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Ma i diritti dei lavoratori dipendono da Pomigliano?

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2010 19:42
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16/06/2010 13:06
 
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di Stefano Feltri

Suona strano a chi ha tra i 24 e i 30 anni sentire i metalmeccanici della Fiom dire: "Se passa l'accordo succede il finimondo". Ecco, si sbagliano: per una generazione di giovani il finimondo è già successo

I giornalisti non dovrebbero mai scrivere in prima persona. Questa volta faccio un'eccezione, perché vorrei condividere con voi lettori un mio disagio nel raccontare la vicenda di Pomigliano e dell'ultimatum che la Fiat ha dato ai sindacati: o accettate condizioni di lavoro (molto) più dure oppure, invece di investire 700 milioni, chiudiamo la fabbrica. Il disagio è questo: quando raccontiamo gli operai di Pomigliano, raccontiamo la storia degli ultimi, dei Cipputi disegnati da Altan, dei più deboli, oppure la strenua difesa di un gruppo che, suo malgrado, non rappresenta più il mondo del lavoro di oggi?

Premessa: io ho 25 anni, ho la fortuna di avere un lavoro un po' meno precario di altri, di aver potuto studiare economia all'università grazie ai sacrifici dei miei genitori. Quando parlo con persone che hanno la mia età, e in questi giorni capita, di quello che succede a Pomigliano, una reazione diffusa è: “Ma cosa vogliono questi? Non si rendono conto che, anche adeguandosi alle richieste della Fiat, saranno comunque molto più fortunati di quanti stanno loro intorno?” E' vero: viene messo in discussione il diritto a scioperare (contro l'accordo), si riducono le pause, i ritmi di lavoro aumentano, il pranzo è previsto solo alla fine del turno di otto ore ecc. Si dice: lo statuto dei lavoratori è sotto attacco, questo è solo l'inizio, se si cede su Pomigliano poi non ci sarà più freno, la Confindustria e il governo vogliono rimettere in discussione le tutele e i diritti conquistati faticosamente durante il Novecento dal movimento sindacale e dai partiti della sinistra.

Però non posso ignorare un dato: tra i miei amici, miei coetanei o di qualche anno più grandi, nessuno è protetto dall'articolo 18, nessuno ha il diritto di sciopero perché sono precari o fanno lavori in cui non puoi scioperare contro nessuno, molti lavorano gratis, tantissimi anche il sabato e la domenica, senza orari. E quasi tutti, me incluso, nonostante lauree e master, guadagnano meno degli operai napoletani. E' chiaro che in queste condizioni risulta difficile provare empatia per gli operai di Pomigliano.

Ma stare in fabbrica è un lavoro usurante, dicono quelli che escono dai cancelli dello stabilimento napoletano. Senza dubbio, lo posso solo immaginare, non avendolo mai provato. Ma è usurante anche stare fino a 35 o 40 anni appesi a contratti precari, senza la malattia, le ferie, i permessi, i congedi, la maternità, i distacchi sindacali la cassa integrazione e lo stipendio superiore ai mille euro, che per gli operai di Pomigliano non sono in discussione mentre per una generazione intera rappresentano, nel migliore dei casi, un miraggio. Gli operai di Pomigliano possono progettare, tra mille difficoltà, una famiglia. Un avvocato con una finta partita Iva che lavora in uno studio di Milano o Roma per 700 euro al mese non può farlo. E anche questo è usurante o, almeno, parecchio frustrante.

