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Sondaggio: Intercettazioni: secondo voi vanno pubblicate?
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Intercettazioni: secondo voi vanno pubblicate?

Ultimo Aggiornamento: 22/07/2011 14:41
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06/07/2011 15:47
 
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Re: Re:
Paperino!, 06/07/2011 14.22:



Siam sempre pronti a giudicare, soprattutto se non abbiamo occasione di dare noi il cattivo esempio. [SM=x43606]



secondo me si, i comportamenti di chi copre cariche pubbliche vanno valutati anche dal punto di vista morale. se prendi il mio voto DEVI essere giudicato da me sotto tutti i punti di vista, altrimenti il mio voto non lo avrai più.
se non vuoi essere giudicato rinunci alla notorietà che la tua carica pubblica comporta e torni un privato cittadino, con tutte le tutele del caso.

mi sembra una chiara regola della democrazia [SM=x43666]

vorrei far notare cmq che tutta la questione viene posta solo ed esclusivamente perchè i potenti non vogliono che le loro magagne vengano rese note.. e di magagne, negli ultimi anni, ne sono uscite parecchie. pensate a quante cose non avremmo saputo senza le intercettazioni telefoniche.
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06/07/2011 16:13
 
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Re: Re: Re:
gran generale, 06/07/2011 15.47:



secondo me si, i comportamenti di chi copre cariche pubbliche vanno valutati anche dal punto di vista morale. se prendi il mio voto DEVI essere giudicato da me sotto tutti i punti di vista, altrimenti il mio voto non lo avrai più.
se non vuoi essere giudicato rinunci alla notorietà che la tua carica pubblica comporta e torni un privato cittadino, con tutte le tutele del caso.

mi sembra una chiara regola della democrazia [SM=x43666]

vorrei far notare cmq che tutta la questione viene posta solo ed esclusivamente perchè i potenti non vogliono che le loro magagne vengano rese note.. e di magagne, negli ultimi anni, ne sono uscite parecchie. pensate a quante cose non avremmo saputo senza le intercettazioni telefoniche.



Avremmo saputo del caso Ruby, perché dare soldi a una minorenne è ancora un reato...
Non avremmo saputo che il governatore del Lazio va a trans, o che ci va quell'altro del Pd...Sottile, mi pare.
Tutto sommato, non mi interessava saperlo.

Altrimenti, intercettino anche Vendola e raccontino al mondo se ha una relazione stabile, se ha rapporti occasionali o va a neri.
Chi lo stabilisce cosa è moralmente rilevante?
Posso decidere io in base a quali fattori morali posso dare o negare il mio voto? Ed allora, se il tuo ragionamento è valido, che la vita dei politici sia posta tutta sotto i riflettori, e che ne sia scandagliato ogni angolo privato.
Voglio sapere anche se Bersani è impotente e quante volte gli si rizza, perché non sta scritto da nessuna parte che tu hai il diritto di negare il voto a uno che va a mignotte, ed io non posso negarlo a un impotente o ad un invertito, per il semplice fatto che non mi viene detta questa cosa.
Se è giusto che ognuno dia il proprio voto non secondo l'efficienza del loro operato pubblico, ma anche secondo la loro moralità, allora che sia lasciato ad ogni cittadino la libertà ed il diritto di stabilire da sé cosa è moralmente rilevante e cosa no, e si intercetti e divulghi TUTTO.

Così, accanto ai notiziari, che si dia ampio spazio anche a rubriche dedicate specificamente a tutto ciò che attiene alle abitudini, ai vizi ed capacità sessuali di ciascun politico (numero di amplessi, con chi, preferenze particolari etc etc), perché altrimenti si fanno differenziazioni e distinguo inaccettabili, e si considera andare a trans più grave che andare con uomini, in aperta violazione dell'art. 3 Co. e di tutti i principi di non discriminazione.
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06/07/2011 20:46
 
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e metti uno bestemmia per telefono o dice cxxxo?
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06/07/2011 22:54
 
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Re: Re: Re: Re:
Paperino!, 06/07/2011 16.13:


Avremmo saputo del caso Ruby, perché dare soldi a una minorenne è ancora un reato...
Non avremmo saputo che il governatore del Lazio va a trans, o che ci va quell'altro del Pd...Sottile, mi pare.
Tutto sommato, non mi interessava saperlo.



non avremmo saputo dello scandalo de L'Aquila o delle varie P3 e P4 che sono uscite. sono questi i fatti che i potenti non vogliono far uscire, se ne fregano delle mignotte e dei trans (il mio era giusto un esempio sui comportamenti, che a me non fanno nè caldo nè freddo ma a molti elettori importa eccome)


Paperino!, 06/07/2011 16.13:


Se è giusto che ognuno dia il proprio voto non secondo l'efficienza del loro operato pubblico, ma anche secondo la loro moralità, allora che sia lasciato ad ogni cittadino la libertà ed il diritto di stabilire da sé cosa è moralmente rilevante e cosa no, e si intercetti e divulghi TUTTO.

