| | | | Post: 521 Post: 521 | Utente Senior | | OFFLINE | |
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06/03/2011 17:14 | |
Anche io concordo (in parte) con le proposte effettuate dal prof.Prisco, ma il fatto che esse non siano state messe a frutto testimonia ancora una volta come nella nostra Facoltà sia vivo e vegeto il tradizionale immobilismo. Un impulso di modifica alla didattica non può essere lasciato all'iniziativa dei singoli docenti, ferma restando la sacrosanta autonomia che caratterizza (o dovrebbe caratterizzare) l'università. Iniettare un po' di pragmatica nella nostra Università incontra sempre resistenze fortissime. Stiamo cercando di portare avanti la nostra petizione per riattivare esami penalistici (o, per meglio dire, dare anche ai ragazzi del nuovo ordinamento la possibilità di sostenerli), ma sembra anch'essa incontrare decisi ostacoli persino nell'inerzia dei miei colleghi. Concordo sulla proposta di rendere facoltativa, ma giustamente considerata, la tesi. Penalizzare i fuoricorso mi sembra una soluzione inutilmente deterrente, dovuta ad una mancata risposta alla radice del problema. A Giurisprudenza si iscrive spesso gente che non ha alternative, questo è ormai un vecchio adagio. Senza entrare nel merito di un'introduzione del numero chiuso (che io approvo), si potrebbe introdurre una decadenza dall'iscrizione se entro il primo anno accademico non si supera un tot di esami. Disincentiverebbe il fenomeno tanto "odiato" dei fuoricorso, che si potrebbe disinnescare anche introducendo sessioni di recupero esclusivamente per loro, o addirittura agire a monte, con corsi a frequenza obbligatoria. Piuttosto, non concordo sulla proposta didattica del prof.Prisco;mi sembra un po' farraginosa. Piuttosto io proporrei di reintrodurre per gli esami fondamentali (che spesso non sono più di due-tre all'anno) il corso annuale, senza estenderlo a tutti (è una vecchia ipocrisia ritenere di rispettare la dignità di ciascun insegnamento livellando). Uno studente del primo anno, così, seguirebbe fin dal primo semestre i corsi di Diritto privato e Diritto costituzionale, sostenendo gli esami in sessione estiva. Al secondo seguirebbe Economia politica e Diritto commerciale, al terzo Procedura civile e Diritto Penale e così via. Per gli altri esami si manterrebbe il corso semestrale. Il problema dei complementari troppo selettivamente orientati in determinate branche più volte è stato affrontato, proprio a proposito della petizione, di cui ben sapete. Inoltre, forse le nostre scuole non ci hanno insegnato a scrivere. Può ben essere, non ci sono dubbi. Ma perchè dall'alto della Commissione didattica non giunge la proposta di esami scritti, magari a sbarramento per l'orale, in modo da non avere, tra l'altro, sessioni d'esame che si trascinano per settimane intere?Perchè la possibilità di scrivere durante il corso deve essere un'eccezione fortunata (o sfortunata, dipende dai punti di vista) per alcuni che capitano con alcuni professori?Secondo me perchè i professori non hanno alcuna intenzione di correggere decine e decine di compiti. Sarà un cattivo pensiero, per carità, ma a pensar male si fa peccato, ma si indovina, è ben noto. Non diciamo che queste iniziative necessitano delle proposte degli studenti, perchè quando la Facoltà vuole fare qualcosa, lo fa spesso e volentieri senza gran rispetto per la volontà degli studenti.
Saluti |