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03/03/2004 16:24 | |
Dopo un piccolo brivido, dato dalla mancanza del numero legale, il Senato ha alla fine approvato il contestatissimo articolo 3 delle riforme costituzionali che introduce il Senato federale. I voti favorevoli sono stati 135 - la maggioranza - i no - dell'opposizione - sono stati 103, si sono astenuti 7 senatori.
Quello approvato è stato l'articolo più laborioso per la maggioranza, è stato infatti riscritto ben cinque volte da ottobre ad oggi e vi si sono appuntate querelle di ogni tipo, dalle resistenze di An - che oggi ha dovuto esprimersi alla fine in favore - alle levate di scudi di Bossi e della Lega che ne volevano una versione più "hard" e si sono alla fine accontentati di questa versione più morbida pur di incassare qualcosa da spacciare agli elettori come nucleo della mitica "Devolution".
Il futuro Senato federale sarà composto da 200 senatori eletti in ciascuna regione, più sei eletti nella circoscrizione Estero, nonchè tre senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica. Ad essi si aggiungono gli ex presidenti della Repubblica. Non ci saranno invece i Presidenti delle Regioni, come prevedeva un emendamento del leghista Roberto Calderoli e accolto dalla Cdl, che però poi ha deciso di rinunciarvi. È stato introdotto il meccanismo della cosiddetta contestualità affievolita: i senatori sono eletti in ciascuna regione contestualmente ai Consigli regionali e dureranno in carica cinque anni. Se il Consiglio di una regione verrà sciolto si terrà un'elezione intermedia per far completare la legislatura e permettere di nuovo l'allineamento.
Questo meccanismo partirà dalla XVI legislatura (oggi siamo nella XIV) vale a dire nel 2011, quando ci sarà il primo
allineamento generale delle elezioni del Senato e di tutte le Regioni. Un primo parziale allineamento per quel che riguarda le regioni a statuto ordinario potrebbe avvenire nel 2006, grazie allo slittamento di un anno delle elezioni del 2005. |
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