L'ultimo atto di Hugo Chàvez

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
connormaclaud
00mercoledì 6 marzo 2013 09:40
Onore a Chàvez,
un uomo che ha amato la sua patria e ,a modo suo, l'ha protetta e riformata.
Pur non essendo un marxista latinos non posso che omaggiare chi ha lottato per un venezuela migliore.







Il presidente del Venezuela Hugo Chávez, operato nei mesi scorsi per un cancro a Cuba, è morto a Caracas alle 16.25 ora locale, le 22.55 in Italia. Aveva 58 anni. Lo ha annunciato in tv il vice presidente e suo delfino designato, Nicolás Maduro: «È un momento di profondo dolore», ha detto interrompendosi fra i singhiozzi. Maduro ha poi invitato il popolo a radunarsi in Plaza Bolívar e in Avenida Loyola, davanti all'Hospital Militar dove il presidente è morto.

ESERCITO NELLE STRADE - Le forze armate «bolivariane» del Venezuela sono state dispiegate in tutto il Paese per far rispettare la Costituzione. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Diego Molero. La figlia Maria Gabriela ha espresso il suo cordoglio, e il suo invito a lottare ancora, in un tweet: «Hasta siempre, papito mío!» (guarda).

ELEZIONI ENTRO 30 GIORNI - Il Paese tornerà al voto entro 30 giorni, e i poteri presidenziali ad interim saranno assunti dal vicepresidente Maduro: lo ha annunciato il ministro degli Esteri Elias Jaua. Le ultime lezioni si erano svolte nell'ottobre scorso, quando Chávez aveva ottenuto il suo quarto mandato.

FUNERALI VENERDI' - Jaua ha annunciato anche che i funerali di Chávez si svolgeranno venerdì 8 marzo. Il ministro degli Esteri ha precisato che il Venezuela rispetterà sette giorni di lutto dopo la morte del presidente. Le scuole rimarranno chiuse tre giorni.

IL PERSONAGGIO - Hugo Rafael Chávez Frias era nato a Sabaneta, nelle pianure del centro del Paese, il 28 luglio del 1954. Dopo un fallito colpo di Stato nel 1992, salì al potere nel 1999 e vi sarebbe rimasto fino al 2019 dopo aver conquistato, in ottobre il quarto mandato. I suoi pilastri sono stati il petrolio, di cui il Venezuela è ricco, il militarismo, l'antiamericanismo e quel che resta del sogno marxista

IL PEGGIORAMENTO - Le condizioni di salute del leader venezuelano si erano aggravate in mattinata: già tracheostomizzato nelle scorse settimane, era peggiorato a causa di una nuova, grave infezione. Il ministro dell'Informazione Ernesto Villegas aveva anticipato in qualche modo il decesso di Chávez parlando di condizioni «molto delicate», e di una recente «chemioterapia il cui impatto è molto forte». Nonostante ciò, «il comandante presidente continua ad essere aggrappato a Cristo e alla vita», ha aggiunto il ministro, ricordando che stava comunque seguendo le indicazioni ordinate dall'équipe medica dell'Hospital Militar di Caracas.


Venezuela, è morto Hugo Chávez
Forze armate schierate in tutto il Paese
Il presidente era stato operato di cancro nei mesi scorsi. L'annuncio dal vicepresidente Maduro. Le lacrime della folla

Il presidente del Venezuela Hugo Chávez, operato nei mesi scorsi per un cancro a Cuba, è morto a Caracas alle 16.25 ora locale, le 22.55 in Italia. Aveva 58 anni. Lo ha annunciato in tv il vice presidente e suo delfino designato, Nicolás Maduro: «È un momento di profondo dolore», ha detto interrompendosi fra i singhiozzi. Maduro ha poi invitato il popolo a radunarsi in Plaza Bolívar e in Avenida Loyola, davanti all'Hospital Militar dove il presidente è morto.

L'annuncio del vicepresidente Nicolás Maduro
Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto
A 2 persone piace questo contenutoA 0 persone non piace questo contenuto
41
Invia contenuto via mail
Link:

ESERCITO NELLE STRADE - Le forze armate «bolivariane» del Venezuela sono state dispiegate in tutto il Paese per far rispettare la Costituzione. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Diego Molero. La figlia Maria Gabriela ha espresso il suo cordoglio, e il suo invito a lottare ancora, in un tweet: «Hasta siempre, papito mío!» (guarda).

ELEZIONI ENTRO 30 GIORNI - Il Paese tornerà al voto entro 30 giorni, e i poteri presidenziali ad interim saranno assunti dal vicepresidente Maduro: lo ha annunciato il ministro degli Esteri Elias Jaua. Le ultime lezioni si erano svolte nell'ottobre scorso, quando Chávez aveva ottenuto il suo quarto mandato.

Chavez: il ritratto
Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto
A 0 persone piace questo contenutoA 0 persone non piace questo contenuto
41
Invia contenuto via mail
Link:

FUNERALI VENERDI' - Jaua ha annunciato anche che i funerali di Chávez si svolgeranno venerdì 8 marzo. Il ministro degli Esteri ha precisato che il Venezuela rispetterà sette giorni di lutto dopo la morte del presidente. Le scuole rimarranno chiuse tre giorni.

IL PERSONAGGIO - Hugo Rafael Chávez Frias era nato a Sabaneta, nelle pianure del centro del Paese, il 28 luglio del 1954. Dopo un fallito colpo di Stato nel 1992, salì al potere nel 1999 e vi sarebbe rimasto fino al 2019 dopo aver conquistato, in ottobre il quarto mandato. I suoi pilastri sono stati il petrolio, di cui il Venezuela è ricco, il militarismo, l'antiamericanismo e quel che resta del sogno marxista.

Hugo Chávez, quattordici anni al potere Hugo Chávez, quattordici anni al potere Hugo Chávez, quattordici anni al potere Hugo Chávez, quattordici anni al potere Hugo Chávez, quattordici anni al potere Hugo Chávez, quattordici anni al potere

IL PEGGIORAMENTO - Le condizioni di salute del leader venezuelano si erano aggravate in mattinata: già tracheostomizzato nelle scorse settimane, era peggiorato a causa di una nuova, grave infezione. Il ministro dell'Informazione Ernesto Villegas aveva anticipato in qualche modo il decesso di Chávez parlando di condizioni «molto delicate», e di una recente «chemioterapia il cui impatto è molto forte». Nonostante ciò, «il comandante presidente continua ad essere aggrappato a Cristo e alla vita», ha aggiunto il ministro, ricordando che stava comunque seguendo le indicazioni ordinate dall'équipe medica dell'Hospital Militar di Caracas.

L'OPPOSIZIONE - Henrique Capriles, governatore dello stato della Miranda, e leader dell'opposizione antichavista, si è espresso tramite un tweet: «In questi momenti difficili dobbiamo dimostrare il nostro profondo amore e rispetto al Venezuela. Unità nella famiglia venezuelana!».

«FASE TERMINALE» - Da settimane si susseguivano le voci sulla salute di Chávez. Nei giorni scorsi, il quotidiano spagnolo Abc ha scritto che il rabdomiosarcoma di cui soffriva - il governo ha parlato finora di male «alla zona pelvica» - era ormai in fase di metastasi, occupando un terzo di un polmone. Quella dell'11 dicembre all'Avana era stata la quarta operazione in un anno e mezzo.

IL PIANO AMERICANO - Proprio martedì il vicepresidente venezuelano Nicolas Maduro aveva denunciato l'esistenza di un «piano per destabilizzare» il Venezuela dietro la malattia del leader, sperando che «una commissione speciale di scienziati possa confermare questa tesi», e stabilendo paragoni con il caso del leader palestinese Yasser Arafat.


www.corriere.it/esteri/13_marzo_05/venezuela-morto-chavez_9ec8332a-85e0-11e2-b184-b7baa60c47...


Il ritratto

Non sono servite le veglie, le preghiere, i tweet angosciati della figlia prediletta, Maria Gabriela. Non è servito un ermetismo attorno alla malattia che ha ricordato i tempi del socialismo reale, e non quello da lui inventato, e battezzato come il più adatto al XXI secolo. Hugo Rafael Chávez Frias è appena morto a Caracas a 58 anni, ucciso da un tumore implacabile che lo ha colto un paio di anni fa, nel pieno della sua parabola politica. Era presidente del Venezuela dall'inizio del 1999, e si preparava a governare fino al 2019, avendo vinto le elezioni per la quarta volta appena lo scorso ottobre.

Un regno, dunque, più che una presidenza. E ha voluto lui che finisse così, sovrano al potere fino all'ultimo sospiro. Persino dopo la nuova e disperata operazione a Cuba, sedato e attaccato al respiratore, Chávez non ha ceduto un grammo di potere. Avrebbe dovuto giurare sulla Costituzione lo scorso 10 gennaio, non ha potuto e la Corte Suprema del Venezuela, controllata dai suoi, si è dovuta inventare un escamotage legale per mantenerlo al potere e non dichiararlo inabilitato, com'era ovvio che fosse da tempo. Un onore dovuto a colui che è stato via via definito l'ultimo dei caudillos del continente, uno pseudo-dittatore, ma anche un padre della patria e il più grande paladino dei poveri.

Inventore di uno strano regime autoritario, fondato su tre pilastri: il petrolio, del quale il Venezuela è ricchissimo e gli ha garantito spesa sociale e quindi consenso; il militarismo, che lo ha visto arrivare alla carica di colonnello dei parà prima di darsi alla politica; e quel che resta del sogno marxista, con lo sguardo rivolto all'ultimo bastione, l'isola di Cuba, sul'altra sponda del Mar dei Caraibi. Il quarto e decisivo fattore sono state però le elezioni, che gli hanno dato piena legittimità democratica. Chávez le ha vinte tutte dal 1998 ad oggi, sia pur forzando al massimo il principio della divisione dei poteri, che in Venezuela da tempo esiste solo sulla carta.

