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Il grande popolo dei Nativi Americani

Ultimo Aggiornamento: 29/11/2010 22:05
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29/11/2010 00:27
 
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"Oh Grande Spirito, la cui voce ascolto nel vento,il cui respiro dà vita a tutte le cose. Ascoltami; io ho bisogno della tua forza e della tua saggezza,lasciami camminare nella bellezza,e fa che i miei occhi sempre guardino il rosso e purpureo tramonto. Fa che le mie mani rispettino la natura in ogni sua forma e che le mie orecchie rapidamente ascoltino la tua voce. Fa che sia saggio e che possa capire le cose che hai pensato per il mio popolo. Aiutami a rimanere calmo e forte di fronte a tutti quelli che verranno contro di me. Lasciami imparare le lezioni che hai nascosto in ogni foglia ed in ogni roccia. Aiutami a trovare azioni e pensieri puri per poter aiutare gli altri. Aiutami a trovare la compassione senza la opprimente contemplazione di me stesso. Io cerco la forza, non per essere più grande del mio fratello, ma per combattere il mio più grande nemico: me stesso. Fammi sempre essere pronto a venire da te con mani pulite e sguardo alto. Così quando la vita appassisce, come appassisce il tramonto, il mio spirito possa venire a te senza vergogna"


Questa è una preghiera al Grande Spirito, composta da Tatanka Mani, cioè "Bisonte che cammina".

E' da un pò che mi sto interessando alle vicende, alla spiritualità, alla "filosofia" di questo popolo, la quale ancora oggi avrebbe molto da insegnare a tutti noi, che siamo irrimediabilmente legati a questa grande nostra società dei consumi.
La Storia di questo popolo è la storia di come il progresso possa assumere facce criminali se utilizzato per scopi che nulla hanno a che fare con l'etica e l'amore del nuovo, ma che vanno intrecciandosi con l'imposizione di un nuovo senza spiegazioni.
Cristoforo Colombo di sicurò trovò l'America. Ma non la scoprì. Questa enorme terra era già abitata ed era già permeata di una cultura figlia di quella America, incontaminata.
Ciò che mi ha colpito di più questo popolo è stata prima di tutto la grande spiritualità. Il fatto di danzare per sollecitare il Grande Spirito alla misercordia o semplicemente per invocarlo in cerca di un aiuto. E' qualcosa, secondo me, di molto più intenso della preghiera tradizionalmente intesa. Il danzare, e cantare e nello stesso momento volgere sentitamente la propria anima ad un'entità verso la quale si ripongono le proprie speranza, i propri dubbi. Un coinvolgimento totale di mente e corpo slanciato verso uno sconosciutissimo immenso, che per loro era fonte e verità. "La Danza Degli Spettri", ad esempio, che nasce come speranza di una "rivalsa pellerossa" frutto di una visione (anch'esse fondamentali nella loro cultura) in cui un enorme diluvio annega i bianchi e salva gli indiani, ma che poi diventa, dopo altri eccidi e il tramontare per loro di una qualsiasi speranza di propria libertà, la danza della Speranza di un futuro in cui tutti i popoli della Terra danzeranno insieme, mano nella mano.
Lo sconfinato rispetto per la Natura, intesa come generosa madre che dà amore quando lo riceve, fonte di ispirazione e di equilibrio. Madre, e contemporaneamente grandiosa sorella, relativamente alla quale, tuttavia, gli uomini hanno ricevuto dallo Spirito la capacità di sovrastarla e di preserverla, con tutte le creature e le forme di vita che la caratterizzano.
E poi l'immensa loro "filosofia". Utopisticamente, verrebbe da definirla. La filosofia della grande ingenuità. Troppo spesso, nella loro Storia, si sono fidati dell'"Uomo Bianco". Troppo spesso sono stati costretti ad abbandonare la loro etica di pace per difendere le proprie donne e bambini, e i propri anziani, e le proprie terre, e il proprio mondo e modo di essere. E troppo spesso, nonostante subissero, hanno continuato imperterriti a tendere la mano, senza trovare nulla all'altro capo, se non promesse come enormi panacee.
Da brividi è quanto recapitato agli inglesi da Pentola Nera, capo dei Cheyenne Meridionali, subito dopo il barbaro e disumano massacro di Sand Creek, magistralmente raccontato dal grande poetà De Andrè.

"Noi chiediamo di essere in pace con i Bianchi, vogliamo stringere la vostra mano. Stiamo viaggiando attraverso una nuvola. Il cielo è scuro da quando è cominciata la guerra. Questi uomini coraggiosi che sono qui con me sono pronti a fare ciò che dico. Noi vogliamo portare buone notizie al nostro popolo perchè tutti possano dormire in pace. Vi chiedo di dire ai capi dei soldati che sono qui, che noi siamo per la pace e che non commetteremo l'errore di considerarli nemici"


Queste parole di Pentola Nera lasciano trasparire un atteggiamento quasi cristiano, interpretazione che appare coerente se si pensa a quanto avevano subito (qualche info sull'indicibile massacro di Sand Creek: http://www.sentierorosso.com/index.php?option=com_content&view=article&id=89:il-massacro-di-sand-creek&catid=2:storia&Itemid=11) e che avrebbero continuato a subire, fino alla "riserva" che subiscono oggi. Per tutta risposta, dopo non molto, Pentola nera fu ucciso insieme alla moglie.

