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Quali sono gli incipit dei libri...

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2013 13:10
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07/04/2006 09:34
 
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Re:

Scritto da: Ifona84 07/04/2006 9.32
Marley, prima di tutto, era morto. Niente dubbio su questo. Il registro mortuario portava le firme del prete, del chierico, dell'appaltatore delle pompe funebri e della persona che aveva guidato il mortoro. Scrooge vi aveva apposto la sua: e il nome di Scrooge, su qualunque fogliaccio fosse scritto, valeva tant'oro. Il vecchio Marley era proprio morto per quanto è morto, come diciamo noi, un chiodo di porta.
Badiamo! non voglio mica dare ad intendere che io sappia molto bene che cosa ci sia di morto in un chiodo di porta. Per conto mio, sarei stato disposto a pensare che il pezzo più morto di tutta la ferrareccia fosse un chiodo di cataletto. Ma poiché la saggezza dei nostri nonni sfolgora nelle similitudini, non io vi toccherò con sacrilega mano; se no, il paese è bell'e ito. Lasciatemi dunque ripetere, solennemente, che Marley era morto com'è morto un chiodo di porta.






Ah.... Dickens.... quanti ricordi.... [SM=g27811]
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07/04/2006 10:08
 
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Re: Re:

Scritto da: MetalHomer 07/04/2006 9.34


Ah.... Dickens.... quanti ricordi.... [SM=g27811]




bellissimo... lo ho adorato in tutte le sue forme in vari stadi della mia vita... da quella a cartone animato, a film ed infine il librooooo [SM=g27836]
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07/04/2006 12:30
 
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"Hai mai pensato di smettere?"
La voce di Anna mi arriva ovattata, lontana. Sono imbottito di droghe, impasticcato come credo di non esserlo mai stato. Lei si è avvicinata di più. Ora vedo i suoi stivali di pelle morbida, non riesco ad alzare gli occhi quel tanto che basta per guardarla in faccia. Riporto l'attenzione alle foto sul tavolino, una specie di primi piani sul corpo e sul viso di una ragazza violentata e poi sfregiata a colpi di coltello.

Le radici del male, Alda Teodorani
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08/04/2006 11:02
 
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Era gia' buio quando arrivai a Bonn. Feci uno sforzo per non dare al mio arrivo quel ritmo di automaticita' che si e' venuto a creare in cinque anni di continuo viaggiare: scendere le scale della stazione, risalire altre scale, deporre la borsa da viaggio, levare il biglietto dalla tasca del soprabito, consegnare il biglietto, dirigersi verso l'edicola dei giornali, comperare le edizioni della sera, uscire, far cenno a un tassi'. Per cinque anni quasi ogni giorno sono partito da qualche luogo e sono arrivato in qualche luogo, la mattina ho disceso e salito le scale di stazioni, il pomeriggio ho disceso e risalito scale di stazioni, ho chiamato un tass', ho cercato la moneta nella tasca della giacca per pagare la corsa, ho comperato giornali della sere alle edicole e, in un angolo riposto del mio io, ho gustato la scioltezza perfettamente studiata di questo automatismo.





**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.**
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Re:

Scritto da: Ifona84 08/04/2006 11.02
Era gia' buio quando arrivai a Bonn. Feci uno sforzo per non dare al mio arrivo quel ritmo di automaticita' che si e' venuto a creare in cinque anni di continuo viaggiare: scendere le scale della stazione, risalire altre scale, deporre la borsa da viaggio, levare il biglietto dalla tasca del soprabito, consegnare il biglietto, dirigersi verso l'edicola dei giornali, comperare le edizioni della sera, uscire, far cenno a un tassi'. Per cinque anni quasi ogni giorno sono partito da qualche luogo e sono arrivato in qualche luogo, la mattina ho disceso e salito le scale di stazioni, il pomeriggio ho disceso e risalito scale di stazioni, ho chiamato un tass', ho cercato la moneta nella tasca della giacca per pagare la corsa, ho comperato giornali della sere alle edicole e, in un angolo riposto del mio io, ho gustato la scioltezza perfettamente studiata di questo automatismo.




Uhmmmmmmm.....

"Opinioni di un clown".... giusto???
Mhhh......ciambelle.....





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08/04/2006 11:15
 
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Re: Re:

Scritto da: MetalHomer 08/04/2006 11.09


Uhmmmmmmm.....

