Questo pure mi e' piaciuto...
fa nascere curiosita'...
"Il primo luglio 1998 cadeva di mercoledi'. Fu quindi logico, benche' anomalo, che Djerzinski la sua bevuta d'addio la organizzasse di martedi'. In mezzo alle vaschette di congelamento degli embrioni, e un po' schiacciate dalla loro massa, le bottiglie di champagne vennero accolte dal refrigeratore Brandt deputato a conservare i prodotti chimici d'uso comune."
Bello anche il prologo...
"Oggi noi viviamo in un nuovissimo regno,
E l'ordito delle circostanze avviluppa il
nostro corpo,
Bagna il nostro corpo
In un alone di gioia.
Ciò che talvolta agli uomini d'un tempo
capitò d'intuire grazie alla musica
Noi lo realizziamo ogni giorno nella
realtà pratica.
Ciò che per essi era campo
dell'inaccessibile e dell'assoluto
Per noi è cosa semplicissima e ben nota.
Eppure, quegli uomini non li disprezziamo;
Noi sappiamo di dover molto ai loro sogni,
Sappiamo che non saremmo nulla senza
l'ordito di dolore e gioia di cui è
fatta la loro storia,
Sappiamo che quando attraversavano l'odio
e la paura, quando si urtavano nel
buio
Quando, poco a poco, tracciavano la
propria storia
In sé recavano la nostra immagine.
Noi sappiamo che non sarebbero mai stati
né mai avrebbero potuto essere, se nel
profondo di sé non avessero nutrito
questa speranza,
Sappiamo che senza il loro sogno non
sarebbero riusciti neppure a esistere.
Adesso che viviamo nella luce,
Adesso che viviamo nell' imemdiata vicinanza della foce,
E che la luce bagna il nostro corpo,
Avviluppa il nostro corpo
In un alone di gioia,
Adesso che siamo giunti in prossimita' del fiume,
In pomeriggi perenni.
Adesso che la luce intorno ai nostri corpi s'e' fatta palpabile,
Adesso che siamo giunti a destinazione
E che ci siamo lasciati alle spalle l' universo della separazione
L' universo mentale della separazione
Per bagnarci di una gioia immobile e feconda,
Di una nuova legge,
Oggi
Per la prima volta
Noi possiamo descrivere la fine del regno antico.
**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.**