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De Magistris assolto: avvertite Ferrara! E che chieda scusa...

Ultimo Aggiornamento: 27/03/2011 12:18
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25/03/2011 10:39
 
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fonte il Giornale
Dura la vita del politico-imputato: barcamenarsi tra un processo e un impegno istituzionale non è sempre facile. Ne sa qualcosa Silvio Berlusconi, certo, bersagliato di continuo perché sfugge alla giustizia, ma anche l’eurodeputato Idv e candidato a sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che di procedimenti ne ha diversi e di «legittimo impedimento» non vuole sentir parlare. Anzi non voleva sentir parlare, finché a presentarsi in aula doveva essere il presidente del Consiglio. «Una legge incostituzionale», tuonava De Magistris lo scorso gennaio commentando la sentenza con cui la Consulta ha stabilito che devono essere i giudici di volta in volta a valutare le ragioni che impedirebbero la presenza in aula di premier, ministri e parlamentari.

Ora che serve a lui una giustificazione per non presentarsi davanti ai giudici, però, il legittimo impedimento non è più una legge così «ignobile e inaccettabile». Tanto da invocarla in un’istanza in cui chiede il rinvio dell’udienza fissata lunedì mattina davanti al gip di Roma Barbara Callari. Il processo è quello in cui l’eurodeputato dell’Idv è accusato di abuso d’ufficio assieme al consulente Gioacchino Genchi per aver acquisito, nell’ambito dell’inchiesta Why Not, i tabulati telefonici di alcuni parlamentari senza avere richiesto prima l’autorizzazione. Il giorno dell’udienza, purtroppo, all’Europarlamento è in programma la commissione Bilancio che De Magistris dovrebbe presiedere. Un impegno serio, insomma, non come quelli del premier, deve aver pensato l’ex pm prima di convincersi ad invocare la tanto vituperata legge soltanto due mesi fa apostrofata addirittura come «truffa legislativa».

Ancora ieri sul suo profilo Facebook e sul suo sito internet, dando la notizia di una sua assoluzione a Salerno dall’accusa di omissione d’atti di ufficio, De Magistris ne parlava così: «Sono stato assolto difendendomi nel processo e non dal processo, per altro senza utilizzare, pur potendolo fare, lo schermo dell’immunità parlamentare né scappatoie come quella del legittimo impedimento». A Salerno no, ma a Roma sì, eccome. E non importa se per poter esercitare le proprie prerogative parlamentari serve far ricorso ad una legge che è «ingiusta e vergognosa» solo quando ad invocarla è Berlusconi.
Ma De Magistris si supera nell’interrogatorio reso il 18 novembre scorso davanti al procuratore aggiunto Alberto Caperna quando «scarica» il consulente di fiducia, Gioacchino Genchi, con il quale ha firmato le inchieste flop sul malaffare tra la Calabria e la Lucania. Confessando di averlo «assunto» su proposta dello stesso Genchi e dopo aver raccolto i giudizi positivi di altri magistrati, precisa: «Ho sempre avuto la massima fiducia in Genchi, nel suo lavoro, nella sua metodologia».

Sì, certo. Sempre. Quando però l’interrogatorio si fa incalzante, De Magistris è in difficoltà. Esempio: nell’agenda dell’indagato Saladino, domandano gli inquirenti romani, vengono trovati 2mila nomi, perché Genchi chiede ai gestori telefonici 18 utenze a pagina 37 «denominata Pisanu-Porcelli» riferibili all’ex ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu? «Non so in nessun modo per quale ragione e con quali criteri Genchi abbia individuato quelle 18 utenze». De Magistris non sa spiegare nemmeno perché Genchi si fissò sui telefoni di Pisanu e di cinque suoi familiari.
Si fidava e basta perché il suo consulente gli faceva capire che conoscere gli intestatari di determinate utenze era «indispensabile» per il buon esito degli accertamenti richiesti. «Ma io non ho mai saputo che quelle utenze riguardavano il senatore Pisanu - precisa il politico - la circostanza l’ho appresa leggendo i giornali. Tra l’altro Pisanu non era coinvolto in alcun modo nelle indagini e quindi mai potevo immaginare che a lui si riferissero le utenze di cui Genchi richiedeva l’acquisizione dei tabulati». Finale col botto: «Ci tengo poi a far presente che avendo maturato una lunga esperienza come pm mai avrei consapevolmente disposto l’acquisizione dei tabulati di un parlamentare (...).

Mi fidavo della professionalità di Genchi e mai avrei potuto sospettare che le utenze indicatemi da lui fossero dei parlamentari». Come per Pisanu, De Magistris giura di non aver mai saputo nulla nemmeno di altri politici finiti nel maxi-archivio telematico. Nemmeno dell’ex premier Prodi, il cui nominativo spunta nel pieno del caos di Why Not quando ormai il danno è fatto: per la fretta, infatti, l’allora pm dice d’aver depositato una prima parziale consulenza di Genchi senza leggerla con attenzione. Dentro c’erano più politici, Prodi incluso. «Chiesi a Genchi di porsi il problema dei parlamentari coinvolti per poi avanzare la richiesta al parlamento». Quella relazione, però, non è mai arrivata, e De Magistris ci tiene a sottolinearlo. Poi c’è la storia dell’intercettazione tra il ministro Clemente Mastella e l’indagato Antonio Saladino, che l’ex pm riceve dai carabinieri e consegna a Genchi «senza sapere» - così dice nell’interrogatorio - che in quelle conversazione vi fosse anche la voce di Mastella.

Ma dove ci va davvero pesante con l’ex collaboratore è sul parlamentare Pdl Giancarlo Pittelli: Genchi avrebbe trasferito undici dati telefonici del politico calabrese da un procedimento all’altro all’insaputa dei due pm titolari. Uno è proprio De Magistris. Che mette a verbale: «Ne parlai con la pm Manzini proprio perché ritenevo non corretto il comportamento di Genchi». E la collega? Si mostrò preoccupata «perché erano stati utilizzati inconsapevolmente i tabulati di un parlamentare senza la preventiva autorizzazione».
[Modificato da giusperito 25/03/2011 10:40]
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25/03/2011 11:02
 
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premesso che questo modo di fare giornalismo non mi piace mi viene da fare una semplice riflessione : se DeMa avesse voluto evitare di essere processato non si sarebbe fatto processare a salerno. Mi pare che il giornale voglia mettere sullo stesso piano B. e DeMa ma sono due situazioni diverse a mio parere (nel caso di B. è palese la sua volontà di evitare il processo). La seconda parte dell'articolo è poi veramente irrilevante. Evidentemente l'autore era a corto di idee per denigrare il candidato sindaco di (/per) napoli.
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25/03/2011 11:36
 
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Ci potrebbe un interesse diverso in base a quante probabilità di essere assolto ritieni esistenti.