Così, accanto ai notiziari, che si dia ampio spazio anche a rubriche dedicate specificamente a tutto ciò che attiene alle abitudini, ai vizi ed capacità sessuali di ciascun politico (numero di amplessi, con chi, preferenze particolari etc etc), perché altrimenti si fanno differenziazioni e distinguo inaccettabili, e si considera andare a trans più grave che andare con uomini, in aperta violazione dell'art. 3 Co. e di tutti i principi di non discriminazione.



se un presidente del consiglio o altra carica istituzionale va a mignotte questo è un diritto saperlo. a parte che la prostituzione è reato, ma parliamo di persone che rappresentano il nostro paese e - sempre secondo la nostra Costituzione - hanno il dovere di farlo con disciplina e onore.
ugualmente se il segretario di un partito di rilevanza nazionale è coinvolto nell'acquisizione di una importante banca è un nostro diritto saperlo. questo però più dal punto di vista etico che morale.

tutto questo discorso lo stiamo concentrando sulle preferenze sessuali dei personaggi noti. resta però che i nostri politici se ne sbattono altamente di tutto questo. come ho già detto, sono ben altri i fatti che vogliono mantenere nascosti e vogliono farci credere che sia un problema di rilevanza nazionale.
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07/07/2011 23:29
 
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Io sono cmq favorevole alla pubblicazione: pensate alla "Struttura Delta" che è emersa per il controllo della Rai....
Che la Rai fosse controllata dalla politica era cosa risaputa ma non a livello di gente messa ai vertici della Rai per fare solo ed esclusivamente gli interessi di mediaset e di Berlusconi. La Rai è cmq un'azienda pubblica...
Se non si fosse venuto a conoscenza di queste intercettazioni ora avremmo Nardello, uno della struttura, a capo del personale della Rai.

Vabbè questo è solo uno dei tantissimi esempi...
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08/07/2011 00:59
 
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Si, ma il punto non è se in alcune conversazioni ci siano cose rilevanti. Immagino che in tutte le conversazioni ci siano cose importanti per decidere il valore del politico o l'insieme degli apparati di potere ai quali si riferisce (diamine non è certo oggi che scopriamo che tizio ha la banca o caio controlla la rai.. non mi dite che qualcuno aveva dubbi sul fatto che la rai fosse controllata da B.). Il punto è fino a che punto queste informazioni possano creare danni collaterali alla vita delle persone (perché se è vero che il politico è un personaggio pubblico, non è detto che tutti i suoi interlocutori lo siano). Sapere i fatti intimi di Fiorani o Ricucci, distruggere l'immagine di Tizio o di Caio non è un rischio accettabile sempre e comunque.
Inoltre si dimentica la ratio del divieto di pubblicazione: evitare che il giudice del dibattimento sia influenzato.. insomma è lo spirito del processo garantista, ma in Italia l'amore per l'inquisitorio fascista non cessa mai.
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08/07/2011 09:18
 
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Io non mi sento inquisitoria: ma per me tra l'interesse del singolo a non subire un danno transitorio( fino alla durata del processo)alla propria immagine e l'interesse ad essere informati dei risvolti politici e morali di un'inchiesta prevale l'interesse pubblico.
Inoltre: il nostro codice di procedura penale è pieno zeppo di garanzie a tutela dell'imputato tanto che la vittima passa in quarto piano: eppure c'è chi parla dell'inquisizione dei nostri giudici...
Se si parla di indagini, allo stesso modo c'è un'accurata regolamentazione ed attenzione all'indagato( e se l'indagine si risolve in una bolla di sapone con l'archiviazione si dovrebbe risarcire l'onore infranto dell'ex inquisito).


Poi, dal momento che la prova si forma in contraddittorio tra le parti, il giudice può prendere in considerazione solo ciò che si acquisisce nel rispetto delle disposizioni del codice di procedura( e la disciplina è accurata): il giudice ne deve, poi, dare conto nella motivazione della sentenza.
Dunque il suo percorso logico è controllabile e rintracciabile di modo che se c'è un abuso la sentenza può essere impugnata( cosa più unica che rara per altri due gradi di giudizio).
Il giudice non può utilizzare il suo sapere privato e se lo fa risulta dalla motivazione, con la conseguenza che la sentenza può essere impugnata.


Infine: anche in America, la Patria del garantismo, è possibile pubblicare indiscrezioni: tanto che, del caso Strauss Kahan, noi sappiamo tutto della cameriera e della sua relazione, delle sue telefonate.....

Il modo in cui viene posta in Italia la questione ed i progetti di riforma che mirano ad impedire le intercettazioni piuttosto
che a non pubblicarle nella fase delle indagini
mi sa molto di strumentalizzazione.




[Modificato da nekonika 08/07/2011 09:23]
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08/07/2011 11:39
 
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Re:
nekonika, 08/07/2011 09.18:

Io non mi sento inquisitoria: ma per me tra l'interesse del singolo a non subire un danno transitorio( fino alla durata del processo)alla propria immagine e l'interesse ad essere informati dei risvolti politici e morali di un'inchiesta prevale l'interesse pubblico.
Inoltre: il nostro codice di procedura penale è pieno zeppo di garanzie a tutela dell'imputato tanto che la vittima passa in quarto piano: eppure c'è chi parla dell'inquisizione dei nostri giudici...
Se si parla di indagini, allo stesso modo c'è un'accurata regolamentazione ed attenzione all'indagato( e se l'indagine si risolve in una bolla di sapone con l'archiviazione si dovrebbe risarcire l'onore infranto dell'ex inquisito).


Poi, dal momento che la prova si forma in contraddittorio tra le parti, il giudice può prendere in considerazione solo ciò che si acquisisce nel rispetto delle disposizioni del codice di procedura( e la disciplina è accurata): il giudice ne deve, poi, dare conto nella motivazione della sentenza.
Dunque il suo percorso logico è controllabile e rintracciabile di modo che se c'è un abuso la sentenza può essere impugnata( cosa più unica che rara per altri due gradi di giudizio).
Il giudice non può utilizzare il suo sapere privato e se lo fa risulta dalla motivazione, con la conseguenza che la sentenza può essere impugnata.


Infine: anche in America, la Patria del garantismo, è possibile pubblicare indiscrezioni: tanto che, del caso Strauss Kahan, noi sappiamo tutto della cameriera e della sua relazione, delle sue telefonate.....

Il modo in cui viene posta in Italia la questione ed i progetti di riforma che mirano ad impedire le intercettazioni piuttosto
che a non pubblicarle nella fase delle indagini
mi sa molto di strumentalizzazione.





