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Una soluzione concreta...

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2014 15:42
Email Scheda Utente
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Utente Junior
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26/02/2014 19:27
 
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I Baroni si risentono quando si evidenzia (non ce ne sarebbe bisogno visti gli scandali costanti che coinvolgono l'Università "Itagliana") la scarsa credibilità dell'istituzione che degnamente rappresentano...
Chiedo alle Eminenze che leggono (eccome se leggono...) il Forum...
Perché non mi smentite e approvate al primo consiglio utile una misurina concreta concreta che possa alleviare gli affanni economici delle famiglie degli studenti, che garantisca in concreto il diritto allo studio e che dia respiro anche alle vostre sedute di esame INNALZANDO IL LIVELLO QUALITATIVO MEDIO DEGLI ESAMINANDI...?
Perché NON CONSENTITE AGLI STUDENTI FUORI CORSO (molti dei quali lavorano già da qualche anno come chi scrive) DI SOSTENERE ESAMI OGNI MESE (come accade in tantissime, civilissime Università italiane ed Europee) ???

Poi vi lamentate del fatto che calano le iscrizioni...
Che gli studenti cercano l'offerta formativa (?) migliore (rectius: l' università che meno rompa le pa##e)...
Che tagliano i corsi...
Che i prof. finiscono a tagliare cocomeri agli angoli delle strade...

Facciamoci un piacere a vicenda...
E portate questo letamaio (perché resta tale) nel 21* secolo...

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Utente Gold
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26/02/2014 22:23
 
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I toni son un po' duri, ma aumentare il numero degli appelli è sempre stata una cosa che condivido.
L'università dovrebbe dare più spazi e più tempo agli esami.
Quando mi iscrissi io, secoli fa, i corsi erano annuali: ci si iscriveva a settembre e la prima sessione utile agli esami iniziava a maggio dell'anno dopo.
Praticamente ti costringevano a stare fermo un anno.
Una follia.

L'Università dovrebbe sicuramente offrire molto di più, sotto tanti aspetti...e gli appelli son sicuramente uno di quelli. (insieme a tanto altro...ma di questo se n'è parlato spesso) [SM=x43820]
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26/02/2014 22:37
 
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Utente Veteran
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27/02/2014 19:47
 
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Non sono affatto d'accordo sul fatto che il numero di appelli possa migliorare la condizione dei fuoricorso sinceramente. A meno che non si voglia ulteriormente confermare la natura di esamificio della Federico II. Piuttosto un deciso potenziamento della piattaforma Federica per consentire agli studenti che non possono seguire di seguire le lezioni da casa potrebbe essere molto più di supporto per chi lavora.
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27/02/2014 20:08
 
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La verità è nel mezzo.
Sedute d'esame ogni mese potrebbero aiutare nell'immediato,ma quando ci si troverà a dover sostenere gli esami più complessi si dovrà comunque mettere in conto un lasso di tempo più lungo.
Cosa si potrebbe fare nell'immediato? Due sedute ogni mese facente parte della sessione d'esami perchè ,diciamocelo, si accavallano quasi tutti gli esami nell'arco di 3-4 giorni e per chi deve recuperare è un bel problema.
Altro accorgimento - so che qualche docente lo fa - è quello di tenere il corso sia nel primo che nel secondo semestre, così da dare la possibilità concreta di seguire. Prove intercorso uber alles.
Last but not least, programmi fattibili,senza tanti fronzoli:più si aumenta la mole,più si disperde e ancor più si cercano scorciatoie.
Vanno bene gli approfondimenti,ma se devo iperspecializzarmi su un determinato tema che sia almeno un approfondimento d'interesse personale e che nell'economia dell'esame,senza snobbare i fondamenti, non ci sia un sovrappiù.
Qualche volta ho chiesto dei programmi alternativa,ma con buona pace del buonismo, si sostanziava in programma generale più parte speciale più approfondimento personale.
Se devo complicarmi la vita,tanto vale studiarmi l'argomento per interesse personale,senza venir esaminato.
[Modificato da connormaclaud 27/02/2014 20:10]
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27/02/2014 21:32
 
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Anche io punto 10 euro sul fatto che se fosse messa in atto la proposta i fuori corso farebbero meno esami di quanti ne fanno con la cadenza attuale e si troverebbero ancora più in difficoltà.

