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Stefano Cucchi: morte sospetta in carcere

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2012 13:07
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08/04/2010 13:50
 
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Re:
J.Rebus, 08/04/2010 13.15:




Non ci sono prove, ha spiegato Arbarello, che si tratti della conseguenza di un pestaggio. Nessun segno di pugni o di una aggressione diretta, questo però non esclude necessariamente il pestaggio, perché avrebbe potuto essere stato spinto violentemente contro un muro o sul pavimento, tanto da provocare la frattura. "Noi non possiamo entrare - ha concluso il professore - nel merito delle modalità che hanno provocato le lesioni".




Sicuro? [SM=x43624]
A me pare che quelle immagini siano abbastanza evidenti!
Mah...
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08/04/2010 13:52
 
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Re: Re:
Astronascente86, 08/04/2010 13:50:




Sicuro? [SM=x43624]
A me pare che quelle immagini siano abbastanza evidenti!
Mah...




credo che si riferisca alla rottura del coccige, se parla di cadute a terra o spinte contro il muro certo non si riferisce agli occhi spinti nelle orbite o ai testicoli schiacciati...




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08/04/2010 13:55
 
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il caso
Cucchi, i medici legali:
«Poteva essere salvato»
Non è morto per disidratazione, ma perchè, pur in condizioni cliniche difficili,

non è stato curato.


NOTIZIE CORRELATE:

La perizia: colpa dei medici, la sorella: anche delle botte
(7 apr '10)

Giallo per la morte di un geometra dopo l'arresto
(27 ottobre '09)

Caso Cucchi, la sorella Ilaria accusa l'ospedale
(2 novembre '09)

Cucchi, ricostruita la notte dell'arresto
(6 novembre '09)

I 7 punti critici per la Commissione d'inchiesta parlamentare
(17 marzo '10)


ROMA - Fa ancora discutere la morte di Stefano Cucchi il geometra di 31 anni morto dopo 6 giorni dall'arresto, il 22 ottobre scorso all'Ospedale Sandro Pertini.
«La vita di Cucchi si sarebbe potuta salvare. Se fosse stata posta in essere un'idonea terapia si sarebbe potuto scongiurarne la morte».
Dice Paolo Arbarello, direttore dell'istituto di Medicina legale dell'università La Sapienza.

Il professore è a capo del pool di esperti che ha concluso le indagini e consegnato il fascicolo di 145 pagine ai due magistrati, il pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy, titolari dell'inchiesta sulla morte di Cucchi. Le parole del Dott. Albarello chiariscono: «Stefano Cucchi non è morto per disidratazione. La sera prima del decesso aveva assunto tre bicchieri d'acqua ed erano stati fatti dei prelievi di urina da cui è emersa una corretta funzionalità renale».

I medici legali: i dottori Paolo Arbarello, Luigi Cipolloni e Ozrem Carella Prada.
(Foto Eidon)

«SBAGLIATO IL REPARTO E LE TERAPIE» - «Stefano Cucchi pur in condizioni cliniche estremamente difficili, non è stato curato»
ha detto il Professor Paolo Arbarello. «Il quadro clinico del giovane - ha sottolineato - all’ingresso all’ospedale Pertini (nel reparto dedicato ai detenuti ndr) era fortemente compromesso e non permetteva la degenza nel reparto detentivo. Cucchi avrebbe dovuto essere stato ricoverato in un reparto per acuti». «Abbiamo rilevato una carenza assistenziale. Abbiamo un dubbio sul perchè un paziente in quelle condizioni sia stato avviato a quel reparto. Andavano impostate diversamente le terapie. Ci sono state omissioni e negligenze».

«NON SONO STATE LE LESIONI» -
Così come non hanno causato la morte le lesioni vertebrali, una antica e l'altra recente, tipiche di una caduta da seduto, che ha coinvolto il coccige. «Queste lesioni comunque erano indifferenti in relazione al decesso. Non sta a noi stabilire da cosa siano state provocate, ma comunque non sono state la causa della morte» ha detto Arbarello. «L'assistenza - ha proseguito il medico legale - non è stata adeguata. Invece le indicazioni del "Fatebenefratelli" e di Regina Coeli erano corrette».

LA FRATTURA E LE BOTTE - «Quanto ai meccanismi - ha sottolineato il direttore dell’istituto di medicina legale - per cui questo tipo di caduta si è determinata non spetta noi dirlo. Non ci sono prove - ha spiegato - che si tratti della conseguenza di un pestaggio. Non ci sono segni di pugni o di una aggressione diretta. Questo però non esclude necessariamente il pestaggio, perchè avrebbe potuto essere stato spinto violentemente contro un muro o sul pavimento, tanto da provocare la frattura». «Noi non possiamo entrare - ha detto Arbarello - nel merito delle modalità che hanno provocato le lesioni».