"Opinioni di un clown".... giusto???



zi... [SM=g27821]




**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.**
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08/04/2006 11:15
 
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Scritto da: Ifona84 08/04/2006 11.15


zi... [SM=g27821]



eh... letture di coglioni..... [SM=g27829]

[Modificato da MetalHomer 08/04/2006 11.16]

Mhhh......ciambelle.....





09/04/2006 19:54
 
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Almustafà,l'eletto e l'amato, come un'alba nel suo giorno, aveva atteso dodici anni nella città di Orfalese la sua nave per ritornare nell'isola nativa.
E nel dodicesimo anno, il giorno settimo di Jelòol, mese delle messi,salì sulla collina oltre le mura della città e guardò verso il mare; e vide la sua nave risalire nella nebbia.
Allora gli si aprirono le porte del cuore e la sua gioia volò lontano sopra il mare. Chiuse gli occhi e pregò nei silenzi dell'anima.



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09/04/2006 22:08
 
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"Che resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce a un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco, e anch'io ho creduto fatale quanto si è poi rivelato letale solo per la noia che mi viene a pensarci. A pezzi o interi, non si continua a vivere ugualmente scissi? E le angosce di un tempo ci appaiono come mondi talmente lontani da noi, oggi, che ci sembra inverosimile aver potuto abitarli in passato".


Seminario sulla Gioventù, Aldo Busi.

.................................................

Poi tornai nella mia stanza e mi liberai del giubbotto.Volevo cercare le parole sul dizionario.Mi tolsi gli stivali e lanciai il berretto sul lavandino.Volevo cercare le parole.Volevo cercare velleità e quotidiano e impararle a memoria,queste stronze di parole,una volta per sempre,impararne l’ortografia,la pronuncia,ripeterle ad alta voce,sillaba per sillaba – vocalizzare,produrre suoni vocali,emettere suoni,pronunciare le parole per quello che valevano.Questo è l’unico modo al mondo di sfuggire alle cose che hanno fatto di te quello che sei. (Underworld, DeLillo).
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14/06/2006 13:10
 
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Questo pure mi e' piaciuto...
fa nascere curiosita'...

"Il primo luglio 1998 cadeva di mercoledi'. Fu quindi logico, benche' anomalo, che Djerzinski la sua bevuta d'addio la organizzasse di martedi'. In mezzo alle vaschette di congelamento degli embrioni, e un po' schiacciate dalla loro massa, le bottiglie di champagne vennero accolte dal refrigeratore Brandt deputato a conservare i prodotti chimici d'uso comune."

Bello anche il prologo...

"Oggi noi viviamo in un nuovissimo regno,
E l'ordito delle circostanze avviluppa il
nostro corpo,
Bagna il nostro corpo
In un alone di gioia.
Ciò che talvolta agli uomini d'un tempo
capitò d'intuire grazie alla musica
Noi lo realizziamo ogni giorno nella
realtà pratica.
Ciò che per essi era campo
dell'inaccessibile e dell'assoluto
Per noi è cosa semplicissima e ben nota.
Eppure, quegli uomini non li disprezziamo;
Noi sappiamo di dover molto ai loro sogni,
Sappiamo che non saremmo nulla senza
l'ordito di dolore e gioia di cui è
fatta la loro storia,
Sappiamo che quando attraversavano l'odio
e la paura, quando si urtavano nel
buio
Quando, poco a poco, tracciavano la
propria storia
In sé recavano la nostra immagine.
Noi sappiamo che non sarebbero mai stati
né mai avrebbero potuto essere, se nel
profondo di sé non avessero nutrito
questa speranza,
Sappiamo che senza il loro sogno non
sarebbero riusciti neppure a esistere.
Adesso che viviamo nella luce,
Adesso che viviamo nell' imemdiata vicinanza della foce,
E che la luce bagna il nostro corpo,
Avviluppa il nostro corpo
In un alone di gioia,
Adesso che siamo giunti in prossimita' del fiume,
In pomeriggi perenni.

Adesso che la luce intorno ai nostri corpi s'e' fatta palpabile,
Adesso che siamo giunti a destinazione
E che ci siamo lasciati alle spalle l' universo della separazione
L' universo mentale della separazione
Per bagnarci di una gioia immobile e feconda,
Di una nuova legge,
Oggi
Per la prima volta
Noi possiamo descrivere la fine del regno antico.




