Roberto Saviano
Sta affondando l’Italia, a stento respira. E affonda come sempre da Sud.
Il pianto della famiglia di Davide ci parla di un male antico, non solo il dolore, quello reale, per la perdita di un figlio, ma la necessità di doverlo mettere in scena come unico strumento rimasto per attirare attenzione e per chiedere giustizia.
Il dolore nella mia terra non è mai privato, è un dolore costretto alla teatralità per provare a essere accolto. E senta il governo intero, il peso delle parole della cugina di Davide: “La camorra non avrebbe mai ucciso un ragazzo di 16 anni, lo Stato sì”. Parole ingenue, false, ma difficili da sopportare. Lei non sa che la camorra ha ucciso e uccide ragazzi e bambini di ogni età. La sua ingenuità dimostra però che di camorra bisogna parlare, che il silenzio porta a equivoci di questo genere, equivoci di cui godono i clan. “La camorra ci protegge, lo Stato no” ripetono al Rione Traiano.
“Le mafie fanno il loro lavoro, mentre voi istituzioni, voi pubbliche persone mentite, rubate, oltraggiate. Voi, i veri criminali”, ecco cosa drammaticamente leggo ogni giorno in decine di blog, in migliaia di commenti. La tragedia è accorgersene solo quando muore un ragazzino ucciso da un carabiniere. È sempre stato così: c’è bisogno di sangue per ricordare che dall’inferno a Napoli non si è mai usciti.
[Modificato da Paperino! 06/09/2014 19:40]