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Olè, Paolo Mazzarelli non fa il macchinista del treno!

Ultimo Aggiornamento: 31/03/2008 20:26
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24/02/2008 02:06
 
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Alla quinta ora di spettacolo, Anna Karenina, alias l’attrice Mascia Musy, cammina a passi lenti verso il treno fatale, verso il gigantesco uomo-locomotiva che, spalancando l’impermeabile, svela, cuciti all’interno, i due fanali contro i quali l’infelice eroina va a schiacciarsi come una falena mortalmente attratta dal lume, e lì si annulla, lì si contorce nell’ultimo spasimo che, per un istante, sembra proiettarla verso l’alto, in un’illusoria ricerca di cielo.

È un momento fra i più intensi e più felicemente significativi dell’Anna Karenina che il lituano Eimuntas Nekrosius ha realizzato in Italia, prodotta dall’Ert Emilia-Romagna e dal Biondo di Palermo. Uno spettacolo dal respiro lungo nel quale il gran romanzo di Tolstoj viene frammentato da Tauras Cizas in 29 quadri e collocato dallo scenografo Marius Nekrosius su uno sfondo di alte rocce scure decorate da una schiera di nidi e perforate da due pertugi che sembrano l’imboccatura di due caverne. Dinanzi a questa parete aspra e sul palcoscenico nudo, Nekrosius sviluppa il suo spettacolo che, come altre volte, si tende sulla corda doppia della tragedia e della farsa, del realismo e del grottesco, della memoria personale e del rito collettivo. È un procedere che mette in ombra la parola e privilegia il gesto, cerca la pantomima e la gag, tanto da citare le farse del muto e lambire la soglia dalla danza. Ed è significativa l’impressione di certe entrate, quando credi che i personaggi stiano per abbordare la scena con un «grand jété», tale è l’allure.

È in questo clima di fisicità che l’amore di Anna e del conte Vronskij attraversa tutte le fasi dell’esaltazione e della dannazione, si alimenta di erotismo, s’incupisce di gelosia, affronta i gradi della separazione e del riavvicinamento, mentre, intorno, si srotolano altre vite, nascono altri amori, s’intrecciano nuovi destini. Ed è denso di simboli il modo in cui Nekrosius evoca quel mondo. Il regista fa rotolare in scena i grandi orologi bianchi che alludono al passare del tempo, ma anche alle stazioni ferroviarie e ai treni; usa gli occhiali in senso metaforico; fa entrare a più riprese un maratoneta, che è una condensazione poetica del Destino. E poi sbozza il ritratto di Anna: un pacco che si può prendere, mettere sotto il braccio e portare dove si vuole. Salvo poi accorgersi che il pacco ha un’anima.

Potremmo dire che in questo spettacolo le intenzioni promettano più di quanto poi non mantengano. Non sapremmo dire esattamente che cosa non funzioni, ma di sicuro c’è qualcosa, nel ritmo che forse cerca ancora la propria tensione, nella costruzione certamente notevole, qualcosa che non sa avvincere. Lo spettatore ammira la grandiosità del disegno, ma non ne viene rapito. Eppure Nekrosius prova ripetutamente a sedurre col suo vigore immaginativo così intriso di vecchia Russia, così saturo di pittura e di musica. E ci provano anche i suoi attori, a cominciare da Mascia Musy, ammirevole per l’energia fisica e per le ombreggiature emotive, continuando con il Vronskij di Paolo Mazzarelli e con il Karenin di Paolo Musio. Segnaliamo ancora Corinne Castelli, Paolo Pierobon, Renata Palminiello e Alfonso Postiglione nella parte del Destino. A loro e a tutti gli altri i fervidi applausi del pubblico del Biondo rimasto stoicamente in sala fino alla fine.


[Modificato da Selkis 24/02/2008 02:09]




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Re:
Selkis, 24/02/2008 2.06:

Alla quinta ora di spettacolo, Anna Karenina, alias l’attrice Mascia Musy, cammina a passi lenti verso il treno fatale, verso il gigantesco uomo-locomotiva che, spalancando l’impermeabile, svela, cuciti all’interno, i due fanali contro i quali l’infelice eroina va a schiacciarsi come una falena mortalmente attratta dal lume, e lì si annulla, lì si contorce nell’ultimo spasimo che, per un istante, sembra proiettarla verso l’alto, in un’illusoria ricerca di cielo.