Chávez in politica nasce con il piede sbagliato, quello del militare golpista. Ci prova nel 1992 ad abbattere il governo di Carlos Andres Perez, gli va male ma al momento di arrendersi ha un colpo di genio: chiede di andare in tv a spiegare perché l'ha fatto. Quel giovane ufficiale di 38 anni, macho e con lo sguardo da indio, che già sa guardare da professionista nella telecamera, si accomoda in galera ma prima fa sapere ai venezuelani che è un “per adesso”, perché prima o poi ci riproverà a cambiare un sistema marcio e corrotto. La gente se lo ricorda e sei anni dopo, libero e già nelle piazze per comizi, l'uomo dal basco rosso non è uno sconosciuto. Stravince nel 1998, promettendo di riscrivere la Costituzione. E ci riesce.

Chávez ha una buona oratoria e la faccia meticcia dei venezuelani poveri, che mai si era vista ai piani alti della politica; eppure alla prima uscita, più che il voto dei diseredati, attrae soprattutto quello di una borghesia urbana e progressista che non ne può più della corruzione. Non si definisce legato ad alcuna ideologia, e il richiamo al mito di Simon Bolivar, il libertador, l'eroe nazionale, è considerato innocuo e bipartisan. Tutto è intitolato a Bolivar, in Venezuela.

Ma sono sufficienti pochi mesi per capire che l'obiettivo di Chávez non è unire il suo Paese dietro ad una bandiera comune, ma rivoltarne il sistema politico, distruggere il passato e governare in nome del solo popolo, contro l'oligarchia e la borghesia. Lemma principale la divisione tra i suoi (i rivoluzionari, i nuovi, i puliti) e gli altri (presto ribattezzati gli squallidi). Usa la tv come mai nessuno aveva osato: in diretta riesce a parlare fino a cinque o sei ore senza fermarsi, canta, recita poesie, nomina ministri o li caccia in malo modo. E' uno show unico al mondo.
Nei primi quattro anni di potere Chávez non indossa camicie rosse, né si definisce socialista. Dichiara la sua ammirazione per Fidel Castro e attacca gli Stati Uniti, punta sull'integrazione latinoamericana contro l'imperialismo yankee, ma non ne fa una questione ideologica. E' un caudillo classico, più peronista che marxista. Ma solo fino al biennio 2002-2003, quando l'offensiva dei suoi avversari per eliminare l'anomalia Hugo fallirà, finendo per rafforzarlo. Nell'aprile del 2002, viene allontanato dal potere per due giorni in un goffo tentativo di golpe. Nei mesi successivi, dopo che Chávez annuncia di voler prendere il pieno controllo del colosso petrolifero statale Pdvsa, gli scatta contro la serrata dell'economia. Due mesi di paralisi, con sindacati e imprenditori uniti, fanno precipitare il Pil ma non il governo chavista, che resiste e poi reagisce con epurazioni di massa dall'azienda. Con i soldi del petrolio, sul quale ha ormai il controllo completo, Chávez lancia le missioni sociali. Crea un nuovo sistema sanitario per i poveri, e poiché sostiene che i medici venezuelani non vogliono andare a lavorare nelle favelas, ne fa arrivare 30.000 da Cuba, pagandoli a caro prezzo al governo castrista; annuncia la fine dell'analfabetismo; apre un sistema di distribuzione a prezzi calmierati di beni di primo consumo; sovvenziona tutto, dai frigoriferi ai regali di Natale per i bambini.

Chávez resiste ad un'altra spallata nel 2004, un referendum per revocarne il mandato, e radicalizza la sua rivoluzione, attraverso la nazionalizzazione di tutti i settori strategici dell'economia e colpendo con espropri molti proprietari terrieri e imprenditori non allineati. Revoca la concessione ad un network tv ostile, riducendo al minimo la voce dell'opposizione nei mass media. La sua personale guerra con il presidente colombiano Alvaro Uribe porta i due Paesi sull'orlo di una guerra. Gli Stati Uniti, amministrazione Bush figlio, accusano il Venezuela di appoggiare la guerriglia colombiana e il narcotraffico.

Chávez risponde con uno storico discorso all'Onu: “Sento odore di zolfo su questo podio, è appena passato Bush, il demonio!”. Dal re di Spagna Juan Carlos si becca un plateale “Perché non stai zitto?”, durante un vertice, mentre accusa alcuni dei leader presenti di essere servi degli Stati Uniti. L'ammirazione per Cuba diventa un ponte aereo di aiuti e petrolio, che poi si estende ad altri Paesi del continente dove vincono leader amici: Bolivia, Ecuador, Nicaragua. La stessa Argentina dei Kirchner diventa un Paese amico, e viene soccorsa quando non riesce a piazzare bonds sui mercati finanziari. Il brasiliano Lula ne è distante per stile e princìpi, ma lo difenderà sempre. La legittimità di Chávez prosegue attraverso il voto. Viene rieletto nel 2006 e 2012, dopo aver ottenuto - sempre attraverso un referendum vinto - il diritto a presentarsi tutte le volte che vuole.

Diventa un idolo per milioni di venezuelani, ai quali non offre una vita granché migliore ma che la sua retorica fa sentire cittadini e soggetti politici. In economia, il cosiddetto “socialismo del XXI secolo” riduce la povertà, ma crea un sistema paternalistico e assai squilibrato. Gli investimenti esteri fuggono dal Venezuela degli espropri, e il Paese diventa ancora più dipendente dal petrolio. Il controllo sui prezzi fa crollare la produzione agricola, e costringe il governo a importare di tutto. L'inflazione resta sempre a due cifre, il cambio nero arricchisce la finanza, la corruzione esplode. Ma Chávez è fortunato, perché per un decennio il prezzo del barile resterà a livelli che gli permettono di espandere la spesa sociale senza pensare agli equilibri di bilancio.

La malattia lo coglie impreparato nel 2011. Chávez conduce una vita sregolata, non si controlla, vive di eccessi, è un accentratore compulsivo. È costretto ad ammettere di avere un tumore solo quando non può più fermare le indiscrezioni, ma senza mai offrire dettagli. Ha il mito e la paranoia della segretezza, come il suo maestro Fidel Castro, e da lui vola per curarsi quando il parere di molti glielo sconsiglia: ha un tumore molto aggressivo e raro, e andrebbe trattato in ospedali più attrezzati e da medici più esperti. Affronta l'ultima campagna elettorale fingendo di essere completamente guarito, in realtà gonfio di farmaci per tenersi in piedi, e vince di nuovo. Ma la menzogna, la peggiore della sua vita, stavolta non dura nemmeno il tempo di insediarsi per la quarta volta alla presidenza.

Rocco Cotroneo

www.corriere.it/esteri/13_marzo_05/hugo-chavez-il-ritratto-rocco-cotroneo_716604be-85e2-11e2-b184-b7baa60c47...
George.Stobbart
00mercoledì 6 marzo 2013 16:19
Prima di Chavez il Venezuela versava in condizioni disastrose. La disparità tra ricchi e poveri era scioccante. Chavez ha dimostrato al mondo che un' altra via c' è.
Non è un discorso filo-marxista o comunista, è una questione di civiltà. Il neoliberismo sfrenato e il consumismo ci hanno portato dove siamo adesso, Chavez ha dettato un' agenda diversa che si è dimostrata vincente.
Il suo popolo lo ama, e lo sta dimostrando in queste ore.
E' sempre stato eletto democraticamente, alla faccia dei suoi detrattori che lo chiamano "dittatore".
E' stato un servo del suo popolo, cosa che in Italia ci sogniamo.
Il risveglio del Sud America è partito anche grazie a lui.
Oggi io sono triste.
Addio Presidente.
A.Cosentino
00mercoledì 6 marzo 2013 16:33
Addio presidente Chavez..... come te nessuno mai...
primaperòportamiasognare
00mercoledì 6 marzo 2013 17:31
Re:
George.Stobbart, 06/03/2013 16:19:

Prima di Chavez il Venezuela versava in condizioni disastrose. La disparità tra ricchi e poveri era scioccante. Chavez ha dimostrato al mondo che un' altra via c' è.
Non è un discorso filo-marxista o comunista, è una questione di civiltà. Il neoliberismo sfrenato e il consumismo ci hanno portato dove siamo adesso, Chavez ha dettato un' agenda diversa che si è dimostrata vincente.
Il suo popolo lo ama, e lo sta dimostrando in queste ore.
E' sempre stato eletto democraticamente, alla faccia dei suoi detrattori che lo chiamano "dittatore".
E' stato un servo del suo popolo, cosa che in Italia ci sogniamo.
Il risveglio del Sud America è partito anche grazie a lui.
Oggi io sono triste.
Addio Presidente.




Quoto [SM=x43799]
ObbligazioneNaturale
00giovedì 7 marzo 2013 02:06
Anche l'elogio funebre del golpista populista. Ah pero', andiamo bene.
connormaclaud
00giovedì 7 marzo 2013 08:35
Re:
ObbligazioneNaturale, 07/03/2013 02:06:

Anche l'elogio funebre del golpista populista. Ah pero', andiamo bene.




La storia chiama golpe i fallimenti e rivoluzioni quelli riusciti [SM=x43812]
George.Stobbart
00giovedì 7 marzo 2013 10:58
Re:
ObbligazioneNaturale, 07/03/2013 02:06:

Anche l'elogio funebre del golpista populista. Ah pero', andiamo bene.




E' vero, tentò un golpe, ma perchè? Te lo sei chiesto?

Dario Fò ha risposto benissimo a quelli che usano la parola "populista" a sproposito.

www.agi.it/politica/notizie/201303061750-pol-rt10283-grillo_lezione_di_dario_fo_m5s_populista_complimen...