Sembra qualunquismo, ma avremmo da imparare molto da questo popolo. Pur essendo difficile, oggi, applicare concretamente, e sottolineo qesto ultimo termine, la loro lezione, eticamente avremmo molto da pensare e apprendere. In relazione, per esempio, alla questione delle "cose". Quanto poco serviva a queste persone per vivere in armonia, pienamente integrati con una natura che si mostrata tutt'altro che riottosa. Quante poche cose bastavano a questo popolo per creare gerarchie sociali solide fondate sul rispetto reciproco, e su una grande "meritocrazia selvaggia" ma non per questo animalesca; sul rispetto per gli anziani e la fratellenza verso il diverso.
Pura utopia oggi, non c'è che dire. Eppure, perchè non sperare nella sopracitata "Danza Degli Specchi/Danza Della Speranza"?









"...a quella quasi da immaginare, tanto di fretta l'hai vista passare...dal balcone a un segreto più in là...e ti piace ricordarne il sorriso che non ti ha fatto e che tu le hai deciso, in un vuoto di felicità..."



"...si sente sempre più spesso che sono un pazzo depresso...meglio depressi che stronzi del tipo "Me ne fotto", perchè non dicono "Io mi interesso?!"..."



...harmony you will be my bride...






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29/11/2010 14:46
 
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Siamo ancora al mito del buon selvaggio americano devastato dall'uomo bianco e dal progresso? Rosseau che ritorna con le penne sulla testa?
Capisco che gli indiani stiano simpatici, i film americani ce li hanno venduti come vittime per mezzo secolo, nel tipico stile yankee di far soldi anche parlando male di sé stessi.

Ma se ragioniamo seriamente, mi sembra che dobbiamo dire le cose come stavano. Gli indiani non erano nativi americani.
Gli indiani erano un popolo asiatico giunto sul continente attraverso i passaggi delle glaciazioni nordiche e arrivati nel corso dei secoli fin nel fondo del continete americano.
Nel corso del tempo hanno assunto numerose varietà e livelli di abilità. I più noti sono i maya i quali si ESTINSERO PER ECCESSO DI SACRIFICI UMANI. Alla faccia dei popoli pacifici.
L'altro popolo noto è quello degli aztechi, i quali ebbero parecchie legnate dai conquistadores, ma sono vivi e vegeti ed esistenti e si chiamano messicani. Oltre a loro ci sono anche gli altri discendenti: honduregni, guatemaltechi, colombiani, tutta gente di una ferocia inaudita, con un approccio alla vita che credo noi difficilmente accetteremmo e dal quale quale difficilmente avremmo qualcosa da imparare. Durante i moti di El salvador il battaglione Atlacatl mostrò una tale ferocia che al confronto le SS erano un gruppo di signorine di un collegio svizzero.

Gli indiani americani vivevano di razzie, come le locuste.
Caccia e pesca finchè il territorio su cui stanziavano non era completamente prosciugato. Sicuro che la nostra sensibilità ambientalista lo accatterebbe?
Non conoscevano l'agricoltura, non avevano scienza, non avevano mezzi di locomozione, non produssero nulla che non fosse un spiritismo vago e indistinto.
La mia ammirazione personalmente va all'Homo sapiens sapiens, quello che ara, che batte il ferro, che monta il carro, che crea navi con velature, che affronta i mari, che inventa utensili, che organizza protezioni dal clima, che cerca farmaci e medicamenti, che risolve problemi di geometria piana, di aritmetica, di algebra, con un bastone e una terra sabbiosa come lavagna. Sarò razzista?

I nativi americani – gli indiani – distrussero con la violenza tutti i primi insediamenti di agricoltori religiosi fuggiti dall’Europa delle guerre di religione: famiglie di contadini, allevatori di conigli e di galline, coltivatori di cavoli e di grano.
Gli “indiani” per un secolo e mezzo devastarono i loro piccoli campi – nell’enormità oceanica delle praterie – sgozzarono gli uomini, presero schiave le donne e rapirono bambini. Per decenni i coloni tentarono trattati e accordi, che finirono in un mare di sangue.
Quando finalmente fu possibile trovare un accordo stabile per evitare uccisioni, stupri e rapine, i coloni (che non erano feroci yankees con la Colt, ma quaccheri con la zappa e il crocefisso) decisero di dedicare quella data a Dio e istituirono il Thanks Giving Day, a base di turkey perché l’unica grazia di dio che trovarono in quelle terre desolate, malsane, ostili e selvagge, erano questi stupidi pennuti, i tacchini, facili da catturare e mangiare.

E poi i Cheyennes sono una cosa e i Sioux un’altra, i popoli dei laghi e i Seminoles una cosa e gli indiani della prateria un’altra. Fra loro si sono scannati in guerre continue e devastanti e non si sono potuti sterminare per mancanza di armi di distruzione di massa, ma quando hanno avuto i fucili si sono volentieri ammazzati reciprocamente a migliaia, salvo brevi e fragili periodi di coalizione comuni per combattere i bianchi. E poi le malattie: i bianchi uccisero gli indiani a migliaia con i virus del raffreddore e dell’influenza per i quali questa razza asiatica non sviluppava, e non sviluppa, anticorpi sufficienti.