I DISTURBI DI STEFANO CUCCHI - Cucchi soffriva, secondo la ricostruzione del gruppo di esperti, di cinque gravi problemi: riportava una «fortissima cachessia, vale a dire era magrissimo e in uno stato vicino al malnutrizione; una disfunzione epato-cancreatica; una grave ipoglicemia; uno squilibrio elettrolitico; e una "rilevante bradicardia", vale a dire un battito del cuore molto lento, intorno alle 40 pulsazioni al minuto». «Si tratta di una condizione generale - ha sottolineato Arbarello - nella quale occorre provvedere con terapie idonee per scongiurare la morte». Le indicazioni dei medici del Regina Coeli e del Fatebenefratelli, secondo quanto risulta dalle carte, ha proseguito il direttore di medicina legale, sono state corrette. L’errore è stato compiuto al Pertini.

«LA VALUTAZIONE SPETTA AL MAGISTRATO» - «Le perizie legali - ha sottolineato però Arbarello - non sono prove e non costituiscono verità assoluta. La perizia medico-legale non è una sentenza. Noi abbiamo svolto la nostra analisi sulla base dei rilievi e della documentazione che avevamo a disposizione.
Spetterà al magistrato fare una valutazione complessiva, avvalendosi anche di altri strumenti come gli interrogatori, che aggiungono sicuramente elementi al puzzle.
Quello che possiamo dire noi è che le lesioni riportate da Cucchi non erano mortali, che non è morto per disidratazione e che con le terapie adeguate poteva essere salvato. Se poi i medici hanno fatto bene o no, sulla base delle informazioni che avevano e dei protocolli, a fare quello che hanno fatto è una valutazione che spetta al magistrato».


Fonte: Corriere della Sera - 08 aprile 2010

[Modificato da Etrusco 08/04/2010 13:56]

Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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01/05/2010 08:56
 
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IL CASO
Morte di Cucchi, chiusa inchiesta,
i medici rischiano 8 anni di carcere
L'imputazione più grave: «abbandono di incapace».
Accuse più lievi per gli agenti (lesioni e abuso di autorità).
L'avvocato della famiglia: «Molto soddisfatti»


Stefano Cucchi


ROMA - Non c'è più l'omicidio colposo tra i reati formulati dalla procura di Roma in relazione alla morte di Stefano Cucchi, il geometra di 31 anni deceduto il 22 ottobre scorso, dopo essere stato arrestato dei giorni prima dai carabinieri per spaccio di droga, ma a i medici sono accusati di abbandono di incapace, reato grave per cui rischiano fino a 8 anni di carcere. A carico dei medici, infatti, i pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy, che hanno depositato gli atti, hanno contestato, a seconda delle posizioni, il favoreggiamento, l'abbandono di incapace, l'abuso d'ufficio, e il falso ideologico. Lesioni e abuso di autorità sono le ipotesi di reato attribuite agli agenti della polizia penitenziaria.
13 in tutto le persone coinvolte, tra agenti della polizia penitenziario, personale medico e paramedico in servizio all'ospedale Sandro Pertini e a un dirigente del Prap
.
La deposizione degli atti del procedimento in base a quanto previsto dall'art. 415 bis del codice di procedura penale è la procedura che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio degli indagati. Lo scenario che emerge dall'avviso di fine indagine firmato dai pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy e dal procuratore Giovanni Ferrara, conferma dunque che Stefano Cucchi fu picchiato dagli agenti della polizia penitenziaria e, di fatto, non curato dai medici dell'ospedale Sandro Pertini,
i quali, pur avendo ben presenti le patologie di cui soffriva il ragazzo nel corso della degenza, «volontariamente omettevano di intervenire».

CADUTA IPOTESI OMICIDIO COLPOSO
- Il reato di omicidio colposo era stato inizialmente ipotizzato ai carico dei medici dell'ospedale Sandro Pertini dove era stato ricoverato Cucchi, mentre quello di omicidio preterintenzionale (anche questo caduto dopo il deposito della consulenza medica) era stato contestato agli agenti della penitenziaria che avevano in custodia il ragazzo nelle celle di sicurezza del tribunale di Roma poco prima dell'udienza di convalida dell'arresto.

RISCHIANO 8 ANNI DI CARCERE
- Secondo i magistrati della procura di Roma, la morte di Stefano Cucchi sarebbe conseguente all'«abbandono di persona incapace»: questo profilerebbe una accusa nei confronti dei medici e infermieri del Pertini, più grave dell'omicidio colposo, sanzionabile fino ad 8 anni di reclusione mentre il colposo è 5 anni.
Nel capo di imputazione i pm scrivono che i medici e gli infermieri in servizio dal 18 ottobre al 22 ottobre dello scorso anno «abbandonavano Stefano Cucchi del quale dovevano avere cura» in quanto «incapace di provvedere a se stesso».
In particolare il giovane «era affetto da politraumatismo acuto, con bradicardia grave e marcata, alterazione dei parametri epatici» e «segni di insufficienza renale».
Una situazione, secondo i magistrati, che lo poneva «in uno stato di pericolo di vita» e che quindi «esigeva il pieno attivarsi dei sanitari» che invece «omettevano di adottare i più elementari presidi terapeutici e di assistenza che nel caso di specie apparivano doverosi e tecnicamente di semplice esecuzione e adottabilità e non comportavano particolari difficoltà di attuazione essendo peraltro certamente idonei a evitare il decesso del paziente».