"Il dizionario dice che populista e' colui che intende migliorare la posizione del popolo permettendogli di sfuggire alle violenze della classe dominante e allo sfruttamento. Quindi - aggiunge Fo - e' un termine positivo a differenza dell'altro termine, demagogo, che e' colui che con ipocrisia ben calcolata cerca di sfruttare l'ingenuita' di una popolazione per trarne vantaggi indegni".
trixam
00venerdì 8 marzo 2013 13:37
Re:
ObbligazioneNaturale, 07/03/2013 02:06:

Anche l'elogio funebre del golpista populista. Ah pero', andiamo bene.




In italia qualcuno ha aperto le gabbie e sono usciti tutti(cit).
...Leon...
00venerdì 8 marzo 2013 17:41
I neoliberisti non possono non esultare per la morte di una delle loro nemesi!
Dal punto di vista dello sviluppo economico però, mi verrebbe da dire, quale neoliberista può confutare i dati di crescita sociale del governo venezuelano?

Attendo la risposta di qualcuno degli illustri che ha sostenuto Giannino il buffone o qualche lettore della nuova lettiera per gatti "Libero", abituati ad alternarsi tra gli insulti alle politiche di welfare e le critiche all'antropologia napoletana.
trixam
00venerdì 8 marzo 2013 18:53
Re:
...Leon..., 08/03/2013 17:41:

I neoliberisti non possono non esultare per la morte di una delle loro nemesi!
Dal punto di vista dello sviluppo economico però, mi verrebbe da dire, quale neoliberista può confutare i dati di crescita sociale del governo venezuelano?

Attendo la risposta di qualcuno degli illustri che ha sostenuto Giannino il buffone o qualche lettore della nuova lettiera per gatti "Libero", abituati ad alternarsi tra gli insulti alle politiche di welfare e le critiche all'antropologia napoletana.




Non so cosa sia la crescita sociale. I risultati di Chavez però sono questi.

marketmonetarist.com/2013/03/06/hugo-chavezs-economic-legacy-the-two-graph-...


Un successone.
ObbligazioneNaturale
00sabato 9 marzo 2013 03:40
Vaglielo a spiegare agli anti-CIA che se nel 2002 non ci fosse stato Carmona con i grilli per la testa, Miquilena avrebbe risolto tutto in Parlamento, Chavez gia' resosi conto di aver devastato un paese (che non naviga nell'oro) si sarebbe ritirato ed il Venezuela sarebbe diventato uno Stato veramente democratico.


La riduzione della poverta' fatta con i soldi degli altri, il regalino pubblico, meno male che quando si parla di Napoli sono tutti contro le compravendite elettorali.

connormaclaud
00sabato 9 marzo 2013 08:27
Possibile che non si riesca ad andare oltre un ipotetico muro contro muro? Si riesce a discutere senza identificarsi nei buoni o cattivi di turno? [SM=g2725321]


Constatare che il risultato, a dispetto degli strumenti, non è stato poi così negativo per la popolazione locale è ben diverso dall'apprezzare tout court,o minimimamente, la politica di Chàvez.


Per inciso,anti-CIA, ma che vuol dire ? [SM=g2725381]


Piaccia o meno, ha proposto un modello alternativo al nostro e avendo a disposizione un tesoro del tipo fondo petrolifero sovrano ha basato tutta la sua azione su questo.
Se lo fa la norvegia è un grande paese civile se viene riproposto in venezuela è pattumiera,mah.
Necessitava di alcuni accorgimenti?Indubbio,ma non sposta la questione.

I "veramente" democratici e i creditori del nostro modello economico vedono un mostro, io vedo un uomo che con discutibili mezzi (e un'ancor più discutibile politica estera) ha tentato di risollevare le sorti del popolo venezuelano.
Questo fa di lui, pur non essendo un suo simpatizzante,un servitore dello stato.
Alla fine della giostra la riflessione che invito a fare è la seguente:il venezuela versava in condizioni migliori nel pre chàvez?
Il resto è secondario,a dispetto delle degenerazioni che sono nate nel paese.

La mia personalissima interpretazione è che l'isolamento l'abbia portato alle indiscutibili degenerazioni ideologiche.
Più che marxista per vocazione direi per costrizione.






ObbligazioneNaturale
00sabato 9 marzo 2013 10:08
Re:
Guarda e' proprio difficile non fare il muro contro muro parlando di uno che era una versione peggiore e sudamericana di Berlusconi, dall'esproprio facile (per non parlare delle evidenti violazioni dei diritti umani), egocentrico e per giunta mezzo matto (perche' le riunioni dove lasciava la sedia per far sedere il fantasma di Simón Bolívar non le organizzavo io).


Constatare che il risultato, a dispetto degli strumenti, non è stato poi così negativo per la popolazione locale è ben diverso dall'apprezzare tout court,o minimimamente, la politica di Chàvez.


Ma positivo un corno, dal Venezuela in 13 anni e' emigrato chiunque avesse un titolo di studio, il ceto medio non esiste piu', in compenso e' stato sostituito da un manipolo di burocrati e di riccastri vicini al regime.
Ci sono modi e modi di sconfiggere la poverta', c'e' il sussidio statale pagato espropriando le terre e gli investitori stranieri e c'e' il libero mercato nel quale si compete e si concorre. Il secondo funziona, il primo e' il socialismo reale che non solo crea corruzione ma sul lungo periodo non puo' non fallire.
I risultati te li ha postati trixam, un paese affetto da malattia olandese, con un cambio controllato da un organismo pubblico pieno di burocrati che approfittano dell'inflazione incontrollabile, criminalita' decuplicata in 10 anni, beni di prima necessita' introvabili. Questo e' il Venezuela, a Caracas quasi 4000 omicidi in un anno.


Per inciso,anti-CIA, ma che vuol dire ?


Questo.



Piaccia o meno, ha proposto un modello alternativo al nostro e avendo a disposizione un tesoro del tipo fondo petrolifero sovrano ha basato tutta la sua azione su questo.
Se lo fa la norvegia è un grande paese civile se viene riproposto in venezuela è pattumiera,mah.
Necessitava di alcuni accorgimenti?Indubbio,ma non sposta la questione.


Facciamo cosi', questa discussione l'affrontiamo dopo che hai aperto un manuale di macro o uno di Storia (Crisi russa degli anni 90, Arabia Saudita)
Il petrolio norvegese e' gestito secondo logiche di mercato comunque, non a caso gli introiti vanno in un fondo sovrano che opera sui mercati.


I "veramente" democratici e i creditori del nostro modello economico vedono un mostro, io vedo un uomo che con discutibili mezzi (e un'ancor più discutibile politica estera) ha tentato di risollevare le sorti del popolo venezuelano.
Questo fa di lui, pur non essendo un suo simpatizzante,un servitore dello stato.
Alla fine della giostra la riflessione che invito a fare è la seguente:il venezuela versava in condizioni migliori nel pre chàvez?
Il resto è secondario,a dispetto delle degenerazioni che sono nate nel paese.

La mia personalissima interpretazione è che l'isolamento l'abbia portato alle indiscutibili degenerazioni ideologiche.
Più che marxista per vocazione direi per costrizione.


Io vedo una nazione di straccioni.

.pisicchio.
00sabato 9 marzo 2013 10:55
Re:
George.Stobbart, 06/03/2013 16:19:

Prima di Chavez il Venezuela versava in condizioni disastrose. La disparità tra ricchi e poveri era scioccante. Chavez ha dimostrato al mondo che un' altra via c' è.
Non è un discorso filo-marxista o comunista, è una questione di civiltà. Il neoliberismo sfrenato e il consumismo ci hanno portato dove siamo adesso, Chavez ha dettato un' agenda diversa che si è dimostrata vincente.
Il suo popolo lo ama, e lo sta dimostrando in queste ore.
E' sempre stato eletto democraticamente, alla faccia dei suoi detrattori che lo chiamano "dittatore".
E' stato un servo del suo popolo, cosa che in Italia ci sogniamo.
Il risveglio del Sud America è partito anche grazie a lui.
Oggi io sono triste.
Addio Presidente.




Premesso che vorrei capire dove vige il neoliberismo di cui tutti tanto parlate (forse negli Stati Uniti, in Italia no di certo...)...


Mi faresti capire dove ci ha portato il neo liberismo?? Dove???
Mio nonno faceva il portalettere, mia nonna la contadina (non proprietaria, proprio bracciante). Io ho avuto la possibilità di studiare negli USA (veramente, non alla Giannino). Questa come la chiami se non crescita sociale???

Ad ogni modo non preoccupatevi. Con l'imperante programma di decrescita felice torneremo tutti al punto di prima e probabilmente mio nipote farà il portalettere.
connormaclaud
00sabato 9 marzo 2013 11:08

Guarda e' proprio difficile non fare il muro contro muro parlando di uno che era una versione peggiore e sudamericana di Berlusconi, dall'esproprio facile (per non parlare delle evidenti violazioni dei diritti umani), egocentrico e per giunta mezzo matto (perche' le riunioni dove lasciava la sedia per far sedere il fantasma di Simón Bolívar non le organizzavo io).



[SM=x43826]



Ma positivo un corno, dal Venezuela in 13 anni e' emigrato chiunque avesse un titolo di studio, il ceto medio non esiste piu', in compenso e' stato sostituito da un manipolo di burocrati e di riccastri vicini al regime.
Ci sono modi e modi di sconfiggere la poverta', c'e' il sussidio statale pagato espropriando le terre e gli investitori stranieri e c'e' il libero mercato nel quale si compete e si concorre. Il secondo funziona, il primo e' il socialismo reale che non solo crea corruzione ma sul lungo periodo non puo' non fallire.
I risultati te li ha postati trixam, un paese affetto da malattia olandese, con un cambio controllato da un organismo pubblico pieno di burocrati che approfittano dell'inflazione incontrollabile, criminalita' decuplicata in 10 anni, beni di prima necessita' introvabili. Questo e' il Venezuela, a Caracas quasi 4000 omicidi in un anno.