Certo, i bianchi avanzavano e recintavano campi, creavano greggi, allevamenti, colture di grano e l’agricoltura respingeva il terreno del bisonte selvaggio – che oggi ripopola l’America e te lo tirano dietro nei ristoranti – il quale non vuole recinti. E se un popolo umano vive dietro al bisonte che vive in un oceano verde senza staccionate, quel popolo umano è naturalmente nemico delle staccionate e delle fattorie, regolarmente bruciate, con i lavoratori sgozzati.
Gli stessi conflitti ebbero – grande saga western cinematografico – gli allevatori (praterie, pascoli liberi e armenti) nemici degli agricoltori (staccionate, greggi e fattorie), conflitti che fecero un impressionante numero di morti fra bianchi.
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29/11/2010 17:39
 
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Re:
trixam, 29/11/2010 14.46:

Siamo ancora al mito del buon selvaggio americano devastato dall'uomo bianco e dal progresso? Rosseau che ritorna con le penne sulla testa?
Capisco che gli indiani stiano simpatici, i film americani ce li hanno venduti come vittime per mezzo secolo, nel tipico stile yankee di far soldi anche parlando male di sé stessi.

Ma se ragioniamo seriamente, mi sembra che dobbiamo dire le cose come stavano. Gli indiani non erano nativi americani.
Gli indiani erano un popolo asiatico giunto sul continente attraverso i passaggi delle glaciazioni nordiche e arrivati nel corso dei secoli fin nel fondo del continete americano.
Nel corso del tempo hanno assunto numerose varietà e livelli di abilità. I più noti sono i maya i quali si ESTINSERO PER ECCESSO DI SACRIFICI UMANI. Alla faccia dei popoli pacifici.
L'altro popolo noto è quello degli aztechi, i quali ebbero parecchie legnate dai conquistadores, ma sono vivi e vegeti ed esistenti e si chiamano messicani. Oltre a loro ci sono anche gli altri discendenti: honduregni, guatemaltechi, colombiani, tutta gente di una ferocia inaudita, con un approccio alla vita che credo noi difficilmente accetteremmo e dal quale quale difficilmente avremmo qualcosa da imparare. Durante i moti di El salvador il battaglione Atlacatl mostrò una tale ferocia che al confronto le SS erano un gruppo di signorine di un collegio svizzero.

Gli indiani americani vivevano di razzie, come le locuste.
Caccia e pesca finchè il territorio su cui stanziavano non era completamente prosciugato. Sicuro che la nostra sensibilità ambientalista lo accatterebbe?
Non conoscevano l'agricoltura, non avevano scienza, non avevano mezzi di locomozione, non produssero nulla che non fosse un spiritismo vago e indistinto.
La mia ammirazione personalmente va all'Homo sapiens sapiens, quello che ara, che batte il ferro, che monta il carro, che crea navi con velature, che affronta i mari, che inventa utensili, che organizza protezioni dal clima, che cerca farmaci e medicamenti, che risolve problemi di geometria piana, di aritmetica, di algebra, con un bastone e una terra sabbiosa come lavagna. Sarò razzista?

I nativi americani – gli indiani – distrussero con la violenza tutti i primi insediamenti di agricoltori religiosi fuggiti dall’Europa delle guerre di religione: famiglie di contadini, allevatori di conigli e di galline, coltivatori di cavoli e di grano.
Gli “indiani” per un secolo e mezzo devastarono i loro piccoli campi – nell’enormità oceanica delle praterie – sgozzarono gli uomini, presero schiave le donne e rapirono bambini. Per decenni i coloni tentarono trattati e accordi, che finirono in un mare di sangue.
Quando finalmente fu possibile trovare un accordo stabile per evitare uccisioni, stupri e rapine, i coloni (che non erano feroci yankees con la Colt, ma quaccheri con la zappa e il crocefisso) decisero di dedicare quella data a Dio e istituirono il Thanks Giving Day, a base di turkey perché l’unica grazia di dio che trovarono in quelle terre desolate, malsane, ostili e selvagge, erano questi stupidi pennuti, i tacchini, facili da catturare e mangiare.

E poi i Cheyennes sono una cosa e i Sioux un’altra, i popoli dei laghi e i Seminoles una cosa e gli indiani della prateria un’altra. Fra loro si sono scannati in guerre continue e devastanti e non si sono potuti sterminare per mancanza di armi di distruzione di massa, ma quando hanno avuto i fucili si sono volentieri ammazzati reciprocamente a migliaia, salvo brevi e fragili periodi di coalizione comuni per combattere i bianchi. E poi le malattie: i bianchi uccisero gli indiani a migliaia con i virus del raffreddore e dell’influenza per i quali questa razza asiatica non sviluppava, e non sviluppa, anticorpi sufficienti.