La seconda parte, invece, è molto interessante perché le dichiarazioni di Dema sono in linea con le accuse mossegli precedentemente.

D'altra parte la finalità dell'articolo non può essere sempre utilizzata come argomento contro il merito. Bisogna analizzare il merito altrimenti anche il Fatto o altri scrive contro B. perché etc...
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25/03/2011 13:20
 
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L'errore del giornalista sta nel fatto di voler a tutti i costi paragonare dema con b. : se mi dici che nell'interrogatorio del 18 novembre dema ha scaricato il suo collaboratore e metti in evidenza che ci sono alcune incongruenze nell'interrogatorio e quindi che dema si è avvalso del legittimo impedimento per prendere tempo è un conto. Se mi paragoni dema con b. perchè da questo comportamento deduci che de magistris vuole evitare il processo qui mi viene da ridere : berlusconi si è creato una legge su misura per evitare un processo e sperare di farlo cadere in prescrizione. De magistris ha chiesto il rinvio avvalendosi di una legge che ha criticato ma che nel frattempo è stata in parte riformata dalla corte costituzionale. La corte costituzionale ha dato un'interpretazione conforme a costituzione della legge perchè dema non dovrebbe avvalersi di questa possibilità?
queste sono le dichiarazioni di dema :
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25/03/2011 14:07
 
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Non mi sembra un particolare secondario voler fingere che è colpa di Genchi.
Sul legittimo impedimento c'è da dire che l'idv va a referendum ancora per il no ERGO c'è qualcosa che non va...
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25/03/2011 16:05
 
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ammetto che politicamente è un passo falso e ciò soprattutto per l'intransigenza mostrata dal partito di dema (che ha voluto insistere sul referendum nonostante la sentenza della corte costituzionale)ma per me non c'è nulla di scandaloso nel fatto che si sia avvalso del legittimo impedimento perchè in questo caso non è una scappatoia per evitare di essere processato(non mi pare che ci sia il rischio della prescrizione anche perchè sicuramente sarebbe stato sottolineato dal giornalista). È questo voler a tutti i costi paragonare le due situazioni (di b. e dema) che non mi va giù. In questo modo si fa cattiva informazione.
[Modificato da mikele88uni 25/03/2011 16:05]
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25/03/2011 16:15
 
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poi voglio dire la contraddittorietà c'è ma fino ad un certo punto perché dema anche nella dichiarazione che ho postato sottolinea come il legittimo impedimento è già previsto dal cpp ...
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25/03/2011 16:23
 
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è stato assolto


De Magistris assolto a Salerno
24-03-2011 - 17:40




(ANSA) - SALERNO, 24 MAR - Luigi De Magistris assolto perche' il fatto non sussiste: e' la sentenza del Tribunale di Salerno nel processo per omissione in atti d'ufficio all'eurodeputato, per fatti risalenti a quando era ancora magistrato. ''Era un'accusa ingiusta e infamante - ha commentato De Magistris - ma sono stato assolto difendendomi nel processo e non dal processo, senza usare l'immunita' parlamentare ne' il legittimo impedimento''. Per il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ''giustizia e' stata fatta''.

fonte: il Secolo XIX



Martin Niemoller :
Quando i nazisti vennero per i comunisti, | Io restai in silenzio; | Non ero comunista. || Quando rinchiusero i socialdemocratici, | Rimasi in silenzio; | Non ero un socialdemocratico. || Quando vennero per i sindacalisti, | Io non feci sentire la mia voce; | Non ero un sindacalista. || Quando vennero per gli ebrei, | Rimasi in silenzio; | Non ero un ebreo. || Quando vennero per me,
Non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.



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26/03/2011 12:56
 
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L’assoluzione di Luigi De Magistris a Salerno dall’accusa di abuso d’ufficio, peraltro prevedibile vista la fumosità del caso, è una notizia come tante e meriterebbe, in un paese normale, poche righe in cronaca. Invece in Italia è quasi un affare di Stato e come tale va trattata. Ai nemici interni di De Magistris nell’Idv non era parso vero di sfruttare il suo rinvio a giudizio per intimargli di farsi da parte e accusarlo di incoerenza perché non lo faceva. E questo giornale scrisse che De Magistris avrebbe fatto bene ad autosospendersi dal partito, com’è buona regola per i rinviati a giudizio: oggi che è stato assolto, la sua posizione sarebbe uscita ancor più forte. Ma non è questo il punto. Qualche giorno fa una delle indagini da lui avviate a Catanzaro, detta “Toghe lucane”, è stata archiviata dal gip su richiesta del nuovo pm che l’aveva ereditata dopo il suo trasferimento forzato a Napoli da parte del Csm. Anche quella era una normale notizia: capita che certe indagini vengano archiviate e altre vadano a giudizio: i processi si fanno apposta per sapere se uno è colpevole o innocente. L’anomalia, semmai, è che De Magistris si fosse visto scippare tutti i fascicoli prima di portarli a termine: “Poseidone” glielo sfilò il suo capo; “Why Not” glielo levò il Pg (ora indagato per corruzione giudiziaria); “Toghe lucane” glielo fregarono il Csm e Alfano, trasferendolo in anticipo a Napoli proprio mentre scriveva la richiesta di rinvio a giudizio. Ora, siccome De Magistris non ha potuto portare davanti al gip nessuna delle sue tre indagini, quel che è accaduto dopo non compete più a lui, ma ai successori. I quali, per Why Not e Poseidone, hanno ottenuto ora condanne, ora rinvii a giudizio, ora assoluzioni, ora archiviazioni. Per Toghe lucane, tutto in archivio. Un fatto fisiologico. Invece Corriere, Riformatorio, Giornale, Libero e Ferrara si scatenano contro De Magistris, che dovrebbe pentirsi non si sa di che, scusarsi non si sa con chi, “pagare” non si sa che. Una tesi da malati di mente: se l’imputato viene assolto, non vuol dire solo che l’imputato è innocente, ma pure che il pm è colpevole. Naturalmente non vale sempre, ma solo quando il pm è sgradito a lor signori. Ferrara è come il suo datore di lavoro: lavora ad personam. Infatti ieri s’è ben guardato dal parlare dell’assoluzione di De Magistris e dal chiedere severe punizioni per i pm che l’avevano indagato. Né oggi lo faranno Pompiere, Riformatorio, Giornale e Libero. I quali, del resto, non hanno mai sostenuto che i pm di Brescia che hanno aperto 90 indagini su Di Pietro e gli altri pm di Mani Pulite senza strappare non dico una condanna, ma uno straccio di rinvio a giudizio, fossero degl’incapaci politicizzati da punire. Eppure molte di quelle indagini erano davvero fondate sul nulla (le denunce degl’imputati). Come lo era quella di Salerno contro De Magistris (nata dalle denunce in serie di un commerciante che accusava i pm di Lecce, Potenza e Catanzaro di avercela con lui). Quelle di De Magistris invece non nascevano dai deliri di un querelomane o dai rancori di un imputato, ma da fatti gravi e oggettivi: le ruberie accertate dalla Corte dei conti sui depuratori mai costruiti in Calabria (Poseidone), le manovre di una super-lobby per arraffare fondi pubblici (Why Not), le collusioni di vari magistrati (Toghe lucane) con politici e potenti del luogo denunciate a Catanzaro da ben quattro magistrati potentini (Woodcock, Iannuzzi, Pavese e Montemurro). Tutti fatti su cui De Magistris era obbligato a indagare. Indagò bene o male? Non lo sapremo mai. Sia perché gli hanno impedito di arrivare in fondo. Sia perché, se anche ci fosse arrivato e avesse ottenuto condanne, Ferrara&C. avrebbero detto che i condannati erano innocenti. Perché l’innocenza e la colpevolezza non la decide il giudice. La decidono loro. È la riforma epocale della Giustizia.