Il garantismo non è nei confronti dell'imputato, ma è lo strumento attraverso il quale si ricostruisce la verità e si tutela davvero la giustizia e la vittima.

Sull'esempio americano assolutamente non mi risulta che siano state pubblicate intercettazioni... le indiscrezioni sono un'altra cosa...non trucchiamo le carte
Qui metto un esempio di ciò che in Italia è una regola mentre nei paesi normali è una cosa gravissima:
www.giornalettismo.com/archives/132740/lo-scandalo-che-cambiera-la-stampa-bri...

Poi qua non si parla di non pubblicare mai le intercettazioni, ma di pubblicare quelle acquisite agli atti del processo. Diversamente facciamo saltare la segretezza delle indagini...
Poi se esiste una legge che vieta al momento certe pubblicazioni, perché lo consideriamo normale? Esistono quindi leggi da rispettare ed altre soggette a valutazioni di giustizia superiore?

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08/07/2011 12:24
 
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Ma infatti: la legge già prevede i casi in cui le intercettazioni legittimamente acquisite non possono essere pubblicate fino alla chiusura delle indagini....
Inoltre già è previsto il divieto di pubblicarle fino a quando esse non siano a disposizione anche della parte e suo difensore......
Inoltre c'è già una normativa a tutela della privacy, per tutte le informazioni private non aventi alcuna rilevanza....
Ho trovato un articolo su altalex:
PUBBLICAZIONE DELLE INTERCETTAZIONI:

IL DIFFICILE BILANCIAMENTO TRA PRIVACY E INFORMAZIONE

di Valeria Falcone

1. LA DISCIPLINA DELLE INTERCETTAZIONI

La materia del divieto di pubblicazione degli atti di un procedimento penale, e in particolare delle intercettazioni penali, rappresenta un tema affascinante e complesso allo stesso tempo.

Intorno ad esso ruotano principi di portata costituzionale, quali l’esigenza processuale di non inquinare le prove, la tutela della privacy delle persone coinvolte ed il diritto dei cittadini ad essere informati sui fatti di cronaca giudiziaria.

Con disegno di legge n. 1638, approvato dalla Camera dei deputati nella seduta n. 145 del 17 aprile 2007, il Governo ha avviato una riforma legislativa in tema di intercettazioni telefoniche ed ambientali e di pubblicità degli atti di indagine.

Le intercettazioni di conversazioni e comunicazioni costituiscono, nel processo penale, un mezzo di ricerca della prova, risultando spesso decisive per fondare il giudizio del giudice.

Anche se tra i principi inviolabili della costituzione è sancita la libertà e segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, è la stessa carta costituzionale a stabilire che la loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge (art. 15 cost.).

E’ salvaguardata, in tal modo, la coesistenza tra il principio di libertà e segretezza delle comunicazioni e quello del rispetto delle esigenze probatorie e investigative nel processo penale.

Le intercettazioni di conversazioni o comunicazioni telefoniche o di flussi di comunicazione relativi a sistemi informatici o telematici sono previste ex lege solo per determinati e gravi reati (artt. 266 e 266 bis c.p.p.).

Il giudice autorizza le operazioni suddette quando vi siano gravi indizi di reato e l’intercettazione è assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini (art. 267 c.p.p.).



2. INTERCETTAZIONI ILLEGALMENTE FORMATE O ACQUISITE: DIVIETO DI DETENZIONE E DI PUBBLICAZIONE

L’ipotesi più grave di divulgazione di intercettazioni telefoniche o telematiche si verifica in caso di pubblicazione di documenti, supporti o atti concernenti dati e contenuti di conversazioni e comunicazioni, relativi al traffico telefonico e telematico, illegalmente formati o acquisiti.

Il recente Decreto legge n. 259/2006, convertito con Legge 20 novembre 2006 n. 281, ha sancito che, in caso di diffusione degli stessi, può essere richiesta, a titolo di riparazione, all’autore della pubblicazione degli atti o dei documenti suddetti, al direttore responsabile e all'editore, in solido fra loro, una somma di denaro determinata in ragione del numero di copie stampate e, ove la diffusione sia avvenuta con mezzo radiofonico, televisivo o telematico, dell’entità del bacino di utenza. In ogni caso, l'entità della riparazione non può essere inferiore a diecimila euro.

L'azione può essere proposta da parte di coloro ai quali detti atti o documenti fanno riferimento e si prescrive nel termine di cinque anni dalla data della pubblicazione.

Tale azione non impedisce al Garante per la protezione dei dati personali di emanare i provvedimenti volti ad inibire l’illecita diffusione.

I responsabili possono, inoltre, vedersi condannare dal giudice civile al risarcimento del danni eventualmente patiti a seguito della pubblicazione illecita.

In caso di diffusione di intercettazioni illegalmente formate o acquisite, pertanto, la tutela delle persone coinvolte è massima. Esse possono richiedere, per le pubblicazioni già avvenute, la riparazione pecuniaria ed il risarcimento del danno, mentre, a titolo di tutela preventiva, possono ottenere l’inibizione di ogni ulteriore e illecita diffusione.

Secondo la giurisprudenza, la diffusione illegale di intercettazioni illegalmente formate e acquisite attiene non soltanto al contenuto delle conversazioni ma anche ad ogni altro dato da esse desumibile, come le generalità dei soggetti coinvolti nella captazione, nell’ipotesi in cui si tratti di dato informativo non desunto da altri accertamenti ma proprio e soltanto dai risultati delle intercettazioni (Cassazione penale, sezione II, 12 gennaio 2006, n. 2817).