Per metà dei lavoratori italiani l'articolo 18 non esiste perché lavorano in imprese sotto i 15 dipendenti, per un'altra fetta rilevante non vale comunque, perché stanno in aziende precarie, e se si chiude tutti a casa. Centinaia di migliaia di lavoratori non possono scioperare, altri che potrebbero non lo fanno perché altrimenti addio rinnovo del contratto, se restano senza lavoro non hanno la cassa integrazione, non avranno mai la pensione perché saltando da un lavoro all'altro non accumulano contribuiti. Per questo, a chi oggi ha tra i 24 e i 30 anni, suona strano (e un po' irritante) sentire i metalmeccanici della Fiom o i dirigenti della sinistra che dicono: “Se passa l'accordo succede il finimondo”. Ecco, si sbagliano: il finimondo è già successo, mentre loro si opponevano all'innalzamento dell'età pensionabile, mentre scaricavano i costi dell'evoluzione del sistema produttivo sui nuovi entranti nel mercato del lavoro, mentre ricordavano con nostalgia le lotte di fabbrica di un tempo lontano invece che preoccuparsi delle università, mentre scendevano in piazza a milioni per difendere l'articolo 18 (sacrosanto) osservando senza protestare le aziende riempirsi di stagisti che lavorano gratis. Che però non protestano, non si sentono, non sono organizzati e non sono rappresentati da sindacati pieni di pensionati o lavoratori a fine carriera.

Davvero il futuro del mercato del lavoro e dei diritti dei lavoratori è appeso all'accordo di Pomigliano? O le peggiori paure che circolano in questi giorni si sono già realizzate? Pure, qui, nella nostra redazione si è aperto un notevole dibattito (anche generazionale). Vorrei capire cosa ne pensate voi lettori.


http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2499482&title=2499482




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16/06/2010 13:14
 
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trasporto anche qui:

in linea di massima concordo,però non capisco il senso di quest'articolo...poichè c'è il precariato e noi giovani siamo al 90% destinati ad una vita di sacrifici,gli operai di 45/50 anni di una catena di montaggio dovrebbero rischiare di essere licenziati se scioperano,l'azienda potebbe non pagare loro le malattie,dovrebbero rinunciare a mangiare per 8 ore?

aggiungo: è giusto sottolineare il ruolo dei sindacati,che in tante cose hanno sbagliato nel passato....ma onestamente le condizioni dettate da fiat sono pessime
- Settimana lavorativa con sabato lavorativo retribuito non in modo straordinario;

- Obbligo di straordinario per un monte ore triplo rispetto a quello del CCNL;

- Possibilità di derogare dalla legge che garantisce pause e riposi ai lavoratori turnisti;

- Riduzione del tempo per le pause;

- Deroga dalla normativa europea che prevede mezz’ora di pausa a metà turno per turni superiori a 6 ore, con spostamento della stessa a fine turno;

- Possibilità di comandare lo straordinario nella mezz’ora di pausa mensa, eliminando il dritto alla mensa;

- Cancellazione di tutti i precedenti accordi sindacali aziendali;

- Facoltà di sanzionare l’organizzazione qualora indicesse uno sciopero;

- Richiesta di contrattazione individuale, beffando l’attuale Contratto Collettivo Nazionale;

- Possibilità di sanzionare disciplinarmente i lavoratori che scioperano fino la licenziamento, contravvenendo all’articolo 40 della Costituzione Italiana;

- Facoltà di non applicare le norme del Contratto Collettivo Nazionale che prevedono il pagamento della malattia a carico dell’impresa;

Cioè,poichè è meglio il lavoro che la disoccupazione,si deve accettare tutto?










♫....cloudless everyday you fall upon my waking eyes inviting and inciting me to rise..and through the window in the wall come streaming in on sunlight wings a million bright ambassadors of morning...♫
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16/06/2010 13:27
 
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Re:
Adri84, 16/06/2010 13.14:

trasporto anche qui:

in linea di massima concordo,però non capisco il senso di quest'articolo...poichè c'è il precariato e noi giovani siamo al 90% destinati ad una vita di sacrifici,gli operai di 45/50 anni di una catena di montaggio dovrebbero rischiare di essere licenziati se scioperano,l'azienda potebbe non pagare loro le malattie,dovrebbero rinunciare a mangiare per 8 ore?

aggiungo: è giusto sottolineare il ruolo dei sindacati,che in tante cose hanno sbagliato nel passato....ma onestamente le condizioni dettate da fiat sono pessime
- Settimana lavorativa con sabato lavorativo retribuito non in modo straordinario;

- Obbligo di straordinario per un monte ore triplo rispetto a quello del CCNL;

- Possibilità di derogare dalla legge che garantisce pause e riposi ai lavoratori turnisti;