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26/03/2011 13:41
 
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Re:
tigrottoo, 26/03/2011 12.56:

L’assoluzione di Luigi De Magistris a Salerno dall’accusa di abuso d’ufficio, peraltro prevedibile vista la fumosità del caso, è una notizia come tante e meriterebbe, in un paese normale, poche righe in cronaca. Invece in Italia è quasi un affare di Stato e come tale va trattata. Ai nemici interni di De Magistris nell’Idv non era parso vero di sfruttare il suo rinvio a giudizio per intimargli di farsi da parte e accusarlo di incoerenza perché non lo faceva. E questo giornale scrisse che De Magistris avrebbe fatto bene ad autosospendersi dal partito, com’è buona regola per i rinviati a giudizio: oggi che è stato assolto, la sua posizione sarebbe uscita ancor più forte. Ma non è questo il punto. Qualche giorno fa una delle indagini da lui avviate a Catanzaro, detta “Toghe lucane”, è stata archiviata dal gip su richiesta del nuovo pm che l’aveva ereditata dopo il suo trasferimento forzato a Napoli da parte del Csm. Anche quella era una normale notizia: capita che certe indagini vengano archiviate e altre vadano a giudizio: i processi si fanno apposta per sapere se uno è colpevole o innocente. L’anomalia, semmai, è che De Magistris si fosse visto scippare tutti i fascicoli prima di portarli a termine: “Poseidone” glielo sfilò il suo capo; “Why Not” glielo levò il Pg (ora indagato per corruzione giudiziaria); “Toghe lucane” glielo fregarono il Csm e Alfano, trasferendolo in anticipo a Napoli proprio mentre scriveva la richiesta di rinvio a giudizio. Ora, siccome De Magistris non ha potuto portare davanti al gip nessuna delle sue tre indagini, quel che è accaduto dopo non compete più a lui, ma ai successori. I quali, per Why Not e Poseidone, hanno ottenuto ora condanne, ora rinvii a giudizio, ora assoluzioni, ora archiviazioni. Per Toghe lucane, tutto in archivio. Un fatto fisiologico. Invece Corriere, Riformatorio, Giornale, Libero e Ferrara si scatenano contro De Magistris, che dovrebbe pentirsi non si sa di che, scusarsi non si sa con chi, “pagare” non si sa che. Una tesi da malati di mente: se l’imputato viene assolto, non vuol dire solo che l’imputato è innocente, ma pure che il pm è colpevole. Naturalmente non vale sempre, ma solo quando il pm è sgradito a lor signori. Ferrara è come il suo datore di lavoro: lavora ad personam. Infatti ieri s’è ben guardato dal parlare dell’assoluzione di De Magistris e dal chiedere severe punizioni per i pm che l’avevano indagato. Né oggi lo faranno Pompiere, Riformatorio, Giornale e Libero. I quali, del resto, non hanno mai sostenuto che i pm di Brescia che hanno aperto 90 indagini su Di Pietro e gli altri pm di Mani Pulite senza strappare non dico una condanna, ma uno straccio di rinvio a giudizio, fossero degl’incapaci politicizzati da punire. Eppure molte di quelle indagini erano davvero fondate sul nulla (le denunce degl’imputati). Come lo era quella di Salerno contro De Magistris (nata dalle denunce in serie di un commerciante che accusava i pm di Lecce, Potenza e Catanzaro di avercela con lui). Quelle di De Magistris invece non nascevano dai deliri di un querelomane o dai rancori di un imputato, ma da fatti gravi e oggettivi: le ruberie accertate dalla Corte dei conti sui depuratori mai costruiti in Calabria (Poseidone), le manovre di una super-lobby per arraffare fondi pubblici (Why Not), le collusioni di vari magistrati (Toghe lucane) con politici e potenti del luogo denunciate a Catanzaro da ben quattro magistrati potentini (Woodcock, Iannuzzi, Pavese e Montemurro). Tutti fatti su cui De Magistris era obbligato a indagare. Indagò bene o male? Non lo sapremo mai. Sia perché gli hanno impedito di arrivare in fondo. Sia perché, se anche ci fosse arrivato e avesse ottenuto condanne, Ferrara&C. avrebbero detto che i condannati erano innocenti. Perché l’innocenza e la colpevolezza non la decide il giudice. La decidono loro. È la riforma epocale della Giustizia.





Forse potrebbe cominciare con il dottor Cannizzaro, invece di trincerarsi dietro i no comment.

