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Alleati degli stupratori siriani

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2013 14:05
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07/04/2013 19:28
 
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Ennesima conferma dell'incapacità occidentale di intervenire conoscendo i propri interlocutori,al di là della questione siriana.
Riprova della scellerata gestione delle primavere arabe e accenno al controverso istituto del mut'ah.

E’ lecito per gli oppositori del regime di Bashar al-Assad, cioè per gli alleati dell’Occidente ai quali anche l’Italia vorrebbe fornire armi, stuprare “qualunque donna siriana non sunnita”. E’ quanto stabilisce la fatwa di uno sheikh salafita di origine giordana, Yasir al-Ajlawni (nella foto), residente da 17 anni a Damasco. Nel suo editto religioso, pronunciato in un video pubblicato su YouTube, lo sheikh sostiene che, in base ai precetti dell’Islam, è lecito “catturare e avere rapporti sessuali” in particolare con donne della setta alawita (la stessa di Assad) o cristiane, ma in generale con qualsiasi donna non sunnita. Per dare forza al suo pronunciamento, il religioso integralista definisce le donne che autorizza a stuprare come “melk al-yamin”, espressione con la quale il Corano indica genericamente le schiave di fede non musulmana. Lo sheikh al-Ajlawni non è il primo a emettere una fatwa che prende di mira le donne siriane. Nel 2012, il predicatore saudita Muhammad al-Arifi aveva invitato i “jihadisti” a “contrarre un matrimonio a tempo” con le prigioniere siriane, “in modo da poter giacere con loro a turno”. Una vera e propria istigazione allo stupro di branco. Non è la prima volta che i nostri amici della Coalizione che combatte il regime di Damasco legittimano stupri, discriminazioni religiose e schiavitù. In precedenza, l’egiziano Ishaq Huwaini invitava a condurre le “prigioniere di guerra” presso un “mercato degli schiavi, dove si vendono le concubine”, definite anche come “ciò che la vostra mano destra possiede”. Per il religioso, basta l’atto dell’acquisto perché, per l’uomo, un rapporto sessuale non sia peccato, “anche senza un contratto, un guardiano o qualsiasi altra formalità, come e’ ampiamente condiviso tra gli ulema”. “In altre parole – ha aggiunto Huwaini, per non lasciare dubbi – quando voglio una schiava sessuale, vado al mercato, scelgo quella che mi piace e me la compro”. Perché non invitare al- Ajlawani e Huwaini a Bruxelles la prossima volta che l’Unione Europea discuterà di abrogare l’embargo sulle armi ai ribelli siriani o alle Nazioni Unite in occasione del prossimo appello a Bashar Assad a lasciare la guida del Paese. Invitare in Occidente simili figure di spicco, le cui fatwe non risulta siano state rigettate dai leader degli oppositori siriani, consentirebbe di farci un’idea più concreta sul “nuovo che avanza” in Siria. Che avanza anche e soprattutto con l’aiuto dell’Occidente.


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[Modificato da connormaclaud 07/04/2013 19:29]
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07/04/2013 19:37
 
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Ce ne sarebbero tante altre di cose da dire sui nostri "amici" ribelli siriani...
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11/04/2013 15:06
 
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22/09/2013 09:32
 
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Sei, le hanno trovate l'altro giorno. Rinchiuse nel bordello d'una periferia siriana, al Kassir. Per terra i materassi, i preservativi e le scatole di viagra, la biancheria e lo squallore. Sul pianerottolo, il viavai di tanti aspiranti martiri che in attesa di premiarsi con le vergini del paradiso, tra una battaglia e l'altra, si consolavano con le schiave tunisine. Due sono incinte. Chissà di chi. Gli hezbollah le hanno consegnate ai soldati di Assad. I soldati le hanno interrogate. «La nostra missione qui è nel nome della jihad al-nikah», hanno risposto le ragazze: la guerra santa del sesso consigliata da qualche imam salafita, prestare il corpo ai miliziani in Siria per garantirsi la salvezza eterna. Qualcuna piangeva, però. E chiedeva di tornare a casa.