**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.**
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15/06/2006 11:40
 
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Il container dondolava mentre la gru lo spostava sulla nave. Come se stesse galleggiando nell'aria, lo sprider, il meccanismo che aggancia il container alla gru, non riusciva a domare il movimento. I portelloni mal chiusi si aprirono di scatto e iniziarono a piovere decine di corpi. Sembravano manichini. Ma le teste si spaccava come fossero crani veri. Ed erano crani. Uscivano dal container uomini e donne. Anche qualche ragazzo. Morti. Congelati, tutti raccolti, l'uno sull'altro. In fila, stipati come aringhe im scatola. Erani i cinesi che non muoiono mai. Gli eterni che si passano i documenti l'uno con l'altro. Ecco dov'erano finiti. I corpi che le fantasie più spinte immaginavano cucinati nei ristoranti, sotterrati negli orti d'intorno alle fabbriche, gettati nella bocca del Vesuvio. Erano lì. Ne cadevano a decina, con il nome appuntato su un cartellino annodato a un laccetto intorno al collo, Avevano tutti messo da parte i soldi per farsi seppellire nelle loro città in Cina. Si facevano trattenere una percentuale dal salario, in cambio avevano garantito un viaggio di ritorno, una volta morti. Uno spazio in un container e un buco in qualche pezzo di terra cinese.
Quando il gruista del porto mi raccontò la cosa, si mise le mani in faccia e continuava a guardarmi attraverso lo spazio delle dita. Come se quella maschera di mani gli concedesse più coraggio per raccontare...


"Gomorra"
Roberto Saviano

Se fossi matto mi chiederei: che cosa state facendo per me?
Se fossi matto vi chiederei com'è il mare, di che colore è il vostro cielo, qual è il profumo della vostra donna e se esiste ancora la casa dove sono nato.

Se fossi matto vi parlerei degli elettroshock subiti negli anni addietro, dei terribili momenti dell'attesa prima dell'applicazione degli elettrodi, delle urla, dell'intenso odore di urine, della voce dell'infermiere che ti chiama per nome e del medico che questo nome nemmeno conosce.
Se fossi stato matto vi parlerei dei lunghi inverni passati in reparto, a contare le mattonelle, delle allucinazioni che mi hanno aiutato a sopravvivere, dei cessi sempre sporchi e dei riscaldamenti sempre guasti.

Se fossi matto vi parlerei del caldo d'agosto, dei miraggi del mare, che passavano per allucinazioni.

Se fossi matto vi chiederei di mangiare la neve, di andare al cinema, di sapere chi possa chiamare di notte se dovessi sentirmi male o semplicemente solo.
Se fossi matto vi chiederei quanti soldi valgono le cure che mi date, di conoscere quanti denari si spendono nei manicomi e nelle cliniche private.

Se fossi matto vi chiederei perchè dopo tanti anni rinchiuso qui non ho ancora la pensione, oggi che sono non solo matto, ma anche vecchio e voi non riuscite a tutelarmi nè come anziano nè come pazzo.
Se fossi matto vi chiederei che fine ha fatto il Progetto Obiettivo "Tutela della salute mentale" e perchè i manicomi privati non fanno nemmeno finta di chiudere.

Se fossi matto vi chiederei di stanare quelli che fanno ancora l'elettroshock senza consenso e senza nessuno a cui dar conto della sua efficacia.
Se fossi matto firmerei un appello contro le guerre, mi appellerei ai poeti, agli anchormen, ai pittori, ai matematici, ai cantautori e ai politici, perchè dicessero, ognuno a modo loro, dei fetori del manicomio, del prezzo della vita, dei rigidi inverni, delle mattonelle contate mille volte, del suono dei pianti, delle leggi mai applicate e dei volti dei matti, oramai sfioriti.

Se fossi matto vi chiederei del mio futuro, del mio presente.
Vi chiederei di me...

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16/06/2006 17:32
 
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A proposito di roberto saviano:
"Sono stato al funerale di Annalisa Durante. Quattordici anni. Quattordici anni. Quattordici anni. Ripeterselo è come passarsi una spugna d'acqua gelata lungo la schiena".


MA IO PIù CHE AGLI INCIPIT MI AFFEZIONO AI FINALI:
"Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non potergli sfuggire più. Non sapeva che il sogno era già alle sue spalle, in questa vasta oscurità dietro la città, dove i campi oscuri della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce vedre, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C'è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta...alungheremo di più le braccia...e una bella mattina...
Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato." [SM=x43607] [SM=g27836]







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16/06/2006 18:28
 
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Lolita,luce della mia vita,fuoco dei miei lombi.Mio peccato,anima mia.Lo-li-ta:la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere,al terzo,contro i denti.Lo-li-ta
Era Lo,semplicemente Lo al mattino,ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo.Era Lola in pantaloni.Era Dolly a scuola.Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti.Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.


