ObbligazioneNaturale, 22/02/2011 17.09:
Parlerei di totale incapacita'. Gheddafi e' una creatura italiana, inutile negarlo, la piu' prudente ed efficace strategia sarebbe stata quella del ripudio sostenendo apertamente la rivolta ed uscirne con la candida reputazione di chi aveva la coscienza pulita.
Invece abbiamo fatto la figura dei cioccolatai, se la giocheranno gli americani soffiando ad ENI qualche miliardo tra contratti e concessioni senza contare l'aumento del costo dell'energia (si parlava di rincari prima ancora della rivolta, basterebbe tenere d'occhio il mercato degli ETF).
Per quanto riguarda l'hedge fund libico (che e' comunque uno dei piu' contenuti a livello internazionale) ed il destino di UniCredit.
Il fondo e' Governativo e non privato. Semmai dovesse mutare l'assetto costituzionale libico gli accordi (Convenzione di Vienna del 1978, non ratificata dalla Libia) vorrebbero l'applicazione del principio della tabula rasa a seguito del mutamento sostanziale delle condizioni politiche (e' il principio rebus sic stantibus).
La successione nei debiti non localizzabili e' infatti soggetta all'accettazione, sarebbe pero' stupido da parte della Libia non succedere nella gestione del Fondo indi credo sceglieranno di seguire la prassi internazionale (in particolare la successione nel debito pubblico tra Russia ed URSS, e della Serbia dopo il crollo dell'Ex Jugoslavia) mantenendo la gestione magari mutando il management.
Dubito che un'eventuale nuova gestione possa essere piu' aggressiva di quella attuale.
Cioè secondo te davvero con un nuovo regime non cambierebbe nulla? Secondo me ogni tanto dovremmo ricordarci che oltre al mondo dei libri e dei giornali, esiste quello reale.
La libia è dentro unicredit non solo con l'hegde fund, ma anche con la sua banca centrale, e di fatto ne è il primo azionista. In questo modo hanno aggirato il patto di sindacato che vieta di avere più del 5% ad ogni socio.
Quelle partecipazioni erano legate non ad una logica economica, ma squisitamente politica.
Se cambia politica a Tripoli, unicredit ballerà e non poco, almeno fino al momento in cui il governo non negozierà un nuovo equilibrio con il nuovo eventuale regime.
Questa è la ragione per cui gli azionisti italiani si stanno riunendo per studiare una strategia comune. In caso di crisi prolungata, Unicredit, che è un gigante nelle dimensioni ma è strutturalmente debole, diventerebbe un soggetto facilmente scalabile e qualche banca è già alla finestra.
[Modificato da trixam 22/02/2011 17:33]