Certo, i bianchi avanzavano e recintavano campi, creavano greggi, allevamenti, colture di grano e l’agricoltura respingeva il terreno del bisonte selvaggio – che oggi ripopola l’America e te lo tirano dietro nei ristoranti – il quale non vuole recinti. E se un popolo umano vive dietro al bisonte che vive in un oceano verde senza staccionate, quel popolo umano è naturalmente nemico delle staccionate e delle fattorie, regolarmente bruciate, con i lavoratori sgozzati.
Gli stessi conflitti ebbero – grande saga western cinematografico – gli allevatori (praterie, pascoli liberi e armenti) nemici degli agricoltori (staccionate, greggi e fattorie), conflitti che fecero un impressionante numero di morti fra bianchi.




Secondo il tuo ragionamento nemmeno potrebbero essere considerati asiatici visto che si trattava di popolazioni evolutesi in Africa e successivamente emigrate in Asia. In ogni caso nativi americani o europei non potrebbero comunque mai esistere.

Sui Maya (i cui primi insediamenti risalgono al II millennio a.C., sempre non sono nativi?) fa specie pensare che tutto sia dipeso dai sacrifici umani visto che Francisco de Montejo impiegò oltre 20 anni per piegarne la resistenza. In ogni caso non vedo come un rituale religioso di una popolazione sicuramente più arretrata possa negare il loro carattere pacifico. si tratta di un'inferenza che comunque non potrebbe spiegare come mai gli europei non era pacifici. Il '500 europeo è stato funestato dalle guerre e di sangue ne è stato versato tantissimo(notte di San bartolomeo, Inquisizione, Filippo II).

Sugli Aztechi il tuo giudizio è degno dei migliori studi di Lombroso e della genetica nazista. In pratica le popolazioni sudamericane sono sanguinarie per una tara genetica che si tramanda nei secoli. Interessante...
Non vorrei dimenticare però che Tenochtitlan era stata paragonata dagli stessi spagnoli a Venezia. Inoltre Cortes riuscì a conquistare un impero vastissimo ed una città con 250.000 abitanti grazie al rapimento di Moctezuma che in buona fede aveva accolto gli europei.

Sottolineo solo l'opera di Bartolomè de Las Casas il missionario (dapprima encomendero) che sottolineò la brutalità dei conquistatori e che spinse addirittura FIllippo II alle ordinanze del 1573 che imponevano agli europei di trattare gli indiani con umanità.

nel 1605 gli abitanti dell'America meridionale erano circa 1 milione nel 1519 circa 25 milioni.

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29/11/2010 17:49
 
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infatti ma che cazzata.
erono dei grandi popoli...con proprie tradizioni e anche una cultura abbastanza sviluppata in alcuni campi.

erano anche agricoltori anche se molto piu' cacciatori.

erano in lotta tra di loro e avevano guerrieri sanguinari come tutti i opoli.
ma avevano un loro equilibrio nella LORO terra.

L'uomo bianco è arrivato e ha detto questo e mio,quell'altro è mio.
ha iniziato a costruire e prendere la terra , mentre i pellerossa vivano in simbiosi con essa ,nonostante alcune citta' in messicco ...erano cmq in simbiosi con la natura.

è una cultura molto spirituale e affascinante.
inoltre anche se i conquistadores ci hanno messo tantissimo a metterli sotto e solo nel 900 si siano completamente sottomessi, la lotta era impari


I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)

Pochi anni dopo nacquero le feste rave, la musica techno e l'ecstasy...
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29/11/2010 17:51
 
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Potere di wikipedia..
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29/11/2010 17:55
 
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P.s accusare di barbarie e razzie un popolo antico (qualunque esso sia) è una imprecisone,giacchè,i popoli antichi,vedi anche quelli europei,vivevano di attività predatorie,bisogna sempre calarsi in un contesto sociale e non giudicare secondo i nostri canoni.

E' innegabile anche che l'uomo "bianco" ha invaso certi habitat riducendo a schiavitù,portando malattie nuove e mutando certi ambienti (vedi le popolazioni amazzoniche)

Certo..nativi o no,violenti o meno..intanto ora vivono in riserve...e non se la passano affatto bene..
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29/11/2010 18:38
 
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Re: Re:
giusperito, 29/11/2010 17.39:




Secondo il tuo ragionamento nemmeno potrebbero essere considerati asiatici visto che si trattava di popolazioni evolutesi in Africa e successivamente emigrate in Asia. In ogni caso nativi americani o europei non potrebbero comunque mai esistere.

Sui Maya (i cui primi insediamenti risalgono al II millennio a.C., sempre non sono nativi?) fa specie pensare che tutto sia dipeso dai sacrifici umani visto che Francisco de Montejo impiegò oltre 20 anni per piegarne la resistenza. In ogni caso non vedo come un rituale religioso di una popolazione sicuramente più arretrata possa negare il loro carattere pacifico. si tratta di un'inferenza che comunque non potrebbe spiegare come mai gli europei non era pacifici. Il '500 europeo è stato funestato dalle guerre e di sangue ne è stato versato tantissimo(notte di San bartolomeo, Inquisizione, Filippo II).