3. INTERCETTAZIONI LEGITTIME MA NON PUBBLICABILI

Le intercettazioni possono essere state acquisite legittimamente e, tuttavia, può esserne vietata la pubblicazione.

Le norme che vietano la divulgazione del testo o del contenuto degli atti di un'indagine penale sono dettate a tutela del sereno svolgimento del procedimento (Cassazione penale, sezione V, 20 settembre 2001, n. 37667).

In particolare, ai sensi dell’articolo 114 c.p.p., è vietata la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, degli atti coperti dal segreto o anche solo del loro contenuto. Quando l’atto non è più coperto dal segreto, è sempre consentita la pubblicazione del suo contenuto, ma continua ad essere vietata la pubblicazione anche parziale dell’atto stesso fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare.

Si distingue, pertanto, la pubblicazione anche parziale dell’atto dalla pubblicazione del contenuto dell’atto. Nel primo caso, il divieto di pubblicazione è assoluto e risponde all’esigenza di non inquinare le prove del processo; nel secondo caso, invece, il divieto di pubblicazione è attenuato e tutela il principio del libero convincimento del giudice.

Per capire quando il contenuto di un atto d’indagine può essere pubblicato, è necessario far riferimento alla disciplina del segreto degli atti acquisiti nel corso delle indagini preliminari, fissata dall’articolo 329 c.p.p. Secondo tale disposizione, gli atti di indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria sono coperti dal segreto fino a quando l’imputato non ne possa avere conoscenza e, comunque, non oltre la chiusura delle indagini preliminari.

Le intercettazioni di conversazioni o di comunicazioni sono disposte dal pubblico ministero, previa autorizzazione del giudice delle indagini preliminari, e le loro trascrizioni costituiscono, pertanto, atti di indagini del pubblico ministero coperti dal segreto nei limiti suddetti.

Pertanto, nel momento in cui le intercettazioni sono a disposizione dell’imputato e del suo difensore, al giornalista è consentito pubblicarne il contenuto. Diversamente, se sono divulgati gli atti relativi alle intercettazioni medesime, quando essi siano ancora segreti ovvero prima della conclusione delle indagini preliminari o dell’udienza preliminare, viene violato il divieto di pubblicazione previsto dall’articolo 114 c.p.p..

In caso di divulgazione di atti o documenti di cui sia vietata la pubblicazione ricorre la figura contravvenzionale di “Pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale” secondo cui “chiunque pubblica, in tutto o in parte, anche per riassunto o a guisa d’informazione, atti o documenti di un procedimento penale, di cui sia vietata per legge la pubblicazione, è punito con l’arresto fino a trenta giorni o con l’ammenda da 51 euro a 258 euro” (articolo 684 codice penale).

Il disegno di legge n. 1638 del Governo, approvato con taluni emendamenti dalla Camera dei deputati nella seduta n. 145 del 17 aprile 2007, è intervenuto sull’argomento.

In particolare, è stato aggiunto il comma II bis all’articolo 114 del codice di procedura penale, che stabilisce: “È vietata la pubblicazione, anche parziale, per riassunto o nel contenuto, della documentazione, degli atti relativi a conversazioni, anche telefoniche, o a flussi di comunicazioni informatiche o telematiche ovvero ai dati riguardanti il traffico telefonico o telematico, anche se non più coperti da segreto, fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare”. Ciò significa che se il disegno di legge suddetto dovesse diventare legge, il divieto di pubblicazione del contenuto di intercettazioni permarrebbe fino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare. Prima di questo momento non sarebbe più possibile conoscere neanche il contenuto degli atti di intercettazione.

Anche il reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale (articolo 684 codice penale) è stato oggetto di modifiche e integrazioni dal citato disegno di legge.

In particolare, nel testo approvato dalla Camera dei deputati, sono state inasprite le sanzioni previste per tale contravvenzione. Con la modifica in esame, ai sensi dell’articolo 684 codice penale, “chiunque pubblica, in tutto o in parte, anche per riassunto o nel contenuto, atti o documenti di un procedimento penale, di cui sia vietata per legge la pubblicazione, è punito con l'arresto fino a trenta giorni o con l'ammenda da 10.000 euro a 100.000 euro. La condanna importa la pubblicazione della sentenza a norma dell'articolo 36 (codice penale)”.

4. PUBBLICAZIONE DELLE INTERCETTAZIONI E LIMITI DELLA PRIVACY

E’ importante sottolineare che il reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale rappresenta una contravvenzione per la prevenzione di taluni reati e per la tutela preventiva dei segreti e non attiene alla salvaguardia della privacy e della dignità della persona.

Può accadere, infatti, che il giornalista pur attenendosi alle disposizioni che vietano la pubblicazione di atti di un procedimento penale, nel divulgare atti o documenti pubblicabili, non rispetti i precetti dettati dal Codice della privacy (decreto legislativo n. 196/2003) o dal Codice deontologico 29 luglio 1998 del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti .

Il principio generale, che i giornalisti devono rispettare per la tutela della privacy altrui, è quello dell’essenzialità dell’informazione riguardo a fatti di interesse pubblico.

Di conseguenza, la pubblicazione di trascrizioni di intercettazioni telefoniche, che porti alla divulgazione non soltanto di dati essenziali e indispensabili per informare i cittadini sulle indagini in corso ma anche di elementi e aspetti della vita privata di persone non coinvolte direttamente nel fatto di cronaca, è da ritenersi illegittima.

In tal caso, il giornalista non può essere punito a titolo di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale ma rischia di incorrere nelle sanzioni disciplinari dell’Ordine dei giornalisti e nei provvedimenti impeditivi e sanzionatori del Garante della privacy.

In caso di violazione delle norme del codice deontologico, l’Ordine dei giornalisti può, infatti, avviare procedimenti disciplinari nei confronti dei suoi iscritti.