PIAGA SOCIALE - «Chiederemo a Damasco di ridarcele - ha detto il ministro dell'Interno di Tunisi, Lofti Ben Jeddou, esponente della maggioranza islamista di Ennahda, davanti a un Parlamento ammutolito -. Molte di loro hanno avuto rapporti sessuali anche con venti, trenta, cento mujaheddin. È una vergogna che va avanti da mesi. E noi restiamo in silenzio, senza fare nulla». Tornano. Non sono più sole: avranno un bambino da crescere. Sono solissime: nel Maghreb rurale, nei villaggi del Sud tunisino, una madre senza uomo è solo una prostituta. Le jihadiste del sesso stanno diventando una piaga in Tunisia, il Paese che offre più volontari alla guerra contro Assad: il 40 per cento dei guerrieri di Allah viene da qui, la scorsa primavera il governo ha bloccato seimila giovani pronti a morire per la Siria, come tanti già fecero per l'Afghanistan e l'Iraq.

SOLA ANDATA - I maschi in cerca di gloria sono in genere sotto i 35 anni, biglietto di sola andata, via Libia o Turchia: secondo un rapporto Onu, pagati con soldi del Qatar. Famose in Tunisia le immagini, riprese dalla telecamera dell'aeroporto d'Istanbul, d'una moglie che al «gate» supplicava il marito fondamentalista di non imbarcarsi per Damasco. Lo scorso giugno, è partito pure un viaggio della speranza: avvocati e familiari in volo per la Siria e per convincere i ragazzi a ripensarci. La macchina della jihad è ben oliata. Il reclutatore tunisino, Abu Jihad, è un veterano dell'Afghanistan che combatteva coi talebani già prima dell'11 settembre. Finora, però, organizzava comitive perlopiù maschili. Da febbraio, dopo una fatwa attribuita allo sceicco saudita Mohamed al-Arifi che invitava le giovani tunisine a partire pure loro (non per combattere, ma per allietare le ore dei valorosi jihadisti), qualcosa è cambiato.

TESTIMONIANZE - L'Islam prevede che sia solo il padre a trasmettere la religione: su questa base, i predicatori convincono ragazze di famiglie povere, minorenni e spesso analfabete, che sia giusto rischiare anche gravidanze indesiderate. «Molti di loro - spiega Al Hadi Yahmad, esperto di gruppi islamici nordafricani - hanno spinto donne anche siriane a sposare i miliziani per qualche ora: all'uomo è concesso di consumare, prima di ripudiarle». E così, quella che all'inizio sembrava una leggenda, viene ora confermata (per la prima volta in maniera così dettagliata) dai vertici di Ennahda, dai dossier su tredici prostitute bambine che avrebbero raccontato la loro esperienza al fronte, da siti e tv. Spunta la testimonianza d'un marito costretto al divorzio, dopo l'improvviso addio della giovane moglie partita per la guerra. E gira in replica continua quella dei genitori di un'adolescente di 17 anni, Rahmahat. Lei è tornata e loro sono felici, dicono. Poi tacciono un attimo. E aggiungono: «Non la riconosciamo più».