Sugli Aztechi il tuo giudizio è degno dei migliori studi di Lombroso e della genetica nazista. In pratica le popolazioni sudamericane sono sanguinarie per una tara genetica che si tramanda nei secoli. Interessante...
Non vorrei dimenticare però che Tenochtitlan era stata paragonata dagli stessi spagnoli a Venezia. Inoltre Cortes riuscì a conquistare un impero vastissimo ed una città con 250.000 abitanti grazie al rapimento di Moctezuma che in buona fede aveva accolto gli europei.

Sottolineo solo l'opera di Bartolomè de Las Casas il missionario (dapprima encomendero) che sottolineò la brutalità dei conquistatori e che spinse addirittura FIllippo II alle ordinanze del 1573 che imponevano agli europei di trattare gli indiani con umanità.

nel 1605 gli abitanti dell'America meridionale erano circa 1 milione nel 1519 circa 25 milioni.





Gius non fare il furbo con me. Sono asiatici perché fino ad ore le moderne ricerche hanno fissato il loro ceppo di nascita in asia.
Poi lo sa meglio di me che l'attraversamento dello stretto di bering è datato da quarantamila anni fa(modello cavalli-scorza) a dodicimila(modello di clovis) e che sul continente prima non c'era nessuno.
Arrivarono e si sparpagliarono.

Sui Maya, se consideri i sacrifi umani un atto pacifico, per me va bene. Un certo relativismo lo possiamo ammettere.
Forse le vittime dei sacrifici, in gran parte bambini, non la pensavano così. Sta di fatto che questo rito e le sue conseguenze furono la base dell'annientamento, visto che l'impero Maya era strategicamente inattaccabile con le tecnologie militari dell'epoca.
A un certo punto i maya non ebbero più soldati perchè li avevano ammazzati tutti. Mi sembra poi inutile sottolineare che essendo quello maya un impero era stato costruito con una politica espansiva, che io sia chiaro non condanno, ma non capisco perchè dobbiamo descriverli per quelli che non erano.

Sugli atzechi, vatti a fare un giretto in quei paesi e poi ne riparliamo, se torni vivo.
Detto tra noi, Cortes era un genio militare e ricordo che quando arrivò aveva solo 600 soldati, e che se gli aztechi non si fossero scannati tra di loro non avrebbe mai potuto vincere.
Che poi avessero belle città nessuno lo mette in dubbio.
Come nessuno mette in dubbio che durante l'assedio di tenochtitlan sacrificarono i prigionieri spagnoli.
Come nessuno mette in dubbio che i conquistadores fossero dei gran figli di buon donna, i quali combattevano la loro battaglia a decine di migliaia di chilometri dalle loro basi logistiche di partenza.
Supponendo che avessero voluto adottare un atteggiamento umanitario, e non volevano, rispettando i prigionieri e il diritto di guerra che è stato inventato solo secoli dopo, dove avrebbero dovuto metterli i prigionieri? E come avrebbero potuto manterli inoffensivi?
Le politiche di uccisione si ricollegavano a questo semplice problema strategico. Anche se ripeto che gran parte delle morti degli indigeni(il 70%) avvenì per malattie, peraltro comuni come il raffreddore e l'influenza, verso le quali quelle popolazioni non hanno ancora oggi difesa naturale.

Nessuno ha poi mai detto che noi europei siamo più pacifici e solo scriverlo sarebbe una barzelletta. Ho detto chiaro che i quaccheri che arrivarono con il mayflower nell'america del nord scappavano dalla persecuzioni religiose, per questo fondarono una nazione sulla libertà religiosa. Dopo aver combattutto ferocemente con gli indigeni, che quella nazione non volevano che sorgesse.
Se mi vengono però a portare il mito del buon selvaggio sterminato dal progresso, io non ci sto.

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29/11/2010 18:57
 
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Nonostante, come spesso mi succede, trovi molto interessante la tua risposta, non credo che il suo tono storiografico delegittimi il tono che invece io avevo dato al mio primo post. Ma vorrei procedere lentamente nella risposta, siccome ho trovato un valido interlocutore su un argomento che, mi rendo conto, non interessa a tutti.



Siamo ancora al mito del buon selvaggio americano devastato dall'uomo bianco e dal progresso? Rosseau che ritorna con le penne sulla testa?
Capisco che gli indiani stiano simpatici, i film americani ce li hanno venduti come vittime per mezzo secolo, nel tipico stile yankee di far soldi anche parlando male di sé stessi.



Lungi da me voler ricorrere alla arcinota teoria del sign. Jean Jacques, cosa che effettivamente è prassi quando si tratta il tema degli indiani d'america. Pur non essendo tanto esperto in materia, perchè come ho scritto è un interesse che sto coltivando da poco, ho comunque notato, documentandomi qua e là, come dilaghi l'atteggiamento piagnucolistico di chi ama gli indiani, come dici tu, vendutici dal cinema americano. Tuttavia non sono tutte cazzate, e questo lo dimostrano le fonti e non i registi western (tra l'altro, non so quanto ti interessi [SM=x43668] , ma in vita mia fino ad ora avrò visto 3-4 film di questo tipo e in età pre-adolescenziale...)