Vladimir Nabokov-Lolita


Mi impressionò molto la sensualità di queste parole....

Lasciamoci accarezzare dalla fantasia e travolgere dai sogni, chè la realtà ha labbra che baciano a morte.
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16/06/2006 18:48
 
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...tanti mi hanno colpita,ma in questi mi ci riconosco anche pienamente:
Mi pento delle diete,dei piatti prelibati rifiutati per vanità,come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l'amore che ho lasciato correre....Non posso separare l'erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo;al contrario,ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno.Da qui nasce l'idea di qst liro,un viaggio senza carta geografica attraverso le regioni dela memoria sensuale,là dove i confini tra l'amore e l'appetito sono talmente labili da confondersi completamente...

ISABEL ALLENDE-AFRODITA

Lasciamoci accarezzare dalla fantasia e travolgere dai sogni, chè la realtà ha labbra che baciano a morte.
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16/06/2006 19:52
 
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Spero che questo libro non venga mai letto.

* * *

C'è fra di noi qualcosa che è meglio dell'amore: è una complicità.

* * *

Assente, il tuo volto si dilata tanto da colmare l'universo. Passi allo stato fluido, quello dei fantasmi.
Presente, si condensa; e raggiungi la concentrazione dei metalli più pesanti, l'iridio, il mercurio. Mi fa morire, quel peso, cadendomi sul cuore
.


* * *

Si è ingannato Paolo l'ammirevole. (Parlo del grande sofista e non del grande predicatore.) Per ogni pensiero, per ogni amore che abbandonato a se stesso potrebbe venir meno, esiste un cordiale stranamente energico: TUTTO IL RESTO DEL MONDO, che gli si oppone, senza averne il valore.

* * *

Solitudine... Io non credo come credono loro, non vivo come vivono loro, non amo come amano loro... Morrò come loro.

* * *

L'alcool snebbia. Dopo qualche sorsata di cognac non penso più a te.




.
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17/06/2006 19:12
 
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Re:

Scritto da: giugiotta 16/06/2006 17.32
A proposito di roberto saviano:
"Sono stato al funerale di Annalisa Durante. Quattordici anni. Quattordici anni. Quattordici anni. Ripeterselo è come passarsi una spugna d'acqua gelata lungo la schiena".


MA IO PIù CHE AGLI INCIPIT MI AFFEZIONO AI FINALI:
"Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non potergli sfuggire più. Non sapeva che il sogno era già alle sue spalle, in questa vasta oscurità dietro la città, dove i campi oscuri della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce vedre, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C'è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta...alungheremo di più le braccia...e una bella mattina...
Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti
senza posa nel passato." [SM=x43607] [SM=g27836]





[SM=x43601] [SM=x43601] [SM=x43601] [SM=x43607] [SM=x43607] [SM=x43607]





**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.**
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Re:

Scritto da: giugiotta 16/06/2006 17.32
A proposito di roberto saviano:
"Sono stato al funerale di Annalisa Durante. Quattordici anni. Quattordici anni. Quattordici anni. Ripeterselo è come passarsi una spugna d'acqua gelata lungo la schiena".


MA IO PIù CHE AGLI INCIPIT MI AFFEZIONO AI FINALI:
"Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non potergli sfuggire più. Non sapeva che il sogno era già alle sue spalle, in questa vasta oscurità dietro la città, dove i campi oscuri della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce vedre, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C'è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta...alungheremo di più le braccia...e una bella mattina...
Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato."
[SM=x43607] [SM=g27836]



[SM=x43607]
Uno dei miei libri preferiti!! [SM=x43625]

Se fossi matto mi chiederei: che cosa state facendo per me?
Se fossi matto vi chiederei com'è il mare, di che colore è il vostro cielo, qual è il profumo della vostra donna e se esiste ancora la casa dove sono nato.

Se fossi matto vi parlerei degli elettroshock subiti negli anni addietro, dei terribili momenti dell'attesa prima dell'applicazione degli elettrodi, delle urla, dell'intenso odore di urine, della voce dell'infermiere che ti chiama per nome e del medico che questo nome nemmeno conosce.
Se fossi stato matto vi parlerei dei lunghi inverni passati in reparto, a contare le mattonelle, delle allucinazioni che mi hanno aiutato a sopravvivere, dei cessi sempre sporchi e dei riscaldamenti sempre guasti.

Se fossi matto vi parlerei del caldo d'agosto, dei miraggi del mare, che passavano per allucinazioni.

