napulitanboy, 27/02/2014 21:33:
La conseguenza più rilevante dello status quo è la riduzione drastica (anche e soprattutto qualitativa) delle occasioni di lavoro che una laurea in giurisprudenza consentirebbe.
Non serve dare numeri né fare esempi: basta fare un giro in tribunale per accorgersene.
Ma, se questo è vero ed è sotto gli occhi di tutti, ridurre il numero degli studenti, significherebbe eliminare cattedre INUTILI e prive di alcun senso se inserite in un contesto finalizzato alla formazione di giuristi. Eliminare cattedre, d'altra parte, significherebbe eliminare docenti. Eliminare i Baroni... Al momento attuale, sembrerebbe utopia...
Mi spiace contrattirti,ma non esistono esami inutili, solo inutili pappagalli,con tutto il rispetto per le simpatiche bestiole.
La riduzione degli immatricolati non può prescindere dal circoscrivere le prospettive di carriera di una laurea in giurisprudenza,altrimenti si punterà sempre e comunque, in mancanza di meglio, su un pezzo di carta che dà un ventaglio d'opportunità nettamente superiore rispetto agli altri corsi di laurea.
Vogliamo il numero chiuso? Bene,da domani la nostra laurea deve essere spendibile solo nelle carriere strettamente giuridiche.
Un medico fa il medico,un ingegnere fa l'ingegnere, un architetto fa l'architetto ...e un dottore in giurisprudenza?
Fin troppe prospettive di carriera,non a caso è la laurea più camaleontica sul mercato e chiunque ne ha una.
Tagliamo i numeri,ma ancor prima facciamo chiarezza sulle porte che può aprire,altrimenti abolizione del valore legale e welcome to the jungle