- Riduzione del tempo per le pause;

- Deroga dalla normativa europea che prevede mezz’ora di pausa a metà turno per turni superiori a 6 ore, con spostamento della stessa a fine turno;

- Possibilità di comandare lo straordinario nella mezz’ora di pausa mensa, eliminando il dritto alla mensa;

- Cancellazione di tutti i precedenti accordi sindacali aziendali;

- Facoltà di sanzionare l’organizzazione qualora indicesse uno sciopero;

- Richiesta di contrattazione individuale, beffando l’attuale Contratto Collettivo Nazionale;

- Possibilità di sanzionare disciplinarmente i lavoratori che scioperano fino la licenziamento, contravvenendo all’articolo 40 della Costituzione Italiana;

- Facoltà di non applicare le norme del Contratto Collettivo Nazionale che prevedono il pagamento della malattia a carico dell’impresa;

Cioè,poichè è meglio il lavoro che la disoccupazione,si deve accettare tutto?




Hai pienamente ragione, e non riesco sinceramente a capire come si possano accettare articoli simili. Chi ha scritto questo pezzo non ha la benché minima cognizione che alcuni diritti non sono negoziabili, che avere un posto fisso, a maggior ragione estenuante e usurante come questo, non implica svendersi come merce al mercato, non implica elemosinare la paga (che non è una gentile concessione di Marchionne) e non implica barattare i propri diritti stante la minaccia che Pomigliano chiuda e la produzione venga traslocata in Ucraina o in Polonia.
E questa immane vergogna deve ricadere anche su questo governuncolo, che permette che lavoratori italiani vengano svenduti e ricattati in tal modo.

Infine la mentalità di questo "ragazzo", estremamente fortunato, riecheggia il cosiddetto ballo dei pezzenti, una lotta tra ultimi per confrontare le proprie miserie e le proprie disgrazie, con l'invito, naturalmente, a chi ha qualche briciolo di sicurezza in più a non disturbare troppo "il capitale" o l'industria/impresa/manager -o qualsiasi altra figura preferiate- perché già troppo "fortunato" e oggi i diritti sono un lusso.
Non ha capito che l'unico modo di riconquistare posizioni, diritti, certezze, stabilità e dignità in amgito lavorativo è fare fronte comune contro chi vende e svende continuamente il lavoro, che sia di giornalista precario, di operaio ridotto ad una condizione di semi-schiavitù, di telefonista del call-center etc

Sulla posizione del Pd non mi esprimo perché diventerei volgare.
[Modificato da Massimo Volume 16/06/2010 13:29]
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16/06/2010 13:28
 
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mmm Teresa me ne ha dato un interpretazione diversa...messa in quel modo si può anche concordare










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16/06/2010 13:33
 
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ti ho appena risposto di là... [SM=x43636]

nn credo che il senso dell'articolo sia "sti cazzi, per me è già così"...almeno io nn l'ho inteso in questo senso...
il punto centrale secondo me è quel "SE passa succede il finimondo"...per me significa nn avere davanti la realtà lavorativa, perchè come ha scritto l'autore il finimondo c'è già, ma forse nn interessa così tanto...o cmq nn merita di scuscitare tutto questo clamore!
sacrosanto difendere i diritti che questi lavoratori rischiano di perdere, richiamando anche alla Costituzione....ma io sono figlia della gallina nera se a me nn li riconoscono proprio e nessuno si indigna così tanto?
io questo senso c'ho trovato, e sono perfettamente d'accordo...il fatto che i diritti da noi siano riconosciuti solo ad alcune categorie di lavoratori è un dato di fatto! così come è un dato di fatto che tutto ciò passa nell'indifferenza generale

aggiungo un esempio: gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, assicurazione contro la disoccupazione ecc) fino al 2008 nn erano riconosciuti a tutti i lavoratori...ne restavano escluse intere categorie come i co.co.co, ad esempio...quindi queste persone da un giorno all'altro potevano trovarsi a nn avere una retribuzione, senza che nessuno muovesse un dito....è davvero così assurdo, a queste condizioni, pensare almeno per un attimo che forse poter pranzare dopo 8 ore sia il meno peggio??

fermo restando, ed anzi premettendo, che la tua chiave di lettura porterebbe unicamente ad una guerra tra poveri (chi sta peggio e chi sta meno peggio, appunto) e nn credo sia questo l'intento dell'articolo...almeno nn il mio riportarlo, ma semplicemente mettere in luce una realtà che è trascurata e nn merita le prime pagine dei giornali...