Lo stesso Chavez che ha esteso la copertura sanitaria e incrementato notevomente i fondi per l'istruzione?
Malnutrizione e mortalità infatile diminuita, soglia di povertà diminuita e tasso di disoccupazione in calo sono dei traguardi,da qualsiasi prospettiva si guardi.
un link

Le conseguenze del libero mercato le stiamo vivendo sulla nostra pelle e non mi pare che siano tutte rose e fiori.
Con la tendenza alla deglobalization e l'approvazione di oltre 300 misure protezionistiche ,in tutto il mondo,dal 2008 ad oggi direi che i le vecchie "bibbie" e molti testi dovrebbero essere rivisti
Pur non condividendo queste politiche socialiste non trovo assurdo o eretico che esistano modelli alternativi al nostro.


Che botta di c... con le figure retoriche, peccato che il senso di anti-cia mi sia ancora oscuro,ma resterò con l'annoso dubbio






Facciamo cosi', questa discussione l'affrontiamo dopo che hai aperto un manuale di macro o uno di Storia (Crisi russa degli anni 90, Arabia Saudita)
Il petrolio norvegese e' gestito secondo logiche di mercato comunque, non a caso gli introiti vanno in un fondo sovrano che opera sui mercati.



Facciamo così, affrontiamo questa discussione quando comprenderemo che le teorie di mercato sono per l'appunto sistemi teorici e possibili,non dogmi.
Prendendo in esame modelli diversi mi stupirei se le modalità fossero le stesse,ma la ratio dello strumento e delle finalità resta identica.












ObbligazioneNaturale
00sabato 9 marzo 2013 11:40
L'estensione della copertura sanitaria e' solo sulla carta, infatti di quei 50mila Dottori saranno 2-3 mila veri (i medici venezuelani e' da anni che emigrano negli Stati Uniti), tra l'altro anche la storia dei farmaci a basso costo e' una bella panzana, non fanno che prescrivere le stelle pillole (e l'anno scorso e' scoppiato anche un bello scandalo sui funzionari venezuelani che rivendevano medicinali e cibi scaduti dopo averli fatti rietichettare).
Tanto piu' che si e' fatto curare a Cuba e non in Venezuela.

La storia della soglia di poverta' e' un'altra favola per gonzi. Ha introdotto il reddito di cittadinanza pagandolo con il ricavato della vendita dei beni espropriati, ci credo che venisse eletto a maggioranza. Allora ti chiedo, piuttosto che regalare soldi alla gente, non sarebbe stato meglio investire e far lavorare il mercato creando posti di lavoro? A maggior ragione, in Venezuela e' difficile anche solo trovare negozi che vendano cibo o che siano aperti (blackout continui della rete elettrica), che ci sia un'inflazione a due cifre ne e' la prova, ma di che stiamo parlando?


Il numero di disoccupati e' diminuito, verissimo, sono stati assunti dallo Stato come lavoratori sociali, il socialismo reale, appunto.


Le conseguenze del libero mercato le stiamo vivendo sulla nostra pelle e non mi pare che siano tutte rose e fiori.
Con la tendenza alla deglobalization e l'approvazione di oltre 300 misure protezionistiche ,in tutto il mondo,dal 2008 ad oggi direi che i le vecchie "bibbie" e molti testi dovrebbero essere rivisti


Non farmi perdere tempo con uscite (quasi minchiate), non solo sono di una malafede insulsa ma non c'entrano un tubo con la discussione. Fatti un giro su una qualsiasi community di venezuelani e poi mi vieni a raccontare cosa ne pensino di chavez quelli che in Venezuela lavorano (non la massa di poveracci che ovviamente l'ha votato per anni per prendersi il sussidio)


Che botta di c... con le figure retoriche, peccato che il senso di anti-cia mi sia ancora oscuro,ma resterò con l'annoso dubbio


L'hai capito benissimo.


Facciamo così, affrontiamo questa discussione quando comprenderemo che le teorie di mercato sono per l'appunto sistemi teorici e possibili,non dogmi.
Prendendo in esame modelli diversi mi stupirei se le modalità fossero le stesse,ma la ratio dello strumento e delle finalità resta identica.


Direi che sono pratica da almeno 200 anni, e' grazie al libero mercato che hai il tuo bel computerino che ti permette di scrivere certe assurdita'.
Non farmi perdere tempo che hai la testa piena di baggianate. Vacci a vivere in Sudamerica e poi ci racconti, io ti mando una cartolina dagli States.

connormaclaud
00sabato 9 marzo 2013 11:55
Vedi caro obbligazionenaturale,il tuo problema è che parti dal presupposto che sia un sostenitore della politica socialista,un antiamericano e chissà cos'altro.
Di quanto ho scritto non c'è assolutamente nulla del genere e la cartolina,mandala in canada ;),così magari m'arriva.


Quello che c'è scritto,tanto per ripetermi, è che qualcosa di buono per il popolo venezuelano è stato fatto e,come ho scritto più volte, è questo che conta.
Nessuno nega i problemi del sudamerica,ma questo non significa che il modello socialista calato in quel contesto non possa essere una delle soluzioni "migliori" sul breve termine.
E' facile parlare di modelli che chiedono tempo e una "vaccinazione" dallo sfruttamento,ma meno farlo quando ci sono in gioco milioni di vite umane nell'oggi.
Il nostro modello è solo uno dei tanti possibili,solo per gli ottusi è l'unico possibile ed immaginabile. Ti ricordo poi che il libero mercato trova centinaia di correzioni stataliste nel mondo reale.

Il venezuela prima di Chàvez era migliore? Non c'era corruzione (guardacaso è proprio questo uno dei leitmotiv della sua politica) e criminalità? La gente stava bene? Non esisteva lo sfruttamento del capitale umano indigeno?
Ci sono due risposte:si o no,il resto è fuffa per giocatori di fantasylandia
Commentare il resto lo reputo superfluo
ObbligazioneNaturale
00sabato 9 marzo 2013 12:14
No, non parto con posizioni preconcette, piu' che altro perche' non ho neanche usato la seconda persona. Che tu sia o meno anti-americano non mi interessa, tant'e' che non ti ho chiamato in causa specificamente, excusatio non petita, accusatio manifesta?




Quello che c'è scritto,tanto per ripetermi, è che qualcosa di buono per il popolo venezuelano è stato fatto e,come ho scritto più volte, è questo che conta.


Si' e lo ripeto per la terza volta, non ha fatto nulla.
I dati si interpretano dal confronto tra un campione sperimentale ed uno di controllo. Il nostro campione di controllo e' il resto dell'America Latina. Il Venezuela e' cresciuto meno del Cile, meno del Peru', meno del Brasile. Quindi se al posto di Chavez (populista) ci fosse stato qualcuno di piu' liberale il paese sarebbe cresciuto di piu', ergo Chavez e' stato un intralcio.


Nessuno nega i problemi del sudamerica,ma questo non significa che il modello socialista calato in quel contesto non possa essere una delle soluzioni "migliori" sul breve termine.


Il socialismo ha fallito ovunque, il breve termine e' il berlusconiano tirare a campare?


E' facile parlare di modelli che chiedono tempo e una "vaccinazione" dallo sfruttamento,ma meno farlo quando ci sono in gioco milioni di vite umane nell'oggi.
Il nostro modello è solo uno dei tanti possibili,solo per gli ottusi è l'unico possibile ed immaginabile. Ti ricordo poi che il libero mercato trova centinaia di correzioni stataliste nel mondo reale.


Io credo tu non abbia ben capito cosa s'intende per libero mercato. D'altra parte "vaccinazione dallo sfruttamento" e' una locuzione parente della fumosa "crescita sociale".
Sentiti libero di trovare un modello che funzioni meglio del libero mercato, nel frattempo mi godo quello che c'e'.


Il venezuela prima di Chàvez era migliore? Non c'era corruzione (guardacaso è proprio questo uno dei leitmotiv della sua politica) e criminalità? La gente stava bene? Non esisteva lo sfruttamento del capitale umano indigeno?
Ci sono due risposte:si o no,il resto è fuffa per giocatori di fantasylandia
Commentare il resto lo reputo superfluo


Paragona il Venezuela al Brasile o al Cile, il paragone va fatto con il presente, non con l'altro ieri.




connormaclaud
00sabato 9 marzo 2013 12:43

No, non parto con posizioni preconcette, piu' che altro perche' non ho neanche usato la seconda persona. Che tu sia o meno anti-americano non mi interessa, tant'e' che non ti ho chiamato in causa specificamente, excusatio non petita, accusatio manifesta?



La lingua batte dove il dente duole epreferisco specificare prima che mi si accusi di anti-americanismo



Si' e lo ripeto per la terza volta, non ha fatto nulla.
I dati si interpretano dal confronto tra un campione sperimentale ed uno di controllo. Il nostro campione di controllo e' il resto dell'America Latina. Il Venezuela e' cresciuto meno del Cile, meno del Peru', meno del Brasile. Quindi se al posto di Chavez (populista) ci fosse stato qualcuno di piu' liberale il paese sarebbe cresciuto di piu', ergo Chavez e' stato un intralcio.



Il venezuela partiva da una situazione deleteria rispetto al resto del continente?

Che Dio ci scampi da un nuovo Lula che,per inciso, non mi risulta essere un grande liberale,ma anzi compagno di merende del defunto Chàvez.



Io credo tu non abbia ben capito cosa s'intende per libero mercato. D'altra parte "vaccinazione dallo sfruttamento" e' una locuzione parente della fumosa "crescita sociale".
Sentiti libero di trovare un modello che funzioni meglio del libero mercato, nel frattempo mi godo quello che c'e'.



E' un termine coniato al momento,ma non eri scevro da preconcetti?
C'è una bella differenza tra la pacifica convinzione che esistano anche altri modelli e la loro santificazione.
Questo forse non hai ben compreso,ma tant'è e tanto per capirci ben venga il libero mercato se miticato da interventi che ne paralizzino la degenerazione.




