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Povera Italia

Ultimo Aggiornamento: 12/08/2013 15:07
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03/08/2013 12:12
 
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Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Tutti noi stiamo ragionando sulla base degli attiri attuali, ma non possiamo sapere oggi se ce ne saranno altri (Marina Berlusconi, tanto per conservare il cognome del fondatore della "ditta", che presso molti elettori "tira" ancora? Altri?).
Comunque Connormclaud secondo me vede lontano, cioè guarda alla storia d'Italia di lungo periodo: l'Italia è moderata, anche se con estremismi di destra e sinistra, spesso infiltrati dai servizi segreti (lo penso di Avanguardia Nazionale come delle Brigate Rosse). Sidney Sonnino, politico conservatore-reazionario espressione di interessi di agrari proprietari di latifondi, agli inizi del '900, se non mi sbaglio, scriveva in un articolo celebre ("Torniamo allo Statuto") che l'Italia non poteva essere bipolare, perché a destra i liberal-conservatori sarebbero stati condizionati dalla Chiesa (allora contraria all'Unità d'Italia, fatta contro di essa), a sinistra i liberal-progressisti dai radicali repubblicani. Da ciò il "trasformismo", cioè l'unione contingente di interessi oligarchico-parlamentari, caso per caso.
Lo dice bene, nel Gattopardo il di Tomasi di Lampedusa, il Principe di Salina, rifiutando di fare il Senatore del nuovo Regno all'inviato del Re che glielo proponeva: "Tutto deve cambiare i superficie, perché in sostanza nulla cambi davvero".
Anche i costituzionalisti liberali dell'Ottocento, alla Arcoleo, sono tutto un pianto sul "si dovrebbe fare come in Gran Bretagna, ma non è possibile".
Mutatis mutandis, il fascismo fu un tentativo abortito di rivoluzione italiana (Mussolini veniva da sinistra), nato antiborghese e nazionalista di sinistra, continuato come agrarista di destra e finito centrista, con la pace con la Chiesa e il Re, ridiventato infine repubblicano solo a Salò, cioè quando diventò peraltro servo di Hitler anche più di prima, perché senza il Terzo Reich Salò non sarebbe esistita, né avrebbe resistito un solo attimo. Lo stesso 25 luglio 1943 nacque da un appello al Re di parte dei fascisti, proprio a "tornare allo Statuto"; il lungo periodo di egemonia democristiana è stato dal suo canto un centrismo mobile, che guardava ora verso destra, ora verso sinistra, il bipolarismo infine una violenza alla tradizione storica italiana.
Berlusconi (che non ho mai votato, né voterei), è tutt'altro che un liberale: i suoi alleati poi ripudiati (Casini, Fini), il suo a lungo ministro dell'economia, Tremonti, sono statalisti. Lui stesso ha avuto bisogno della politica (Craxi soprattutto, ma anche la DC) per le concessioni televisive. Tutti (salvo pochi personaggi davvero nobili, come La Torre, Peppino Impastato, Falcone, Borsellino, alcuni agenti di polizia, carabinieri, magistrati, imprenditori ammazzati) hanno fatto affari con mafia e camorra. Il PD liberale e di opposizione dura non lo è stato mai, salvo che in una parte influente, ma minoritaria.
Questa è la mia lettura della storia del Paese.
Moriremo democristiani sotto altra denominazione, facciamocene una ragione: Giolitti (che Salvemini chiamava "il ministro della malavita") e Andreotti (uomo di continuità mafiose pericolose, in cui non si capiva chi controllasse chi) sono soltanto epifenomeni, immagini rivelatrici, della sua storia più profonda. E anche Berlusconi fino ad oggi lo è stato: contiguo alla mafia con Dell'Utri, vicino a magistrati corrotti attraverso Previti, piduista dichiarato, intento solo a farsi i fatti aziendali suoi.
Poi, siccome anche la magistratura è "un partito", con correnti che si combattono reciprocamente, qualcosa nel precedente equilibrio si è rotto. Di Pietro, Ingroia, Grillo, Travaglio? Svegliatevi, ragazzi: sono solo facce dell'eterno populismo antiparlamentare italiano. Sinistra loro? Ma no, destra pura
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