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16/06/2010 13:37
 
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Re: Re:
Massimo Volume, 16/06/2010 13.27:




Hai pienamente ragione, e non riesco sinceramente a capire come si possano accettare articoli simili. Chi ha scritto questo pezzo non ha la benché minima cognizione che alcuni diritti non sono negoziabili, che avere un posto fisso, a maggior ragione estenuante e usurante come questo, non implica svendersi come merce al mercato, non implica elemosinare la paga (che non è una gentile concessione di Marchionne) e non implica barattare i propri diritti stante la minaccia che Pomigliano chiuda e la produzione venga traslocata in Ucraina o in Polonia.
E questa immane vergogna deve ricadere anche su questo governuncolo, che permette che lavoratori italiani vengano svenduti e ricattati in tal modo.

Infine la mentalità di questo "ragazzo", estremamente fortunato, riecheggia il cosiddetto ballo dei pezzenti, una lotta tra ultimi per confrontare le proprie miserie e le proprie disgrazie, con l'invito, naturalmente, a chi ha qualche briciolo di sicurezza in più a non disturbare troppo "il capitale" o l'industria/impresa/manager -o qualsiasi altra figura preferiate- perché già troppo "fortunato" e oggi i diritti sono un lusso.
Non ha capito che l'unico modo di riconquistare posizioni, diritti, certezze, stabilità e dignità in amgito lavorativo è fare fronte comune contro chi vende e svende continuamente il lavoro, che sia di giornalista precario, di operaio ridotto ad una condizione di semi-schiavitù, di telefonista del call-center etc

Sulla posizione del Pd non mi esprimo perché diventerei volgare.




Adria, per me il senso dell'articolo è semplicemente un "scetatevi uagliò", perchè quel finimondo che qualcuno intravede in lontananza esiste già, è reale, e nn dipende da questo accordo ma c'è da anni!
è così sbagliato dargli visibilità?
o cmq, solo il metalmeccanico di Pomilgiano merita la nostra empatia?




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16/06/2010 13:40
 
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tra l'altro scusatemi eh, ma mi pare che l'autore sottolinei più volte il tema chiave

titolo: "Ma i diritti dei lavoratori dipendono da Pomigliano?"

introduzioen: "Suona strano a chi ha tra i 24 e i 30 anni sentire i metalmeccanici della Fiom dire: "Se passa l'accordo succede il finimondo". Ecco, si sbagliano: per una generazione di giovani il finimondo è già successo"

finale: "Davvero il futuro del mercato del lavoro e dei diritti dei lavoratori è appeso all'accordo di Pomigliano? O le peggiori paure che circolano in questi giorni si sono già realizzate?"





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16/06/2010 20:56
 
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Re: Re: Re:
°Paranoid Android°, 16/06/2010 13.37:




Adria, per me il senso dell'articolo è semplicemente un "scetatevi uagliò", perchè quel finimondo che qualcuno intravede in lontananza esiste già, è reale, e nn dipende da questo accordo ma c'è da anni!
è così sbagliato dargli visibilità?
o cmq, solo il metalmeccanico di Pomilgiano merita la nostra empatia?




Naturalmente no. Resto dell'idea che l'articolo sia scritto molto male e che dia adito ad alcune incomprensioni.