È un momento fra i più intensi e più felicemente significativi dell’Anna Karenina che il lituano Eimuntas Nekrosius ha realizzato in Italia, prodotta dall’Ert Emilia-Romagna e dal Biondo di Palermo. Uno spettacolo dal respiro lungo nel quale il gran romanzo di Tolstoj viene frammentato da Tauras Cizas in 29 quadri e collocato dallo scenografo Marius Nekrosius su uno sfondo di alte rocce scure decorate da una schiera di nidi e perforate da due pertugi che sembrano l’imboccatura di due caverne. Dinanzi a questa parete aspra e sul palcoscenico nudo, Nekrosius sviluppa il suo spettacolo che, come altre volte, si tende sulla corda doppia della tragedia e della farsa, del realismo e del grottesco, della memoria personale e del rito collettivo. È un procedere che mette in ombra la parola e privilegia il gesto, cerca la pantomima e la gag, tanto da citare le farse del muto e lambire la soglia dalla danza. Ed è significativa l’impressione di certe entrate, quando credi che i personaggi stiano per abbordare la scena con un «grand jété», tale è l’allure.

È in questo clima di fisicità che l’amore di Anna e del conte Vronskij attraversa tutte le fasi dell’esaltazione e della dannazione, si alimenta di erotismo, s’incupisce di gelosia, affronta i gradi della separazione e del riavvicinamento, mentre, intorno, si srotolano altre vite, nascono altri amori, s’intrecciano nuovi destini. Ed è denso di simboli il modo in cui Nekrosius evoca quel mondo. Il regista fa rotolare in scena i grandi orologi bianchi che alludono al passare del tempo, ma anche alle stazioni ferroviarie e ai treni; usa gli occhiali in senso metaforico; fa entrare a più riprese un maratoneta, che è una condensazione poetica del Destino. E poi sbozza il ritratto di Anna: un pacco che si può prendere, mettere sotto il braccio e portare dove si vuole. Salvo poi accorgersi che il pacco ha un’anima.

Potremmo dire che in questo spettacolo le intenzioni promettano più di quanto poi non mantengano. Non sapremmo dire esattamente che cosa non funzioni, ma di sicuro c’è qualcosa, nel ritmo che forse cerca ancora la propria tensione, nella costruzione certamente notevole, qualcosa che non sa avvincere. Lo spettatore ammira la grandiosità del disegno, ma non ne viene rapito. Eppure Nekrosius prova ripetutamente a sedurre col suo vigore immaginativo così intriso di vecchia Russia, così saturo di pittura e di musica. E ci provano anche i suoi attori, a cominciare da Mascia Musy, ammirevole per l’energia fisica e per le ombreggiature emotive, continuando con il Vronskij di Paolo Mazzarelli e con il Karenin di Paolo Musio. Segnaliamo ancora Corinne Castelli, Paolo Pierobon, Renata Palminiello e Alfonso Postiglione nella parte del Destino. A loro e a tutti gli altri i fervidi applausi del pubblico del Biondo rimasto stoicamente in sala fino alla fine.




forse le 5 ore di spettacolo? [SM=x43665]
considerando che è un mattone russo....

uaneme ddò priatorio... [SM=x43628]






...Kusovme
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Re:
Selkis, 24/02/2008 2.06:

Alla quinta ora di spettacolo, Anna Karenina, alias l’attrice Mascia Musy, cammina a passi lenti verso il treno fatale, verso il gigantesco uomo-locomotiva che, spalancando l’impermeabile, svela, cuciti all’interno, i due fanali contro i quali l’infelice eroina va a schiacciarsi come una falena mortalmente attratta dal lume, e lì si annulla, lì si contorce nell’ultimo spasimo che, per un istante, sembra proiettarla verso l’alto, in un’illusoria ricerca di cielo.

È un momento fra i più intensi e più felicemente significativi dell’Anna Karenina che il lituano Eimuntas Nekrosius ha realizzato in Italia, prodotta dall’Ert Emilia-Romagna e dal Biondo di Palermo. Uno spettacolo dal respiro lungo nel quale il gran romanzo di Tolstoj viene frammentato da Tauras Cizas in 29 quadri e collocato dallo scenografo Marius Nekrosius su uno sfondo di alte rocce scure decorate da una schiera di nidi e perforate da due pertugi che sembrano l’imboccatura di due caverne. Dinanzi a questa parete aspra e sul palcoscenico nudo, Nekrosius sviluppa il suo spettacolo che, come altre volte, si tende sulla corda doppia della tragedia e della farsa, del realismo e del grottesco, della memoria personale e del rito collettivo. È un procedere che mette in ombra la parola e privilegia il gesto, cerca la pantomima e la gag, tanto da citare le farse del muto e lambire la soglia dalla danza. Ed è significativa l’impressione di certe entrate, quando credi che i personaggi stiano per abbordare la scena con un «grand jété», tale è l’allure.