[URL=Sei, le hanno trovate l'altro giorno. Rinchiuse nel bordello d'una periferia siriana, al Kassir. Per terra i materassi, i preservativi e le scatole di viagra, la biancheria e lo squallore. Sul pianerottolo, il viavai di tanti aspiranti martiri che in attesa di premiarsi con le vergini del paradiso, tra una battaglia e l'altra, si consolavano con le schiave tunisine. Due sono incinte. Chissà di chi. Gli hezbollah le hanno consegnate ai soldati di Assad. I soldati le hanno interrogate. «La nostra missione qui è nel nome della jihad al-nikah», hanno risposto le ragazze: la guerra santa del sesso consigliata da qualche imam salafita, prestare il corpo ai miliziani in Siria per garantirsi la salvezza eterna. Qualcuna piangeva, però. E chiedeva di tornare a casa. PIAGA SOCIALE - «Chiederemo a Damasco di ridarcele - ha detto il ministro dell'Interno di Tunisi, Lofti Ben Jeddou, esponente della maggioranza islamista di Ennahda, davanti a un Parlamento ammutolito -. Molte di loro hanno avuto rapporti sessuali anche con venti, trenta, cento mujaheddin. È una vergogna che va avanti da mesi. E noi restiamo in silenzio, senza fare nulla». Tornano. Non sono più sole: avranno un bambino da crescere. Sono solissime: nel Maghreb rurale, nei villaggi del Sud tunisino, una madre senza uomo è solo una prostituta. Le jihadiste del sesso stanno diventando una piaga in Tunisia, il Paese che offre più volontari alla guerra contro Assad: il 40 per cento dei guerrieri di Allah viene da qui, la scorsa primavera il governo ha bloccato seimila giovani pronti a morire per la Siria, come tanti già fecero per l'Afghanistan e l'Iraq. SOLA ANDATA - I maschi in cerca di gloria sono in genere sotto i 35 anni, biglietto di sola andata, via Libia o Turchia: secondo un rapporto Onu, pagati con soldi del Qatar. Famose in Tunisia le immagini, riprese dalla telecamera dell'aeroporto d'Istanbul, d'una moglie che al «gate» supplicava il marito fondamentalista di non imbarcarsi per Damasco. Lo scorso giugno, è partito pure un viaggio della speranza: avvocati e familiari in volo per la Siria e per convincere i ragazzi a ripensarci. La macchina della jihad è ben oliata. Il reclutatore tunisino, Abu Jihad, è un veterano dell'Afghanistan che combatteva coi talebani già prima dell'11 settembre. Finora, però, organizzava comitive perlopiù maschili. Da febbraio, dopo una fatwa attribuita allo sceicco saudita Mohamed al-Arifi che invitava le giovani tunisine a partire pure loro (non per combattere, ma per allietare le ore dei valorosi jihadisti), qualcosa è cambiato. TESTIMONIANZE - L'Islam prevede che sia solo il padre a trasmettere la religione: su questa base, i predicatori convincono ragazze di famiglie povere, minorenni e spesso analfabete, che sia giusto rischiare anche gravidanze indesiderate. «Molti di loro - spiega Al Hadi Yahmad, esperto di gruppi islamici nordafricani - hanno spinto donne anche siriane a sposare i miliziani per qualche ora: all'uomo è concesso di consumare, prima di ripudiarle». E così, quella che all'inizio sembrava una leggenda, viene ora confermata (per la prima volta in maniera così dettagliata) dai vertici di Ennahda, dai dossier su tredici prostitute bambine che avrebbero raccontato la loro esperienza al fronte, da siti e tv. Spunta la testimonianza d'un marito costretto al divorzio, dopo l'improvviso addio della giovane moglie partita per la guerra. E gira in replica continua quella dei genitori di un'adolescente di 17 anni, Rahmahat. Lei è tornata e loro sono felici, dicono. Poi tacciono un attimo. E aggiungono: «Non la riconosciamo più».]link
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22/09/2013 12:41
 
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Di che vi preoccupate?
Tanto noi lì andiamo a esportare la democrazia e la libertà.
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22/09/2013 12:52
 
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Invece di usare le armi chimiche dovrebbero usare un' altra cosa chimica per questi esseri immondi...la sterilizzazione...

La cosa assurda è che questi integralisti religiosi del cazzo (perdonate la volgarità ma quando ce vò ce vò) sono la minoranza ma riescono a far più rumore degli altri grazie a queste barbarie. Ricordo che nel periodo dell' attentato alle torri gemelle lavoravo con molti musulmani e non ce n' era uno felice di quello che era successo, tutti dicevano che era una vergogna e che in quel modo si rovinava l' Islam. Credo che non siano cambiate le cose da allora.
Non è che gli integralisti cristiani o ebrei siano meglio...ma questa è un' altra storia.