Se fossi matto vi chiederei di mangiare la neve, di andare al cinema, di sapere chi possa chiamare di notte se dovessi sentirmi male o semplicemente solo.
Se fossi matto vi chiederei quanti soldi valgono le cure che mi date, di conoscere quanti denari si spendono nei manicomi e nelle cliniche private.

Se fossi matto vi chiederei perchè dopo tanti anni rinchiuso qui non ho ancora la pensione, oggi che sono non solo matto, ma anche vecchio e voi non riuscite a tutelarmi nè come anziano nè come pazzo.
Se fossi matto vi chiederei che fine ha fatto il Progetto Obiettivo "Tutela della salute mentale" e perchè i manicomi privati non fanno nemmeno finta di chiudere.

Se fossi matto vi chiederei di stanare quelli che fanno ancora l'elettroshock senza consenso e senza nessuno a cui dar conto della sua efficacia.
Se fossi matto firmerei un appello contro le guerre, mi appellerei ai poeti, agli anchormen, ai pittori, ai matematici, ai cantautori e ai politici, perchè dicessero, ognuno a modo loro, dei fetori del manicomio, del prezzo della vita, dei rigidi inverni, delle mattonelle contate mille volte, del suono dei pianti, delle leggi mai applicate e dei volti dei matti, oramai sfioriti.

Se fossi matto vi chiederei del mio futuro, del mio presente.
Vi chiederei di me...

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Re: Re:

Scritto da: kykketta 18/06/2006 15.18


[SM=x43607]
Uno dei miei libri preferiti!! [SM=x43625]



fighissimo... [SM=x43605]


[SM=x43607]




**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.**
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20/07/2006 11:47
 
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leggendo un libro di racconti di bradbury..

sono incappato in uno dei più evocativi incipit gotici che abbia mai letto..
forse superiore alla shirley jackson già postata..




da Banshee

Era una di quelle notti irlandesi in cui, partendo da Dublino e attraversando in macchina città addormentate, ti scontravi con caligine e incappavi in nebbie che si scioglievano in pioggia, per diventare silenzio tra una ventata e l'altra. Tutto intorno, freddo, immobilità e attesa. Una notte di strani incontri ai crocicchi deserti, con grandi filamenti di spettrali tele di ragno prive del tessitore, per centinaia di chilometri. Dai prati, cigolii di cancelli, nelle case gemiti di finestre sotto una luna che s'affacciava a sprazzi.

[SM=x43601]




A me piacciono gli anfratti bui
delle osterie dormienti,
dove la gente culmina nell'eccesso del canto,
a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,
e i calici di vino profondi,
dove la mente esulta,
livello magico di pensiero.
troppo sciocco è piangere sopra un amore perduto
malvissuto e scostante,
magico l'acre sapore del vino
indenne,
meglio l'ubriacatura del genio,
meglio sì meglio
l'indagine sorda delle scorrevolezze di vite


Nella realtà sociale, nonostante tutti i mutamenti, il dominio dell'uomo sull'uomo rimane il continuum storico che congiunge la Ragione pretecnologica a quella tecnologica.

L'uomo è divenuto un superuomo... Ma il superuomo con il suo sovrumano potere non è pervenuto al livello di una sovrumana razionalità. Più il suo potere cresce, e più egli diventa anzi un pover'uomo. Le nostre coscienze non possono non essere scosse dalla constatazione che, più cresciamo e diventiamo superuomini, e più siamo disumani.


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Re:

Scritto da: leverkuhn83 20/07/2006 11.47

leggendo un libro di racconti di bradbury..

sono incappato in uno dei più evocativi incipit gotici che abbia mai letto..
forse superiore alla shirley jackson già postata..




da Banshee

Era una di quelle notti irlandesi in cui, partendo da Dublino e attraversando in macchina città addormentate, ti scontravi con caligine e incappavi in nebbie che si scioglievano in pioggia, per diventare silenzio tra una ventata e l'altra. Tutto intorno, freddo, immobilità e attesa. Una notte di strani incontri ai crocicchi deserti, con grandi filamenti di spettrali tele di ragno prive del tessitore, per centinaia di chilometri. Dai prati, cigolii di cancelli, nelle case gemiti di finestre sotto una luna che s'affacciava a sprazzi.

[SM=x43601]




Ma... è stupendo [SM=g27831] . E la cosa bella è che Dublino d'inverno me la immagino proprio così...




**Alle sette e' arrivata l'orchestra, non cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi di sopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; gia' le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano.**
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