Paragona il Venezuela al Brasile o al Cile, il paragone va fatto con il presente, non con l'altro ier



Per fare un paragone bisogna scegliere un metro di riferimento e tenere presente la situazione di partenza con quella finale.



Non credo ci sia altro da aggiungere



Raffaele_23
00sabato 9 marzo 2013 13:30
Io sono pienamente d'accordo con connor. Sicuramente Chavez non era uno stinco di santo, nè tantomeno un liberista. E aveva qualche problemino con il concetto di democrazia e pluralismo, come accade nei Paesi che non hanno storie risalenti in tal senso (qualcuno vuole inserirvi anche l'Italia?Non saprei). Ma per vedere se ha fatto del bene - ed è un giudizio molto difficile da dare, stiamo parlando di una delle figure più controverse della storia recente - al Venezuela dobbiamo analizzare il pre-Chavez e il post-Chavez, non certo paragonarlo ad esempio con il Brasile, che è uno dei Paesi più popolosi, ricchi di materie prime (e non certo solo petrolio) e economicamente più in ascesa del Nuovo Continente. E soprattutto dobbiamo stabilire cosa intendiamo per risultato positivo o negativo. Per alcuni un risultato positivo può essere un PIL sostenuto, un debito pubblico basso, l'inflazione minimale, la struttura del Paese tesa alla crescita nonostante gravi diseguaglianze sociali, land grabbing, bassa qualità della vita. Per altri può essere positivo aver sollevato la popolazione dalla miseria, con mezzi più o meno discutibili. Se hai gente che vive nelle baraccopoli è difficile spiegare loro che costruendo ponti e strade, attraendo investimenti privati con la svendita di terre e petrolio nell'arco di un decennio il Paese crescerà floridamente, perchè probabilmente prima del compimento del decennio quella gente sarà morta di fame o fumando la colla. Ovviamente è un'iperbole, ma penso che vada nella direzione evidenziata da Connor, per cui non si possono calare modelli teorici ignorando le priorità del reale. Il punto nodale è sempre trovare un giusto contemperamento
ObbligazioneNaturale
00sabato 9 marzo 2013 14:12
Re:


La lingua batte dove il dente duole epreferisco specificare prima che mi si accusi di anti-americanismo


Ho capito, metti avanti le mani.



Il venezuela partiva da una situazione deleteria rispetto al resto del continente?


Scusa, ma i dati del PIL sono ponderati e relativi al singolo (100 = index base)paese. Brutta cosa l'economic illiteracy. Significa che nel grafico e' riportata la crescita del Venezuela negli ultimi 20 anni rispetto al valore di partenza Venezuelano, cioe' uno 0.8 qualcosa annuo.
Tanto piu' che i paesi che partono svantaggiati per forza di cose dovrebbero crescere di piu' di quelli sviluppati, questo e' lapalissiano.



Che Dio ci scampi da un nuovo Lula che,per inciso, non mi risulta essere un grande liberale,ma anzi compagno di merende del defunto Chàvez.


Il punto e' che persino Lula ha fatto meglio di Chavez, e Lula non ha la fortuna di essere seduto su una miniera d'oro e di avere 1/7 degli abitanti da sfamare.



E' un termine coniato al momento,ma non eri scevro da preconcetti?
C'è una bella differenza tra la pacifica convinzione che esistano anche altri modelli e la loro santificazione.
Questo forse non hai ben compreso,ma tant'è e tanto per capirci ben venga il libero mercato se miticato da interventi che ne paralizzino la degenerazione.


Eh appunto, coniato al momento, ho detto tutto. Al prossimo colloquio o esame mettiti a coniare al momento, poi vedi. [SM=g2725401]
E continui a confondere liberismo con libero mercato.




Per fare un paragone bisogna scegliere un metro di riferimento e tenere presente la situazione di partenza con quella finale.


Gia' fatto no? PIL e crescita in punti percentuali rispetto alla stessa grandezza 14 anni fa. Poi paragona il tasso di crescita tra i vari paesi, non ho capito, e' da 80 anni che si fanno cosi' le statistiche, mo' vuoi vedere che Connor c'ha ragione e tutti gli altri son stronzi?
Ripeti assieme a me, tasso di crescita = X-Y/Y cioe' deltaX diviso Y (il valore iniziale). Si paragonano i tassi, magia.


Non credo ci sia altro da aggiungere


Mi hai tolto le parole di bocca, sto perdendo tempo, resta delle tue idee, tanto a me non cambia niente.

connormaclaud
00sabato 9 marzo 2013 15:24


Ho capito, metti avanti le mani.



Evito fraintendimenti con chi ama sguazzarci dentro


Scusa, ma i dati del PIL sono ponderati e relativi al singolo (100 = index base)paese. Brutta cosa l'economic illiteracy. Significa che nel grafico e' riportata la crescita del Venezuela negli ultimi 20 anni rispetto al valore di partenza Venezuelano, cioe' uno 0.8 qualcosa annuo.
Tanto piu' che i paesi che partono svantaggiati per forza di cose dovrebbero crescere di piu' di quelli sviluppati, questo e' lapalissiano.



Fonti fmi/eiu/ocde vogliono una variazione del pil venezuelano oscillante tra il + 2,8 al + 3% per gli anni dal 2011 al 2013
La scheda global finance mostra dati più altalenanti,ma non certo insignificanti




Il punto e' che persino Lula ha fatto meglio di Chavez, e Lula non ha la fortuna di essere seduto su una miniera d'oro e di avere 1/7 degli abitanti da sfamare.


Il brasile ha il potenziale ed i mezzi per divenire una potenza emergente,il venezuela ha solo il petrolio a salvarla da mediocri possibilità di crescita




Eh appunto, coniato al momento, ho detto tutto. Al prossimo colloquio o esame mettiti a coniare al momento, poi vedi.
E continui a confondere liberismo con libero mercato.


Non ho parlato di liberismo e non mi pare che stia sostenendo un esame.ma probabilmente è un mio limite non impararli a pappardella gli esami e nn essere acritico. Chissà a colloquio [SM=g2725402]


Gia' fatto no? PIL e crescita in punti percentuali rispetto alla stessa grandezza 14 anni fa. Poi paragona il tasso di crescita tra i vari paesi, non ho capito, e' da 80 anni che si fanno cosi' le statistiche, mo' vuoi vedere che Connor c'ha ragione e tutti gli altri son stronzi?
Ripeti assieme a me, tasso di crescita = X-Y/Y cioe' deltaX diviso Y (il valore iniziale). Si paragonano i tassi, magia.



Connor dice una cosa e qualcuno capisce altro.




Mi hai tolto le parole di bocca, sto perdendo tempo, resta delle tue idee, tanto a me non cambia niente.



siamo in due allora



ObbligazioneNaturale
00sabato 9 marzo 2013 16:43
Re:


Evito fraintendimenti con chi ama sguazzarci dentro


Ma no, e' che volevi fare polemica e ti ho beccato. [SM=g2725401]



Fonti fmi/eiu/ocde vogliono una variazione del pil venezuelano oscillante tra il + 2,8 al + 3% per gli anni dal 2011 al 2013
La scheda global finance mostra dati più altalenanti,ma non certo insignificanti


Sigh, e ridaje. Prima di consultare i dati sarebbe opportuno disporre degli strumenti per leggerli.
Il tasso di crescita medio annuo si calcola sottraendo 1 dall'indice a base mobile medio, proprio per evitare che la varianza ci tragga in inganno (tanto piu' che dal 2004 in poi il prezzo del petrolio e' stato ballerino) si utilizzano serie storiche decennali.


Il brasile ha il potenziale ed i mezzi per divenire una potenza emergente,il venezuela ha solo il petrolio a salvarla da mediocri possibilità di crescita


Si vabbe', ciao.


Non ho parlato di liberismo e non mi pare che stia sostenendo un esame.ma probabilmente è un mio limite non impararli a pappardella gli esami e nn essere acritico. Chissà a colloquio [SM=g2725402]


No, e' che se si vuole parlare di certi argomenti con cognizione bisogna possederne le nozioni di base. Io non mi metto ad operare a cuore aperto senza conoscere la differenza tra adrenalina e lidocaina.



Connor dice una cosa e qualcuno capisce altro.


Ma no, e' che connor non ha le idee ben chiare.



siamo in due allora


Gia'. Inutile continuare.


[SM=x43799]

connormaclaud
00sabato 9 marzo 2013 17:38
Si certo,good luck [SM=x43799]
George.Stobbart
00sabato 9 marzo 2013 21:24
Non condivido le tue idee, ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa esprimere...la tua stronzata...Mi raccomando però, la prossima volta, meno presunzione, sennò rischia di risultare pesante e di non galleggiare nemmeno. [SM=g2725401]
connormaclaud
00sabato 9 marzo 2013 22:49
pardon?
connormaclaud
00domenica 10 marzo 2013 09:55
condivido
La prima cosa da evitare, quando si giudica un personaggio come Hugo Chávez, è cadere nella tentazione del panegirico, così caro a certa parte della sinistra, che ne ha fatto un eroe, o del disprezzo sistematico, così frequente in tanti altri.