Per la verità io ritengo che questo ragionamento valga anche per gli altri. La cadenza attuale è più che altro una rassicurazione psicologica ma è doppiamente dannosa perché porta ad una bassa produttività, visto che molti non tengono il ritmo, ed al contempo annienta la possibilità di svolgere seriamente l'attività didattica. Una università seria dovrebbe avere solo due sessioni di esami all'anno alla fine di due veri semestri di lezioni.
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Utente Gold
moderatore
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27/02/2014 21:33
 
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Il lavoro più impellente che dovrebbe portarsi a termine è quello di ridurre il numero di studenti che restano "parcheggiati" a giurisprudenza. Ce ne sono troppi che, forti della laurea sicura - sfido chiunque a contraddirmi sul punto: tutti, prima o poi, prenderanno il titolo di dottori in giurisprudenza - si limitano a galleggiare, a danno di chi, invece, insegue con fermezza i propri obiettivi.
La conseguenza più rilevante dello status quo è la riduzione drastica (anche e soprattutto qualitativa) delle occasioni di lavoro che una laurea in giurisprudenza consentirebbe.
Non serve dare numeri né fare esempi: basta fare un giro in tribunale per accorgersene.

Ma, se questo è vero ed è sotto gli occhi di tutti, ridurre il numero degli studenti, significherebbe eliminare cattedre INUTILI e prive di alcun senso se inserite in un contesto finalizzato alla formazione di giuristi. Eliminare cattedre, d'altra parte, significherebbe eliminare docenti. Eliminare i Baroni... Al momento attuale, sembrerebbe utopia...


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28/02/2014 11:18
 
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Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Queste discussioni mi appassionano sempre.
Come sa chi mi conosce, credo che l'università debba essere fatta di corsi, non di esami (ovvero fatta di esami dopo corsi partecipati frequentati, il che significa rendere l'esame non "classico" - ad esempio: verifica dell'originalità, rectius non copiatura/incollatura da Internet delle stesse, di ricerche e tesine svolte durante il corso). Se si consentono esami ogni mese, non possono essere frequentati i corsi: l'università diventa ancora di più di quanto già non sia un esamificio e basta, non (come dovrebbe essere) un corsificio.
Solo l'università "di presenza" è degna di questo nome e non truffa gli studenti, con l'equazione "Da docente offro un impegno di routine (perché devo andare allo studio privato a fare altro) e pretendo poco": poi, una volta sul mercato del lavoro (oggi non solo nazionale), si ha purtroppo la verifica di quanto costi non avere imparato un metodo, anche pratico e non solo teorico, studiando invece dalle dispense e non frequentando. Per chi non può frequentare, occorrerebbe organizzare corsi per studenti lavoratori, potenziare al massimo l'online, però con verifiche periodiche "di presenza" e tenere aperte le biblioteche anche di sera.
Preciso che nell'università diversa a cui penso: a) non sono obbligatorie le tesi di laurea (perlopiù, oggi, copiate da Internet, sostituite da altro tipo di esame finale; b) sono obbligatori gli esami scritti; c) si abolisce il fuori - corso, salvo che per eccezionali motivi, da individuare in via generale e previamente e da portare a conoscenza degli studenti - come possibilità - all'atto dell'iscrizione; chi non supera gli esami nell'anno di corso, ha un tempo aggiuntivo di recupero per i ricordati motivi eccezionali da individuare, trascorso inutilmente il quale va fuori; d) si fanno meno esami nel piano di studio o si accorpano tra materie contigue, riducendo i programmi e introducendo molte esemplificazioni ed esercitazioni pratiche per le materie professionali.
Per onestà e completezza di quadro, a parte le carenze di metodo e di impegno didattico di taluni miei colleghi (assieme all'impegno di altri), preciso anche che mi capita di trovare studenti (a parte la serietà di altri) a cui la scuola non ha insegnato un metodo corretto di studio, che non leggono giornali e libri, anche extra corso, che fanno errori di scrittura dell'italiano, che si iscrivono a Giurisprudenza in via residuale, dopo avere fallito i test di ingresso altrove. A me molti studenti chiedono meno impegno attivo loro (che io invece pretendo) e al contrario se siano previste riduzioni di programma se si frequenta (in silenzio) e preappelli.
Infine, le proposte qui riepilogate guardano alle pratiche di università estere o piccole italiane, che funzionano e sono da me state portate all'attenzione ufficiale degli organi competenti. Esito: ho ricevuto complimenti e condivisioni delle stesse in privato, noncuranza pubblica (avevo chiesto ripetutamente che fossero ufficialmente discusse)
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28/02/2014 14:43
 
