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Movimiento 15-M (Los Indignados)

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2011 20:42
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20/05/2011 20:40
 
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MADRID - Quella di oggi è una serata importante per i ragazzi di Puerta del Sol. A mezzanotte infatti scatta il divieto di manifestazioni ed atti di propaganda che coincide con la "giornata di riflessione" alla vigilia delle elezioni regionali e amministrative di domenica. La Giunta elettorale - con un solo voto di maggioranza - ha proibito anche la protesta della Puerta del Sol 1 e la polizia potrebbe avviare lo sgombero per "far rispettare la legge", come chiedono a gran voce tutti i candidati e i giornali del centrodestra. Ma il ministro degli Interni, il socialista Alfredo Perez Rubalcaba, è stato molto più cauto, e in conferenza stampa, ha detto che "la polizia deve essere impiegata per risolvere problemi e non per crearne di nuovi", alludendo a quello che potrebbe succedere se ordinasse lo sgombero con la forza dei ragazzi accampati da quattro giorni nella piazza e lasciando capire che, per il momento, non ci sarà alcun intervento. Loro, gli "indignados" pensano ad altro. "La Giunta elettorale sbaglia: noi non facciamo alcuna propaganda elettorale", ha detto una portavoce. E il movimento "Democracia real ya" ("Democrazia reale adesso") ha ritirato i manifesti e gli striscioni nei quali invitava a votare in bianco o ad annullare il voto. Puerta del Sol non è una manifestazione e neppure un accampamento: è una Agorà, e qui sta la sua forza.


I giovani - studenti, precari, disoccupati - hanno formato commissioni e si riuniscono in circolo, seduti per terra, a discutere con un megafono che gira di bocca in bocca. Tutto il lavoro e le discussioni si stanno concentrando nella elaborazione di un "manifesto minino" con i temi più importanti e le proposte per affrontarli che, alla fine, saranno messe ai voti.

Nel "manifesto" chiedono l'abolizione delle leggi che considerano ingiuste, come quella elettorale, e vorrebbero che ogni nuovo provvedimento importante approvato dal Parlamento sia sottoposto automaticamente a referendum. Vogliono abolire la monarchia e chiedono una riforma fiscale a favore dei redditi più bassi. Una tassa Tobin sulle speculazioni finanziarie e la nazionalizzazione delle banche salvate dal fallimento con i fondi statali. Chiedono più trasporti pubblici e meno auto private, piste ciclabili e biglietti gratis ai disoccupati. Poi se la prendono con la classe politica: liste elettorali aperte, azioni contro la corruzione politica e ricandidature precluse agli indagati. Riduzione dei costi, riforma della legge sul finanziamento ai partiti, soppressione di incarichi e pensioni vitalizie.

Tra le richieste degli "indignados" c'è anche la completa separazione fra lo Stato e la Chiesa.
Per l'Agorà della Puerta del Sol la religione è un fatto privato, che riguarda soltanto l'intimità della persona, e la Chiesa non deve ricevere finanziamenti statali. Mentre i giudici devono stare lontani dalla politica, e i politici non devono interferire con il lavoro della magistratura. Chiedono anche il decentramento del potere politico con una partecipazione allargata alla gestione dei bilanci delle singole amministrazioni (provincie, comuni, regioni) e una democrazia locale più diretta grazie ad internet e alle nuove tecnologie. Per l'ecologia e l'ambiente chiedono la chiusura immediata di tutte le centrali nucleari e sollecitano il governo a sostenere la ricerca e l'applicazione delle energie alternative. Infine la riduzione delle spese militarie e la proibizione all'esercito di intervenire in qualsiasi scenario di guerra.

Da Madrid la protesta si è estesa nelle altre grandi città. Dopo Barcellona, dove è occupata Plaza de Catalunya, sono 166 i centri abitati in Spagna nei quali sono in corso proteste. E' uscito anche il primo sondaggio sulla composizione del popolo degli "indignados" raccolti attorno alla statua equestre di Carlo III nella Puerta del Sol. Il 60% sono uomini, il 40% donne; il 32 % lavora, il 25% sono studenti, il 23% disoccupati, il 12% studia e lavora. La fascia d'età più rappresentata (21%) ha fra i 20 e i 24 anni, il 17% fra 25 e 30 anni, il 7% meno di 20 mentre il 13% ha superato i 30. Nella piazza le assemblee hanno una cadenza di una ogni quattro ore circa, dalle otto a mezzanotte. Su Facebook, nei vari siti da "Spanish revolution" a "Democracia real", hanno quasi 200mila sostenitori. E l'onda si allarga 3 ad altri Paesi europei.





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