Le sanzioni disciplinari, previste dalla Legge n. 69/1963 sull’ordinamento della professione giornalistica, sono l’avvertimento, la censura, la sospensione dall’esercizio professionale e, nei casi più gravi, la radiazione.

D’altro canto, il Garante per la protezione dei dati personali può, in caso di violazione delle prescrizioni contenute nel codice di deontologia, prescrivere le misure opportune o necessarie per rendere il trattamento conforme alle disposizioni vigenti in materia di privacy e può disporre il blocco o vietare, in tutto o in parte, il trattamento che risulta illecito o non corretto. In caso di ulteriore inadempimento da parte del giornalista, si configura il reato di “Inosservanza dei provvedimenti del Garante” (art. 170 d.lgs. n 196/2003).

In conformità a tali compiti, il Garante ha emanato il Provvedimento 21 giugno 2006 (G.U. n. 147 del 27 giugno 2006), con il quale è stato prescritto ai titolari del trattamento in ambito giornalistico (editori) di adeguare immediatamente i trattamenti di dati personali relativi alla pubblicazione di trascrizioni di intercettazioni telefoniche a tutti i principi affermati dal Codice sulla privacy e dal Codice deontologico.

Nel provvedimento suddetto, il Garante ha sottolineato l’esigenza del rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle diverse persone coinvolte dalle predette pubblicazioni, con particolare riferimento alla loro riservatezza, dignità ed identità personale, nonché al diritto fondamentale alla protezione dei relativi dati personali.

Anche se è configurabile un interesse pubblico alla conoscenza dettagliata di fatti, secondo il Garante, “si pone con seria evidenza la necessità di assicurare, con immediatezza e su un piano generale, un'adeguata tutela dei diritti di soggetti coinvolti dalla pubblicazione pressoché integrale di innumerevoli brani di conversazioni telefoniche, intercorse anche con terzi estranei ai fatti oggetto di indagine penale o che non risultano allo stato indagati, o brani che riguardano in ogni caso diverse relazioni personali o familiari o, ancora, persone semplicemente lese dai fatti”.

Accade di frequente, infatti, che i giornalisti mettano a disposizione dell'opinione pubblica un vasto materiale di documentazione di conversazioni telefoniche senza un’adeguata selezione e valutazione, anche se non vengono violate le norme sul segreto e sul divieto di pubblicazione.

Tale materiale, oltre a non risultare sempre essenziale per una doverosa informazione dell'opinione pubblica, può favorire anche una percezione inesatta di fatti, circostanze e relazioni interpersonali.

Il Garante ribadisce, nel predetto documento, i principi stabiliti dal Codice deontologico, secondo il quale:

a) è garantito al giornalista il diritto all'informazione su fatti di interesse pubblico ma nel rispetto dell'essenzialità dell'informazione;

b) è necessario evitare riferimenti a congiunti o ad altri soggetti non interessati ai fatti;

c) è indispensabile rispettare la dignità e la sfera sessuale delle persone.

Pertanto l'indiscriminata pubblicazione di trascrizioni di intercettazioni di numerose conversazioni telefoniche, specie quando finisce per suscitare la curiosità del pubblico su aspetti intimi e privati, senza rispondere integralmente ad un'esigenza di giustificata informazione su vicende di interesse pubblico, può configurare una violazione delle disposizioni del Codice sulla privacy e della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, i quali contemperano il diritto al rispetto della vita privata e familiare con il diritto alla libertà di espressione.

Il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche e ambientali e pubblicità degli atti di indagine, esaminato ed approvato dalla Camera dei deputati nella seduta del 17 aprile 2007, modifica il comma V dell’art. 139 del d.lgs. n. 196/2003, richiamando, in caso di violazioni delle prescrizioni del codice di deontologia, una nuova ipotesi di violazione amministrativa: “Illeciti per finalità giornalistiche” (art. 164 bis Codice sulla privacy).

In applicazione di tale disposizione, il Garante per la protezione dei dati personali, se accerta la violazione, può condannare l’editore alla sanzione amministrativa della “pubblicazione, nella testata attraverso la quale è stata commessa la violazione nonché, ove ritenuto necessario, anche in altre testate, della decisione che accerta la violazione, per intero o per estratto, ovvero di una dichiarazione riassuntiva della medesima violazione. La pubblicazione è effettuata, secondo le modalità indicate dall'ordinanza, a spese dei responsabili”.

E’ prevista, pertanto, una nuova tutela a favore di coloro che subiscono una violazione della privacy, a seguito di pubblicazione di intercettazioni.

Tuttavia, la sanzione amministrativa di illeciti per finalità giornalistiche si inserisce in sistema sanzionatorio già particolarmente articolato e complesso.

Il Garante ha, infatti, già diversi poteri di intervento in caso di violazione della privacy ed anche l’Ordine dei giornalisti può, dal canto suo, comminare sanzioni disciplinari ai giornalisti che, pubblicando intercettazioni in maniera indiscriminata, violino la privacy.

Per queste ragioni, sono numerose le opinioni che, soprattutto dal mondo dell’informazione, esprimono tutta la loro preoccupazione per un disegno di legge che potrebbe rivelarsi di ostacolo alla libertà di informazione, costituzionalmente garantita e base della democrazia del Paese.


[Modificato da nekonika 08/07/2011 12:28]
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08/07/2011 12:33
 
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Il discorso ovviamente non riguarda l'attuale legge che a me sembra equilibrata tranne nella parte in cui in caso di violazione ci sono sanzioni irrisorie.
Il problema, alla base del topic, è se possano essere pubblicate prima della chiusura indagini e se sia illegittimo inasprire le pene in caso di pubblicazione.
Email Scheda Utente
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08/07/2011 12:35
 
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Inoltre: la vicenda di Noemi Letizia fu scoperta dai giornalisti non tramite intercettazioni.....lo stesso per il fatto di Ruby: dopo che trapelò la notizia che Berlusconi aveva telefonato in questura per ottenere il rilascio della sua protetta si iniziò ad indagare sul reato di abuso d'ufficio e dunque, nel rispetto della normativa vigente, si pubblicarono le intercettazioni dalle quali risultava la verità.