Chávez non è stato nè un eroe nè un demonio, e la sua prolungata tappa politica alla guida del Venezuela va giudicata con molto realismo, tenendo in debito conto le sue notevoli contraddizioni. Che in realtà contraddizioni non sono, ma conseguenze della sua personalità e concezione della politica. Chávez è stato, con Lula, il politico più influente sulla scena latinoamericana dell’ultimo decennio. Ha guidato con carisma e autorità il Venezuela dal 1999 a ieri, senza temere rivali e confronti. Giudicato un autocrate, in realtà ha sempre vinto o stravinto elezioni e referendum, perdendone uno solo, quello sulla riforma costituzionale nel 2007, che però vincerà due anni più tardi. La sua diplomazia del petrolio e la concezione dell’integrazione seguendo il modello bolivariano, plasmatisi nell’ALBA e nel Petrocaribe, hanno modificato in profondità la geopolitica e gli equilibri latinoamericani nell’ultimo decennio: di fatto, l’operato in parallelo di Chávez e di Lula, pur di diversa indole, ha reso l’America latina “emergente” molto più indipendente da Washington di quanto non sia mai stata prima d’ora. E questo, per una regione in passato spesso eterodiretta, è un gran passo in avanti.
Nel 1999 fu giudicato da più parti un pericolo per la democrazia, a causa del suo passato golpista. Dissentivo allora, in netta minoranza, e mi si perdonino in quest’articolo le autocitazioni, ma ho seguito la traiettoria di Chávez sin da allora e non posso esimermi dal rimandare a alcune mie valutazioni espresse nel corso degli anni. All’argomento della supposta ademocraticità di Chávez per il suo trascorso golpista, ribattevo che gli elettori l’avevano eletto a grandissima maggioranza, e il problema del Venezuela non era quello d’aver eletto un ex-ufficiale golpista, ma quello di doversi rifugiare in un personaggio eterodosso a causa del fallimento assoluto del sistema dei partiti tradizionali, del tutto incapaci di gestire a beneficio della maggioranza della popolazione la manna petrolifera. Un paese dalle immense risorse come il Venezuela che dopo decenni di vacche grasse vedeva ancora tre quarti della sua popolazione in miseria non poteva non considerarsi un caso – scuola di fallimento in materia sia di politica economica che di funzionamento democratico
Nel corso degli anni, Chávez ha poi vinto un referendum e un’elezione dopo l’altra: nella mia esperienza d’osservazione elettorale in Venezuela nel 2006 mi potei personalmente rendere conto della regolarità delle elezioni venezuelane, nonostante le costanti accuse di brogli informatici da parte dell’opposizione, infondate alla luce di analisi rigorose: di fatto, il sistema elettorale venezuelano è tecnicamente molto avanzato, anche se una debolezza del voto elettronico ricade nella necessità che esista piena fiducia nell’indipendenza delle istituzioni che lo amministrano. Cosa che non esisteva in Venezuela, così come è indubbio che le istituzioni di governo e la televisione pubblica siano sempre state schierate a spada tratta con Chávez in tutti gli appuntamenti elettorali, in una totale assenza di fair play. Questi difetti, gravi, non inficiano però i risultati legittimi delle varie elezioni che Chávez ha via via vinto, con maggioranze sempre abbastanza chiare. Anche l’ultima, quella dell’ottobre 2012, cui non avrebbe però dovuto partecipare dato il suo stato di salute.

Se l’accusa di ex-golpista non lo squalificava (di fatto, un golpe Chávez l’ha pure subito, in una mossa sbagliata che avrebbe indebolito l’opposizione per anni), il timore di molti era che Chávez non fosse in fondo un democratico e che al potere svelasse tentazioni autoritarie. Allora gli lasciavo il beneficio del dubbio.

È contrastante: se da una parte Chávez ha sempre vinto legittimamente le sue elezioni, dall’altra è vero che ha dimostrato un’anima autoritaria incompatibile con una piena democrazia. Vistosi anche facilitato nel compito da un’opposizione che sbagliava una mossa dopo l’altra, rifiutando d’accettare la possibilità che un meticcio incolto come lui potesse gestire il “loro paese”: questo negare legittimità a Chávez è stato l’errore storico dell’opposizione venezuelana che, nata anch’essa dalla decomposizione dei partiti tradizionali nel 98 – 99 ha brancolato per anni nel buio, ritrovando una sua coerenza d’azione solo in occasione dell’ultimo processo elettorale, nel quale è stata rappresentato dal giovane Henrique Capriles, che un giorno sarà presidente del Venezuela. Se non tra trenta giorni, in una prossima occasione.

Una volta al potere sull’onda di un mandato popolare travolgente, il chavismo non occupò le istituzioni statali, ma le svuotò, affiancandole con meccanismi alternativi (le “misiones”) che usavano fondi pubblici abbondanti a causa dei generosi corsi del petrolio in parallelo allo stato e senza trasparenza. Tali missioni hanno contribuito a migliorare la situazione sociale nel corso dei quattordici anni scorsi, intraprendendo un’azione che i governi precedenti avrebbero dovuto fare loro ben prima. E che trascurarono completamente, creando una “Venezuela Saudita” circondata da un oceano di povertà. Due mondi paralleli in una società altamente classista, che con Chávez diventerà molto polarizzata. Chávez, istrionico e bulimico, occuperà ogni parcella del potere e della comunicazione, centrando tutto su se stesso e circondandosi di militari fedeli per tutte le cariche pubbliche importanti. Emarginando sempre di più un’opposizione che già si sparava da sola, ma portando l’eccesso fino alla persecuzione, in mille modi, dei cittadini che non lo votavano (identificati mediante la pubblicazione delle liste dei firmatari per il referendum revocatorio del 2004, che avevano richiesto la sua destituzione): una pratica deprecabile che ha fratturato la società venezuelana. Il suo Venezuela, paese dove si svolgevano elezioni regolari un po’ squilibrate e si faceva per la prima volta una politica sociale, è divenuto non una dittatura ma un paese diviso, nel quale se non eri chavista certificato dovevi affrontare mille difficoltà per avere un passaporto, un permesso, per gestire un’azienda. E infatti in migliaia se ne sono andati, un esodo che il chavismo favoriva (que se vayan…).

Il colmo dello svuotamento dell’essenza democratica lo si raggiunse con le elezioni locali del 2008, nelle quali s’affermarono molti sindaci dell’opposizione, cui però alla luce del risultato si tolsero per legge tutte le attribuzioni, trasferite ai governatori nominati dal governo. E nelle elezioni politiche del 2010, nelle quali a una ripartizione praticamente uguale di voti tra partito di governo e opposizione corrispose una maggioranza assoluta nettissima a favore del chavismo a causa delle modificazioni ad hoc delle circoscrizioni apportate prima del voto mediante decreto legge.

Da questo quadro possiamo evincere quindi che Chávez non era un dittatore, ma aveva una concezione certamente particolare della democrazia: la sua non era una democrazia liberale all’occidentale, ma una democrazia popolare, d’ispirazione bolivariana ma che in realtà guardava al socialismo reale.

Chávez ha raccolto il testimone di leader dell’alternativa al modello capitalista e liberale in America Latina da Fidel Castro: Caracas è divenuta la nuova protettrice economica del modello dell’Avana dopo la ritirata sovietica e il difficilissimo decennio cubano degli anni novanta. Le sovvenzioni petrolifere di Chávez hanno tenuto in piedi il castrismo e, mediante l’ALBA, un processo d’integrazione che nel nome e nello spirito si contrapponeva all’ALCA, progetto statunitense fallito d’integrazione dei mercati americani lanciato negli anni novanta, ha foraggiato con generosità i paesi che l’hanno seguito in quest’avventura alternativa: Bolivia, Ecuador, Nicaragua, alcune isole caraibiche. Il meccanismo è la fornitura di petrolio a prezzo politico, mediante crediti a costo bassissimo da restituire solo venticinque anni dopo. Sulle basi di queste generose condizioni Morales, Correa, Ortega hanno potuto vincere elezioni e governare con larghezza di mezzi: i Castro hanno potuto sopravvivere. La diplomazia petrolifera dell’ALBA ha anche alimentato una nuova dinamica nelle relazioni inter-americane: la nascita di nuovi processi d’integrazione, come UNASUR o CELAC, ha spiazzato l’Organizzazione degli Stati Americani e portato a una nuova America Latina, soprattutto una nuova America del Sud, più indipendente da Washington anche a causa dei buoni risultati economici che hanno tenuto fuori l’America latina dalla crisi globale. Le alleanze eterodosse di Chávez (Iran, Bielorussia, Zimbabwe) hanno invece avuto poco significato pratico e molto contenuto di provocazione nei confronti degli Usa, con cui il chavismo non ha mai avuto buoni rapporti, ma che sono sempre rimasti il primo cliente del petrolio venezuelano.


Il fallimento economico e la fine del chavismo

Se Chávez ha saputo costruirsi, grazie all’attenzione rivolta alle classi sociali meno abbienti, un solido consenso popolare in casa, il suo più notevole fallimento è stato economico. Dopo quattordici anni di potere assoluto, molti dei quali vissuti con prezzi alti del petrolio (che rappresenta tre quarti del commercio estero del paese), l’economia venezuelana, in mano a ex-militari incompetenti e funzionari del chavismo di stretta obbedienza politica e scarse conoscenze economiche, non si è diversificata, non è progredita, anzi si è contratta su stessa. Il paese rimane malmesso dal punto di vista infrastrutturale, anche se i generosi crediti venezuelani hanno finanziato infrastrutture altrove. L’economia è in coma, il tasso di cambio artificiosamente introdotto qualche anno fa lontanissimo dalla realtà, il funzionamento dell’economia asfissiato da mille colli di bottiglia, gli imprenditori in fuga, gli investimenti esteri anche, spaventati da continue espropriazioni e decisioni arbitrarie. In una parola, se il Venezuela quattordici anni fa era un caso perfetto di cattiva gestione dell’economia e della “maledizione delle risorse”, quattordici anni dopo non è cambiato niente. Chávez avrà comunque lasciato un’impronta fortissima sul Venezuela e sull’America Latina: accanto ai suoi limiti politici e alla sua negazione in economia, causate da una visione populista e da socialismo reale del funzionamento della società, vanno però ricordati la sua decisa attenzione alla dimensione sociale, la sua straordinaria capacità di creare consenso politico, la sua indubbia spregiudicatezza nel definire e perseguire scenari internazionali alternativi.