UN CUCCHIAINO DI ZUCCHERO - Bastava un cucchiaino di zucchero e Stefano Cucchi si sarebbe salvato
, scrivono i pm Barba e Loy nell'avviso di fine inchiesta. Tra le varie mancate cure contestate al primario Aldo Fierro , a 4 medici e 3 infermieri (i dirigenti medici di 1° livello Silvia Di Carlo, Flaminia Bruno, Stefania Corbi e Preite De Marchis, e i 3 infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe; si salva dall'accusa di abbandono di incapace aggravato dalla morte solo la dottoressa Rosita Caponetti), c'è anche quella di aver volontariamente omesso di «adottare qualunque presidio terapeutico al riscontro di valori di glicemia ematica pari a 40 mg/dl, rilevato il 19 ottobre, pur essendo tale valore al di sotto della soglia ritenuta dalla letteratura scientifica come pericolosa per la vita (per un uomo pari a 45mg/dl), neppure intervenendo con una semplice misura quale la somministrazione di un minimo quantitativo di zucchero sciolto in un bicchiere d'acqua che il paziente assumeva regolarmente, misura questa idonea ad evitare il decesso».
Tra le altre omissioni volontarie:
la mancata effettuazione di un elettrocardiogramma,
la mancata palpazione del polso
e l'assenza di controllo del corretto posizionamento o dell'occlusione del catetere determinando così l'accumulo di una rilevante quantità di urina nella vescica (1400 cc) con risalita del fondo vescicale e compressione delle strutture addominali e toraciche.
A Cucchi, poi, non è stata comunicata l'assoluta necessità di effettuare esami diagnostici essenziali alla tutela della sua vita. Chi era in servizio al Pertini si era limitato a prendere atto del suo rifiuto, con nota in cartella clinica, motivato dalla volontà di parlare con il proprio avvocato.
Tra le altre omissioni:
il mancato trasferimento del paziente con urgenza in un reparto più idoneo quando le condizioni di salute erano ormai diventate assai critiche.

«MOLTO SODDISFATTI» - «Noi siamo molto soddisfatti dell'attività investigativa dei pm: il reato di abbandono di incapace è terribile, peggio dell'omicidio colposo». L'avvocato della famiglia Cucchi Fabio Anselmo commenta così a «Cnrmedia» la chiusura delle indagini sulla morte di Stefano Cucchi. «Siamo molto soddisfatti, a prescindere dalla qualificazione giuridica del ruolo delle guardie carcerarie sulla quale noi argomenteremo in seguito, perchè riteniamo che Stefano non sarebbe morto se non fosse stato picchiato. Il quadro che emerge dal capo di imputazione è questo: Stefano è morto dopo essere stato pestato ed è morto in una condizione terribile: il capo di imputazione è terribile». Il fatto che siano sparite le accuse di omicidio per il legale dei Cucchi non è un problema fondamentale: «Così è anche peggio, non è vero che l'omicidio cade: l'omicidio c'è ed è in conseguenza dell'abbandono totale di una persona che era sotto custodia».

La sorella di Cucchi, Ilaria

LA FAMIGLIA - «Esprimiamo soddisfazione per il grande lavoro svolto dai pm. Quando è stato arrestato Stefano stava bene ed è morto in condizioni terribili per il semplice fatto che stava male perché picchiato dagli agenti di polizia penitenziaria ed è stato picchiato perché si lamentava e chiedeva farmaci. Questa è la tremenda verità che emerge chiaramente dal capo d'imputazione particolarmente articolato. Non dimentichiamo che senza quelle botte Stefano non sarebbe morto. I medici si devono vergognare e non sono più degni di indossare un camice». Questo, in una in una nota la famiglia Cucchi.

