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Una modesta proposta... è l'ora di unirsi

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2011 12:24
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11/07/2011 11:29
 
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Incollo una mail inviata ad un amico per impegnarci finalmente a cambiare qualcosa. Credo che bisogna mettere in chiaro le proprie idee perché bisogna aggregarsi tra omogenei. Non posso pensare che si organizzino movimenti di piazza per ogni cosa, ma non per fermare questa vergognosa finanziaria.

Scusate il formato:

Ti propongo una rivoluzione comunista armata... semplice e chiaro...
>
>ok detta la prima stronzata possiamo proseguire.
>
>Avendo come mito Berlusconi e la sua potenza sessuale ora ti racconto una
>barzelletta: NOI CAMBIEREMO L'ITALIA
>
>Ora voglio uno stock di puledre armate di 4° e mandolino
>
>Entriamo sul serio:
>La mia idea è che ci hanno derubato il futuro negli anni passati quando
hanno
>deciso di vivere al di sopra delle possibilità rinviando alla nostra
>generazione il peso dei debiti. Ora per me questo del furto è un tema
>fondamentale insieme al tema della rotonda. Per il furto del futuro penso
che
>ogni parola sia superflua. Il tema della rotonda è il mio principio base. No
ai
>semafori, si alla rotonda. Rotonda = libertà personale e fiducia nel
privato,
>MA regola chiara e precisa, benché minima. Il semaforo è, invece, un divieto
>sterile, aggirabile e in alcuni casi da aggirare (tipo non passa nessuno
perché
>mi devo fermare oppure scatta il verde mi butto anche se è tutto bloccato ma
è
>verde). Per me è l'alternativa tra intelligenza regolata e stupidità libera.
>Piccola ulteriore premessa: Per me la crisi economica non è colpa del
privato,
>ma del cattivo pubblico con il pessimo privato. Hai visto wall street 2?
Quando
>Douglas parla dell'impero del male si riferisce ai privati, ma chi ha
permesso
>ai privati di fare quel poco e poi chi gli ha coperto i debiti mentre a sua
>volta si riempiva di debiti? Insomma cosa c'entri il neoliberismo in tutto
>questo mondo statalizzato ancora non l'ho capito. Il mio motto è del padre
del
>neoliberismo, Friedman:
>I due principali nemici della libera società o della libera impresa sono gli
>intellettuali, da un lato, e gli affaristi, dall'altro, e per motivi
opposti.
>Ogni intellettuale crede nella libertà per sé stesso, ma s'oppone alla
libertà
>del prossimo. Crede che dovrebbe esserci uno stabilimento di pianificazione
>centrale che stabilisca le priorità sociali. L'affarista è tutto il
contrario.
>L'affarista è a favore della libertà per il prossimo, ma quando si tratta di
>lui la questione cambia. Lui è sempre il caso particolare. Lui dovrebbe
avere
>dal governo dei privilegi particolari
>
>Entriamo nel merito:
>
>SISTEMA ISTITUZIONALE:
>
>riforma sistema elettorale (collegi uninominali con maggioritario?)
>INDEROGABILE la riforma, il modello può essere cambiato
>riduzione a 4 anni legislatura INDEROGABILE
>Sfiducia costruttiva (possibilità di voto popolare durante la legislatura
con
>indicazione del presidente del consiglio)
>Abbassamento quorum referendum(come da proposta su noise?)
>Introduzione dell'opzione "nessuno di questi" nelle elezioni amministrative
>(come da proposta noise). Se vince il nessuno di questi, il comune viene
>commissariato
>Fine del conflitto d'interessi - INDEROG
>Norme stringenti per evitare che uno stesso soggetto controlli i mass media
