dedica equivale ad una difesa?" [SM=x43806]
 "...E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell'aria.
Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte,
chiudi gli occhi e cercami.
Ci si parla.
Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio..."
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
.pisicchio., 24/01/2011 13.00:






Vabbene.

Diciamo che Bossi era troppo felice per l'avviso di garanzia del 94' e allora ha deciso di far mancare l'appoggio al suo alleato e dedicarsi a Luisa Corna e al Viagra.

Sei contenta così?

Anche sulla crisi insorgenda hai pienamente ragione. Sono i vari Bersani, Rutelli, Vendola e co. che, con una forte azione politica nonchè un mirabile programma alternativo stanno determinando la caduta del Governo.

Non la pubblicazione delle intercettazioni...ma quando mai... la caduta del governo sarà tutta merito dell'opposizione politica...mica della magistratura!







Ma poi che è questa storia del programma alternativo?! Stiamo sotto elezione che si propone il programma?!
L'opposizione si fa contrastando le misure del Governo che non si condividono: e lo si è fatto.
Si fa sottolineando le mancanze e le contraddizioni dell'azione di governo: e lo si è fatto.
Si fa spingendo per la crisi quando questa è evidente- c'è una mancanza di governo del Paese-, ma la maggioranza è troppo legata alle poltrone per capirlo.
Non si fa governando al posto del Governo: perchè non lo si deve fare, non è questo il compito dell'opposizione.
E se l'Italia va a rotoli non è per l'opposizione ma per la maggioranza che sta governando da tre anni- se non si vuole contare l'egemonia politica di Berlusconi degli ultimi 16 anni.
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24/01/2011 13:29
 
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Certo che credere che un avviso di garanzia abbia fatto cadere il governo è proprio un peccare di ingenuità o non voler vedere le cose. Ma dai, come si fa a credere ad una baggianata simile di fronte ad un uomo che dei processi se ne infischia e piega la legge a suo piacere per non essere condannato? Semmai si potrà dire che la magistratura ha fatto cadere un governo se il signorino dovesse essere veramente condannato e sbattuto dentro... cosa che non succederà mai.




~Luca
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24/01/2011 13:32
 
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Re:
rennasuper, 24/01/2011 13.29:

Certo che credere che un avviso di garanzia abbia fatto cadere il governo è proprio un peccare di ingenuità o non voler vedere le cose. Ma dai, come si fa a credere ad una baggianata simile di fronte ad un uomo che dei processi se ne infischia e piega la legge a suo piacere per non essere condannato? Semmai si potrà dire che la magistratura ha fatto cadere un governo se il signorino dovesse essere veramente condannato e sbattuto dentro... cosa che non succederà mai.




Ma in questo caso la magistratura avrà semplicemente punito la violazione di legge. Questo avrà come conseguenza secondaria la caduta- forse- del governo. Ma non si può dire che la Magistratura ha fatto cadere il governo.
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