Ecco le sue prime dichiarazioni dopo l'archiviazione.

Michele Cannizzaro, il medico di Potenza “archiviato” nell’indagine “Toghe lucane” di Luigi De Magistris - vittima di persecuzione mediatica - legge l’articolo di Marco Travaglio sul Fatto di ieri in difesa dell’operato giudiziario dell’attuale eurodeputato dell’Idv (in seguito alle critiche sorte intorno all’archiviazione), e scuote la testa.
Il dottore potentino è preciso nella ricostruzione dei fatti: «Il procedimento “Toghe lucane” inizia nel 2003. Il dottor De Magistris, improvvisamente, dà un impulso all’indagine nel febbraio del 2007. Per quanto mi riguarda, i termini delle indagini preliminari erano già abbondantemente scaduti, eppure sono stato sottoposto a una umiliante perquisizione. Il reato per cui ero indagato era abuso d’ufficio, e null’altro. Successivamente, grazie alle testimonianze basate su dicerie anche di persone condannate per associazione di stampo mafioso, non di collaboratori di giustizia, De Magistris ha proceduto a iscrivermi nel registro degli indagati per varie ipotesi di reato: ipotesi ampiamente anticipate da certa stampa ancor prima delle dichiarazioni dei suoi stessi dichiaranti. De Magistris ha avuto tanto tempo per vagliare le dichiarazioni, ma non mi risulta che abbia cercato dei riscontri, né tantomeno che abbia ritenuto di sottopormi a interrogatorio. Ha concluso l’indagine con l’avviso di conclusione, e i tempi di trasferimento per procedimenti disciplinari dei magistrati sono ben codificati dalle norme vigenti. Ma, in ogni caso, la valutazione sul procedimento “Toghe lucane” è stata vagliata da altro magistrato, il pm Vincenzo Capomolla, che mi ha sottoposto a interrogatorio e mi ha dato la possibilità di confutare puntualmente tutte le ipotesi accusatorie. Successivamente il procedimento è passato al vaglio di un giudice, che ha dato ampia possibilità agli opponenti di dimostrare le loro ragioni, e ha concluso con un’ampia archiviazione. Se il dottor De Magistris avesse richiesto il rinvio a giudizio, l’iter non sarebbe stato certamente diverso, poiché le sue ipotesi sarebbero in ogni caso passate attraverso il vaglio del giudice. Domando dunque al dottor Travaglio: perché queste alchimie giornalistiche che mirano ad alimentare sospetti e confusione? Il codice di procedura penale è chiaro e puntuale, e tale deve essere riportato anche dalla stampa. Vorrei anche chiedere al dottor Travaglio, che tanto si è occupato dell’inchiesta: come mai non ha ritenuto di contattarmi per sentire anche la mia versione? Voglio anche ricordare che, in seguito alla gogna mediatica che ho subito, sono stato costretto a lasciare la direzione generale dell’ospedale San Carlo di Potenza che, a detta di tutti, anche della stampa ostile, sotto la mia direzione ha attraversato un momento di grande rilancio. A tal proposito voglio rivelare che una troupe di Annozero di Rai2, diretta dall’inviato Pozzan, ha svolto nel 2007 una rigorosa inchiesta giornalistica sul mio operato al San Carlo, con decine di interviste e con sopralluoghi in tutti i reparti. La stessa troupe ha intervistato il macellaio, il barbiere e altre persone che abitano nelle vicinanze della mia abitazione a Potenza. Non mi risulta che tale inchiesta sia stata mai portata o citata in trasmissione. Evidentemente perché non gradita per il risultato delle risposte. La gogna mediatica che ho subito è stata effettuata da alcune trasmissioni della televisione pubblica, senza mai darmi la possibilità di intervenire. Credo che come onesto e limpido contribuente ne avrei avuto diritto. Sulla gogna mediatica effettuata in maniera violenta, soprattutto nei miei confronti, laddove nel procedimento c’erano sicuramente personaggi più illustri di me, avrei tanto da rivelare, poiché ho avuto modo di leggere numerose intercettazioni telefoniche, effettuate dalla Procura della Repubblica di Matera, depositate in un procedimento a Salerno, dove è ben chiaro tutto quello che si è verificato. Ma di questo non intendo parlare, per rispetto alla magistratura, nei confronti della quale ho sempre nutrito rispetto, fiducia e ammirazione».
Cannizzaro continua a rivolgersi direttamente a Marco Travaglio: «Dottor Travaglio, lei è venuto più volte in Basilicata, ma ha ritenuto di incontrarsi soltanto con i suoi amici. Credo che un giornalista abbia anche il dovere deontologico di sentire le ragioni di tutti. Ciò non è avvenuto. Perché? Gettare ombre su questa archiviazione significa, ancora una volta, esprimere delle valutazioni di parte a favore di qualche magistrato, e screditare gli altri magistrati che, con grande rigore, serenità e terzietà si sono occupati della vicenda. Non so se il dottor Travaglio abbia dei figli ma, se li ha, mi auguro che nessuno li faccia mai soffrire come hanno fatto soffrire i miei».
Il tono di Cannizzaro, com’è evidente, è pacato e circostanziato. Cannizzaro è stato in rispettoso silenzio per quattro anni, ma adesso, all’indomani dell’archiviazione, ha deciso di controbattere punto per punto alle inesattezze della carta stampata.


Poi potrebbe proseguire con la dottoressa Genovese che a differenza dell'eroe perseguitato, è un magistrato integerrimo che aveva avuto il merito enorme di sconfiggere i clan della malavita in Lucania negli anni ottanta e che ha avuto la vita devastata dalle indagini di questo personaggio che il gip ha ritenute lacunose e senza uno straccio di prova. La dottoressa Genovese è stata massacrata dai giornalisti amici di de magistris e trasferita a Roma, per lei non si sono fatte manifestazione, ma di certo la malavita lucana che non ha più un magistrato così a contrastarla ringrazia.
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26/03/2011 14:55
 
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Re: Re:
trixam, 26/03/2011 13.41:



Forse potrebbe cominciare con il dottor Cannizzaro, invece di trincerarsi dietro i no comment.

Ecco le sue prime dichiarazioni dopo l'archiviazione.

