| | | | Post: 297 Post: 297 | Utente Junior | | OFFLINE | |
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13/03/2011 16:17 | |
Dal professor Prisco, che mi prega di postare
A JuanManuel Fangio. In un'ottica liberale, dov'è potere è anche responsabilità. Il controllo tra poteri è sempre reciproco e incrociato. In linea teorica, solo il potere popolare è illimitato, ma nel diritto positivo conosce sempre limiti (si veda, da noi, l'art. 1 della Costituzione, ovvero i casi in cui NON può essere indetto referendum abrogativo di legge ordinaria, ex art. 75 Cost., Sempre in un'ottica liberale, se dei magistrati deve essere garantita l'indipendenza, si deve altresì vegliare a che tale indipendenza non trasmodi in rischio di "governo dei giudici". Pertanto, occorre evitare che la funzione diventi potere politico, il che sarebbe una degenerazione del modello (quella che piace a De Magistris, Di Pietro, Flores d'Arcais, ecc..., i quali peraltro non hanno mai coerentemente rivendicato di essere liberali). A quest'ultimo proposito, richiamo non Berlusconi, ma le mie (ben diverse e ben più antiche ed autorevoli)fonti ispiratrici: The Federalist Papers, Tocqueville, Lambert, costituzionalista francese del primo Novecento. Preciso infine - ma per me era ovvio - che, parlando del primato della politica, non mi riferivo ad una politica "assoluta" (inconcepibile in un modello liberaldemocratico), ma al principio per il quale le scelte di fondo di una collettività sono riservate ad eletti dal popolo, pur sempre controbilanciati, non a chi non gode di tale legittimazione |