Poi se mi domandi se il futuro dei lavoratori italiano dipende da Pomigliano io ti dico di si.
Perché per la prima volta è stato proposto un accordo così palesemente incostituzionale, così lesivo della dignità, dell'autodeterminazione, della salute e dei diritti dei lavoratori ed è stato firmato da due sindacati (anche se numericamente inferiori al sindacato principale), accolto con favore dal Pd (vergogna!) e sbandierato come un gran regalo da parte della Fiat.
Insomma, il ricatto in base al quale convogliando i fondi su Pomigliano, e non sulla Polonia o Ucraina, i lavoratori debbano accettare senza condizioni l'accordo è un capestro che rischia di diventare la norma. Una norma in base alla quale i contratti nazionali diventano carta straccia in una spirale di svendita progressiva dei diritti costituzionali e lavorativi.
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16/06/2010 21:09
 
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Il punto fondamentale e più grave secondo me è questo:

NON si può portare alcuna deroga ai diritti dei lavoratori in nome dell'emergenza, altrimenti finisce ogni tutela per gli operai.

La legge, se non va bene, la si cambia, non la si deroga!

Meglio che queste persone perdano il posto di lavoro e rimangano in piedi i diritti dell'intera classe di lavoratori italiani.


Ormai in Italia questa è la prassi:
si crea l'emergenza e si fa quel che si vuole.

Nulla di più sbagliato!!!!!!
[Modificato da nando85 16/06/2010 21:09]
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16/06/2010 21:22
 
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io sono davvero senza parole
la situazione generale mi scoraggia, mi avvilisce

io posso solo dirvi alcune esperienze personali che già mi hanno particolarmente segnato...

3 anni di lavoro in somministrazione con la paura e il terrore ad ogni scadenza: alla fine sono tornata a casa con una mano avanti e una mano dietro

una grande azienda alimentare italiana, con decine di stabilimenti vende tutto ad una multinazionale e mio padre dopo 25 anni di servizio se ne torna a casa: lui come centinaia di colleghi con le rispettive famiglie a spasso e nessuno ha mosso un dito... nessuno ne ha parlato come si parla per pomigliano

i diritti??? il mio ragazzo ha lavorato per poche manciate di euro peggio degli schiavi: turni di 24 ore...

non so voi...
ma io non ho parole



... perchè ogni traguardo è solo un nuovo punto di partenza...
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16/06/2010 21:30
 
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Re:
nando85, 16/06/2010 21.09:

Il punto fondamentale e più grave secondo me è questo:

NON si può portare alcuna deroga ai diritti dei lavoratori in nome dell'emergenza, altrimenti finisce ogni tutela per gli operai.

La legge, se non va bene, la si cambia, non la si deroga!

Meglio che queste persone perdano il posto di lavoro e rimangano in piedi i diritti dell'intera classe di lavoratori italiani.


Ormai in Italia questa è la prassi:
si crea l'emergenza e si fa quel che si vuole.

Nulla di più sbagliato!!!!!!




Non concordo con la IV frase, però il resto lo sottoscrivo.
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16/06/2010 21:38
 
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Re: Re: Re: Re:
Massimo Volume, 16/06/2010 20.56:




Naturalmente no. Resto dell'idea che l'articolo sia scritto molto male e che dia adito ad alcune incomprensioni.

Poi se mi domandi se il futuro dei lavoratori italiano dipende da Pomigliano io ti dico di si.
Perché per la prima volta è stato proposto un accordo così palesemente incostituzionale, così lesivo della dignità, dell'autodeterminazione, della salute e dei diritti dei lavoratori ed è stato firmato da due sindacati (anche se numericamente inferiori al sindacato principale), accolto con favore dal Pd (vergogna!) e sbandierato come un gran regalo da parte della Fiat.
Insomma, il ricatto in base al quale convogliando i fondi su Pomigliano, e non sulla Polonia o Ucraina, i lavoratori debbano accettare senza condizioni l'accordo è un capestro che rischia di diventare la norma. Una norma in base alla quale i contratti nazionali diventano carta straccia in una spirale di svendita progressiva dei diritti costituzionali e lavorativi.




certo, ma io su questo concordo
il punto, che colgo in questo articolo (almeno questa è la mia interpretazione, ed è il senso con cui lo posto) è che forse da Pomigliano dipendono le tutele dei lavoratori subordinati...ma quelle (le stesse, e forse anche di più) di tutti gli altri sono andate a puttane da tempo, eh, senza che nessuno abbia mosso un dito


@Nando...in linea generale concordo...ma nn ti saprei dire su due piedi cosa sia meglio, se migliaia di lavoratori perdano il posto o si salvi l'intera categoria...cioè teoricamente è ovvio che propenda per l'ultima opzione...ma vaglielo a dire a chi quel posto poi lo perde (persone, nn numeri) [SM=x43606]




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17/06/2010 11:52
 
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la soluzione sarebbe a monte:imitare Sarkozy sul caso Clio.