Michele Cannizzaro, il medico di Potenza “archiviato” nell’indagine “Toghe lucane” di Luigi De Magistris - vittima di persecuzione mediatica - legge l’articolo di Marco Travaglio sul Fatto di ieri in difesa dell’operato giudiziario dell’attuale eurodeputato dell’Idv (in seguito alle critiche sorte intorno all’archiviazione), e scuote la testa.
Il dottore potentino è preciso nella ricostruzione dei fatti: «Il procedimento “Toghe lucane” inizia nel 2003. Il dottor De Magistris, improvvisamente, dà un impulso all’indagine nel febbraio del 2007. Per quanto mi riguarda, i termini delle indagini preliminari erano già abbondantemente scaduti, eppure sono stato sottoposto a una umiliante perquisizione. Il reato per cui ero indagato era abuso d’ufficio, e null’altro. Successivamente, grazie alle testimonianze basate su dicerie anche di persone condannate per associazione di stampo mafioso, non di collaboratori di giustizia, De Magistris ha proceduto a iscrivermi nel registro degli indagati per varie ipotesi di reato: ipotesi ampiamente anticipate da certa stampa ancor prima delle dichiarazioni dei suoi stessi dichiaranti. De Magistris ha avuto tanto tempo per vagliare le dichiarazioni, ma non mi risulta che abbia cercato dei riscontri, né tantomeno che abbia ritenuto di sottopormi a interrogatorio. Ha concluso l’indagine con l’avviso di conclusione, e i tempi di trasferimento per procedimenti disciplinari dei magistrati sono ben codificati dalle norme vigenti. Ma, in ogni caso, la valutazione sul procedimento “Toghe lucane” è stata vagliata da altro magistrato, il pm Vincenzo Capomolla, che mi ha sottoposto a interrogatorio e mi ha dato la possibilità di confutare puntualmente tutte le ipotesi accusatorie. Successivamente il procedimento è passato al vaglio di un giudice, che ha dato ampia possibilità agli opponenti di dimostrare le loro ragioni, e ha concluso con un’ampia archiviazione. Se il dottor De Magistris avesse richiesto il rinvio a giudizio, l’iter non sarebbe stato certamente diverso, poiché le sue ipotesi sarebbero in ogni caso passate attraverso il vaglio del giudice. Domando dunque al dottor Travaglio: perché queste alchimie giornalistiche che mirano ad alimentare sospetti e confusione? Il codice di procedura penale è chiaro e puntuale, e tale deve essere riportato anche dalla stampa. Vorrei anche chiedere al dottor Travaglio, che tanto si è occupato dell’inchiesta: come mai non ha ritenuto di contattarmi per sentire anche la mia versione? Voglio anche ricordare che, in seguito alla gogna mediatica che ho subito, sono stato costretto a lasciare la direzione generale dell’ospedale San Carlo di Potenza che, a detta di tutti, anche della stampa ostile, sotto la mia direzione ha attraversato un momento di grande rilancio. A tal proposito voglio rivelare che una troupe di Annozero di Rai2, diretta dall’inviato Pozzan, ha svolto nel 2007 una rigorosa inchiesta giornalistica sul mio operato al San Carlo, con decine di interviste e con sopralluoghi in tutti i reparti. La stessa troupe ha intervistato il macellaio, il barbiere e altre persone che abitano nelle vicinanze della mia abitazione a Potenza. Non mi risulta che tale inchiesta sia stata mai portata o citata in trasmissione. Evidentemente perché non gradita per il risultato delle risposte. La gogna mediatica che ho subito è stata effettuata da alcune trasmissioni della televisione pubblica, senza mai darmi la possibilità di intervenire. Credo che come onesto e limpido contribuente ne avrei avuto diritto. Sulla gogna mediatica effettuata in maniera violenta, soprattutto nei miei confronti, laddove nel procedimento c’erano sicuramente personaggi più illustri di me, avrei tanto da rivelare, poiché ho avuto modo di leggere numerose intercettazioni telefoniche, effettuate dalla Procura della Repubblica di Matera, depositate in un procedimento a Salerno, dove è ben chiaro tutto quello che si è verificato. Ma di questo non intendo parlare, per rispetto alla magistratura, nei confronti della quale ho sempre nutrito rispetto, fiducia e ammirazione».
Cannizzaro continua a rivolgersi direttamente a Marco Travaglio: «Dottor Travaglio, lei è venuto più volte in Basilicata, ma ha ritenuto di incontrarsi soltanto con i suoi amici. Credo che un giornalista abbia anche il dovere deontologico di sentire le ragioni di tutti. Ciò non è avvenuto. Perché? Gettare ombre su questa archiviazione significa, ancora una volta, esprimere delle valutazioni di parte a favore di qualche magistrato, e screditare gli altri magistrati che, con grande rigore, serenità e terzietà si sono occupati della vicenda. Non so se il dottor Travaglio abbia dei figli ma, se li ha, mi auguro che nessuno li faccia mai soffrire come hanno fatto soffrire i miei».
Il tono di Cannizzaro, com’è evidente, è pacato e circostanziato. Cannizzaro è stato in rispettoso silenzio per quattro anni, ma adesso, all’indomani dell’archiviazione, ha deciso di controbattere punto per punto alle inesattezze della carta stampata.


Poi potrebbe proseguire con la dottoressa Genovese che a differenza dell'eroe perseguitato, è un magistrato integerrimo che aveva avuto il merito enorme di sconfiggere i clan della malavita in Lucania negli anni ottanta e che ha avuto la vita devastata dalle indagini di questo personaggio che il gip ha ritenute lacunose e senza uno straccio di prova. La dottoressa Genovese è stata massacrata dai giornalisti amici di de magistris e trasferita a Roma, per lei non si sono fatte manifestazione, ma di certo la malavita lucana che non ha più un magistrato così a contrastarla ringrazia.





Di cosa dovrebbe scusarsi De Magistris (ammesso che realmente questi tizi siano innocenti)? Per aver fatto delle indagini? E' il suo mestiere.
Seguendo il tuo ragionamento il pm Carmine Oliviero dovrebbe chiedere scusa a De Magistris per avere indagato su di lui?

Da quando vige questa regola, di diritto o di galateo, che quando vi è un'archiviazione il pm deve scusarsi?