Insultatemi pure ma quando sento queste cose mi convinco sempre di più che la religione è la rovina dell' uomo.
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Paperino, questa tavola è meravigliosa!
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22/09/2013 14:53
 
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Re:
George.Stobbart, 22/09/2013 14:31:

Paperino, questa tavola è meravigliosa!




Contento ti sia piaciuta [SM=x43812]
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22/09/2013 16:12
 
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Ecco l' effetto della religione sui fanatici.
Nairobi, Kenia, centro commerciale. Per adesso 59 morti e 175 feriti. Attentato di fanatici islamici contro il centro commerciale di proprietà ebrea. E' ancora in corso l' attacco.

Che bella la religione...
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22/09/2013 16:43
 
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70 morti nell'attacco ad una chiesa in pakistan,molte donne e bambini, e rivendicazione dei "combattenti" talebani.
La religione non c'entra una beata ceppa, la distorsione dei fanatici è sempre della stessa sostanza,se lo strumento della legittimazione è la religione o l'ideologia poco cambia.

[Modificato da connormaclaud 22/09/2013 16:44]
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22/09/2013 17:00
 
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"Ecco l' effetto della religione sui fanatici."

Eh!

E' vero, anche un' ideologia può travalicare nel fanatismo ma se volessimo giocare con le percentuali vedremmo che in cose del genere la religione c' entra nel 90% dei casi. Datemi torto.
[Modificato da George.Stobbart 22/09/2013 17:03]
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22/09/2013 19:30
 
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l'ideologia è già fanatismo e ,per quel che valgono le percentuali in materia, sovrasta i conflitti in nome di Dio che,quasi sempre, altro non sono che sfaccettature di questa.


@paperino: intervenire sulle cause di un problema è forse più logico che raccogliere i cocci e lasciare che queste continuino a far danni. Non si tratta tanto di intervenire,quanto di non intervenire ad capocchiam

imho
[Modificato da connormaclaud 22/09/2013 19:43]
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Re:
connormaclaud, 22/09/2013 19:30:

l'ideologia è già fanatismo e ,per quel che valgono le percentuali in materia, sovrasta i conflitti in nome di Dio che altro non sono che sfaccettature di questa.




Quindi anche le ideologie agnostiche o atee sono sfaccettature della religione? Forse nel senso che vi si contrappongono?
Qualcosa non mi torna... [SM=g2725330]

Comunque non sono d' accordo che l' ideologia è fanatismo. Io posso avere un' ideologia anche senza sfociare nel fondamentalismo, così come la religione d' altra parte. Il discorso che facevo era diverso.

Non penso che tutto si riduca a cristiani vs. musulmani vs. ebrei ma la stragrande maggioranza di certi avvenimenti tragici si riconducono tristemente al fanatismo religioso, negarlo è impossibile se si è onesti.
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22/09/2013 20:38
 
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Paradossalmente ateismo ed agnosticismo sono delle religioni, negazione rispetto alle classiche,ma pur sempre dai caratteri religiosi,pur con l'assenza non indifferente della spiritualità.


L'ideologia è per sua natura fanatica,fondamentalista e prevaricatrice,non così le idee che,qualunque esse siano,sono scevre dall'assolutismo ideologico.
Il fanatismo religioso è sostanzialmente marginale,pochi sono quelli che si "immolano" nel nome della fede,molti quelli che attraverso la purificazione della fede -distorta- legittimano le proprie perverse azioni.
Le guerre religiose sono guerre di potere e ,per loro natura, non possono essere legate alla fede.


e mo' è l'ora della partita
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22/09/2013 22:50
 
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Re:
connormaclaud, 22/09/2013 20:38:




e mo' è l'ora della partita




Dicevi? [SM=g2725400]
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23/09/2013 00:21
 
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Re:
connormaclaud, 22/09/2013 19:30:



@paperino: intervenire sulle cause di un problema è forse più logico che raccogliere i cocci e lasciare che queste continuino a far danni. Non si tratta tanto di intervenire,quanto di non intervenire ad capocchiam

imho




Giusto. Andiamo in Siria a togliere ai siriani i gas. La motivazione è questa e possiamo pure far finta di crederci tutti (è agli interventi ad capocchiam, che è francamente difficile credere, al massimo ad capocchiam può essere la giustificazione che ci viene propinata...perché non sempre è facile trovarne una ad hoc)
...e così come siamo andati in Iraq a togliere agli iracheni le armi di distruzione di massa.
O in Vietnam a togliere ai vietnamiti l'altra arma di distruzione di massa, rappresentata dal comunismo.

In Kosovo la gente muore ancora sulle mine antiuomo, mi chiedo perché nessuno ancora invada Londra per impedire al governo inglese di far soldi vendendole ai guerriglieri di mezzo mondo.
Essendo un'arma infame.

Ma, ihmo, ogni tanto la giustificazione che ci troviamo ci sembra perfino convincente, ed allora siamo più contenti delle altre volte...almeno possiamo davvero convincerci che stiamo esportando qualcosa che non sia, banalmente e miserevolmente, morte e affari. [SM=g2725320]
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23/09/2013 00:36
 
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Paperino...non dirlo...schhhhh.... [SM=x43824]


(ovviamente ti quoto)
[Modificato da George.Stobbart 23/09/2013 00:37]
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23/09/2013 08:54
 
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Re: Re:
Paperino!, 23/09/2013 00:21:




Giusto. Andiamo in Siria a togliere ai siriani i gas. La motivazione è questa e possiamo pure far finta di crederci tutti (è agli interventi ad capocchiam, che è francamente difficile credere, al massimo ad capocchiam può essere la giustificazione che ci viene propinata...perché non sempre è facile trovarne una ad hoc)
...e così come siamo andati in Iraq a togliere agli iracheni le armi di distruzione di massa.
O in Vietnam a togliere ai vietnamiti l'altra arma di distruzione di massa, rappresentata dal comunismo.

In Kosovo la gente muore ancora sulle mine antiuomo, mi chiedo perché nessuno ancora invada Londra per impedire al governo inglese di far soldi vendendole ai guerriglieri di mezzo mondo.
Essendo un'arma infame.

Ma, ihmo, ogni tanto la giustificazione che ci troviamo ci sembra perfino convincente, ed allora siamo più contenti delle altre volte...almeno possiamo davvero convincerci che stiamo esportando qualcosa che non sia, banalmente e miserevolmente, morte e affari. [SM=g2725320]




Tolte le valutazioni politiche, la giustificazione di Obama è potenzialmente condivisibile: è stato posto il limite internazionale alle nbc e i siriani -assad? non credo- l'hanno fatta fuori dal vasetto.
Altra valutazione logica: chi ha o potrebbe avere accesso a tali armi in siria, per rappresaglia o terrorismo, potrebbe minacciare i propri nemici. All'obiezione "l'hanno mai fatto",rispondo che non sono andate in porto solo perchè c'è qualcuno che monitora la situazione.
QUesto però i perbenisti europei l'hanno dimenticato e gli italiani prima di tutti.

In iraq è stata fatta una cazzata,ma in vietnam? Non dimentichiamo che prima degli americani c'erano i francesi e gli uomini della legione che furono massacrati a migliaia. Si è andati in vietnam per constrastare il comunismo? Grazie a Dio, abbiamo avuto il culo di finire nella parte confortevole del muro, non possiamo comprendere cosa sia stato se non per le elucubrazioni mentali di qualche comunistoide (i comunisti veri erano altro! ) alla nutella circondato dai comforts degli odiati yankee.


In kosovo si sta sminando da 10 anni, ci sono reparti multinazionali che si occupano dell'addestramento e della pulizia,così come in afghanistan, e non vedo il motivo di andare a londra,quando siamo noi ad essere i primi produttori al mondo di mine.