Cmq io rispetto l'opinione di chi voglia subordinare la pubblicazione delle intercettazioni alla fine delle indagini. Anche se non vedo la ragione di una generalizzazione di questo tipo: già sono previsti i casi in cui si può pubblicare solo dopo la fase delle indagini preliminari.


Ma mi spiegate perchè il Governo si è sempre mosso in direzioni differenti?!
Si è arrivato a dire che le intercettazioni, come strumento d'indagine, sono inutili e pericolose.....
Se sentivano la necessità di una seria regolamentazione solo nel senso di cui stiamo parlando( necessità di non inquinare le prove, tutelare la privacy delle persone coinvolte)perchè hanno proposto tutt'altro?!
[Modificato da nekonika 08/07/2011 12:37]
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Re: Re:
giusperito, 08/07/2011 11.39:



Il garantismo non è nei confronti dell'imputato, ma è lo strumento attraverso il quale si ricostruisce la verità e si tutela davvero la giustizia e la vittima.

Sull'esempio americano assolutamente non mi risulta che siano state pubblicate intercettazioni... le indiscrezioni sono un'altra cosa...non trucchiamo le carte
Qui metto un esempio di ciò che in Italia è una regola mentre nei paesi normali è una cosa gravissima:
www.giornalettismo.com/archives/132740/lo-scandalo-che-cambiera-la-stampa-bri...

Poi qua non si parla di non pubblicare mai le intercettazioni, ma di pubblicare quelle acquisite agli atti del processo. Diversamente facciamo saltare la segretezza delle indagini...
Poi se esiste una legge che vieta al momento certe pubblicazioni, perché lo consideriamo normale? Esistono quindi leggi da rispettare ed altre soggette a valutazioni di giustizia superiore?





Perchè, per me, le ipotesi previste sono sufficienti.
Non serve generalizzare questo termine, che tutte le intercettazioni debbano essere pubblicate dopo la chiusura delle indagini.
Per me prevale l'interesse a sapere. Però rispetto anche la diversa opinione di pubblicarle dopo la chiusura delle indagini.
Non rispetto la posizione di chi strumentalizza il problema per giungere a risultati del tutto differenti: impossibilità di intercettare o pubblicare solo dopo sentenza passata in giudicato( con buona pace della libera informazione).
[Modificato da nekonika 08/07/2011 12:51]
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Re: Re: Re:
nekonika, 08/07/2011 12.50:




Perchè, per me, le ipotesi previste sono sufficienti.
Non serve generalizzare questo termine, che tutte le intercettazioni debbano essere pubblicate dopo la chiusura delle indagini.
Per me prevale l'interesse a sapere. Però rispetto anche la diversa opinione di pubblicarle dopo la chiusura delle indagini.
Non rispetto la posizione di chi strumentalizza il problema per giungere a risultati del tutto differenti: impossibilità di intercettare o pubblicare solo dopo sentenza passata in giudicato( con buona pace della libera informazione).




Ripeto la mia domanda: INTERESSE a SAPERE COSA? [SM=x43606]
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Re: Re: Re: Re:
nando85, 09/07/2011 12.44:




Ripeto la mia domanda: INTERESSE a SAPERE COSA? [SM=x43606]



A parte che grangenerale già ha parlato di quest'aspetto....
Interesse a sapere se il nostro Presidente del Consiglio è capace di fare pressioni in questura per ottenere il rilascio di una sua protetta per esempio.....
Interesse a sapere se è vero, come dice il su indicato, che la Rai è contro di lui o se, come dimostrano le intercettazioni, era a sua disposizione......
Interesse a sapere se il sindaco di Bologna utilizzava il proprio potere ed i soldi pubblici per favorire la sua fidanzata.....

Insomma tutte cose che hanno rilevanza nel giudizio su di un amministratore e uomo politico o d'affari.......

O non ci riguarda tutto questo?!


[Modificato da nekonika 09/07/2011 13:25]
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Re: Re: Re: Re: Re:
nekonika, 09/07/2011 13.24:



A parte che grangenerale già ha parlato di quest'aspetto....
Interesse a sapere se il nostro Presidente del Consiglio è capace di fare pressioni in questura per ottenere il rilascio di una sua protetta per esempio.....
Interesse a sapere se è vero, come dice il su indicato, che la Rai è contro di lui o se, come dimostrano le intercettazioni, era a sua disposizione......
Interesse a sapere se il sindaco di Bologna utilizzava il proprio potere ed i soldi pubblici per favorire la sua fidanzata.....

Insomma tutte cose che hanno rilevanza nel giudizio su di un amministratore e uomo politico o d'affari.......

O non ci riguarda tutto questo?!





Io ho interesse a sapere se un politico sa fare bene il politico, se sa far crescere l'economia e fare le giuste riforme, per il resto voglio che la magistratura in silenzio e senza andare di fronte alle tv mi dica se il politico ha commesso effettivamente REATI, le ipotesi di reato e le intercettazioni lasciano il tempo che trovano.

Ripeto, penso sarebbe meglio per tutto il paese, chiudere questa fase di politica-giudiziaria-gossippara che ci blocca da 20 anni ed iniziare a parlare di nuovo di politica...
a mettere la classe dirigente di fronte ai propri fallimenti, che oggi trovano sempre meno spazio di fronte all'opinione pubblica, quasi fossero problemi di 2° piano rispetto alle indagini ed al gossip.