Come detto all’inizio, Chávez non va preso come un modello positivo o negativo, ma per quello che è stato: un personaggio politico d’indubbio peso, carisma ed efficacia, che ha perseguito con straordinaria energia i suoi obiettivi, non lesinando nè errori nè eccessi. Ma con una passione che lo rende unico. Tra pochi giorni, il suo erede Maduro, che è di un’altra pasta, affronterà Capriles con dalla sua i favori del pronostico. Se il chavismo senza Chávez, scenario che il nostro già prefigurò e preparò presentandosi a delle elezioni cui sapeva non sarebbe sopravvissuto sembra per il momento favorito, è però inimmaginabile che possa perpetrarsi per decenni come sognava Chávez. Pur autoritario, il chavismo non è divenuto totalitario, e rimangono gli spazi per un’affermazione dell’opposizione in un futuro prossimo venturo. Se non nel 2013, alla prossima occasione.

Stefano Gatto

www.lospaziodellapolitica.com/2013/03/hugo-chavez-un-b...
George.Stobbart
00domenica 17 marzo 2013 13:05
50 verità su Hugo Chavez e la Rivoluzione bolivariana

1. Mai nella storia dell'America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chavez ne ha vinte quindici, l'ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti.

2. Tutte le organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea all'Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l'Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.

3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelano era il "migliore del mondo".

4. L'accesso universale all'istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.

5. Nel dicembre 2005, l'UNESCO ha dichiarato che l'analfabetismo era stato sradicato in Venezuela.

6. Il numero di bambini che frequentano la scuola è passato da 6 milioni nel 1998 a 13 milioni nel 2011 e il tasso di scolarizzazione nella scuola primaria è ora del 93,2%.

7. La Missione Robinson II fu lanciata al fine di far raggiungere a tutta la popolazione il livello universitario. Pertanto, il tasso di iscrizione alla scuola secondaria è aumentato dal 53,6% nel 2000 al 73,3% nel 2011.

8. Le missioni Ribas e Sucre hanno permesso a centinaia di miglia di giovani adulti di intraprendere gli studi universitari. Così, il numero di studenti è passato da 895.000 nel 2000 a 2,3 milioni nel 2011, con la creazione di nuove università.

9. Nell'ambito della salute, il Servizio Sanitario Nazionale pubblico è stato creato per garantire l'accesso all'assistenza sanitaria gratuita a tutti i venezuelani. Tra il 2005 e il 2012, sono stati creati in Venezuela 7.873 centri medici.

10. Il numero di medici ogni 100.000 abitanti è aumentato da 20 nel 1999 a 80 nel 2010, con un incremento del 400%.

11. La Missione Barrio Adentro ha permesso di effettuare 534 milioni di visite mediche. Circa 17 milioni di persone poterono essere curate, mentre nel 1998, meno di 3 milioni di persone avevano regolare accesso alle cure. 1.700.000 di vite sono state salvate tra il 2003 e il 2011

12. Il tasso di mortalità infantile è sceso dal 19,1 per mille del 1999 al 10 per mille nel 2012, che significa una riduzione del 49%.

13. L'aspettativa di vita è aumentata da 72,2 anni nel 1999 a 74,3 anni nel 2011.

14. Grazie all'Operazione Miracolo lanciata nel 2004, 1,5 milioni di venezuelani affetti da cataratta e altre malattie dell'occhio, hanno riacquistato la vista.

15. Dal 1999 al 2011, il tasso di povertà è passato dal 42,8% al 26,5% e il tasso di povertà estrema dal 16,6% al 7%.

16. Nella classifica dell'Indice di Sviluppo Umano del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela è passato dall'ottantatreesimo posto nell'anno 2000 (0,656) al settantatreesimo posto nel 2011 (0,735), ed è entrato nella categoria delle nazioni con un indice di sviluppo umano elevato.

17. Il coefficiente GINI, che permette di calcolare la disuguaglianza in un paese, è passato dallo 0,46 nel 1999 allo 0,39 nel 2011.

18. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela mostra il coefficiente GINI più basso dell'America Latina, essendo il paese della regione dove c'è meno disuguaglianza.

19. Il tasso di denutrizione infantile si è ridotto del 40% dal 1999.

20. Nel 1999, l'82% della popolazione aveva accesso all'acqua potabile. Ora è il 95%.

21. Durante la presidenza di Chávez, la spesa sociale è aumentata del 60,6%.

22. Prima del 1999, solo 387.000 anziani ricevevano una pensione. Ora sono 2,1 milioni.

23. Dal 1999 si sono costruiti 700.000 alloggi in Venezuela.

24. Dal 1999, il governo ha consegnato più di un milione di ettari di terra ai popoli aborigeni del paese.

25. La riforma agraria ha permesso a decine di migliaia di agricoltori di essere padroni della propria terra. In totale, si sono distribuiti più di tre milioni di ettari.

26. Nel 1999, il Venezuela produceva il 51% degli alimenti che consumava. Nel 2012 la produzione è del 71%, mentre il consumo di alimenti è aumentato dell'81% dal 1999. Se il consumo del 2012 fosse simile a quello del 1999, il Venezuela produrrebbe il 140% degli alimenti consumati a livello nazionale.

27. Dal 1999, le calorie consumate dai venezuelani sono aumentate del 50% grazie alla Misión Alimentación, che ha creato una catena di distribuzione di 22.000 magazzini alimentari (MERCAL, Casas de Alimentación, Red PDVAL), in cui i prodotti sono sovvenzionati fino al 30%. Il consumo di carne è aumentato del 75% dal 1999.

28. Cinque milioni di bambini ricevono adesso alimentazione gratuita attraverso il Programa de Alimentación Escolar. Erano 250.000 nel 1999.

29. Il tasso di denutrizione è passato dal 21% nel 1998 a meno del 3% nel 2012.

30. Secondo la FAO, il Venezuela è il paese dell'America Latina e dei Caraibi che più ha avanzato nella lotta per eliminare la fame.

31. La nazionalizzazione dell'ente petrolifero PDVSA nel 2003 ha permesso al Venezuela di recuperare la sua sovranità energetica.

32. La nazionalizzazione del settore dell'elettricità e di quello delle telecomunicazioni (CANTV e Electricidad de Caracas) ha permesso di porre fine a situazioni di monopolio e di universalizzare l'accesso a questi servizi.

33. Dal 1999 sono state create più di 50.000 cooperative in tutti i settori dell'economia.

34. Il tasso di disoccupazione è passato dal 15,2% nel 1998 al 6,4% nel 2012, con la creazione di oltre 4 milioni di posti di lavoro.

35. Il salario minimo è passato da 100 bolívares (16 dollari) nel 1998 a 247,52 bolívares (330 dollari) nel 2012, ovvero un aumento di oltre il 2.000%. Si tratta del salario minimo più alto dell'America Latina.

36. Nel 1999, il 65% della popolazione attiva percepiva il salario minimo. Nel 2012 solo il 21,1% dei lavoratori si trovano a questo livello salariale.

37. Gli adulti che non hanno mai lavorato dispongono di un reddito di protezione equivalente al 60% del salario minimo.

38. Le donne sole, così come le persone portatrici di handicap, ricevono un aiuto equivalente all'80% del salario minimo.

39. L'orario di lavoro è stato ridotto a 6 ore al giorno e a 36 ore settimanali, senza diminuzione salariale.

40. Il debito pubblico è passato dal 45% del PIL nel 1998 al 20% nel 2011. Il Venezuela si è ritirato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, rimborsando con anticipo tutti i suoi debiti.

41. Nel 2012 il tasso di crescita del Venezuela è stato del 5,5%, uno dei più elevati del mondo.

42. Il PIL pro capite è passato da 4.100 dollari nel 1999 a 10.810 dollari nel 2011.

43. Secondo il rapporto annuale World Happiness del 2012, il Venezuela è il secondo paese più felice dell'America Latina, dietro il Costa Rica, e il diciannovesimo a livello mondiale, davanti a Germania o Spagna.

44. Il Venezuela offre un appoggio diretto al continente americano più importante di quello fornito dagli Stati Uniti. Nel 2.700 Chávez ha destinato più di 8.800 milioni di dollari a donazioni, finanziamenti e aiuti energetici, a fronte dei soli 3.000 milioni dell'amministrazione Bush.

45. Per la prima volta nella sua storia, il Venezuela dispone dei suoi satelliti (Bolívar e Miranda) ed ha ora la sovranità nel campo della tecnologia spaziale. Internet e le telecomunicazioni coprono tutto il territorio.

46. La creazione di Petrocaribe nel 2005 permette a 18 paesi dell'America Latina e dei Caraibi, ovvero 90 milioni di persone, di acquistare petrolio sovvenzionato fra il 40% e il 60%, e di assicurarsi il proprio fabbisogno energetico.

47. Il Venezuela porta aiuto anche alle comunità svantaggiate degli Stati Uniti, fornendo loro combustibile a tariffe agevolate.

48. La creazione della Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA) nel 2004 fra Cuba e Venezuela ha posto le basi di un'alleanza di integrazione basata sulla cooperazione e la reciprocità, che raggruppa 8 paesi membri, e che pone l'essere umano al centro del progetto di società, con l'obiettivo di lottare contro la povertà e l'esclusione sociale.

49. Hugo Chávez è stato l'artefice della creazione nel 2011 della Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), che raggruppa per la prima volta le 33 nazioni della regione, che così si emancipano dalla tutela di Stati Uniti e Canada.

50. Hugo Chávez ha svolto un ruolo chiave nel processo di pace in Colombia. Secondo il presidente Juan Manuel Santos, «se stiamo avanzando in un progetto solido di pace, con progressi chiari e concreti, progressi mai raggiunti prima con le FARC, è anche grazie alla dedizione e all'impegno di Chávez e del governo del Venezuela».