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Re:
napulitanboy, 27/02/2014 21:33:


La conseguenza più rilevante dello status quo è la riduzione drastica (anche e soprattutto qualitativa) delle occasioni di lavoro che una laurea in giurisprudenza consentirebbe.
Non serve dare numeri né fare esempi: basta fare un giro in tribunale per accorgersene.

Ma, se questo è vero ed è sotto gli occhi di tutti, ridurre il numero degli studenti, significherebbe eliminare cattedre INUTILI e prive di alcun senso se inserite in un contesto finalizzato alla formazione di giuristi. Eliminare cattedre, d'altra parte, significherebbe eliminare docenti. Eliminare i Baroni... Al momento attuale, sembrerebbe utopia...




Mi spiace contrattirti,ma non esistono esami inutili, solo inutili pappagalli,con tutto il rispetto per le simpatiche bestiole.
La riduzione degli immatricolati non può prescindere dal circoscrivere le prospettive di carriera di una laurea in giurisprudenza,altrimenti si punterà sempre e comunque, in mancanza di meglio, su un pezzo di carta che dà un ventaglio d'opportunità nettamente superiore rispetto agli altri corsi di laurea.
Vogliamo il numero chiuso? Bene,da domani la nostra laurea deve essere spendibile solo nelle carriere strettamente giuridiche.

Un medico fa il medico,un ingegnere fa l'ingegnere, un architetto fa l'architetto ...e un dottore in giurisprudenza?
Fin troppe prospettive di carriera,non a caso è la laurea più camaleontica sul mercato e chiunque ne ha una.

Tagliamo i numeri,ma ancor prima facciamo chiarezza sulle porte che può aprire,altrimenti abolizione del valore legale e welcome to the jungle
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01/03/2014 00:41
 
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Vi ostinate a difendere "posizioni di sistema"...
Io studio per capire (rectius: per impossessarmi della materia...o almeno mi anima tale ideale) e nel contempo lavoro (negli ultimi 2 anni fuori regione) perché non accetto che i soldi di papà mi risolvano i problemi...
E sinceramente impiego circa 3 mesi per preparare un esame da30 (tre o più letture, approfondimenti, almeno 3 ripetizioni, collegamenti interdisciplinari per rendere viva la materia...SIAMO ALL'UNIVERSITÀ PROF PRISCO...STUDIARE COSÌ DOVREBBE ESSERE LA REGOLA...O NO?): il mio scopo è ambire solo ed esclusivamente al 30, indice numerico della più ampia preparazione possibile (se il sistema di valutazione per voti esiste io PRETENDO DI ESSERE VALUTATO PER QUELLO CHE VALGO).
Sulla base di questa premessa, per studenti (Ancora per poco fortunatamente) come me ( che non sollevano il culo dalla sedia se non quando sono preparati da 30 ) fare esami ogni mese significherebbe sostenere 4 e non 3 esami in media all'anno...
In soldoni per uno studente che punta alla qualità, poter fare esami ogni mese = laurea in 7 anni e una sessione (rebus sic stantibus occorrono almeno 8 anni)
C'è poco da discutere: è logica + matematica da scuola elementare...
[Modificato da itreniavapore@ 01/03/2014 00:54]
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01/03/2014 01:15
 