Per intenderci...
penso sia meglio che gli italiani, anzichè pensare alle puttane di Berlusconi ed ai neri che si tromba Vendola, focalizzi la propria attenzione sulla manovra di Tremonti e sul resto dell'operato del governo.
[Modificato da nando85 09/07/2011 14:30]
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nando85, 09/07/2011 14.25:



Io ho interesse a sapere se un politico sa fare bene il politico, se sa far crescere l'economia e fare le giuste riforme, per il resto voglio che la magistratura in silenzio e senza andare di fronte alle tv mi dica se il politico ha commesso effettivamente REATI, le ipotesi di reato e le intercettazioni lasciano il tempo che trovano.

Ripeto, penso sarebbe meglio per tutto il paese, chiudere questa fase di politica-giudiziaria-gossippara che ci blocca da 20 anni ed iniziare a parlare di nuovo di politica...
a mettere la classe dirigente di fronte ai propri fallimenti, che oggi trovano sempre meno spazio di fronte all'opinione pubblica, quasi fossero problemi di 2° piano rispetto alle indagini ed al gossip.

Per intenderci...
penso sia meglio che gli italiani, anzichè pensare alle puttane di Berlusconi ed ai neri che si tromba Vendola, focalizzi la propria attenzione sulla manovra di Tremonti e sul resto dell'operato del governo.




Infatti le notizie di cui ti dicevo servono proprio a questo: a valutare, a formarsi un'opinione sulla capacità e le modalità di governo dei nostri dirigenti.


Secondo te in Italia da 20 anni a questa parte non si parla di politica perchè si pubblicano le intercettazioni?!
Per questo Berlusconi paralizza il governo con leggi ad personam e ad aziendam?! Per questo il governo è concentrato sul Nord Italia?! Per questo non si fanno riforme?! Per questo non si adottano misure per i cittadini?!

Gli italiani hanno davanti agli occhi il fallimento del governo eppure difendono Berlusconi e l'operato del governo affermando che c'è una magistratura comunista che lo vuole boicottare, addossando ogni responsabilità ai giornali che pubblicano le intercettazioni: persino la sentenza d'appello nella quale si accerta la corruzione di un giudice e il danno a De Benedetti, persino una causa civile è strumentalizzata per dire che la magistratura trama contro Berlusconi.
Poverino: ha solo corrotto un giudice e scippato la Mondadori a De Benedetti.....perchè dev'essere condannato?!

Ma poi: quale gossip?! Gli esempi che ti ho fatto sono gossip?!

A me non interessano le puttane di Berlusconi( per i neri di Vendola questa battura razzista la lascio a te) ma mi interessa che non utilizzi il suo potere per salvarle dalla galera, che non sia ricattabile dalle sue escort, che non le faccia diventare ministre o consigliere.

Povera Italia......la pubblicazione delle intercettazioni la sta mandando in rovina......e io che pensavo che ciò dipendesse da come la si sta governando....
[Modificato da nekonika 09/07/2011 15:53]
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09/07/2011 21:20
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nekonika, 09/07/2011 15.49:




Infatti le notizie di cui ti dicevo servono proprio a questo: a valutare, a formarsi un'opinione sulla capacità e le modalità di governo dei nostri dirigenti.


Secondo te in Italia da 20 anni a questa parte non si parla di politica perchè si pubblicano le intercettazioni?!
Per questo Berlusconi paralizza il governo con leggi ad personam e ad aziendam?! Per questo il governo è concentrato sul Nord Italia?! Per questo non si fanno riforme?! Per questo non si adottano misure per i cittadini?!

Gli italiani hanno davanti agli occhi il fallimento del governo eppure difendono Berlusconi e l'operato del governo affermando che c'è una magistratura comunista che lo vuole boicottare, addossando ogni responsabilità ai giornali che pubblicano le intercettazioni: persino la sentenza d'appello nella quale si accerta la corruzione di un giudice e il danno a De Benedetti, persino una causa civile è strumentalizzata per dire che la magistratura trama contro Berlusconi.
Poverino: ha solo corrotto un giudice e scippato la Mondadori a De Benedetti.....perchè dev'essere condannato?!

Ma poi: quale gossip?! Gli esempi che ti ho fatto sono gossip?!

A me non interessano le puttane di Berlusconi( per i neri di Vendola questa battura razzista la lascio a te) ma mi interessa che non utilizzi il suo potere per salvarle dalla galera, che non sia ricattabile dalle sue escort, che non le faccia diventare ministre o consigliere.

Povera Italia......la pubblicazione delle intercettazioni la sta mandando in rovina......e io che pensavo che ciò dipendesse da come la si sta governando....




Secondo me, in Italia non si parla di politica da troppo tempo anche grazie alla cronaca giudiziaria e ciò fa bene solo ai politici.

E' quanto meno opportuno porre un freno alla cosa, a prescindere da considerazioni ideologiche di principio e schieramenti politici.

Se, come dici tu, non tutti gli Italiani non vogliono vedere il palese fallimento del governo Berlusconi, ciò accade anche perchè si parla più di inchieste che di programmi.

Penso che, se non venissero pubblicate le intercettazioni ed esistesse uno scudo tipo lodo Alfano in costituzione, il governo sarebbe spinto a parlare più di politica e meno di stronzate...

Di conseguenza, sarebbe costretto a convincere l'opinione pubblica non su Ruby, sulla Minetti, sulle case di Tremonti, Fini e Scajola o contrattaccare l'opposizione sulle barche di D'Alema...
ma parlando di programmi e fatti concreti!

Gli Italiani non sono coscienti di come l'Italia è effettivamente governata, anche perchè esistono un mare di cose che distolgono l'attenzione...
su tutte intercettazioni e cronaca giudiziaria.