>INDEROG.
>
>
>GIUSTIZIA:
>
>Responsabilità giudici (come da indicazione referendaria disattesa)
>INDEROGABILE
>Norme anticorruzione e anticlientele\nepotismo (quali?) INDEROGABILE
>Sanzioni proporzionali al reddito (altrimenti per i ricchi non esiste
>deterrenza) INDEROGABILE
>Velocità processi (come?) INDEROG.
>Riforma CSM (come?) INDEROG.
>Risoluzione problema carceri (non con indulto o amnistia) -> c'era una
>proposta interessante sul Linkiesta dove si parlava di riadattare i borghi
>disabitati (inoltre integrerei attività lavorative per esempio
>l'autosufficienza alimentare) INDEROG.
>Class action seria e concreta (per me è un tema fondamentale) (come?)
INDEROG.
>Risarcimento da lesione immagine a causa intercettazioni pubblicate
>Regole più stringenti per guida soprattutto dopo liberalizzazione droghe (v.
>dopo)
>Appalti affidati al vaglio di commissioni prefettizie (con personale
>sorteggiato?) SEMI-INDEROG.
>No deferimento ad arbitrato dei contratti della PA con i privati SEMI-
INDEROG.
>PIU' ROTONDE MENO SEMAFORI - OVVIAMENTE ASSOLUTAMENTE INDEROGABILE :-D
>
>
>DIRITTI CIVILI:
>
>Diritti omosessuali (parità sostanziale su tutti gli aspetti) - SEMI-
>INDEROGABILE (eventualmente per adozione e simili)
>Eutanasia
>Liberalizzazione droghe (tutte senza distinzioni)
>Liberalizzazione prostituzione
>(gli ultimi due temi riguardano sia la giustizia che l'economia e li
considero
>inderogabili)
>
>
>ECONOMIA:
>
>Vasto piano di liberalizzazioni soprattutto per scuola e trasporto INDEROG.
>Competizione pubblico privato (resa efffettiva dalla responsabilità
contabile
>e giuridica dei politici che scelgono) INDEROG.
>Gestione privata dei monumenti con vincoli stringenti (es. no trasformazione
>destinazione d'uso) ed obblighi contrattuali (es. manutenzione e
miglioramento)
>Portafoglio sanitario per libera scelta del privato o del pubblico
>Lotta evasione con detraibilità (e altri strumenti, quali?) + fine delle
>pratiche abusive come solve et repete INDEROG.
>Fine dei sussidi diretti ed indiretti all'imprenditoria (sussidi solo per
>avvio attività imprenditoriale) - INDEROG.
>DIMINUZIONE TASSE (sistema della flat rate tax con minimo esente) - INDEROG
>(il sistema fiscale è derogabile, ma non il principio)
>Privatizzazione RAI (caso mai un solo canale resta pubblico) e fine canone
>SEMI-INDEROG.
>
>PASSAGGIO INDEROGABILE:
>Fine spreco denaro pubblico (no politici di professione, no incentivi
>rottamazione auto, no auto blu, no vitalizi politica ed altre spese, no
sprechi
>tipo scuole serali senza studenti, guardia medica, etcc.., no rimborsi
>elettorali vedi articolo su noise al riguardo)
>La fine degli sprechi, secondo me, passa per la riduzione della spesa
pubblica
>incentivata dalla riduzione delle tasse (v. flat rate tax), dalla
>responsabilità patrimoniale dei gestori e dei politici, dall'obbligo di
>indicazione dettagliata di come vengono destinati i soldi delle tasse (in
modo
>chiaro), dall'obbligo di individuare il tetto massimo di indebitamento,
dalla
>responsabilità per la mancata ultimazione delle opere pubbliche.
>
>
>Grosso modo questo è il sistema che immagino. So che l'espressione
>inderogabile può risultare odiosa, ma mi serviva per rendere chiaro quali
>argomenti sono prioritari dal mio punto di vista. Aspetto un tuo elenco e
una
>contestazione al mio :-D
>
>Ti saluto
>Compagno
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12/07/2011 12:24
 
