| | | | Post: 6.005 Post: 5.434 | Utente Master | | OFFLINE |
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26/02/2006 20:30 | |
Scritto da: kispera 26/02/2006 20.28
Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa... e la vedeva. È una cosa difficile da capire. Voglio dire... Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi... Eppure c'era sempre uno, uno solo, uno che per primo... la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte... magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni... alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare... e la vedeva. Allora si inchiodava, lì dov'era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava (piano e lentamente): l'America. Poi rimaneva lì, immobile come se avesse dovuto entrare in una fotografia, con la faccia di uno che l'aveva fatta lui, l'America.
la leggenda del pianista sull'oceano
Senti qua. A San pietroburgo... in Russia... il custode di un obitorio si è trombato il cadavere di una...
e fino a qui... va bene. Fatto sta che questa... mentre se la trombava... si è svegliata... capito? Cioè...
la stavano per cremare... ma era solo morte apparente... quindi... tecnicamente gli ha salvato la vita.
E il poveretto l'hanno messo in galera perchè dice che... in Russia è reato la necrofilia. Cioè... voglio dire...
già uno che si scopa i cadaveri è pieno di problemi... poi gli si svegliano... lo mettono pure in galera...
'NA TRAGEDIA! |
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| | | | Post: 720 Post: 718 | Utente Senior | | OFFLINE |
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26/02/2006 22:03 | |
Scritto da: Ifona84 26/02/2006 16.44
Qualcuno doveva aver diffamato Josef K., perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato.
Bellissimo, grande Kafka!
Vi siete dimenticati uno dei piu belli incipit del 900.....vi do un indizio....Combray... |
| | | | Post: 2.140 Post: 2.126 | Utente Veteran | | OFFLINE |
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26/02/2006 22:28 | |
Scritto da: Selkis 26/02/2006 19.46
se questo è un uomo?
l'incipit vero e proprio di quel libro però secondo me è la poesia...
Bè dipende dai punti di vista... io la vedo comuqnue una cosa a parte se pur intimamante connessa. L' incipit propriamente è l' inizio di un racconto o meglio di un romanzo.
**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.** |
| | | | Post: 2.147 Post: 2.133 | Utente Veteran | | OFFLINE |
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26/02/2006 23:04 | |
Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione...
[Modificato da Ifona84 26/02/2006 23.05]
**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.** |
| | | | Post: 721 Post: 719 | Utente Senior | | OFFLINE |
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27/02/2006 19:31 | |
Vabbè intervengo di peso...
A lungo mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano cosi in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso: "Mi addormento".
M.P. |
| | | | Post: 1.976 Post: 1.955 | Utente Veteran | | OFFLINE |
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27/02/2006 20:48 | |
Scritto da: Ifona84 26/02/2006 23.04
Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione...
[Modificato da Ifona84 26/02/2006 23.05]
....Guida Galattica per Autostoppisti...mi pare ----------------------------------------------------------------------------------
Mi chiamo Simkha Rahabinovic&.sono un venditore di ombre.A chi vendo le mie ombre? A gente che lha persa&
Un ombra si perde per troppa luce..
O per troppa oscurità&.
...
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| | | | Post: 980 Post: 955 | Utente Senior | | OFFLINE |
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27/02/2006 21:09 | |
1. In una caverna sotto terra viveva uno Hobbit.
2. Fu allora che vidi il Pendolo [Modificato da MetalHomer 27/02/2006 21.11] Mhhh......ciambelle.....
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| | | | Post: 368 Post: 252 | Utente Junior | | OFFLINE | |
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28/02/2006 11:01 | |
Io ero,quell'inverno,in preda ad astratti furori. |
| | | | Post: 1.978 Post: 1.957 | Utente Veteran | | OFFLINE |
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28/02/2006 11:40 | |
nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ke la diritta via era smarrita ----------------------------------------------------------------------------------
Mi chiamo Simkha Rahabinovic&.sono un venditore di ombre.A chi vendo le mie ombre? A gente che lha persa&
Un ombra si perde per troppa luce..
O per troppa oscurità&.
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| | | | Post: 13.210 Post: 6.446 | Utente Master | | OFFLINE |
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28/02/2006 11:44 | |
1: No dai... troppo c'era una volta
2: oddio il pendolo di fucault... uno dei miei libri preferiti in assoluto
aggiungo
It was a pleasure to burn. |
| | | | Post: 2.175 Post: 2.161 | Utente Veteran | | OFFLINE |
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28/02/2006 13:05 | |
Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia.Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti.Lo.Li.Ta.