E' il sistema che è sbagliato.
Andando via Berlusconi non si risolverà nulla.

P.s.
Non mi pare di aver fatto alcuna battuta razzista... [SM=x43608]
[Modificato da nando85 09/07/2011 21:22]
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10/07/2011 01:38
 
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Io credo che il rispetto della privacy sia un valore fondamentale di un moderno ordinamento civile. Il problema secondo me va affrontato diversamente: QUALI intercettazioni vanno pubblicate?

Mi pare che a volte si dimentichi che i politici sono personaggi pubblici. Ricoprire tale carica è loro scelta esclusiva ma una volta giunti in Parlamento devono rendere conto a tutto il Paese delle proprie azioni. Se un politico commette reati o se ha determinati atteggiamenti io voglio saperlo perchè voglio sapere chi sta rappresentando il mio Paese.

In altri Stati d'Europa, o in America, il minimo sgarro da parte di un politico equivale alle dimissioni. In Europa si sente spesso di politici che SPONTANEAMENTE si dimettono dopo aver fatto/detto in privato qualcosa di poco consono al mandato che ricoprono. In America è persino un'abitudine cercare di abbattere i politici spingendoli verso le dimissioni attraverso la pubblicazione di scandali privati.

E in Italia? In Italia i nostri rappresentanti si assentano di continuo, utilizzano le auto blu ed altri privilegi per i loro fini privati, deviano le leggi per favorirsi, aprono bordelli privati, favoriscono la prostituzione (anche minorile), commettono reati finanziari e via dicendo. E poi vogliono anche tenerci nell'ignoranza? Beh li capisco, un mondo senza pluralismo dell'informazione, dove adesso anche internet è sotto attacco della macchina di censura, è importante censurare anche le intercettazioni. Il prossimo passo sarà creare il giornale unico di Stato che pubblichi notizie scelte ad hoc dai partiti, dopo di che ci tocca solo emigrare. Sempre che non inizino a sparare al confine come in Korea...




~Luca
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10/07/2011 13:27
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nando85, 09/07/2011 21.20:




Secondo me, in Italia non si parla di politica da troppo tempo anche grazie alla cronaca giudiziaria e ciò fa bene solo ai politici.

E' quanto meno opportuno porre un freno alla cosa, a prescindere da considerazioni ideologiche di principio e schieramenti politici.

Se, come dici tu, non tutti gli Italiani non vogliono vedere il palese fallimento del governo Berlusconi, ciò accade anche perchè si parla più di inchieste che di programmi.

Penso che, se non venissero pubblicate le intercettazioni ed esistesse uno scudo tipo lodo Alfano in costituzione, il governo sarebbe spinto a parlare più di politica e meno di stronzate...

Di conseguenza, sarebbe costretto a convincere l'opinione pubblica non su Ruby, sulla Minetti, sulle case di Tremonti, Fini e Scajola o contrattaccare l'opposizione sulle barche di D'Alema...
ma parlando di programmi e fatti concreti!

Gli Italiani non sono coscienti di come l'Italia è effettivamente governata, anche perchè esistono un mare di cose che distolgono l'attenzione...
su tutte intercettazioni e cronaca giudiziaria.

E' il sistema che è sbagliato.
Andando via Berlusconi non si risolverà nulla.

P.s.
Non mi pare di aver fatto alcuna battuta razzista... [SM=x43608]




Io penso che, anche grazie alla pubblicazione delle intercettazioni , si possa parlare meglio di politica ed anche di etica e morale.

Ultimamente ho notato che, finalmente, si è tornato a parlare di politica: la opposizione parla di politica ogni volta che contesta nel merito della questione le misure proposte o approvate dal governo .
Non sento nessuno che parla ancora di Ruby o della Minetti: se n'è parlato a tempo debito e parlarne ha fatto solo bene: si è scoperto come si recluta una parte della classe dirigente femminile del Pdl( sia chiaro, non tutte...), come Berlusconi agisce in spregio delle regole pur essendo un rappresentante delle istituzioni.

Si può parlare di politica e contemporaneamente pubblicare le intercettazioni.


La soluzione per ritornare ad avere un Governo che funzioni non è accontentare Berlusconi e approvare una legge tipo lodo Alfano( dichiarato incostituzionale) + un'altra che blocca la pubblicazione delle intercettazioni: la soluzione è mandarlo a casa se non fa il proprio dovere, se continua a non pensare ai problemi degli italiani e a pensare unicamente ai suoi guai giudiziari.....
Se ha commesso reati o se è chiamato in un processo civile a risarcire un altro imprenditore sono solo affari suoi che dovrebbe affrontare privatamente senza che l'Italia ne risenta....

Altrimenti se ne sarebbe dovuto tornare a casa( non cambiare il nostro sistema processuale ad personam), avrebbe dovuto compiere un atto di responsabilità...

Ma Berlusconi è sceso in campo solo per farsi gli affari suoi, come dimostra da 17 anni a questa parte.....quindi inutile pensare sia un problema di pubblicazione di intercettazioni......


Infine: è una battuta omofoba perchè non è detto che perchè uno è gay gli piacciono i neri.....io poi so che Vendola ha un compagno stabile.
[Modificato da nekonika 10/07/2011 13:31]
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10/07/2011 13:42
 
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Volevo correggere una cosa che avevo scritto precedentemente: solo una parte degli italiani continua a pensare che Berlusconi sia un perseguitato politico, che il fallimento del Governo è dovuto alla pubblicazione delle intercettazioni e alla magistratura comunista.....

Sempre meno persone gli credono grazie anche alle intercettazioni....come dire, carta canta.....

Lo dimostra la sconfitta alle elezioni di maggio, la sconfitta al referendum ed i sondaggi vari....
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