| | | | Post: 285 Post: 285 | Utente Junior | | OFFLINE | |
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06/03/2011 17:36 | |
dal professor Prisco, che mi prega di postare
Caro NiXel, grazie della lettura e del commento. E' inutile però scaldarsi, tanto sono proposte che nessuno ha veramente preso in considerazione. Comunque: il programma degli insegnamenti con più cattedre si può coordinare e mi risulta che lo si faccia (direttamente però non lo so, perché non ho doppioni); anche un maggior controllo sui professori potrebbe essere attuato (dovreste provvedere anche voi a segnalare scorrettezze, chiedendo magari uno sportello tipo cassetta per le lettere, per depositarvi segnalazioni anche non firmate...); a me le date degli esami le chiedono ormai a gennai dell'anno per tutto l'anno accademico e così ho stabilito il 18 del mese come data fissa di inizio (se non è sabato, domenica o altra festa),per favorire la programmazione degli studenti; però, a pensarci è ridicolo pretendere una programmazione a così lungo termine, o forse beneaugurante: nessuno di noi sa se dopo sei mesi (o anche meno) sarà ancora vivo o se non avrà preso l'infarto lui o una malattia uno in famiglia...; i fuori corso esistono infine solo in Italia. Non ho scritto che andrebbero penalizzati immotivatamente, ma che andrebbero penalizzati se restano tali senza giustificato motivo; si può anche avere anche una delusione d'amore o una crisi esistenziale e bloccarsi, ma questo sballa il sistema, se accade sui grandi numeri, perché l'università è costruita normalmente affinché si seguano corsi e si diano esami; se invece si è avuta una malattia, personale o in famiglia, o si vive una difficoltà economica, ad esempio, si sarebbe giustificati e allora si dovrebbe essere aiutati. In realtà, io penserei a "contratti" individuali degli studenti con l'università, flessibili in base alle circostanze: c'è chi ci vuole mettere più tempo per laurearsi, chi meno (ad esempio perché lavora), chi parte in un modo e poi deve adattarsi. Non si può trattare tutti alla stessa maniera, perché nell'università si è formalmente uguali, da studenti, ma sostanzialmente diversi per circostanze di partenza o successive e per obiettivi; domanda e offerta formativa dovrebbero quindi essere adeguate a circostanze diverse, venendo monotorats con attenzione ogni situazione. Le persone in condizioni socio-ecomiche deboli, ma meritevoli, dovrebbero in particolare essere aiutate con borse di studio, e/o servizi a basso costo (tipo preferenze in residenze studentesche,se esistessero...). Questa non è una mia invenzione, lo prescrive semplicemente la Costituzione! Personalmente mi fido molto del professor Trombetti, già nostro rettore e oggi assessore regionale all'università. Non ne faccio una questione politica, ma di sua grande competenza in materia. Dopodiché...in Germania un ministro si è pochi giorni fa dimesso per avere largamente copiato una tesi di dottorato, in Giappone un suo collega lo ha appena fatto per avere accettato una donazione di modestissimo valore economico - per sostegno politico - da una cittadina straniera (lì questo è vietato). Con il costume pubblico generale italiano voi le vedete possibile anche da noi queste prassi corrette? Non vi sarebbe in realtà bisogno di riforme, se fossimo diversi e all'inverso il dubbio è che ogni riforma (pur se buona sulla carta) possa venire qui affossata da cattive o del tutto mancanti - ovvero capziose - applicazioni. |