Ma se ragioniamo seriamente, mi sembra che dobbiamo dire le cose come stavano. Gli indiani non erano nativi americani.
Gli indiani erano un popolo asiatico giunto sul continente attraverso i passaggi delle glaciazioni nordiche e arrivati nel corso dei secoli fin nel fondo del continete americano.
Nel corso del tempo hanno assunto numerose varietà e livelli di abilità. I più noti sono i maya i quali si ESTINSERO PER ECCESSO DI SACRIFICI UMANI. Alla faccia dei popoli pacifici.
L'altro popolo noto è quello degli aztechi, i quali ebbero parecchie legnate dai conquistadores, ma sono vivi e vegeti ed esistenti e si chiamano messicani. Oltre a loro ci sono anche gli altri discendenti: honduregni, guatemaltechi, colombiani, tutta gente di una ferocia inaudita, con un approccio alla vita che credo noi difficilmente accetteremmo e dal quale quale difficilmente avremmo qualcosa da imparare. Durante i moti di El salvador il battaglione Atlacatl mostrò una tale ferocia che al confronto le SS erano un gruppo di signorine di un collegio svizzero.



La battuta finale sulle SS mi ha fatto ridere... [SM=x43636] Tuttavia mi suona eccessivamente "preparata"...non perchè voglia dire che i tipi durante "El Salvador" si comportarono come docili scolaretti...certo però neanche l'arcinoto colonnello Chivington agì propriamente da homo sapiens sapiens...e qui credo che il paragone sia molto più azzeccato rispetto a quello delle SS, che signorine svizzere e buone, facevano ugualmente (ma diversamente) schifo...
Quanto alla questione "geografica", è vero...I c.d. indiani, quasi sicuramente, provenivano con esattezza dall'Asia meridionale...Tuttavia, e qui ritorniamo al discorso dei "toni", la mia attenzione si era soffermata non tanto sui popoli "originari", quanto su quelli che furono il risultato dalla naturale loro evoluzione, molto successiva...Che non ci sia niente da imparare sui sacrifici umani dei Maya, penso che sia un'enorme scontatezza...Anche i predecessori del caro homo sapiens sapiens talvolta tendevano a mangiarsi tra di loro, ma il fatto che da loro siamo derivati noi non li rende meno selvaggi...Ma stiamo parlando di popoli estremamente antichi...


Gli indiani americani vivevano di razzie, come le locuste.
Caccia e pesca finchè il territorio su cui stanziavano non era completamente prosciugato. Sicuro che la nostra sensibilità ambientalista lo accatterebbe?
Non conoscevano l'agricoltura, non avevano scienza, non avevano mezzi di locomozione, non produssero nulla che non fosse un spiritismo vago e indistinto.
La mia ammirazione personalmente va all'Homo sapiens sapiens, quello che ara, che batte il ferro, che monta il carro, che crea navi con velature, che affronta i mari, che inventa utensili, che organizza protezioni dal clima, che cerca farmaci e medicamenti, che risolve problemi di geometria piana, di aritmetica, di algebra, con un bastone e una terra sabbiosa come lavagna. Sarò razzista?



Razzista sicuramente non sei, ma qui secondo me hai peccato d'esagerazione...E ti seleziono il passo preciso dove, secondo me, hai un pò toppato...Prima ancora di analizzarlo, rispondo al periodo precedente e rispondo: sì, la sensibilità ambientalista di una mente ragionevole e capace di discernimento credo che lo accetterebbe. Ho ripetuto più volte, sopra, quanto il mio elogiare la cultura/filosofia/etica indiana (e ribadisco, e sò tre, che il mio tono era volto principalmente a questi temi) non significa un invito alla pratica concreta di certe loro abitudini oggi, cosa sia culturalmente che materialmente impossibile...Ho tentato (in maniera forse superficiale, questo è probabile, complice anche l'ora e la stanchezza) di innestare una riflessione su un certo tipo di etica che io apprezzo e sto imparando a capire, tentando di effettuare dei paralleli con la nostra etica attuale...Ma mi sa che a toppare, a riguardo, sono stato io, giusto?! [SM=x43668]
Quanto alle parole che ho grassettato credo, come ho detto, che hai esagerato. Quanto all'agricoltura, è vero che lo sviluppo di essa in queste popolazioni fu molto lento, cosa causata anche da svantaggi climatici in cui s'imbatterono, come la forte piovosità (verità che, comunque, varia a secondo delle varie zone in cui s'insediarono soprattutto agli inizi. Ad es. è pienamente logico che risulti che i cosiddetti ascendenti dei famosi "Inuit" artici dell'Alaska non praticavano l'agricoltura...Che vuoi piantare nel gelo, i Polaretti?) Vero, però, era che, agli inizi, praticavano l'agricoltura del "taglia e brucia", ma fu un'abitudine che non si riscontra più già a partire dal "dopo-colombo". Ma dire che non la conoscevano proprio è azzardato: forse intendevi dire che non era la loro principale attività, e se così fosse è vero, in quanto erano molto più avvezzi all'addomesticamento degli animali, alla caccia e alla pesca.
Quanto alle invenzioni, non avranno inventanto niente come ha fatto l'homo sapiens sapiens, ma è quasi certo che si avvantaggiarono di quanto invece inventò quest'ultimo, spesso adattando le "creazioni" al proprio ambiente...chiamali scemi... [SM=x43668] Quanto a quello che tu chiami "spiritismo vago e indistinto" è quello che personalmente mi interessa maggiormente, come ho sottolineato sopra (e so 4!)...Eh lo so, me lo dicono tutti che sono un tipo troppo inconsistente, ma non ci posso fare niente: sono queste le cose che piacciono a me...Per questo, a riguardo, mi interessa molto di meno l'homo sapiens sapiens, che venerava (esempio) "passivamente" (termine usato trixaniamente! [SM=x43819] ) il fulmine, e mi interessa molto di più la cultura "indios", dedita (altri esempi) alla colorazione del corpo, ad un culto dei morti fra i più mistici e suggestivi, ad un'arte intrisa di grande religiosità, e questo già molto molto molto prima delle "danze della pioggia" e simili che ci propinano i film yankee...e potrei continuare...Questo senza disconoscere la grandissima importanza delle invenzioni dell'homo sapiens sapiens, che sono la base di tutto ciò abbiamo materialmente oggi...ma non volevo parlare di questo...


