| | | | Post: 296 Post: 296 | Utente Junior | | OFFLINE | |
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13/03/2011 16:01 | |
Dal prof. Prisco, che mi prega di postare
Condivido - e l'ho scritto - quanto osserva Pisicchio, che può trovare il testo del ddl di riforma in www.governo.it. Se fossi un elettore (liberale) di Berlusconi e non un liberalsocialista che non è suo elettore, quello che gli rimprovererei è di essere stato fin qui troppo attento ai suoi (soli) interessi particolari e troppo poco alle preannunciate (fin dall'inizio) riforme in senso liberale dell'ordinamento giuridico. Ma questo è appunto il principale motivo per cui non sono un suo elettore (P.S.: per Giusperito: va bene così?).
Sempre a Giusperito: Wikipedia non è sempre attendibile, ma in questo caso sì (voci Segretari di Stato e Tribunale dei Ministri). Ai sensi dell'art. 10 (mi pare, cito a memoria senza avere controllato) della L. 400/1988, il sottosegretario è membro del Governo, quale ausiliario (politico; altrove la denominazione è invece propria di funzionari) del Ministro. Ex L. cost. 1/1989 egli non è sottoposto per eventuali reati al Tribunale dei Ministri (non lo sono nemmeno quei pochi sottosegretari con diritto al titolo di Viceministri); i Ministri - se non parlamentari - sono penalmente giudicati previa autorizzazione del Senato; se invece parlamentari, previa autorizzazione della Camera di appartenenza (credo, senza recente controllo per fare prima, che si tratti dell'art. 5 L. cost. citata). Perché infine vi sia reato ministeriale, occorre che un soggetto titolare dell'organo commetta illeciti penali nell'esercizio della funzione (non è quindi questo il caso se il ministro ammazza la moglie, ad esempio). Una (discutibile, a mio avviso) interpretazione mantiene, per adire il Tribunale dei Ministri e sempre previa necessaria autorizzazione parlamentare, il primo requisito, indebolendo il secondo. Si vedano, ad esempio, il caso recente del Ministro Matteoli (la Camera respinse l'autorizzazione per un fatto di reato forse non ministeriale) e quello ancora aperto del Presidente del Consiglio, on. Berlusconi, a proposito della telefonata alla questura di Milano in cui si avvertiva che era stata fermata forse la nipote di Mubarak e la si affidasse dunque, giacché minorenne, a soggetto da lui indicato; la tesi difensiva è che tale condotta integri un reato (se pure fosse esistente) ministeriale, con competenza quindi su di esso del Tribunale dei Ministri e necessità perciò di autorizzazione della Camera (Berlusconi è deputato), la tesi del giudice che ha reinviato l'imputato al dibattimento, invece, che la spendita di tale qualificazione sia indebita, oltreché illecita e copra un fatto extrafunzionale |