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da noisefromamerika
In un paese come l’Italia refrattario ai fatti, impermeabile alla crudezza dei dati, impregnato di ideologie obsolete, in bilico perenne tra Mussolini e Masaniello, con interludi andreottiani e un sostrato di consociativismo radicato nelle elites, provare a diffondere idee controcorrente o innovative è fatica improba. A leggere certi commenti ai blog (non NfA) si rimane interdetti nel verificare quanto sono radicati pregiudizi da modello superfisso innestati su slogan da comizio anni ‘50.

Per di più la cultura liberale ha il difetto di non essere particolarmente facile da snocciolare in forma di narrativa, di parabola o di catechesi in un paese dove tarallucci e vino hanno conio che non svaluta. Anche chi ha un diploma di laurea appesa in salotto, mostra una granitica idiosincrasia verso ragionamenti concreti e analisi fredda delle conseguenze, per colpa anche all’istruzione di stampo crocian-gentiliano vecchia di un secolo (anzi gia’ vecchia quando venne importata in Italia), che prevale nelle scuole di ogni ordine e grado.

Il peso della quotidianità per tanti si solleva solo sulle ali delle illusioni. La mediocrità anela ad appartenere al Bund che rassicura. Il riscatto ha una colonna sonora di salmi e un palcoscenico di festose (o religiose) kermesse. La fabbrica del consenso irradia il sol dell’avvenire o fa balenare meno tasse (e piu’ pilu?) per tutti. A chi non paga tasse sventola sotto il naso un biglietto di ingresso per la casa de “Il Grande Fratello”.

Mentre la vena individualistica tipica del liberale spinge a detestare il ruolo di missionario o di agit prop. Il proselitismo si concretizza preferendo il salotto alla piazza e la biblioteca al bar. Insomma sul terreno patrio già di per sé arido per la cultura liberale, si è fatto pochissimo per dissodare le zolle. I grandi organi di informazione che si piccano di rivolgersi alla borghesia produttiva e delle professioni, e che in teoria dovrebbero dare un minimo di spazio alla cultura liberale, affidano le prime pagine agli Ostellini di varia foggia e natura. En passant, e’ un’esperienza straordinaria leggere adesso il Pierino berluschino lamentarsi che Tremonti e’ un socialista.

Eppure, se guardo indietro al periodo in cui l’epiteto liberale era un insulto (per molti lo e’ ancora), alcuni passi in avanti sono stati fatti. Quando mi coglie lo sconforto rivado con la mente ad un episodio che mi capito’ lavorando al Centrostudi Confindustria prima di finire la tesi. Scrissi un rapporto, distillato in un breve articolo per il settimale Mondo Economico, intitolato “La Denazionalizzazione dell’Industria Elettrica”. Dovetti ricorrere al termine “denazionalizzazione” perché nella Roma del CAF il termine “privatizzazione” (eravamo nel 1990) veniva considerato una rozza provocazione di stampo thatcheriano e non si poteva pronunciarlo impunemente nelle stanze del potere o al cospetto dei mandarini.

Nonostante la prudenza lessicale il pezzo fece scalpore. Il Presidente dell’ENEL del tempo, tal Viezzoli, si infuriò. Mandò a dire al settimo piano di Viale dell’Astronomia che lui non era uno sprovveduto: intuiva chiaramente come l’articolo fosse una manovra dei dorotei per colpirlo (in vista di non so quale evento), ma che lui avrebbe mosso le sue pedine e lavato l’affronto.

Cosi’ andavano le cose in quell’Italia che rappresentava una combinazione convessa (a parametri incostanti) tra il tardo breznevismo e il Paraguay di Stroessner. Pochi anni dopo sarebbe stata spiazzata da Tangentopoli, ma soprattutto dalla crisi economica devastante che ci catapultò fuori dal sistema monetario europeo. Privatizzazione divenne un vocabolo accettato e l’ENEL andò in borsa. Fu purtroppo una stagione breve, anche se molti tra i liberali si illusero che fosse irreversibile. Invece quel processo con l’avvento del berlusconismo, erede morale e materiale del CAF e del craxismo (Tremonti, Brunetta, Sacconi, Cicchtto, Boniver, Stefania Craxi, Caldoro), si e’ arenato. Ma l’attuale crisi economica, ancora piu’ devastante di quella del 1992, scardinerà gli equilibri degli ultimi 15 anni e ci condurrà ad un punto di biforcazione epocale.

In tali circostanze il mercato delle idee diventa più liquido e si sgretolano le barriere all’entrata perché anche le menti anchilosate e le greggi prive di cani pastore di fronte al disastro sono portate a considerare tutte le alternative. Il provocatorio diventa rispettabile, l’impensabile diventa ragionevole, l’esecrabile si trasforma in programma di governo.

Non è nella nostra disponibilità decidere il momento e le circostanze in cui il punto di appoggio della leva intellettuale diventa più solido. Ma sta a noi riconoscere quando l’occasione è propizia. Attorno ai fuochi accesi tra le macerie si dovrà discutere della ricostruzione e in quel momento non deve mancare la voce. Bisognerà premurarsi che sia una voce chiara, che parli per concetti semplici senza sussiego, e che ribatta spesso sugli stessi punti. Ma il terreno va preparato hic et nunc.

L’effetto delle idee e’ impercettibile. Volerlo discernere e’ un po’ come fissarsi a guardare l’erba crescere d’inverno, per cui si sente l’impulso di abbandonare la cura del prato. Poi a maggio ci si rallegra di non aver ceduto all’impulso. In Italia in questo momento la stagione politica e quella climatica sono invertite. Bisogna concimare adesso per quando arriverà novembre e la vera Legge di Stabilità con le scelte incalzate dall’emergenza, non le tragiche baggianate tremontiane di questi giorni.
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