**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.** |
| | | | Post: 1.988 Post: 1.967 | Utente Veteran | | OFFLINE |
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28/02/2006 23:28 | |
Sono un uomo malato, sono un uomo cattivo, non sono un uomo attraente. Credo mi faccia male il fegato. Del resto, non me n’intendo un’acca della mia malattia e non so con certezza che cosa mi faccia male. Non mi curo e non mi sono curato mai, sebbene la medicina e i dottori li rispetti. Inoltre, sono anche superstizioso all’estremo; be’, almeno abbastanza da rispettare la medicina.
Memorie dal sottosuolo, F. Dostoevskij
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Mi chiamo Simkha Rahabinovic&.sono un venditore di ombre.A chi vendo le mie ombre? A gente che lha persa&
Un ombra si perde per troppa luce..
O per troppa oscurità&.
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| | | | Post: 1.083 Post: 1.080 | Utente Veteran | | OFFLINE |
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28/02/2006 23:35 | |
In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Questo era in principio presso Dio e compito del monaco fedele sarebbe ripetere ogni giorno con salmodiante umiltà l'unico immodificabile evento di cui si possa asserire l'incontrovertibile verità. Ma videmus nunc per speculum et in aenigmate e la verità, prima che faccia a faccia, si manifesta a tratti (ahi, quanto illeggibili) nell'errore del mondo, così che dobbiamo compitarne i fedeli segnacoli, anche là dove ci appaiono oscuri e quasi intessuti di una volontà del tutto intesa al male.
Giunto al finire della mia vita di peccatore, mentre canuto senesco come il mondo, nell'attesa di perdermi nell'abisso senza fondo della divinità silenziosa e deserta, partecipando della luce inconversevole delle intelligenze angeliche, trattenuto ormai col mio corpo greve e malato in questa cella del caro monastero di Melk, mi accingo a lasciare su questo vello testimonianza degli eventi mirabili e tremendi a cui in gioventù mi accadde di assistere, ripetendo verbatim quanto vidi e udii, senza azzardarmi a trarne un disegno, come a lasciare a coloro che verranno (se l'Anticristo non li precederà) segni di segni, perché su di essi si eserciti la preghiera della decifrazione.
quest' iltima parte è quella che mi colpì maggiormente
poi come non citare:
Quel ramo del lago di Como
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"Avere la ragione non solleva l'uomo in valore al di sopra dell'animalità, se la ragione deve servirgli soltanto a procurarsi ciò che gli animali ottengono con l' istinto" - I. Kant
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| | | | Post: 2.201 Post: 2.187 | Utente Veteran | | OFFLINE |
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28/02/2006 23:51 | |
Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal
**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.** |
| | | | Post: 742 Post: 742 | Utente Senior | Vice Amministratore | | OFFLINE |
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02/03/2006 17:02 | |
Scritto da: Zion 28/02/2006 11.01
Io ero,quell'inverno,in preda ad astratti furori.
Quando ho aperto questo post volevo proprio postare questo...è quasi più poesia che prosa...bellissimo.
"Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi son messo a raccontare. Ma bisogna dica ch'erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un'ora, due ore, e stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi aspettava ma neanche con lei dicevo una parola, anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, e io avevo le scarpe rotte, l'acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete. Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non aver frebbe di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse; raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli altri, o restare in casa era per me lo stesso. Ero quieto; ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita, né mai saputo cosa significa esser felici, come se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da dare e nessuna disposizione a ricevere, e come se mai in tutti i miei anni di esistenza avessi mangiato pane, bevuto vino, o bevuto caffé, mai stato a letto con una ragazza, mai avuto dei figli, mai preso a pugni qualcuno, o non credessi tutto questo possibile, come se mai avessi avuto un'infanzia in Sicilia tra i fichidindia e lo zolfo, nelle montagne; ma mi agitavo entro di me per astratti furori, e pensavo il genere umano perduto, chinavo il capo, e pioveva, non dicevo una parola agli amici, e l'acqua mi entrava nelle scarpe."
Conversazione in sicilia, primo capitolo - Vittorini
non ci posso credere!!!!Tu sei il famoso zion di cui (s)parlava kaiser
scusa kaiser...lo so...sono 1 sporca delatrice nonchè 1 po' inciuciona...
[Modificato da OneOfTheesedays 02/03/2006 17.04]
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| | | | Post: 4.125 Post: 4.122 | Utente Master | | OFFLINE |
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04/03/2006 11:09 | |
Scritto da: Wolfy84 27/02/2006 19.31
Vabbè intervengo di peso...
A lungo mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano cosi in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso: "Mi addormento".
M.P.
Un amore di Swann... .................................................