E' riuscito ad evitare che la Reanult spostasse la produzione della nuova Clio dalla Francia alla Turchia minacciandoli di chiedere la restituzione dei soldi avuti nel momento di crisi.

SE noi abbiamo una classe politica e una classe sindacale di cala-braghe e venduti verso le imprese, questi sono i risultati:

-lavoro nero senza diritti
-lavoro dipendente con qualche diritto che,però, stanno cercando di eliminare (e pretendono che gli sid ica pure grazie sennò spostano la produzione in Polonia)


Sul resto della discussione mi pare una guerra tra poveri e semi-poveri che non cambia la sostanza del problema.


Martin Niemoller :
Quando i nazisti vennero per i comunisti, | Io restai in silenzio; | Non ero comunista. || Quando rinchiusero i socialdemocratici, | Rimasi in silenzio; | Non ero un socialdemocratico. || Quando vennero per i sindacalisti, | Io non feci sentire la mia voce; | Non ero un sindacalista. || Quando vennero per gli ebrei, | Rimasi in silenzio; | Non ero un ebreo. || Quando vennero per me,
Non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.



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17/06/2010 12:26
 
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Re:
angel in the sky, 17/06/2010 11:52:

la soluzione sarebbe a monte:imitare Sarkozy sul caso Clio.

E' riuscito ad evitare che la Reanult spostasse la produzione della nuova Clio dalla Francia alla Turchia minacciandoli di chiedere la restituzione dei soldi avuti nel momento di crisi.

SE noi abbiamo una classe politica e una classe sindacale di cala-braghe e venduti verso le imprese, questi sono i risultati:

-lavoro nero senza diritti
-lavoro dipendente con qualche diritto che,però, stanno cercando di eliminare (e pretendono che gli sid ica pure grazie sennò spostano la produzione in Polonia)


Sul resto della discussione mi pare una guerra tra poveri e semi-poveri che non cambia la sostanza del problema.







concordo, anche con Massimo Volume.
quello che succede a pomigliano è uno schifo, ma "accontentatevi che almeno avete il posto fisso" è una reazione patetica.
Ci sono dei diritti che dovrebbero essere garantiti, per il neolaureato E per il laureato.





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17/06/2010 19:28
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
°Paranoid Android°, 16/06/2010 21.38:




certo, ma io su questo concordo
il punto, che colgo in questo articolo (almeno questa è la mia interpretazione, ed è il senso con cui lo posto) è che forse da Pomigliano dipendono le tutele dei lavoratori subordinati...ma quelle (le stesse, e forse anche di più) di tutti gli altri sono andate a puttane da tempo, eh, senza che nessuno abbia mosso un dito


@Nando...in linea generale concordo...ma nn ti saprei dire su due piedi cosa sia meglio, se migliaia di lavoratori perdano il posto o si salvi l'intera categoria...cioè teoricamente è ovvio che propenda per l'ultima opzione...ma vaglielo a dire a chi quel posto poi lo perde (persone, nn numeri) [SM=x43606]




Concordo in pieno [SM=x43799]

Che poi come tu sai da valente giuslavorista, alcuni diritti come quello di sciopero non sono negoziabili né da qualche sindacalista né da Marchionne né dalla Marcegaglia, è un diritto costituzionale direttamente garantito al lavoratore, dicasi anche per condizioni derogative in pejus dei contratti nazionali.
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17/06/2010 21:13
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Massimo Volume, 17/06/2010 19.28:




Concordo in pieno [SM=x43799]

Che poi come tu sai da valente giuslavorista, alcuni diritti come quello di sciopero non sono negoziabili né da qualche sindacalista né da Marchionne né dalla Marcegaglia, è un diritto costituzionale direttamente garantito al lavoratore, dicasi anche per condizioni derogative in pejus dei contratti nazionali.