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Ovviamente il mio discorso cade nel momento in cui, apertis verbis, il professor Prisco, rappresentante del corpo docenti su questo forum, mi dice che:
1. Il voto non ha alcun significato ai fini della valutazione dello studente;
2. La didattica della ns facoltà è pessima e non garantisce la formazione dello studente;
3. Non è richiesto, ai fini del brillante superamento di un esame, il tipo di studio che ho sopra descritto.
Solo in quel caso ammetterei (proprio per il venir meno dei presupposti del mio discorso) di essere UN COGLIONE!
La mia dichiarazione di COGLIONE farebbe da pendant, tuttavia, con la DICHIARAZIONE DI SCARSA CREDIBILITÀ DEL SISTEMA DA PARTE DI UN SUO IMPORTANTE RAPPRESENTANTE
Resto in attesa di una sua risposta Prof.
Dopo anni di studio cavilloso, matto e disperato sono curioso di sapere se "m'aggia considera' nu strunz o uno zelante e brillante studente"...
Ah...dimenticavo...Prof, cortesemente, mi risponda con riferimento al SISTEMA ATTUALE evitando di considerare sistemi ideali...Purtroppo alberghiamo in questa nazionucola: non c'è concesso l'iperuranio...
[Modificato da itreniavapore@ 01/03/2014 01:23]
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01/03/2014 01:17
 
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Re:
itreniavapore@, 01/03/2014 00:41:

Vi ostinate a difendere "posizioni di sistema"...
Io studio per capire (rectius: per impossessarmi della materia...o almeno mi anima tale ideale) e nel contempo lavoro (negli ultimi 2 anni fuori regione) perché non accetto che i soldi di papà mi risolvano i problemi...
E sinceramente impiego circa 3 mesi per preparare un esame da30 (tre o più letture, approfondimenti, almeno 3 ripetizioni, collegamenti interdisciplinari per rendere viva la materia...SIAMO ALL'UNIVERSITÀ PROF PRISCO...STUDIARE COSÌ DOVREBBE ESSERE LA REGOLA...O NO?): il mio scopo è ambire solo ed esclusivamente al 30, indice numerico della più ampia preparazione possibile (se il sistema di valutazione per voti esiste io PRETENDO DI ESSERE VALUTATO PER QUELLO CHE VALGO).
Sulla base di questa premessa, per studenti (Ancora per poco fortunatamente) come me ( che non sollevano il culo dalla sedia se non quando sono preparati da 30 ) fare esami ogni mese significherebbe sostenere 4 e non 3 esami in media all'anno...
In soldoni per uno studente che punta alla qualità, poter fare esami ogni mese = laurea in 7 anni e una sessione (rebus sic stantibus ooccorrono almeno 8 anni)
C'è poco da discutere: è logica + matematica da scuola elementare...




Trovo il tono di questo intervento, nonchè del primo, molto superbo e saccente.
Nel merito è del tutto evanescente:
- non si capisce perchè la maggiore frequenza dovrebbe aumentare il livello qualitativo;
- non si capisce perchè questa "riforma" proposta dovrebbe riguardare i soli fuori corso;
- non si capisce perchè attualmente si potrebbero fare "3 esami in media all'anno", cos'è che vieta di preparare più esami e sostenerli tutti quando c'è la sessione?
Continuo a sostenere che l'unica strada per ottenere il prestigio della laurea sia il numero chiuso, e magari (a rischio di essere impopolare) più severità agli esami.
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01/03/2014 01:37
 
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Caro rafoku87 il mio è intervento concreto e basato sulla osservazione dei fatti.
Ho presentato il problema della difficoltà di conciliare qualità e quantità (spesso inutile) e ho proposto una soluzione concreta (per i soli fuoricorso perché per definizione sono al di fuori della vita didattica...anche se non avrei alcun problema ad estendere il beneficio agli studenti "in corso").
LA QUALITÀ ESCLUDE PER DEFINIZIONE LA QUANTITÀ (avresti dovuto impararlo alla prima lezione di economia politica: IL TEMPO È RISORSA ECONOMICA. ESSO È SCARSO E DESTINATO AD USI ALTERNATIVI...Cumpagne mjie: se hai 7 ore di tempo o fai bene 10 pagine o ne fai male 30...). Introdurre più sessioni consentirebbe di allocare meglio la risorsa temporale...
Credevo che tutto questo fosse chiaro... Evidentemente non ho fatto i conti con le tue limitate prospettive!
QUINDI "caro come ti chiami" TI PREGO DI RITROVARE LA GIUSTA UMILTÀ E DI SFORZARTI DI CAPIRE QUELLO CHE DICONO GLI ALTRI.
[Modificato da itreniavapore@ 01/03/2014 01:48]
Email Scheda Utente
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Utente Junior
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01/03/2014 01:38
 