Esportiamo affari come chiunque altro,se c'è l'offerta significa che la domanda è considerevole e pur smantellando tutto ci sarebbe sempre chi farebbe affari altrove. In questo modo però possiamo controllare a chi va la merce,monitorare ed eventualmente negare l'acquisto di armi. Non è molto,ma meglio di niente.

Miserevole e banale,IMHO, fare i difensori dei poveri e dei rifugiati, allestire giri di miliardi con aiuti umanitari e rifugiati,ma non intervenire e sradicare il problema alla radice.
L'elemosina no war a prescindere è uno schiaffo in faccia,in primis, verso questi che meritano di vivere in pace ed avere un futuro nella propria terra natia.
[Modificato da connormaclaud 23/09/2013 08:55]
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23/09/2013 13:17
 
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Re: Re: Re:
connormaclaud, 23/09/2013 08:54:




Tolte le valutazioni politiche, la giustificazione di Obama è potenzialmente condivisibile: è stato posto il limite internazionale alle nbc e i siriani -assad? non credo- l'hanno fatta fuori dal vasetto.
Altra valutazione logica: chi ha o potrebbe avere accesso a tali armi in siria, per rappresaglia o terrorismo, potrebbe minacciare i propri nemici. All'obiezione "l'hanno mai fatto",rispondo che non sono andate in porto solo perchè c'è qualcuno che monitora la situazione.
QUesto però i perbenisti europei l'hanno dimenticato e gli italiani prima di tutti.

Perdonami connor ma è molto probabile (per non dire certo) che la maggioranza dei cosidetti "ribelli" non siano siriani. Le armi a questi chi gliele da? Inoltre, se credi che non sia stato Assad ad usare armi chimiche perchè appoggiare un attacco contro Assad?


In iraq è stata fatta una cazzata,ma in vietnam? Non dimentichiamo che prima degli americani c'erano i francesi e gli uomini della legione che furono massacrati a migliaia. Si è andati in vietnam per constrastare il comunismo? Grazie a Dio, abbiamo avuto il culo di finire nella parte confortevole del muro, non possiamo comprendere cosa sia stato se non per le elucubrazioni mentali di qualche comunistoide (i comunisti veri erano altro! ) alla nutella circondato dai comforts degli odiati yankee.

Niente da dire sulla questione "parte confortevole del muro", resta il fatto che sono state fatte guerre per ragioni folli e non giuste.

In kosovo si sta sminando da 10 anni, ci sono reparti multinazionali che si occupano dell'addestramento e della pulizia,così come in afghanistan, e non vedo il motivo di andare a londra,quando siamo noi ad essere i primi produttori al mondo di mine.

E' vero, siamo tra i primi produttori di mine e questo non dovrebbe far altro che portarci vergogna. Perchè andare a sminare con costi esorbitanti (di vite e soldi) quando si potrebbe evitare a priori di fabbricare le mine? E' tutto business...anche la vita..

Esportiamo affari come chiunque altro,se c'è l'offerta significa che la domanda è considerevole e pur smantellando tutto ci sarebbe sempre chi farebbe affari altrove. In questo modo però possiamo controllare a chi va la merce,monitorare ed eventualmente negare l'acquisto di armi. Non è molto,ma meglio di niente.

Negare una vendita miliardaria? E' stato mai fatto? Ok, vengo da Marte.

Miserevole e banale,IMHO, fare i difensori dei poveri e dei rifugiati, allestire giri di miliardi con aiuti umanitari e rifugiati,ma non intervenire e sradicare il problema alla radice.
L'elemosina no war a prescindere è uno schiaffo in faccia,in primis, verso questi che meritano di vivere in pace ed avere un futuro nella propria terra natia.

Sono d' accordo che i problemi non si risolvono dopo, soprattutto quando siamo noi (inteso come "noi del genere umano") ad averli causati. Sarebbe più semplice non causarli e basta. Ma si sa, la guerra è una grande opportunità per fare soldi, vale di più del benessere di chiunque.




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