[SM=x43636] a scè [SM=x43626] (dovresti leggere come li faccio una chiavica nella tesi [SM=x43665] )
ma infatti si parla di proposta incostituzionale [SM=x43665] e a prescindere da questo nn è tollerabile proprio il manifesto ricatto di Marchionne (su questo concordo in pieno con Angel [SM=x43799] )
ma vedi, io nn mi ero proprio espressa sull'accordo, mi piaceva però questo "urlo di dolore"...perchè così l'ho visto e così andrebbe interpretato secondo me (vedi però, parlando della Fiat ci sono state queste discussioni e queste risposte...prova a vedere quante risposte ci sono quando si parla solo di giovani precari [SM=x43815] come se fosse la norma, quando invece così nn dovrebbe essere!)




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19/06/2010 19:42
 
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Fiat: a Pomigliano sfila fiaccolata per sì a referendum
POMIGLIANO D'ARCO (NAPOLI) - E' partito il corteo dei lavoratori della Fiat di Pomigliano d'Arco a favore dell'accordo tra azienda e sindacati. In testa al gruppo alcuni lavoratori tengono lo striscione con la scritta "Sì all'accordo. Sì ad una fabbrica più competitiva". Alla manifestazione stanno partecipando, oltre ai familiari degli operai, anche alcune centinaia di lavoratori dell'indotto. "Se chiude Pomigliano noi resteremo senza un lavoro - dice Stefano Colucci, operaio della ditta De Vizia che si occupa delle pulizie interne allo stabilimento - ho moglie e tre figli, l'ultimo dei quali frequenta ancora la scuola dell'obbligo. La prima va all'università e mia moglie lavora saltuariamente. E per questo - aggiunge l'uomo, accompagnato dalla moglie e dal figlio più piccolo - che abbiamo deciso di aderire alla manifestazione, sperando in un futuro occupazionale. Se chiude la Fiat ci ritroviamo senza lavoro". Man mano che il corteo sfila si aggiungono altri lavoratori.

Una manifestazione nata spontaneamente tra i lavoratori: è quanto sostengono i capi squadra e i capi reparto dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco alla fiaccolata. Al corteo, secondo le forze dell'ordine presenti sul posto, stanno partecipando oltre 5 mila persone. "Abbiamo sentito tutti questa esigenza - spiega Lorenzo, uno dei capi squadra - e poi il referendum si avvicina". Lorenzo sostiene anche che nessun capo squadra né capo reparto "ha fatto pressioni sugli operai per il sì al referendum". "Abbiamo spiegato ai lavoratori i termini dell'accordo - ha sostenuto - ed ora sta a loro decidere, anche se noi speriamo in un sì che dia un futuro non solo al 'Vico' ma all'intero sud".

Anche Giocondina, impiegata al reparto Qualità, sostiene che la manifestazione è stata organizzata con un passa parola tra i dipendenti. "L'azienda non ci ha chiesto nulla - ha detto - e noi voteremo sì al referendum perché crediamo nel progetto Panda e nell'accordo che non calpesta i diritti, non nega lo sciopero, né di essere malati. La Panda ci darà l'opportunità di lavorare in maniera continuativa perché è un'utilitaria ed é quindi più richiesta sul mercato dei modelli che abbiamo prodotto finora".