È in questo clima di fisicità che l’amore di Anna e del conte Vronskij attraversa tutte le fasi dell’esaltazione e della dannazione, si alimenta di erotismo, s’incupisce di gelosia, affronta i gradi della separazione e del riavvicinamento, mentre, intorno, si srotolano altre vite, nascono altri amori, s’intrecciano nuovi destini. Ed è denso di simboli il modo in cui Nekrosius evoca quel mondo. Il regista fa rotolare in scena i grandi orologi bianchi che alludono al passare del tempo, ma anche alle stazioni ferroviarie e ai treni; usa gli occhiali in senso metaforico; fa entrare a più riprese un maratoneta, che è una condensazione poetica del Destino. E poi sbozza il ritratto di Anna: un pacco che si può prendere, mettere sotto il braccio e portare dove si vuole. Salvo poi accorgersi che il pacco ha un’anima.
Potremmo dire che in questo spettacolo le intenzioni promettano più di quanto poi non mantengano. Non sapremmo dire esattamente che cosa non funzioni, ma di sicuro c’è qualcosa, nel ritmo che forse cerca ancora la propria tensione, nella costruzione certamente notevole, qualcosa che non sa avvincere. Lo spettatore ammira la grandiosità del disegno, ma non ne viene rapito. Eppure Nekrosius prova ripetutamente a sedurre col suo vigore immaginativo così intriso di vecchia Russia, così saturo di pittura e di musica. E ci provano anche i suoi attori, a cominciare da Mascia Musy, ammirevole per l’energia fisica e per le ombreggiature emotive, continuando con il Vronskij di Paolo Mazzarelli e con il Karenin di Paolo Musio. Segnaliamo ancora Corinne Castelli, Paolo Pierobon, Renata Palminiello e Alfonso Postiglione nella parte del Destino. A loro e a tutti gli altri i fervidi applausi del pubblico del Biondo rimasto stoicamente in sala fino alla fine.






mi soffermerei proprio sulla fisicità dell'amore, essenziale per avere una visione completa del dramma kareniniano.... [SM=x43811]
il mio dramma personale sarà sostenere le cinque ore, ma ho già provveduto ad un'amaca apposita per palchetti.
per mazzy questo ed altro.




.................................................

Poi tornai nella mia stanza e mi liberai del giubbotto.Volevo cercare le parole sul dizionario.Mi tolsi gli stivali e lanciai il berretto sul lavandino.Volevo cercare le parole.Volevo cercare velleità e quotidiano e impararle a memoria,queste stronze di parole,una volta per sempre,impararne l’ortografia,la pronuncia,ripeterle ad alta voce,sillaba per sillaba – vocalizzare,produrre suoni vocali,emettere suoni,pronunciare le parole per quello che valevano.Questo è l’unico modo al mondo di sfuggire alle cose che hanno fatto di te quello che sei. (Underworld, DeLillo).
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Re: Re:
kusovme, 24/02/2008 2.28:


forse le 5 ore di spettacolo? [SM=x43665]
considerando che è un mattone russo....

uaneme ddò priatorio... [SM=x43628]








[SM=x43807] ..mi sa di sì..


@Sybil, stavolta facciamo una rotazione per i posti "alti".. [SM=x43668]



Cosa sta facendo? - Chiesero al signor K. - Sto preparando il mio prossimo errore.
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nn si può andare a teatro per vedere a mazzarelli cà barbètt...

la prossima volta vado a vedere la arcuri?






...Kusovme
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Re:
kusovme, 11/03/2008 14.24:

nn si può andare a teatro per vedere a mazzarelli cà barbètt...

la prossima volta vado a vedere la arcuri?








a me piace lo stile russo [SM=x43665]
(oddio, tolstoj nn è il mio preferito però)


(e cmq.. dici quello che vuoi.. ma già dalla foto..mmh..meeeeeerita)



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Re: Re:
cozla05, 11/03/2008 17.58:




a me piace lo stile russo [SM=x43665]
(oddio, tolstoj nn è il mio preferito però)


(e cmq.. dici quello che vuoi.. ma già dalla foto..mmh..meeeeeerita)


ma qua si parla del mazza...

e come dici tu, merita...dalla foto, nn dalla recitazione... [SM=x43666]





...Kusovme
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Re: Re: Re:
kusovme, 12/03/2008 15.29:


ma qua si parla del mazza...

e come dici tu, merita...dalla foto, nn dalla recitazione... [SM=x43666]







contemplazione edonistica delle forme..
se ci sono i contenuti, ben venga..
e poi.. sono empirista..
se nn lo vedo.. come faccio a dirlo..? [SM=x43669]



Cosa sta facendo? - Chiesero al signor K. - Sto preparando il mio prossimo errore.
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Re: Re: Re: Re:
cozla05, 12/03/2008 19.44:




contemplazione edonistica delle forme..
se ci sono i contenuti, ben venga..
e poi.. sono empirista..
se nn lo vedo.. come faccio a dirlo..? [SM=x43669]




ma io ho parlato del movente........... [SM=x43812]



