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riforma della giustizia

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2011 18:06
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Post: 294
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Utente Junior
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12/03/2011 18:17
 
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Dal professor Prisco, che mi prega di postare

Non ero ieri, non sono oggi ed escludo di diventare in futuro un tifoso dell'on. Berlusconi. Tanto premesso per essere chiaro, vorrei fare presente che nella Commissione bicamerale D'Alema la sinistra già convenne, all'epoca, su ben due "bozze Boato" (suo esponente, di provenienza radicale), di ispirazione non eccessivamente dissimile da quella oggi prodotta dalla maggioranza in materia di struttura e funzioni costituzionali della giustizia. La separazione delle carriere tra inquirenti e giudicanti rende effettiva la parità delle armi tra le parti nel processo; a mio parere, cioè, essa è già implicitamente inscritta nell'art. 111 Cost. (giusto processo), come pure in tale articolo è implicitamente inscritta anche la fine del potere disciplinare di una specifica sezione del CSM sui magistrati: è credibile un collegio giudicante eletto (in larga parte, cioè nei suoi membri "non laici") dai potenziali incolpabili? Quanto all'obbligatorietà dell'azione penale, è un principio teoricamente sacrosanto, ma può reggere in pratica solo se i reati da perseguire sono pochi, cioè se si depenalizza molto e se il PM non è l'ultima e anzi unica trincea del controllo sociale. Se non scandalizzo nessuno, all'epoca criticai infine la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge Pecorella, che inibiva l'appello all'accusa, in caso di assoluzione dell'imputato in primo grado. Dobbiamo deciderci: vogliamo un processo penale pienamente accusatorio, o conserviamo residui di mentalità e di istituti di carattere inquisitorio, al riguardo? Il CSM - poi - era stato disegnato a mio avviso dai Costituenti come un consiglio di amministrazione delle carriere di un particolare tipo di impiegati pubblici (indipendenti e che beninteso tali devono restare, quindi fu previsto proprio per questo scopo). La prassi successiva, che lo ha visto "occupato" corporativamente dalle correnti dell'Associazione Nazionale Magistrati, nonché ritenersi competente ad esprimersi anche quando non interpellato dal Guardasigilli su disegni di legge in materia di giustizia o a tutelare le offese ai singoli magistrati (ma non ci sono le querele e le azioni risarcitorie degli interessati, per questo?) è di allargamento progressivo ed enorme delle sue funzioni, ben oltre quanto era previsto dalla Carta del 1948 in materia e sempre a mio parere del tutto indebito, perché così esso diventa organo para-politico; doveroso, dunque, riformarlo. Resta - tra i punti più "caldi" - quello della responsabilità civile dei magistrati. Qui occorre stare attenti, per evitare che un giudice o un pm si sentano oggetto di pressioni e perdano serenità e ndipendenza, ma ricordate d'altra parte il risultato di un lontano referendum abrogativo in materia? E' stato completamente eluso...
Insomma: discutiamo nel merito e la sinistra non si arrocchi come sempre. Altro che progetto Gelli; ne sento ogbi volta parlare, non lo conosco, ma evitiamo ogni volta di richiamare la Spectre, oppure gli interessi di Berlusconi, per non confrontarci mai sulla sostanza delle questioni in campo: che diamine, questa è una legge di revisione costituzionale e se passasse - cosa sulla quale al momento dubito, sembrandomi più un "manifesto per campagna elettorale" - ci vorrebbe comunque molto tempo e chissà quante modifiche e quanti emendamenti sarebbero nel frattempo introdotti. Intanto, Gelli ha già oggi - credo - una novantina d'anni e Berlusconi se li porterà pure bene, ma tanto lontano dagli ottanta non è...Suvvia, non rendiamoci ridicoli: questa può essere respinte, ma certo non è una riforma ad personas. Tornare al controllo della politica, ma alta e nobile (ne convengo: non sul singolo giudice e non per leggi e sentenze ad personam, ma sul sistema complessivo; è stato appunto questo l'errore di Berlusconi: avrebbe dovuto presentarlo subito un tale disegno di legge, non cercare invece inammissibili scorciatoie ad uso proprio), in modo che il giudice torni ad attuare la legge e non la inventi, fingendo di interpretarla magari in odio al potente di turno (attenzione: oggi è Berlusconi, che i processi se li chiama addosso, anche se poi cerca disperatamente di sfuggirvi, domani però sarà un altro al suo posto) mi sembra un corretto obbiettivo liberale e moderno per una democrazia degna del nome, che rifiuta tutori impropri e angeli custodi(preti, militari o magistrati che siano). E' anche vero che un Parlamento di nominati mette in sospetto, ma - se non scandalizzo nessuno - all'epoca trovai frettolosa e populistica anche la sostanziale sterilizzazione dell'immunità parlamentare...
Assieme a questa discussiobe sulla possibile riforma costituzionale, peraltro, non solo nulla impedisce, ma tutto spinge ad affrontare questioni di rapidità processuale e quindi di snellimento delle procedure. Peccato, però, che ad esempio che gli avvocati abbiano alzato una barriera contro l'istituto della medi-conciliazione; della categoria faccio parte anch'io, ma so che non siamo verginelle, quando si tratta di allungare i tempi processuali e di rimpinguare gli onorari... In definitiva, tutti gli operatori - della politica e del processo - dovrebbero fare seriamente autocritica, circa la bassa efficienza del sistema giudiziario. Anche noi professori universitari,che dovremmo insegnare meno (pura) teoria e più teoria e pratica del diritto...
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