Io credo che a furia di accanirvi state diventando ridicoli. E lo dico senza polemica. Pubblicate cretinate del "Giornale", che è il quotidiano che, in assoluto, detiene il record di condanne per diffamazione, oltre ad essere il quotidiano di proprietà del Premier. E puntualmente viene smentito dai fatti.
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Re: Re: Re:
tigrottoo, 26/03/2011 14.55:





Di cosa dovrebbe scusarsi De Magistris (ammesso che realmente questi tizi siano innocenti)? Per aver fatto delle indagini? E' il suo mestiere.
Seguendo il tuo ragionamento il pm Carmine Oliviero dovrebbe chiedere scusa a De Magistris per avere indagato su di lui?

Da quando vige questa regola, di diritto o di galateo, che quando vi è un'archiviazione il pm deve scusarsi?

Io credo che a furia di accanirvi state diventando ridicoli. E lo dico senza polemica. Pubblicate cretinate del "Giornale", che è il quotidiano che, in assoluto, detiene il record di condanne per diffamazione, oltre ad essere il quotidiano di proprietà del Premier. E puntualmente viene smentito dai fatti.



Ragioniamo seriamente...
La frase in grassetto non la capisco nemmeno un po'. In pratica oltre al principio di innocenza e ad un'archiviazione (quindi in una fase in cui vengono presi in considerazione gli atti del p.m), cosa sarebbe necessario per dimostrare la propria innocenza (posto che l'art.27 stabilisce l'onere contrario)? Il semplice sospetto di cattiva fede che ha esaltato gli animi di alcuni non può essere sconfitto da nulla. In verità stiamo mettendo in discussione una delle più grandi conquiste liberali (facendo un balzo ai tempi precedenti all' Habeas corpus) e, soprattutto, uno dei principi fondamentali contro l'avvento del fascismo.

Ribadisco il mio piacere a pubblicare articoli da "Il Giornale", perché fortunatamente non esiste più l'Index e nessuno più può dare patenti di legittimità.
Avendo usato la parola fatti, vorrei dire che il termine a cui Russell ha dedicato una gran parte della sua ricerca da logico è decisamente stato violentato. E' fallace affermare che X non è valido in quanto di proprietà di Y o in quanto di solito avviene Z. Mi domando se si tratti di un'ondata neopositivista o più semplicemente di un ritardo di circa 100 anni di pensiero filosofico e culturale.

Inoltre il discorso delle scuse nasce dal titolo e, quindi, se c'è qualcuno che deve chiedere scusa è colui che lede (seppur giuridicamente può non avere rilevanza) un interesse (appunto anche non giuridico) di un altro. Se Ferrara deve chiedere scusa, analogamente deve Travaglio e a fortiori DeM.

p.s.
Trix, ma la vuoi finire di sostenere che nelle scuole non devo decidere io cosa far studiare? Partirei dall'Organon di Aristotele.[SM=x43612]
Poi dici che non aveva ragione Nietzsche... a volte te li fanno girare che devi dargli ragione per forza.
Faccio ammenda, ma sono un cattivo liberale [SM=x43665]
[Modificato da giusperito 26/03/2011 16:07]
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Re: Re: Re: Re:
giusperito, 26/03/2011 16.03:



Ragioniamo seriamente...
La frase in grassetto non la capisco nemmeno un po'. In pratica oltre al principio di innocenza e ad un'archiviazione (quindi in una fase in cui vengono presi in considerazione gli atti del p.m), cosa sarebbe necessario per dimostrare la propria innocenza (posto che l'art.27 stabilisce l'onere contrario)? Il semplice sospetto di cattiva fede che ha esaltato gli animi di alcuni non può essere sconfitto da nulla. In verità stiamo mettendo in discussione una delle più grandi conquiste liberali (facendo un balzo ai tempi precedenti all' Habeas corpus) e, soprattutto, uno dei principi fondamentali contro l'avvento del fascismo.

Ribadisco il mio piacere a pubblicare articoli da "Il Giornale", perché fortunatamente non esiste più l'Index e nessuno più può dare patenti di legittimità.
Avendo usato la parola fatti, vorrei dire che il termine a cui Russell ha dedicato una gran parte della sua ricerca da logico è decisamente stato violentato. E' fallace affermare che X non è valido in quanto di proprietà di Y o in quanto di solito avviene Z. Mi domando se si tratti di un'ondata neopositivista o più semplicemente di un ritardo di circa 100 anni di pensiero filosofico e culturale.

Inoltre il discorso delle scuse nasce dal titolo e, quindi, se c'è qualcuno che deve chiedere scusa è colui che lede (seppur giuridicamente può non avere rilevanza) un interesse (appunto anche non giuridico) di un altro. Se Ferrara deve chiedere scusa, analogamente deve Travaglio e a fortiori DeM.

p.s.
Trix, ma la vuoi finire di sostenere che nelle scuole non devo decidere io cosa far studiare? Partirei dall'Organon di Aristotele.[SM=x43612]
Poi dici che non aveva ragione Nietzsche... a volte te li fanno girare che devi dargli ragione per forza.
Faccio ammenda, ma sono un cattivo liberale [SM=x43665]



L'inchiesta che è stata archiviata è stata sottratta a Luigi De Magistris. Un'inchiesta, che non è "l'inchiesta di Luigi De Magistris" sia chiaro, ma l'inchiesta della procura di Catanzaro, condotta sì da De MAgistris ma supportata dalla guardia di finanza e decine e decine di testimonianze di magistrati, poliziotti, ecc.
Se il Ministro Alfano non avesse disposto l'anticipato trasferimento chissà come sarebbe andata..
Accettiammo comunque serenamente l'archiviazione in base al principio dell'innocenza che invochi tu, ma a me qualche dubbio resta.

Ciò che dice Russell poco mi interessa sinceramente. Il Giornale tutte le volte che ha parlato male di Di Pietro si è beccato una condanna per diffamazione.
In un articolo Il Giornale disse che Di Pietro utilizzava trucchetti per non farsi intercettare. E fu condannato a risarcire 240.000 Euro a Di Pietro.
In un altro articolo il Giornale sosteneva che Di Pietro intascava i rimborsi elettorali del partito. Condanna per diffamazione per il Giornale.
In un altro ancora il Giornale sosteneva che Di Pietro avrebbe tesserato oltre 200 criminali. Altra condanna e altri 40.000 euro di risarcimento a Di Pietro.