...Kusovme
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Re: Re: Re: Re: Re:
kusovme, 12/03/2008 19.54:




ma io ho parlato del movente........... [SM=x43812]





pure io [SM=x43807]



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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
cozla05, 12/03/2008 20.08:




pure io [SM=x43807]



[SM=x43668] ....e qual è? [SM=x43666]



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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
kusovme, 13/03/2008 11.55:



[SM=x43668] ....e qual è? [SM=x43666]





curiosità poliorientata [SM=x43668]



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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
cozla05, 13/03/2008 13.03:




curiosità poliorientata [SM=x43668]




t'apparàt jà... [SM=x43819]



...Kusovme
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14/03/2008 17:29
 
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Re: Re: Re:
kusovme, 12/03/2008 15.29:


ma qua si parla del mazza...

e come dici tu, merita...dalla foto, nn dalla recitazione... [SM=x43666]






anche per la recitazione...a me è piaciuto sia in Fuoco! [SM=x43829] , che in quell'altro...di cui ora non rammento il titolo ma rammento lui, [SM=x1457839] ...ah, anche all'uscita del teatro, rammento...pure per uscire ci vuol classe..selkis sa. [SM=g51043]
e fidati. [SM=x43607]

.................................................

Poi tornai nella mia stanza e mi liberai del giubbotto.Volevo cercare le parole sul dizionario.Mi tolsi gli stivali e lanciai il berretto sul lavandino.Volevo cercare le parole.Volevo cercare velleità e quotidiano e impararle a memoria,queste stronze di parole,una volta per sempre,impararne l’ortografia,la pronuncia,ripeterle ad alta voce,sillaba per sillaba – vocalizzare,produrre suoni vocali,emettere suoni,pronunciare le parole per quello che valevano.Questo è l’unico modo al mondo di sfuggire alle cose che hanno fatto di te quello che sei. (Underworld, DeLillo).
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15/03/2008 03:09
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
kusovme, 14/03/2008 3.01:




t'apparàt jà... [SM=x43819]





il che pure richiede un certo talento [SM=x52065]





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Re: Re: Re: Re:
Sybil.Vane, 14/03/2008 17.29:




anche per la recitazione...a me è piaciuto sia in Fuoco! [SM=x43829] , che in quell'altro...di cui ora non rammento il titolo ma rammento lui, [SM=x1457839] ...ah, anche all'uscita del teatro, rammento...pure per uscire ci vuol classe..selkis sa. [SM=g51043]
e fidati. [SM=x43607]





ma con emma dante si fa scuola... [SM=x43666]

e all'uscita c'ero....e ..............perdete ogni speranza, è gay [SM=x43669]



...Kusovme
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16/03/2008 13:16
 
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Re: Re: Re:
cozla05, 11/03/2008 12.17:




[SM=x43807] ..mi sa di sì..


@Sybil, stavolta facciamo una rotazione per i posti "alti".. [SM=x43668]




Ma let me understand...state posizionati sui "trespoli"?!

Sarà teRRRibile. Anche noi stiamo sul palco [SM=x43653]

*******************
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Hab' 'nen Luftballon gefunden / Denk' an dich und lass' ihn fliegen.
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Re: Re: Re: Re:
ampelmann, 16/03/2008 13.16:




Ma let me understand...state posizionati sui "trespoli"?!

Sarà teRRRibile. Anche noi stiamo sul palco [SM=x43653]




..ma sai che forse siamo divisi?
abbiamo palchetti di II fila..
spero no trespolosi..
in tal caso, fingeremo scoliosi o problemi articolari
.. [SM=x43624]



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Re: Re: Re: Re: Re:
cozla05, 16/03/2008 17.59:




..ma sai che forse siamo divisi?
abbiamo palchetti di II fila..
spero no trespolosi..
in tal caso, fingeremo scoliosi o problemi articolari
.. [SM=x43624]




da notizie ansa, risulta che la stessa cassiera del botteghino sconsiglia la visione trespolosa...Il Mercadante non rimborserà l'eventuale parcella dell'ortopedico [SM=x43670]

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Re: Re: Re:
kusovme, 12/03/2008 15.29:


ma qua si parla del mazza...

e come dici tu, merita...dalla foto, nn dalla recitazione... [SM=x43666]







[SM=x43624] [SM=x43624] [SM=x43624]
la recitazione non merita??? ma che dici?
No cmq a me anna karenina piacque parecchio... certo, se avessi saputo che durava 5 ore ci avrei pensato, ma certo non l'abbiamo scelto solo per Paolo Mazzarelli!




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