Dal professore Prisco, che mi prega di postare
Caro Raffaele, la tua è un'opinione legittima, Guzzetta ci ha scritto per argomentarla un
parere pro veritate di quaranta pagine. Mi chiedo, però (e senza essere affetto da antiberlusconismo feroce: ho firmato i referendum radicali, diranno che voglio salvarlo?), come si possa sostenere che un candidato condannato, solo perché già eletto, non decada subito. Si voleva "pulire" il Parlamento, questa la
ratio. E che cosa facciamo? Ci teniamo le puttane che si sono accertate tali, considerandole peccatrici sì, ma sante e vergini ancora per un poco? Non mi pare che la norma abbia effetti penali in se stessa; prende piuttosto atto che un requisito di candidabilità è venuto meno, come il Parlamento può fare
ex art.51 della Costituzione, e provvede alla decadenza. Segnalo che si è già applicata senza scandalo a circa una quarantina di consiglieri comunali e regionali, in tutta Italia e di ogni colore. "Rispettare i diritti politici"; ma - mi chiedo - chi si è candidato sapendo di avere carichi pendenti che gli facevano rischiare condanne per delitti non colposi con pena edittale elevata ha rispettato un patto di lealtà e trasparenza con gli elettori? Negli Stati Uniti non la legge, ma il costume, sarebbe bastato e avanzato a risolvere il problema. Loro però sono protestanti, noi (come
humus diffuso) cattolici: "Pecca pure, fratello, tanto poi Qualcuno ti assolverà". Però il principio vale di fronte ai preti e a Dio, non alla legge umana, né di fronte al loquace Presidente Esposito