E chissà quante altre ne dimentico! Di Pietro ha dichiarato che il Giornale gli ha dato più di 350.000 euro.
Senza scomodare Russel, o altri personaggi, ritengo che la credibilità de "Il giornale" sia più che discutibile. Quando parlano dell'Italia dei valori o di Di Pietro scrivono sempre cose false e diffamatorie.
Il cd. Metodo Boffo. Dovrebbe essere proprio la storia di Dino Boffo a far comprendere la credibilità de "Il giornale".

Non è assolutamente fallace dichiarare che Il giornale non è attendibile perchè di proprietà del Premier e perchè continuamente condannato per diffamazione. E' fallace proprio l'affermazione contraria: prendere articoli de Il giornale per dimostrare che De Magistris è un cattivo magistrato.

Tra l'altro se il Giornale fosse attendibile come sostieni, ti porto a lettura un articolo che tempo fa ti interessava, i condoni di Grillo: www.ilgiornale.it/interni/grillo__grande_moralista_sedotto_condono_tombale/18-11-2005/articolo-id=43702-page=0-co...

Il discorso delle scuse è semplice. Ferrara appare in tv a dichiarare: "Santoro chieda scusa per la questione De Magistris...". Sulla base dell'assoluzione e sulla base di ciò che ha dichiarato dovrebbe ora Ferrara chiedere scusa.

P.s. Perchè questo accanimento improvviso contro De Magistris? [SM=x43606]
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Re: Re: Re: Re: Re:
tigrottoo, 26/03/2011 16.52:



L'inchiesta che è stata archiviata è stata sottratta a Luigi De Magistris. Un'inchiesta, che non è "l'inchiesta di Luigi De Magistris" sia chiaro, ma l'inchiesta della procura di Catanzaro, condotta sì da De MAgistris ma supportata dalla guardia di finanza e decine e decine di testimonianze di magistrati, poliziotti, ecc.
Se il Ministro Alfano non avesse disposto l'anticipato trasferimento chissà come sarebbe andata..
Accettiammo comunque serenamente l'archiviazione in base al principio dell'innocenza che invochi tu, ma a me qualche dubbio resta.

Ciò che dice Russell poco mi interessa sinceramente. Il Giornale tutte le volte che ha parlato male di Di Pietro si è beccato una condanna per diffamazione.
In un articolo Il Giornale disse che Di Pietro utilizzava trucchetti per non farsi intercettare. E fu condannato a risarcire 240.000 Euro a Di Pietro.
In un altro articolo il Giornale sosteneva che Di Pietro intascava i rimborsi elettorali del partito. Condanna per diffamazione per il Giornale.
In un altro ancora il Giornale sosteneva che Di Pietro avrebbe tesserato oltre 200 criminali. Altra condanna e altri 40.000 euro di risarcimento a Di Pietro.

E chissà quante altre ne dimentico! Di Pietro ha dichiarato che il Giornale gli ha dato più di 350.000 euro.
Senza scomodare Russel, o altri personaggi, ritengo che la credibilità de "Il giornale" sia più che discutibile. Quando parlano dell'Italia dei valori o di Di Pietro scrivono sempre cose false e diffamatorie.
Il cd. Metodo Boffo. Dovrebbe essere proprio la storia di Dino Boffo a far comprendere la credibilità de "Il giornale".

Non è assolutamente fallace dichiarare che Il giornale non è attendibile perchè di proprietà del Premier e perchè continuamente condannato per diffamazione. E' fallace proprio l'affermazione contraria: prendere articoli de Il giornale per dimostrare che De Magistris è un cattivo magistrato.

Tra l'altro se il Giornale fosse attendibile come sostieni, ti porto a lettura un articolo che tempo fa ti interessava, i condoni di Grillo: www.ilgiornale.it/interni/grillo__grande_moralista_sedotto_condono_tombale/18-11-2005/articolo-id=43702-page=0-co...

Il discorso delle scuse è semplice. Ferrara appare in tv a dichiarare: "Santoro chieda scusa per la questione De Magistris...". Sulla base dell'assoluzione e sulla base di ciò che ha dichiarato dovrebbe ora Ferrara chiedere scusa.

P.s. Perchè questo accanimento improvviso contro De Magistris? [SM=x43606]



veramente al di fuori di ogni polemica, ma vedi cosa è una fallacia.. perché davvero certe cose non si possono sentire.

p.s. ma se l'articolo del giornale sostiene le stesse cose che dicevi tu, allora, per logica (so che Russell non lo vuoi scomodare, ma si era notato):
1 caso:

Tigr. sostiene la stessa cosa del Gior.
Giorn. non credibile
Tigr. non credibile

2 caso:
Tigr. sostiene la stessa cosa del Giorn.
Giorn. credibile
Tigr. credibile


[SM=x43669]
[Modificato da giusperito 26/03/2011 17:13]
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Re: Re: Re: Re: Re:
tigrottoo, 26/03/2011 16.52:



L'inchiesta che è stata archiviata è stata sottratta a Luigi De Magistris. Un'inchiesta, che non è "l'inchiesta di Luigi De Magistris" sia chiaro, ma l'inchiesta della procura di Catanzaro, condotta sì da De MAgistris ma supportata dalla guardia di finanza e decine e decine di testimonianze di magistrati, poliziotti, ecc.
Se il Ministro Alfano non avesse disposto l'anticipato trasferimento chissà come sarebbe andata..
Accettiammo comunque serenamente l'archiviazione in base al principio dell'innocenza che invochi tu, ma a me qualche dubbio resta.






Sempre nei paletti della logica:
Il Gip riceve tutte le evidenze a supporto che tu citi.
Il Gip archivia ERGO è corrotto\sbaglia\non capisce
Ora anche se DeM. fosse rimasto lì, il Gip avrebbe sempre archiviato

Domanda mia fuori dalla stretta logica: perché DeM. ora ha scaricato tutte le responsabilità su Genchi?

p.s. l'archiviazione non si basa sul principio di innocenza, ma sulla irrilevanza del materiale probatorio. Si tratta di una cosa decisamente diversa e con implicazioni diverse. In pratica il GIP dice che il materiale raccolto dal pm non serve a niente (implicitamente lo dice anche il procuratore generale che non richiede l'avocazione).
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
giusperito, 26/03/2011 17.04:



veramente al di fuori di ogni polemica, ma vedi cosa è una fallacia.. perché davvero certe cose non si possono sentire.

p.s. ma se l'articolo del giornale sostiene le stesse cose che dicevi tu, allora, per logica (so che Russell non lo vuoi scomodare, ma si era notato):
1 caso:

Tigr. sostiene la stessa cosa del Gior.
Giorn. non credibile
Tigr. non credibile

2 caso:
Tigr. sostiene la stessa cosa del Giorn.
Giorn. credibile
Tigr. credibile


[SM=x43669]



Condivido pienamente questo ragionamento logico, purchè lo stesso ragionamento valga anche per te. Cioè, se è attendibile l'articolo su De Magistris è attendibile anche quello sui condoni di Grillo. [SM=x43813]

Voglio però spezzare una lancia a mio favore. La storia dei condoni di Grillo io non l'ho mai presa da "Il giornale" perchè è un quotidiano che non leggo mai. La sentii dalla sua bocca in un video tempo fa. Era un meetup o qualcosa del genere e lui diceva che era vero che si era avvalso di un condono, ma a sua discolpa disse che era un condono di poche migliaia di euro.
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
tigrottoo, 26/03/2011 17.35:



Condivido pienamente questo ragionamento logico, purchè lo stesso ragionamento valga anche per te. Cioè, se è attendibile l'articolo su De Magistris è attendibile anche quello sui condoni di Grillo. [SM=x43813]

Voglio però spezzare una lancia a mio favore. La storia dei condoni di Grillo io non l'ho mai presa da "Il giornale" perchè è un quotidiano che non leggo mai. La sentii dalla sua bocca in un video tempo fa. Era un meetup o qualcosa del genere e lui diceva che era vero che si era avvalso di un condono, ma a sua discolpa disse che era un condono di poche migliaia di euro.



Non può essere valido per me, perché per me l'attendibilità non è mai derivata. Leggo anche il Giornale e se un articolo mi sembra rispondere ai requisiti di attendibilità, di correttezza, di validità e di utilità, vengo qui a postarlo oppure ci ragiono su.
Ribadisco che a me interessa poco chi scrive o dove è scritto. Cerco di andare ad analizzare il merito, scomponendolo in proposizioni semplici e generali.


Sono diventato troppo un russelliano (d'altra parte scrivere quanto lui, leggere quanto lui, essere attivo quanto lui e, soprattutto, scopare quanto lui è un valido motivo per stimarlo [SM=x43612] )
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
giusperito, 26/03/2011 17.23:




Sempre nei paletti della logica:
Il Gip riceve tutte le evidenze a supporto che tu citi.
Il Gip archivia ERGO è corrotto\sbaglia\non capisce
Ora anche se DeM. fosse rimasto lì, il Gip avrebbe sempre archiviato

Domanda mia fuori dalla stretta logica: perché DeM. ora ha scaricato tutte le responsabilità su Genchi?

p.s. l'archiviazione non si basa sul principio di innocenza, ma sulla irrilevanza del materiale probatorio. Si tratta di una cosa decisamente diversa e con implicazioni diverse. In pratica il GIP dice che il materiale raccolto dal pm non serve a niente (implicitamente lo dice anche il procuratore generale che non richiede l'avocazione).




giusperito io non lo so se De Magistris ha scaricato tutte le responsabilità su Genchi. Al momento, questo l'ho letto solo sull'articolo da te citato nell'altro post, e un'idea non me la son fatta ancora. Sarei curioso di sentirlo dalla bocca degli interessati e capirne la ragione. Sul suo blog e su facebook lui non ha mai citato Genchi. Anzi, sul blog ha pubblicato l'avviso conclusivo delle indagini preliminari del fascicolo Toghe lucane, invitando i cittadini a farsi un'idea.

Purtroppo è difficile dare un giudizio sulla storia di Toghe lucane. E' stata archiviata e ne prendiamo atto. Ma, ripeto, non è un'inchiesta frutto della follia del pm Luigi De Magistris. E' un'inchiesta supportata da guardia di finanza, migliaia di atti, testimonianze, acquisizione di documenti.

Ed è un fatto normalissimo che il gip possa decidere di archiviare, laddove ritenga che il reato sia estinto, che manchino le condizioni di procedibilità o che non ci siano sufficienti elementi.
Ma l'archiviazione non sta a significare che il pm, in generale, è incompetente o folle, come si è voluto far credere.
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26/03/2011 18:21
 
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ecco così possiamo essere d'accordo..
l'incompetenza\follia dipende da un'analisi approfondita degli atti e non semplicemente dall'archiviazione.
tuttavia un'indagine può essere sbagliata anche, secondo me è il più delle volte, perché il pm si convince a priori della colpevolezza di alcuni. Non so se è il caso di DM, ma personalmente diffido dei pm che tendono ad avere già la risposta. In fase di indagini il pm dovrebbe cercare le prove utili al processo e non solo quelle utili ad incriminare. Per quanto riguarda Genchi bisognerebbe recuperare i verbali per approfondire, ma fa riflettere il fatto che DM si fosse affidato completamente a questo personaggio. Il pm dovrebbe essere sempre il dominus dell'indagine, mentre da un po' di tempo mi sono fatto l'idea che DM si sia fatto tirare a traino.
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26/03/2011 18:28
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
giusperito, 26/03/2011 17.48:



Non può essere valido per me, perché per me l'attendibilità non è mai derivata. Leggo anche il Giornale e se un articolo mi sembra rispondere ai requisiti di attendibilità, di correttezza, di validità e di utilità, vengo qui a postarlo oppure ci ragiono su.
Ribadisco che a me interessa poco chi scrive o dove è scritto. Cerco di andare ad analizzare il merito, scomponendolo in proposizioni semplici e generali.


Sono diventato troppo un russelliano (d'altra parte scrivere quanto lui, leggere quanto lui, essere attivo quanto lui e, soprattutto, scopare quanto lui è un valido motivo per stimarlo [SM=x43612] )



[SM=x43668]
Ecco, è questo il punto. Per me è sempre fondamentale sapere CHI e DOVE è scritta una determinata notizia. Quando leggo "il giornale", conoscendone i precedenti, il metodo, la proprietà e le condanne non riesco a non averne un approccio molto critico. Il conenuto del Giornale va preso sempre con le pinze e verificato.

Il punto che mettevo in evidenza è questo: così come hai ritenuto attendibile, utile, corretto, valido, l'articolo de "Il giornale" su De Magistris, sarei curioso (il mio tono non è polemico nè ironico) di sapere cosa ne pensi dell'articolo, sempre de "il giornale" sui condoni di Beppe Grillo.




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