Poi tornai nella mia stanza e mi liberai del giubbotto.Volevo cercare le parole sul dizionario.Mi tolsi gli stivali e lanciai il berretto sul lavandino.Volevo cercare le parole.Volevo cercare velleità e quotidiano e impararle a memoria,queste stronze di parole,una volta per sempre,impararne l’ortografia,la pronuncia,ripeterle ad alta voce,sillaba per sillaba – vocalizzare,produrre suoni vocali,emettere suoni,pronunciare le parole per quello che valevano.Questo è l’unico modo al mondo di sfuggire alle cose che hanno fatto di te quello che sei. (Underworld, DeLillo).
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| | | | Post: 7.929 Post: 6.789 | Utente Master | | OFFLINE |
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04/03/2006 13:09 | |
..ci ho pensato stamattina..
L'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all'infinito! Che significato ha questo folle mito?
Il mito dell'eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che nn ritorna, è simile ad un'ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stat essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza nn significano nulla. [...]
M.Kundera,
L'insostenibile leggerezza dell'essere.
Cosa sta facendo? - Chiesero al signor K. - Sto preparando il mio prossimo errore. |
| | | | Post: 745 Post: 743 | Utente Senior | | OFFLINE |
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04/03/2006 14:58 | |
Scritto da: Sybil.Vane 04/03/2006 11.09
Un amore di Swann...
Il romanzo (i romanzi) piu belli del 900 e forse dell'intera letteratura europea |
| | | | Post: 377 Post: 261 | Utente Junior | | OFFLINE | |
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04/03/2006 15:59 | |
Scritto da: OneOfTheesedays 02/03/2006 17.02
Quando ho aperto questo post volevo proprio postare questo...è quasi più poesia che prosa...bellissimo.
"Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi son messo a raccontare. Ma bisogna dica ch'erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un'ora, due ore, e stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi aspettava ma neanche con lei dicevo una parola, anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, e io avevo le scarpe rotte, l'acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete. Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non aver frebbe di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse; raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli altri, o restare in casa era per me lo stesso. Ero quieto; ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita, né mai saputo cosa significa esser felici, come se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da dare e nessuna disposizione a ricevere, e come se mai in tutti i miei anni di esistenza avessi mangiato pane, bevuto vino, o bevuto caffé, mai stato a letto con una ragazza, mai avuto dei figli, mai preso a pugni qualcuno, o non credessi tutto questo possibile, come se mai avessi avuto un'infanzia in Sicilia tra i fichidindia e lo zolfo, nelle montagne; ma mi agitavo entro di me per astratti furori, e pensavo il genere umano perduto, chinavo il capo, e pioveva, non dicevo una parola agli amici, e l'acqua mi entrava nelle scarpe."
Conversazione in sicilia, primo capitolo - Vittorini
non ci posso credere!!!!Tu sei il famoso zion di cui (s)parlava kaiser
scusa kaiser...lo so...sono 1 sporca delatrice nonchè 1 po' inciuciona...
[Modificato da OneOfTheesedays 02/03/2006 17.04]
Intenditore
Ma la più bella del libro è "Non fu sul campo che morirono i suoi Gracchi"
Pubblicato nel '41 in pieno regime.....grande Vittorini!
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| | | | Post: 4.131 Post: 4.128 | Utente Master | | OFFLINE |
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04/03/2006 20:53 | |
Era una fresca limpida giornata d'aprile e gli orologi segnavano l'una. Winston Smith, col mento sprofondato nel bavero del cappotto per non esporlo al rigore del vento, scivolò lento fra i battenti di vetro dell'ingresso agli Appartamenti della Vittoria, ma non tanto lesto da impedire che una folata di polvere e sabbia entrasse con lui.
L'ingresso rimandava odore di cavoli bolliti e di vecchi tappeti sfilacciati. Nel fondo, un cartellone a colori, troppo grande per essere affisso all'interno, era stato inchiodato al muro. Rappresentava una faccia enorme, più larga d'un metro: la faccia d'un uomo di circa quarantacinque anni, con grossi baffi neri e lineamenti rudi ma non sgradevoli.
1984, Orwell.
.......................
ho sempre snobbato (per il periodo storico che non amo molto) Conversazione in Sicilia, ma mi avete fatto venir voglia di leggerlo... .................................................
Poi tornai nella mia stanza e mi liberai del giubbotto.Volevo cercare le parole sul dizionario.Mi tolsi gli stivali e lanciai il berretto sul lavandino.Volevo cercare le parole.Volevo cercare velleità e quotidiano e impararle a memoria,queste stronze di parole,una volta per sempre,impararne l’ortografia,la pronuncia,ripeterle ad alta voce,sillaba per sillaba – vocalizzare,produrre suoni vocali,emettere suoni,pronunciare le parole per quello che valevano.Questo è l’unico modo al mondo di sfuggire alle cose che hanno fatto di te quello che sei. (Underworld, DeLillo).
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