Questi sono fatti.
Se questa è dittatura auspico una dittatura del genere anche in Italia.
Tutto il resto sono solo chiacchiere senza senso.
.pisicchio.
00lunedì 18 marzo 2013 12:42
Re:
George.Stobbart, 17/03/2013 13:05:

50 verità su Hugo Chavez e la Rivoluzione bolivariana

1. Mai nella storia dell'America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chavez ne ha vinte quindici, l'ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti.

2. Tutte le organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea all'Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l'Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.

3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelano era il "migliore del mondo".

4. L'accesso universale all'istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.

5. Nel dicembre 2005, l'UNESCO ha dichiarato che l'analfabetismo era stato sradicato in Venezuela.

6. Il numero di bambini che frequentano la scuola è passato da 6 milioni nel 1998 a 13 milioni nel 2011 e il tasso di scolarizzazione nella scuola primaria è ora del 93,2%.

7. La Missione Robinson II fu lanciata al fine di far raggiungere a tutta la popolazione il livello universitario. Pertanto, il tasso di iscrizione alla scuola secondaria è aumentato dal 53,6% nel 2000 al 73,3% nel 2011.

8. Le missioni Ribas e Sucre hanno permesso a centinaia di miglia di giovani adulti di intraprendere gli studi universitari. Così, il numero di studenti è passato da 895.000 nel 2000 a 2,3 milioni nel 2011, con la creazione di nuove università.

9. Nell'ambito della salute, il Servizio Sanitario Nazionale pubblico è stato creato per garantire l'accesso all'assistenza sanitaria gratuita a tutti i venezuelani. Tra il 2005 e il 2012, sono stati creati in Venezuela 7.873 centri medici.

10. Il numero di medici ogni 100.000 abitanti è aumentato da 20 nel 1999 a 80 nel 2010, con un incremento del 400%.

11. La Missione Barrio Adentro ha permesso di effettuare 534 milioni di visite mediche. Circa 17 milioni di persone poterono essere curate, mentre nel 1998, meno di 3 milioni di persone avevano regolare accesso alle cure. 1.700.000 di vite sono state salvate tra il 2003 e il 2011

12. Il tasso di mortalità infantile è sceso dal 19,1 per mille del 1999 al 10 per mille nel 2012, che significa una riduzione del 49%.

13. L'aspettativa di vita è aumentata da 72,2 anni nel 1999 a 74,3 anni nel 2011.

14. Grazie all'Operazione Miracolo lanciata nel 2004, 1,5 milioni di venezuelani affetti da cataratta e altre malattie dell'occhio, hanno riacquistato la vista.

15. Dal 1999 al 2011, il tasso di povertà è passato dal 42,8% al 26,5% e il tasso di povertà estrema dal 16,6% al 7%.

16. Nella classifica dell'Indice di Sviluppo Umano del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela è passato dall'ottantatreesimo posto nell'anno 2000 (0,656) al settantatreesimo posto nel 2011 (0,735), ed è entrato nella categoria delle nazioni con un indice di sviluppo umano elevato.

17. Il coefficiente GINI, che permette di calcolare la disuguaglianza in un paese, è passato dallo 0,46 nel 1999 allo 0,39 nel 2011.

18. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il Venezuela mostra il coefficiente GINI più basso dell'America Latina, essendo il paese della regione dove c'è meno disuguaglianza.

19. Il tasso di denutrizione infantile si è ridotto del 40% dal 1999.

20. Nel 1999, l'82% della popolazione aveva accesso all'acqua potabile. Ora è il 95%.

21. Durante la presidenza di Chávez, la spesa sociale è aumentata del 60,6%.

22. Prima del 1999, solo 387.000 anziani ricevevano una pensione. Ora sono 2,1 milioni.

23. Dal 1999 si sono costruiti 700.000 alloggi in Venezuela.

24. Dal 1999, il governo ha consegnato più di un milione di ettari di terra ai popoli aborigeni del paese.

25. La riforma agraria ha permesso a decine di migliaia di agricoltori di essere padroni della propria terra. In totale, si sono distribuiti più di tre milioni di ettari.

26. Nel 1999, il Venezuela produceva il 51% degli alimenti che consumava. Nel 2012 la produzione è del 71%, mentre il consumo di alimenti è aumentato dell'81% dal 1999. Se il consumo del 2012 fosse simile a quello del 1999, il Venezuela produrrebbe il 140% degli alimenti consumati a livello nazionale.

27. Dal 1999, le calorie consumate dai venezuelani sono aumentate del 50% grazie alla Misión Alimentación, che ha creato una catena di distribuzione di 22.000 magazzini alimentari (MERCAL, Casas de Alimentación, Red PDVAL), in cui i prodotti sono sovvenzionati fino al 30%. Il consumo di carne è aumentato del 75% dal 1999.

28. Cinque milioni di bambini ricevono adesso alimentazione gratuita attraverso il Programa de Alimentación Escolar. Erano 250.000 nel 1999.

29. Il tasso di denutrizione è passato dal 21% nel 1998 a meno del 3% nel 2012.

30. Secondo la FAO, il Venezuela è il paese dell'America Latina e dei Caraibi che più ha avanzato nella lotta per eliminare la fame.

31. La nazionalizzazione dell'ente petrolifero PDVSA nel 2003 ha permesso al Venezuela di recuperare la sua sovranità energetica.

32. La nazionalizzazione del settore dell'elettricità e di quello delle telecomunicazioni (CANTV e Electricidad de Caracas) ha permesso di porre fine a situazioni di monopolio e di universalizzare l'accesso a questi servizi.

33. Dal 1999 sono state create più di 50.000 cooperative in tutti i settori dell'economia.

34. Il tasso di disoccupazione è passato dal 15,2% nel 1998 al 6,4% nel 2012, con la creazione di oltre 4 milioni di posti di lavoro.

35. Il salario minimo è passato da 100 bolívares (16 dollari) nel 1998 a 247,52 bolívares (330 dollari) nel 2012, ovvero un aumento di oltre il 2.000%. Si tratta del salario minimo più alto dell'America Latina.

36. Nel 1999, il 65% della popolazione attiva percepiva il salario minimo. Nel 2012 solo il 21,1% dei lavoratori si trovano a questo livello salariale.

37. Gli adulti che non hanno mai lavorato dispongono di un reddito di protezione equivalente al 60% del salario minimo.

38. Le donne sole, così come le persone portatrici di handicap, ricevono un aiuto equivalente all'80% del salario minimo.

39. L'orario di lavoro è stato ridotto a 6 ore al giorno e a 36 ore settimanali, senza diminuzione salariale.

40. Il debito pubblico è passato dal 45% del PIL nel 1998 al 20% nel 2011. Il Venezuela si è ritirato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, rimborsando con anticipo tutti i suoi debiti.

41. Nel 2012 il tasso di crescita del Venezuela è stato del 5,5%, uno dei più elevati del mondo.

42. Il PIL pro capite è passato da 4.100 dollari nel 1999 a 10.810 dollari nel 2011.

43. Secondo il rapporto annuale World Happiness del 2012, il Venezuela è il secondo paese più felice dell'America Latina, dietro il Costa Rica, e il diciannovesimo a livello mondiale, davanti a Germania o Spagna.

44. Il Venezuela offre un appoggio diretto al continente americano più importante di quello fornito dagli Stati Uniti. Nel 2.700 Chávez ha destinato più di 8.800 milioni di dollari a donazioni, finanziamenti e aiuti energetici, a fronte dei soli 3.000 milioni dell'amministrazione Bush.

45. Per la prima volta nella sua storia, il Venezuela dispone dei suoi satelliti (Bolívar e Miranda) ed ha ora la sovranità nel campo della tecnologia spaziale. Internet e le telecomunicazioni coprono tutto il territorio.

46. La creazione di Petrocaribe nel 2005 permette a 18 paesi dell'America Latina e dei Caraibi, ovvero 90 milioni di persone, di acquistare petrolio sovvenzionato fra il 40% e il 60%, e di assicurarsi il proprio fabbisogno energetico.

47. Il Venezuela porta aiuto anche alle comunità svantaggiate degli Stati Uniti, fornendo loro combustibile a tariffe agevolate.

48. La creazione della Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA) nel 2004 fra Cuba e Venezuela ha posto le basi di un'alleanza di integrazione basata sulla cooperazione e la reciprocità, che raggruppa 8 paesi membri, e che pone l'essere umano al centro del progetto di società, con l'obiettivo di lottare contro la povertà e l'esclusione sociale.

49. Hugo Chávez è stato l'artefice della creazione nel 2011 della Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (CELAC), che raggruppa per la prima volta le 33 nazioni della regione, che così si emancipano dalla tutela di Stati Uniti e Canada.

50. Hugo Chávez ha svolto un ruolo chiave nel processo di pace in Colombia. Secondo il presidente Juan Manuel Santos, «se stiamo avanzando in un progetto solido di pace, con progressi chiari e concreti, progressi mai raggiunti prima con le FARC, è anche grazie alla dedizione e all'impegno di Chávez e del governo del Venezuela».


Questi sono fatti.
Se questa è dittatura auspico una dittatura del genere anche in Italia.Tutto il resto sono solo chiacchiere senza senso.




Infatti.

A questo punto ti suggerirei di emigrare in Venezuela.

George.Stobbart
00lunedì 18 marzo 2013 20:54
.pisicchio., 18/03/2013 12:42:




Infatti.

A questo punto ti suggerirei di emigrare in Venezuela.





ahahahah! Ci penserò! [SM=x43819] Ho anche degli amici lì. [SM=x43812]
Comunque non mi pare che l' Italia sia questo paradiso nè che abbia attuato delle riforme in grado di offrire un' opportunità di riscatto alle persone in difficoltà. Si può non essere d' accordo con i metodi ma i numeri ed i cambiamenti positivi reali che molti venezuelani hanno sentito sulla loro pelle non si possono discutere, con buona pace delle ideologie.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:34.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com