I nativi americani – gli indiani – distrussero con la violenza tutti i primi insediamenti di agricoltori religiosi fuggiti dall’Europa delle guerre di religione: famiglie di contadini, allevatori di conigli e di galline, coltivatori di cavoli e di grano.
Gli “indiani” per un secolo e mezzo devastarono i loro piccoli campi – nell’enormità oceanica delle praterie – sgozzarono gli uomini, presero schiave le donne e rapirono bambini.



Questo sinceramente non mi risulta, o almeno non con la "gratuità" che lasci trasparire...ma, che dire, sarò poco informato io...


Per decenni i coloni tentarono trattati e accordi, che finirono in un mare di sangue.
Quando finalmente fu possibile trovare un accordo stabile per evitare uccisioni, stupri e rapine, i coloni (che non erano feroci yankees con la Colt, ma quaccheri con la zappa e il crocefisso) decisero di dedicare quella data a Dio e istituirono il Thanks Giving Day, a base di turkey perché l’unica grazia di dio che trovarono in quelle terre desolate, malsane, ostili e selvagge, erano questi stupidi pennuti, i tacchini, facili da catturare e mangiare.



....mmmm, parliamone. Pochi secoli dopo l'arrivo di Colombo, dopo che gli europei avevano studiato un pò la situation, per capire come poterla sfruttare ben bene, i rapporti furono abbastanza pacifici...Cominciarono anche alcune cessioni di terra da parte degli indigeni...Ad un certo punto, BUM!, comincia la Guerra Dei Sette Anni...casini di qua, casini di là, e la gerra arriva anche in America...e comincia quel processo storico che avrebbe portato, più in la, all'importante nascita degli Stati Uniti...Importante per la storia moderna, ma l'inizio della fine per quei popoli. Pochi anni dopo, alcune delegazioni indiane, furono costretta firmare il Trattato Di Greenville, a seguito della sconfitta a Fallen Timbers. In quest'ultimo luogo, si era avuta la vittoria dei neonati U.S. su alcune popolazioni indiane. Ma dopo cosa?! Dopo che, spinti da quella nascita, avevano cominciato a sfruculiare la mazzarella agli indigine, che per tutta risposta cominciano a sconfiggerli più volte, principalmente per la maggiore padronanza dei territori...Gli inglesi si cominciarono a vergognare, soprattutto dopo che, un giorno, "Piccola Tartaruga" con il suo esercito di uomini seminudi sbaragliò l'intero battaglione indivisato inglese...Da quel momento gli inglesi misero la capa a fare bene, si addestrarono come il buon Dio comanda e alla fine ce la fecero a vincere, proprio a Fallen Timbers. Subito dopo, obbligarono quelle popolazioni a siglare il trattato di Greenville, con cui si fissò una linea fra i territori degli indigeni e quelli degli uomini bianchi (linea che, comunque, i coloni snobbarono altamente sin da subito...) Da lì cominciò il peggio: pochi "anni storici" dopo, siamo nel 1800 e qualcosa, si scoprì che la California se ne cadeva di oro...in California c'erano parecchi popoli indigeni, dediti a caccia, pesca, raccolta di frutti, nonchè alla coltivazione e uso di droghe (fighi gli indiani eh?! [SM=x43644] )...Ma ai nostri amici europei interessava parecchio l'oro, mentre gli indigeni volevano semplicemente stare per i fatti loro a strafarsi, danzare e fare quel poco che facevano...Niente, alla fine furono per la maggiore sterminati e la California diventò un ennesimo stato degli U.S. ...Alla fine questa divenne la prassi in parecchie zone del continente, tanto che la guerra civile vera e propria non mancò ad arrivare...Durante questa si verificò l'arcinoto sterminio di Sand Creek ad opera di Chivington (e di Custer che uccise i fortunati che erano riusciti a sopravvivere...purtroppo non fu altrettanto abile a Little Big Horn...ma si sa Toro Seduto era un osso duro...purtroppo fece una brutta fine pure lui, ugualmente ammazzato come Pentola Nera prima di lui, nonostante avesse tentato trattive pacifiche...)
Ah...che trovarono a scontrarsi contro nemici che avevano crocifissi e zappe è una cosa a cui non riesco a rispondere...ma sinceramente mi sembra un'enorme iperbole... [SM=x43668]


