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Brunetta ai precari: «Voi parte peggiore d'Italia»

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2011 12:45
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16/06/2011 12:51
 
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Nell’Italia del nepotismo si può essere precari anche se si è figli di un senatore. E’ questa la notizia dentro la notizia dell’ignobile sbroccata del ministro Renato Brunetta: Fabrizio Caccia del Corriere ha ritrovato e intervistato la donna che ha fatto arrabbiare il ministro Renato Brunetta:

È lei la precaria che ha ispirato al ministro Brunetta la frase maledetta («Questa è la peggiore Italia…»). Maurizia Russo Spena, 39 anni, mamma di 2 bambine di 2 e 5 anni («ma i figli sono tre perché la mia è una famiglia allargata…»), ha «15 anni di precariato alle spalle—racconta—mai un contratto fisso» e questo malgrado abbia un padre importante, Giovanni Russo Spena, l’ex senatore di Rifondazione comunista: «E sì—dice—perché i privilegi in questo Paese li puoi usare o no. E io e mio padre ci siamo sempre rifiutati di farlo. Sono figlia di un comunista e molto orgogliosa di esserlo…». L’altro giorno, al convegno sull’innovazione, si era avvicinata al ministro per esporre le ragioni di chi «non chiede un posto fisso ma un lavoro dignitoso, continuità di reddito e tutela sociale, perché noi precari non siamo un popolo di sfigati…».



Maurizia però non è riuscita nel suo intento, perché Brunetta non l’ha lasciata parlare:

Una laurea a Roma in orientalistica, un master a Tunisi, un dottorato di ricerca a Roma Tre, esperienze di cooperazione in Kurdistan, Palestina, Siria, Tunisia, autrice di libri («Oriente e Occidente: scontro fra civiltà? », «Migranti formati: la formazione nei paesi d’origine come strumento d’inclusione sociale»), nel 2006 finalmente — «visto che il sistema universitario continuava a respingermi»— grazie a un curriculum di tutto rispetto supera un colloquio ed entra all’Agenzia Italia-Lavoro del ministero del Welfare nell’area «immigrazione» con un contratto di collaborazione continuativa, che dovrebbe trasformarsi in un lavoro a tempo determinato. Ma arriva il blocco delle assunzioni, lei impugna il contratto e viene licenziata con altri 16. Due mesi e mezzo a casa e poi «siamo stati reintegrati a metà maggio dal ministro Sacconi — ricorda Maurizia — lo avvicinammo ad un convegno e gli spiegammo la situazione, proprio come volevamo fare con Brunetta. Non era un agguato. Sacconi ci ha ascoltati…». E oggi? «Il mio stipendio è di 1800 euro, sono una precaria di lusso. Ma scado a novembre».
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