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Resto in attesa della risposta del prof. Prisco.
Email Scheda Utente
Post: 282
Post: 277
Utente Junior
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01/03/2014 11:20
 
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Re:
itreniavapore@, 01/03/2014 01:37:

Caro rafoku87 il mio è intervento concreto e basato sulla osservazione dei fatti.
Ho presentato il problema della difficoltà di conciliare qualità e quantità (spesso inutile) e ho proposto una soluzione concreta (per i soli fuoricorso perché per definizione sono al di fuori della vita didattica...anche se non avrei alcun problema ad estendere il beneficio agli studenti "in corso").
LA QUALITÀ ESCLUDE PER DEFINIZIONE LA QUANTITÀ (avresti dovuto impararlo alla prima lezione di economia politica: IL TEMPO È RISORSA ECONOMICA. ESSO È SCARSO E DESTINATO AD USI ALTERNATIVI...Cumpagne mjie: se hai 7 ore di tempo o fai bene 10 pagine o ne fai male 30...). Introdurre più sessioni consentirebbe di allocare meglio la risorsa temporale...
Credevo che tutto questo fosse chiaro... Evidentemente non ho fatto i conti con le tue limitate prospettive!
QUINDI "caro come ti chiami" TI PREGO DI RITROVARE LA GIUSTA UMILTÀ E DI SFORZARTI DI CAPIRE QUELLO CHE DICONO GLI ALTRI.




Resto sempre nel merito, essere tacciato di stupidità in maniera così approssimativa non mi turba affatto.
E' ovvio che il tempo è una risorsa limitata e puoi scegliere alternativamente quantità e qualità per raggiungere un certo risultato; quello che non è ovvio, non è spiegato, e infatti non è vero, è che la verifica più frequente del risultato dovrebbe migliorarlo.
Se ad es. un professore, anzichè chiedere 900 pagine in un appello, ne chiedesse 300 in 3 appelli o 100 in 9 appelli non migliorerà di certo la preparazione complessiva dello studente; se sai che hai 6 materie da studiare da qui ad un anno, o te le chiedono in due sessioni, o in cinque, o in dieci, non vedo perchè questo dovrebbe aumentare la qualità del risultato.
L'allocazione della risorsa "tempo" tra qualità e quantità è una scelta dello studente, del tutto indipendente dal momento di verifica.
Spero di essermi fatto comprendere, anche perchè non approfondirò oltre.
Concludo con la verità di fondo, e cioè che agli studenti l'idea farebbe piacere perchè è più comoda, e siamo tutti d'accordo, ma non pretendiamo con questa di "garantire in concreto il diritto allo studio" o "portare il letamaio nel 21°secolo".
Ah, comunque, per il riferimento all'economia politica, la insegno dando ripetizioni, ed è stata mia materia di tesi.
Email Scheda Utente
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01/03/2014 12:44
 
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Re: Re:
connormaclaud, 28/02/2014 14:43:




Mi spiace contrattirti,ma non esistono esami inutili, solo inutili pappagalli,con tutto il rispetto per le simpatiche bestiole.
La riduzione degli immatricolati non può prescindere dal circoscrivere le prospettive di carriera di una laurea in giurisprudenza,altrimenti si punterà sempre e comunque, in mancanza di meglio, su un pezzo di carta che dà un ventaglio d'opportunità nettamente superiore rispetto agli altri corsi di laurea.
Vogliamo il numero chiuso? Bene,da domani la nostra laurea deve essere spendibile solo nelle carriere strettamente giuridiche.

Un medico fa il medico,un ingegnere fa l'ingegnere, un architetto fa l'architetto ...e un dottore in giurisprudenza?
Fin troppe prospettive di carriera,non a caso è la laurea più camaleontica sul mercato e chiunque ne ha una.