E smetto di quotare, perchè alle ultime due frasi ho risposto, idealmente, in quanto scritto fino ad adesso. Mi rendo conto, cliccando "anteprima", di aver scritto uno sproloquio [SM=x43653] ...penso sia il più lungo intervento che abbia mai fatto finora qui sopra, ma quando una cosa mi piace ci perdo volentieri tempo...
Ora non so quanto avrai da ridire su quanto ho scritto (immagino molto... [SM=x43668] )...Non era proprio nelle mie intenzioni fare una disamina storiografica, cosa che nemmeno posso fare bene avendo limitate informazioni che ho appreso sui libri e sul web e che ho riversato quasi completamente in questo messaggio...Quello che mi interessa molto di più e ribadire (5!) che, culturalmente, ritengo questo popolo interessantissimo...Solo che ho scritto così tanto che non riesco a cominciare la disamina culturale, ora... [SM=x43636]








"...a quella quasi da immaginare, tanto di fretta l'hai vista passare...dal balcone a un segreto più in là...e ti piace ricordarne il sorriso che non ti ha fatto e che tu le hai deciso, in un vuoto di felicità..."



"...si sente sempre più spesso che sono un pazzo depresso...meglio depressi che stronzi del tipo "Me ne fotto", perchè non dicono "Io mi interesso?!"..."



...harmony you will be my bride...






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29/11/2010 22:05
 
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Re: Re: Re:
trixam, 29/11/2010 18.38:




Gius non fare il furbo con me. Sono asiatici perché fino ad ore le moderne ricerche hanno fissato il loro ceppo di nascita in asia.
Poi lo sa meglio di me che l'attraversamento dello stretto di bering è datato da quarantamila anni fa(modello cavalli-scorza) a dodicimila(modello di clovis) e che sul continente prima non c'era nessuno.
Arrivarono e si sparpagliarono.

Sui Maya, se consideri i sacrifi umani un atto pacifico, per me va bene. Un certo relativismo lo possiamo ammettere.
Forse le vittime dei sacrifici, in gran parte bambini, non la pensavano così. Sta di fatto che questo rito e le sue conseguenze furono la base dell'annientamento, visto che l'impero Maya era strategicamente inattaccabile con le tecnologie militari dell'epoca.
A un certo punto i maya non ebbero più soldati perchè li avevano ammazzati tutti. Mi sembra poi inutile sottolineare che essendo quello maya un impero era stato costruito con una politica espansiva, che io sia chiaro non condanno, ma non capisco perchè dobbiamo descriverli per quelli che non erano.

Sugli atzechi, vatti a fare un giretto in quei paesi e poi ne riparliamo, se torni vivo.
Detto tra noi, Cortes era un genio militare e ricordo che quando arrivò aveva solo 600 soldati, e che se gli aztechi non si fossero scannati tra di loro non avrebbe mai potuto vincere.
Che poi avessero belle città nessuno lo mette in dubbio.
Come nessuno mette in dubbio che durante l'assedio di tenochtitlan sacrificarono i prigionieri spagnoli.
Come nessuno mette in dubbio che i conquistadores fossero dei gran figli di buon donna, i quali combattevano la loro battaglia a decine di migliaia di chilometri dalle loro basi logistiche di partenza.
Supponendo che avessero voluto adottare un atteggiamento umanitario, e non volevano, rispettando i prigionieri e il diritto di guerra che è stato inventato solo secoli dopo, dove avrebbero dovuto metterli i prigionieri? E come avrebbero potuto manterli inoffensivi?
Le politiche di uccisione si ricollegavano a questo semplice problema strategico. Anche se ripeto che gran parte delle morti degli indigeni(il 70%) avvenì per malattie, peraltro comuni come il raffreddore e l'influenza, verso le quali quelle popolazioni non hanno ancora oggi difesa naturale.

Nessuno ha poi mai detto che noi europei siamo più pacifici e solo scriverlo sarebbe una barzelletta. Ho detto chiaro che i quaccheri che arrivarono con il mayflower nell'america del nord scappavano dalla persecuzioni religiose, per questo fondarono una nazione sulla libertà religiosa. Dopo aver combattutto ferocemente con gli indigeni, che quella nazione non volevano che sorgesse.
Se mi vengono però a portare il mito del buon selvaggio sterminato dal progresso, io non ci sto.




A me non interessa difendere il mito del buon selvaggio, ma farli passare come i carnefici mi sembra un eccesso..
La differenza nelle armi non c'entra nulla?
In ogni caso credo stiamo parlando dell'assurdo visto che in guerra (appunto in quel tempo non c'era stato nemmeno Grozio) non esistono regole da rispettare. L'unica cosa mi sembra che la tua indulgenza verso i conquistadores sia assolutamente eccessiva. D'altra parte non vedo quale sarebbe il crimine nel difendere il proprio territorio e nel non volere essere conquistati.


Sui sudamericani il tuo giudizio è razziale e non posso condividerlo.. visto che ritengo la criminalità un fenomeno socio-economico e non genetico.
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