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"Vieni via con me": Roberto Benigni e Roberto Saviano

Ultimo Aggiornamento: 23/11/2010 15:26
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10/11/2010 16:54
 
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Re: Re: Re:
giusperito, 10/11/2010 16.07:




te l'ho detto c'è Vattimo che a me non piace, ma che oltre ad essere politico è anche filosofo. L'invito di V. è stato fatto per un motivo diverso dalla difesa degli omosessuali, ma perché gli si voleva fare pubblicità.

Lasciamo stare il solito discorso sul pci finanziato dall'urss, ma parliamo di sel e del rapporto con hamas. Non ho mai sentito critiche alle persecuzioni contro gli omosessuali di Hamas. Certo fa poco comodo vedere queste cose.

kykketta il punto è proprio questo. Sembra che se parla Saviano non è possibile criticare che data la superiorità con il resto dei programmi allora necessariamente è superiore.
Ci sono alcuni errori di prospettiva.
1) Similia cum similibus: non possiamo paragonare un programma "culturale" con un un programma di intrattenimento.
2) le idee sono fatte per essere criticate.
3) la diversità non è indice di superiorità (concetto usato anche da SAviano).

Il problema in Italia è che certi personaggi non sono criticabili, anzi specifico certe idee non sono criticabili.
Se mi chiedi cosa preferisco tra gf e vieni via con me, la risposta è facile. Tuttavia dato che sono un rarissimo utente della tv sia per questioni di tempo che per piacere, generalmente non l'accendo. SAviano era un motivo per accenderla, ma non è un motivo sufficiente per dire che mi è piaciuto. Tolto quanto di positivo è servito per farmela accendere restano delle cose che non mi sono piaciute e che mi sembrano in linea con quanto detto da trix.
1) l'invito di Vendola per i motivi succitati (il prossimo sarà Celentano. Allora esiste un'unica via all'antiB.? Ma se è unica è già conosciuta, perché di Celentano e Benigni già sapevamo posizioni ed idee)
2) la monolateralità di cui sopra
3) l'assenza di riferimenti a Violante, Magistratura democratica e Orlando
4) la divisione tra buoni e cattivi
5) l'idea che se critichi sei tra i cattivi, perché Falcone è stato criticato
6) l'assenza totale della figura di Borsellino
7) la citazione vergognosa di Sciascia che successivamente spiegò bene a cosa si riferisse il suo articolo (con l'idea collegata che Sciascia fosse un mezzo mafioso, cioè parliamo di SCIASCIA)




Ti dico la mia. Nel complesso, gli interventi di Saviano sono quelli che mi sono piaciuti meno.
L'ho trovato ripetitivo e ingessato. Soliti temi, solito schema, solito linguaggio.
Premesso questo, credo che quando si legga il nome Saviano, prima ancora di ascoltare cosa abbia da dire, ci si spacca in due: chi lo difenderà fino allo stremo e chi, spesso senza alcuna motivazione realmente sensata, lo taccerà aprioristicamente di qualunquismo. O si è pro o si è contro, tipico di chi non ha sviluppato una idea propria.

Benigni.. geniale, come al solito. Non affatto in discesa, come pure molti hanno suggerito. In alcuni punti un po' lento, ma quella "poesia" su Silvio, l'interpretazione del brano di Paolo Conte.. come si fa a trovare qualcosa di ridire? [SM=x43606]

"Andate a guardare x-factor" era chiaramente una provocazione. Tuttavia non ricordo, nell'ultimo periodo, alcuna trasmissione che possa essere affiancata a quella in questione. Chi la paragona a Ballarò o ad Anno Zero dimostra di aver capito poco di ciò che ha visto. [SM=x43606]

Credo si possa riconoscere o meno la qualità dello scrittore Saviano o della satira di Benigni, concordare o meno sulla opportunità della presenza di Vendola (per il quale ho un debole, trovo sia un politico di un'eleganza di altri tempi e gli perdono la "comparsata d'audience")... ma arrivare a pretendere da un programma del genere la proposta o addirittura la soluzione per la battaglia al crimine organizzato mi pare francamente pretestuoso e fuori luogo!
[Modificato da kykketta 10/11/2010 16:56]

Se fossi matto mi chiederei: che cosa state facendo per me?
Se fossi matto vi chiederei com'è il mare, di che colore è il vostro cielo, qual è il profumo della vostra donna e se esiste ancora la casa dove sono nato.

Se fossi matto vi parlerei degli elettroshock subiti negli anni addietro, dei terribili momenti dell'attesa prima dell'applicazione degli elettrodi, delle urla, dell'intenso odore di urine, della voce dell'infermiere che ti chiama per nome e del medico che questo nome nemmeno conosce.
Se fossi stato matto vi parlerei dei lunghi inverni passati in reparto, a contare le mattonelle, delle allucinazioni che mi hanno aiutato a sopravvivere, dei cessi sempre sporchi e dei riscaldamenti sempre guasti.

Se fossi matto vi parlerei del caldo d'agosto, dei miraggi del mare, che passavano per allucinazioni.

Se fossi matto vi chiederei di mangiare la neve, di andare al cinema, di sapere chi possa chiamare di notte se dovessi sentirmi male o semplicemente solo.
Se fossi matto vi chiederei quanti soldi valgono le cure che mi date, di conoscere quanti denari si spendono nei manicomi e nelle cliniche private.

Se fossi matto vi chiederei perchè dopo tanti anni rinchiuso qui non ho ancora la pensione, oggi che sono non solo matto, ma anche vecchio e voi non riuscite a tutelarmi nè come anziano nè come pazzo.
Se fossi matto vi chiederei che fine ha fatto il Progetto Obiettivo "Tutela della salute mentale" e perchè i manicomi privati non fanno nemmeno finta di chiudere.

Se fossi matto vi chiederei di stanare quelli che fanno ancora l'elettroshock senza consenso e senza nessuno a cui dar conto della sua efficacia.
Se fossi matto firmerei un appello contro le guerre, mi appellerei ai poeti, agli anchormen, ai pittori, ai matematici, ai cantautori e ai politici, perchè dicessero, ognuno a modo loro, dei fetori del manicomio, del prezzo della vita, dei rigidi inverni, delle mattonelle contate mille volte, del suono dei pianti, delle leggi mai applicate e dei volti dei matti, oramai sfioriti.

Se fossi matto vi chiederei del mio futuro, del mio presente.
Vi chiederei di me...

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