Tagliamo i numeri,ma ancor prima facciamo chiarezza sulle porte che può aprire,altrimenti abolizione del valore legale e welcome to the jungle




Credo tu non abbia mai avuto a che fare con "papirologia" od esami simili [SM=x43805]


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01/03/2014 13:53
 
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Re: Re: Re:
napulitanboy, 01/03/2014 12:44:




Credo tu non abbia mai avuto a che fare con "papirologia" od esami simili [SM=x43805]




non ho sostenuto papirologia,ma stando alla descrizione:

L’insegnamento si propone lo studio della documenta
zione epigrafica e
papirologia e quindi della prassi giuridica dell’an
tichità. Il metodo
esegetico si connette con l’analisi sociale ed econ
omica del mondo
romano, per una più completa visione della vita del
diritto.



sembra interessante
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01/03/2014 16:42
 
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Re: Re: Re: Re:
connormaclaud, 01/03/2014 13:53:




non ho sostenuto papirologia,ma stando alla descrizione:

L’insegnamento si propone lo studio della documenta
zione epigrafica e
papirologia e quindi della prassi giuridica dell’an
tichità. Il metodo
esegetico si connette con l’analisi sociale ed econ
omica del mondo
romano, per una più completa visione della vita del
diritto.



sembra interessante




Non discuto che tale insegnamento potrebbe destare l'interesse di tre o quattro persone su circa ventimila iscritti. Interesse, tuttavia, coltivabile al di fuori delle istituzioni universitarie che vogliano formare un professionista.
Ma se ritieni che pagare l'insegnante di questo corso sia altrettanto importante (ed anzi, addirittura superiore) rispetto al fornire agli studenti di giurisprudenza un bagaglio di informazioni ed esperienze di natura non solo teorica e storica, ma soprattutto pratica, indispensabili dopo la laurea, ecco, questa è un'opinione che non riesco a condividere.


Email Scheda Utente
Post: 1.906
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02/03/2014 08:03
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
napulitanboy, 01/03/2014 16:42:




Non discuto che tale insegnamento potrebbe destare l'interesse di tre o quattro persone su circa ventimila iscritti. Interesse, tuttavia, coltivabile al di fuori delle istituzioni universitarie che vogliano formare un professionista.
Ma se ritieni che pagare l'insegnante di questo corso sia altrettanto importante (ed anzi, addirittura superiore) rispetto al fornire agli studenti di giurisprudenza un bagaglio di informazioni ed esperienze di natura non solo teorica e storica, ma soprattutto pratica, indispensabili dopo la laurea, ecco, questa è un'opinione che non riesco a condividere.




Sbagli, è un esame che,come gli altri, contruibuisce alla formazione del futuro dottore in giurisprudenza,termini come cultore o giurista li evito perchè non basta una laurea per arrivarci.
Gli esami storici,filosofici,comparativi liberano dalla ristrettissima forma mentis del "tecnico" del diritto, sono quelli che fanno la differenza.
Come scritto sopra, questa benedetta laurea può portare all'attività forense,ma anche ad una giornalistica,amministrativa,consolare o diplomatica: di quale indispensabile pratica stiamo parlando?

Se l'unico sbocco fosse nel settore strettamente giuridico - ah,non devo dirlo io che la triade avvocato magistrato notaio è più che satura- potrei,per certi versi,anche comprendere la questione "pratica", ma solo non rottamando questi esami considerati "inutili" e tagliando i 3/4 della categoria.

Se si vuole cambiare l'università,si inizi col cambiare gli sbocchi che questa permette.
Email Scheda Utente
Post: 2.561
Post: 2.561
Utente Veteran
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02/03/2014 10:07
 
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Da professore Prisco, che mi prega di postare

Non mi sono mai sottratto a confronti - anche molto duri - sul merito delle questioni, non facendo mai valere per eluderli né età, né ruolo professionale. Il dialogo è il sale della vita. Chi mi chiede risposte è pregato però di moderare toni e vocaboli. Senza censurare nessuno, perché non mi compete e non lo concepisco in generale, rivendico però il diritto ad interloquire solo con chi (dissenta egli o no da me quanto alla sostanza dei problemi) io senta affine a me sul piano dell'educazione formale. Il "grillismo" (non parlo di politica, ma di modi) con me non attacca: semplicemente, mi sottraggo.
Buona domenica e per un viaggio stacco (anche dal computer e dai contatti con Pollastro che media i nostri rapporti qui) per un paio di settimane
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