BOTTA E RISPOSTA TRA SINDACO E FIOM - Anche oggi botta e risposta tra il sindaco di Pomigliano d'Arco, Lello Russo, e gli esponenti della Fiom. Dopo le accuse del sindaco ai sindacalisti di difendere i "fannulloni dello stabilimento", ieri è arrivato l'invito di Andrea Amendola, della segreteria provinciale della Fiom, a "scendere sulle catene di montaggio per un paio di mesi" prima di giudicare i lavoratori. Ed oggi i due si sono incrociati in piazza Municipio dove era in corso l'iniziativa del Pdl a favore dell'accordo. Russo ha ribadito le sue posizioni sui "fannulloni", ed ha chiesto ai giornalisti se "Amendola ha mai lavorato in fabbrica". "Da ragazzo - ha detto il sindaco, che è medico - quando terminava la scuola mio padre mi faceva lavorare nei campi, quindi conosco bene i sacrifici ed il lavoro". Amendola, da parte sua, ha sostenuto di aver "sempre lavorato". "Ho lavorato in una bottega artigiana - ha spiegato - per contribuire a pagarmi gli studi. Mia madre cuciva i pantaloni, e lavorava a nero. Sono stato anche emigrante in America per lavorare. Questa è la mia famiglia, e questi sono i miei sacrifici per migliorare". I due hanno incrociato gli sguardi, ma non si sono fermati a parlare, ed hanno preferito affidare all'ANSA le loro "riflessioni".
LANDINI, A POMIGLIANO MANIFESTAZIONE DI REGIME - 'Si conferma che siamo di fronte ad una vera e propria manifestazione di regime che ci riporta agli anni piu' tragici e bui della storia del nostro Paese''. Lo afferma il segretario generale della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, a proposito della fiaccolata a favore dell'accordo organizzata a Pomigliano. ''Ci giungono segnalazioni da tante lavoratrici e lavoratori - spiega Landini - che la struttura gerarchica della Fiat sta contattando in queste ore ogni singolo dipendente per 'invitarlo' ad essere presente alla marcia. Del resto e' questa logica autoritaria e ricattatrice che porta la Fiat a fare organizzare un referendum del tutto illegittimo su un accordo separato che deroga al contratto nazionale, alle leggi e viola la nostra Costituzione.''

SLAI COBAS, LAVORATORI VOTERANNO NO - ''Siamo convinti che gli operai voteranno no al referendum, non diventeranno prigionieri di guerra'': lo ha sostenuto Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale dello Slai Cobas, nel corso dell'assemblea pubblica svoltasi oggi nel centro sociale anziani di piazza Mercato a Pomigliano d'Arco, mentre il Pdl raccoglieva firme a favore dell'accordo tra Fiat e sindacati, in altre zone del paese. Al termine dell'assemblea, molto affollata, ed alla quale hanno partecipato lavoratori, iscritti al sindacato, e cittadini, Granillo ha annunciato che la commissione elettorale, dopo il rinvio di ieri a oggi, ha rimandato nuovamente la seduta a lunedi' prossimo. ''Ci e' stato detto che il referendum si svolgera' lo stesso martedi' - ha spiegato Granillo - nonostante abbiamo eccepito che i regolamenti parlano chiaro e che si dovrebbe attendere 15 giorni dall'indizione per poter votare''. Granillo, inoltre, ha sostenuto che lo Slai Cobas e' ''l'unico sindacato a fare campagna per il 'no' al referendum''. ''Noi ci assumiamo le nostre responsabilita' - ha proseguito - e saremo presenti con i nostri rappresentanti alle urne per vigilare sul voto. Invitiamo gli altri a fare la stessa cosa''. ''Siamo convinti che gli operai voteranno no al referendum - ha concluso Granillo - non diventeranno prigionieri di guerra, e faranno in modo da far prevalere il no''.

SACCONI, NESSUNO OSTACOLI ITER DOPO VOTO - ''Mi auguro che dopo il referendum nessuno vorra' ostacolare un percorso che, per quanto impegnativo, rappresenta una grande opportunita'''. Cosi' il commento del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sulla prossima consultazione tra i lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano D'Arco. ''L'accordo e' stato fatto ed e' ovvio che non viene piu' riaperto: coloro che l'hanno sottoscritto - aggiunge Sacconi a margine di un convegno della fondazione 'Liberamente' in svolgimento in un albergo di Moniga Del Garda - non accetterebbero mai di modificarlo, ne' da una parte ne' dall'altra: quello che conta e' che adesso sul referendum i lavoratori si esprimano e che incoraggino questo investimento e questa scelta di impiantare in Mezzogiorno la base, la piattaforma produttiva per l'intero Mediterraneo'' per la Fiat. ''Credo che i lavoratori si esprimeranno in questo senso e che ce ne siano tutte le condizioni'', conclude il ministro del Lavoro.

Ansa
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