Fonte: Corriere della Sera - 30 aprile 2010

NOTIZIE CORRELATE:
*
Le perizie dei consulenti del pm: medici inadempienti (7 apr '10)
*
Giallo per la morte di un geometra dopo l'arresto (27 ottobre '09)
*
Caso Cucchi, la sorella Ilaria accusa l'ospedale (2 novembre '09)
*
Cucchi, ricostruita la notte dell'arresto (6 novembre '09)
*
I 7 punti critici per la Commissione d'inchiesta parlamentare (17 marzo '10)
*
Un racconto a fumetti per Stefano Cucchi (31 mar '10)


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[Modificato da Etrusco 01/05/2010 08:56]
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25/01/2011 17:11
 
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Cucchi: 12 rinviati a giudizio, uno condannato

ROMA - Dodici rinvii a giudizio per la morte di Stefano Cucchi avvenuta il 22 ottobre del 2009 all'ospedale Pertini di Roma, sei giorni dopo essere stato arrestato per droga. Nel corso dell'udienza davanti al Gup, e' stato condannato a due anni un funzionario dell'amministrazione penitenziaria regionale.

Claudio Marchiandi, direttore dell'ufficio detenuti e del trattamento del provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. I dodici rinviati a giudizio sono sei medici e tre infermieri dell'ospedale Pertini e tre guardie carcerarie. Sono accusati a vario titolo di lesioni e abuso di autorita', favoreggiamento, abbandono di incapace, abuso d'ufficio e falsita' ideologica. il processo iniziera' il 24 marzo prossimo di fronte alla terza Corte d'Assise.

LA SORELLA, PROCESSO CI DARA' RAGIONE - ''E' un momento di grande tensione emotiva: oggi ho visto i dolore negli occhi di mia madre, per noi il processo e' una tappa importante per la nostra battaglia di verita'. Il processo ci dara' ragione''. Cosi' Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto in ospedale a sei giorni dall'arresto, commenta la decisone del Gup di rinviare a giudizio 12 persone e di condannare il direttore dell'ufficio detenuti e del trattamento del provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, Claudio Marchiandi. ''Ci continuiamo a domandare perche' c'e' stata data una verita' diversa visto che e' evidente che noi attraverso i nostri consulenti non abbiamo mai detto assurdita' -dice Ilaria- il Gup Rosalba Liso ha rimandato in ambito dibattimentale ulteriori approfondimenti sulle consulenze dei nostri legali. Mi auguro che i pm abbiano il coraggio di portare avanti la verita' e l'umilta' di tornare sui propri passi''.


“Come folgore dal cielo!”
canta il motto della gloria
“come nembo di tempesta!”
precediamo la vittoria

Paracadutista tu
che scendi da lassù
sopra l’inferno,
tu conquisti ciò che vuoi
a fianco degli eroi
che sono eterni,
quando scendi giù dal ciel
avvolto nel tuo vel
la vittoria ti sorride già,
ma se ti tronca la mitraglia
dalla battaglia
in ciel ritornerai lassù

FOLGORE!!! [Avanti è la vita]

8° Battaglione Genio Guastatori Paracadutisti "Folgore"
22^ Compagnia Guastatori Paracadutisti "ANGELI NERI"
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26/01/2011 10:04
 
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speriamo che si faccia chiarezza e si venga a capo di questo atto vergognoso che ha fatto xdere la vita a ad una xsona...






"Quando tutto intorno tace, basta una voce per rompere la magia, per tagliare il sottile filo del silenzio.
Quando a regnare, invece, sono caos, anarchia e rumore,
non bastano mille silenzi per far sì che i sospiri di chi è stanco di urlare si odano"
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Re:
mariella85, 26/01/2011 10.04:

speriamo che si faccia chiarezza e si venga a capo di questo atto vergognoso che ha fatto xdere la vita a ad una xsona...




Ma non solo Stefano Cucchi ha perso semplicemente la vita,
ha perso anche quei Diritti di un carcerato (alla Salute, alla Difesa) che in uno Stato civile non dovrebbero mai esser messi in discussione.
Inoltre la sua morte gli è stata data tra atroci sofferenze, quasi come se fosse una lenta agonia, una tortura. [SM=x43614]

Lo Stato non può far finta di nulla, anche se farebbe comodo per semplificare le cose.

Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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13/12/2012 13:07
 
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"Cucchi morì per mancanza di cibo e liquidi"

ROMA - Stefano Cucchi morì per grave carenza di cibo e liquidi. Questa la conclusione dei periti incaricati dalla III Corte d'assise di Roma di accertare le cause della morte del geometra, deceduto il 21 ottobre del 2009 nel reparto giudiziario dell'ospedale Sandro Pertini a pochi giorni dal suo arresto.

LA PERIZIA - La perizia redatta dal gruppo di lavoro dell'Istituto Labanof di Milano è stata depositata giovedì, una settimana prima della prossima udienza del processo che vede imputati sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria. «In definitiva -si legge nella perizia - la causa della morte di Stefano Cucchi, per univoco convergere dei dati anamnestico clinici e delle risultanze anatomopatologiche, va identificata in una sindrome da inanizione». «Con il termine di morte per inanizione - scrivono i periti - si indica una sindrome sostenuta da mancanza (o grande carenza) di alimenti e liquidi».

(corriere della sera)





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